Ridatemi il mio aperitivo sull’isola di Pellestrina

Ridatemi il mio aperitivo sull’isola di Pellestrina

di Angela Mion

Sarà atroce. Ma finirà.

Col bavero del maglione mi asciugo una lacrima che cade per inerzia, il cielo è blu, pulito da un freddo vento d’inverno a primavera, non ricordo il giorno della settimana, il campanello tace sempre.

Inforco le scarpe da ginnastica, una t-shirt bianca con un buco sulla manica, mi sono sempre trovata bene con le cose consumate; in uno zainetto un libro, una rivista vecchia, una felpa; saluto il gatto.

Quando smonto dal vaporetto sono a Pellestrina. Isola di Pellestrina, sulle vie della Laguna di Venezia. Una lingua di terra lunga credo 12 km, larga nel punto massimo 210 mt; in un estremo si avvicina al Lido di Venezia, dall’altro guarda Chioggia distante 30 minuti di vaporetto. Da una parte il mare Adriatico, dall’altra la laguna, dei quali fa da spartiacque. È l’isola dei gabbiani, dei merletti, dei pescatori, l’isola del silenzio, l’isola che non ha un solo ombrellone in affitto. L’isola della pace, l’isola che non c’è.

Vista e rivista al tg nei suoi giorni più difficili prima di questi, superstite della terribile inondazione della sera del 12 novembre scorso che non ha risparmiato niente e nessuno, come nel 1966 dicono gli abitanti, assieme all’acqua alta di Venezia. È un’isola di belle e brave persone, un’isola dove le macchine sono pochissime perché arrivarci in auto ci metti lo stesso tempo di andare a Miami. È l’isola del tempo scandito dalle campane, dei bambini che fanno il bagno in laguna e giocano a calcio sul sagrato della chiesa, delle capanne in spiaggia fatte con quello che porta il mare, che ogni domenica ospitano pranzi luculliani di famiglie allegre e numerose. È l’isola del chissenefrega se non ti trucchi, puoi uscire in bici con la stessa sensazione di pedalare in paradiso con l’unico rischio di finire in acqua se non sei proprio sobrio. Di notte in questa piccola Venezia regna il silenzio, la luce delle stelle e delle lampadine accese sul filo della laguna per pescare le seppioline.

E come in tutti i luoghi in cui regna la tranquillità i piaceri di corpo e anima sono semplici: si mangia e si beve, si dorme, si beve e si mangia.

Il rito pagano più praticato in isola è questo: tramonto da levare il fiato e aperitivo, lungo, guardando il tramonto seduti in laguna. In realtà l’aperitivo può iniziare ben prima del tramonto e finire ben dopo.

Sto per arrivare al dunque: cosa si beve all’aperitivo in laguna Veneziana. Siamo sommersi da articoli sui migliori bacari di Venezia, i migliori vini naturali, i migliori cicchetti, le migliori polpette ma cosa si beve e si beveva in laguna per aperitivo? quello cordiale, disinvolto, poco fighetto, dei giorni feriali, quello che si beveva ben prima del rifermentato o di un orange?

A fare un elenco di cosa ordinare mi sono fatta aiutare da Andrea, l’oste di uno dei ristoranti di sempre a Pellestrina con annesso bar: da Celeste. Si mangia su una terrazza sulla laguna, ci si dimentica di ogni cosa. Il baccalà mantecato, le sarde in saor, gli spaghetti con le vongole: cibo felice.

Ricapitoliamo: cosa ordinare all’aperitivo da Pellestrina a Venezia e dintorni.

  •   Al primo posto, podio indiscusso va al Prosecco. Prosecco punto, senza fare troppe domande. Con o senza oliva, dipende dalla luna dell’oste.
  •   Prosecchin – Prosecco piccolo.
  •   Venesian – Prosecco in ghiaccio e limone.
  •   Prosecco in pompelmo.
  •   Spritz (è la prima parola che imparano i veneziani dopo mamma).
  •   Pallina (il bicchiere è una pallina) – vino bianco, correzione di bitter o aperol.
  •   Mezzo e mezzo – prosecco, correzione di bitter o aperol.
  •   Ombra – de vin.
  •   El quarto – ombra grande, un quartino;
  •   Birrin – birra piccola, detta anche scarpetta.
  •   Acqua e cinar con scorza di limone – per combattere il caldo.

Un amico ieri mi ha scritto: torneremo a frugare dentro alle ciotoline di patatine e arachidi?

Io sono già qui che vi aspetto, a Pellestrina, guardando la laguna senza pensieri.

Cosa ordino io? Il Venesian con la cannuccia. E frugo fino alla nausea ciotoline di noccioline e bei pensieri.

Lo stiamo scrivendo tutti noi, giorno dopo giorno, questo pezzo di storia. E non dimentichiamoci che Venezia e le sue isole, quando sarà tutto finito, avranno bisogno di noi come noi avremo bisogno di loro: spritz, magia e spensieratezza. A presto.

 

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Angela Mion

Veneta, classe 1981, studi giuridici e azienda di famiglia. La svolta cubista arriva quando ormai maggiorenne incontra il vino: Sommelier, Master Alma-Ais ed altre cose in pentola. “Vin, avec toi on fait le tour du monde sans bouger de la table”. Bucolica e un po' fuori schema con la passione per la penna, il vino, il mondo e la corsa. L’attimo migliore? Quello sospeso fra la sobrietà e l’ebbrezza.

7 Commenti

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Josè Pellegrini

circa 4 anni fa - Link

Commovente!

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marta

circa 4 anni fa - Link

Sono anni che voglio andare a Pellestrina, ma ho sempre rimandato...quest'estate cascasse il mondo ci andrò! Anche perché vivo a marghera, non dall'altra parte del mondo, e Andrea lo conosco!

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marcow

circa 4 anni fa - Link

Venezia è a due passi, bellissima. Ma rischia di perdere per sempre la sua anima e diventare una Las Vegas nell'Adriatico. Mentre Pellestrina "conserva", quasi per miracolo, un'atmosfera che viene da lontano. In una semplicità che affascina. Angela Mion ha saputo magnificamente rievocare per noi lettori un'atmosfera, un mondo, un modo di vivere semplice e autentico. ... Anche con quel buco nella shirt bianca. PS Oltre ai tramonti stupendi sul lato della laguna penso che si possa vedere il sole sorgere dal mare dal lato dei Murazzi.

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Roberto Villa

circa 4 anni fa - Link

A Pellestrina con i miei Ici colleghi e con gli studenti giornate di maggio indenticabili.

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Roberto Villa

circa 4 anni fa - Link

A Pellestrina con amici insegnanti e studenti in maggio giornate indimenticabili.

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Nic Marsél

circa 4 anni fa - Link

Spritz e patatine (doppia ciotolina) per me, grazie! Arrivo!!!

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Siro

circa 4 anni fa - Link

Spunta una lacrima alla lettura di questo pezzo....(lasciamo perdere il titolo) E poi speriamo che dopo sto casino del virus si torni, come a Pellestrina, ai fondamentali, insomma uno stop alle eccessive supercazzole gastrofighette

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