Rezdora, la via Emilia arriva fino a New York

Rezdora, la via Emilia arriva fino a New York

di Salvatore Agusta

Sembra proprio che la cucina emiliana abbia stregato ancora una volta la grande mela.

“At Rezdôra, a Fresh Voice in Italian Cooking for New York”, così titolava questa estate il New York Times, che tra le colonne dedicate alla gastronomia, riserva un intero articolo ad un nuovo progetto culinario di stampo italiano.

Un po’ come accade per le ben più famose stelle Michelin, anche il “Times”, manda i suoi critici gastronomici in giro per i ristoranti di New York, assegnando stelle ai più meritevoli.

Rezdôra ha ottenuto il risultato più alto, ben tre stelle. E le porte del successo si sono letteralmente spalancate. Il ristorante è costantemente al completo e le prenotazioni abbondano a qualsiasi ora.

Eppure, ciò che ha stregato la critica è ancora una volta l’icona suprema della cucina italiana: la pasta. Rezdôra non è certamente né il primo né l’ultimo dei ristoranti che servono pasta fresca a New York, allora quale è il suo segreto?

In verità, c’è più di qualche ragione che giustifichi questo gran successo, a partire dalla cucina, ad esempio, dove tutto il programma gastronomico è diretto dallo Chef Stefano Secchi, americano di origini italiane che, tra i suoi trascorsi, annovera il tempo passato con Massimo Bottura, l’esperienza maturata a Modena presso la Hosteria Giusti di Laura Galli Morandi, nonché la sua avventura in Piemonte a “All’Enoteca” di Cuneo.

Il menù presenta quella ricchezza di sapori e quella conviviale atmosfera che solo una certa tradizione emiliana può comunicare.

Avete presente quel senso di sana cucina della nonna? Ecco, mi riferisco proprio a quel sentimento, a quei profumi e a quegli sguardi che almeno un tempo tutti noi abbiamo vissuto nella cucina di nostra nonna o di qualche anziano parente.

C’è lo gnocco fritto che assaggiai tanti anni fa proprio in Emilia, gli affettati misti, gli anolini di Parma, il ragù emiliano e poi c’è qualcosa che sembra più l’inizio di una fiaba, piuttosto che il nome di un piatto: “grandma walking through forest in Emilia” passeggiata di nonna tra i boschi dell’Emilia.

 

Se la cucina sembra gestire saldamente il peso delle aspettative, giostrandosi attentamente tra tradizione ed intuizioni locali, la sala non delude per nulla, trasmettendo una atmosfera limpida ed elegante. In effetti, il sentore di essere seduto al tavolo di in un ristorante un po’ diverso dagli altri, lo avevo percepito proprio quando, durante la mia prima cena, mi accorsi che accanto al nostro tavolo vi fosse seduto proprio tutto il team di Osteria Francescana.

In quell’occasione, ho fatto amicizia con la beverage director; a lei ho fatto qualche domanda sulle particolarità della loro lista dei vini. Quest’ultima presenta soltanto vini provenienti da una zona ben delimitata, che va dalla Toscana sino alla Valle d’Aosta.

Sidonie Rodman, questo è il suo nome, mi racconta che l’intento della carta dei vini di Rezdôra è quello di rispecchiare quanto più possibile la natura regionalistica del ristorante, senza tuttavia tralasciare alcune regioni chiave, come Piemonte, Veneto e Toscana. Da ciò nasce l’idea di porre una sorta di confine sulla Toscana.

Sidonie è nata e cresciuta in Nova Scotia, Canada; lei stessa mi rivela di come a casa sua si respirasse l’identica atmosfera che è possibile scorgere da Rezdôra. Sua madre, venuta dall’Irlanda, preparava tutto in casa, usando solo ingredienti provenienti dalla fattoria della sua famiglia, proprio come una rezdôra emiliana. Per questa ragione sente profondamente sua questa missione e condivide pienamente le idee e la missione di Stefano.

Le ho chiesto quali fossero i suoi vini italiani preferiti.

“Il Piemonte è la mia regione preferita, in particolare l’alto Piemonte; tra i produttori, adoro l’azienda agricola Malvirà in Roero, producono un ottimo Arneis. Il barbaresco di Bruno Rocca è decisamente una delle mie bottiglie preferite ma fuori dai confini piemontesi, Stella di Campalto mi fa battere il cuore con il suo Brunello’.

Cerco di curare le selezioni badando più alla tradizione che agli esperimenti e la mia volontà è quella di servire dei vini che non siano necessariamente inaccessibili e che possano sorprendere i nostri commensali”.

Sidonie in passato ha ricoperto la posizione di manager in molti ristoranti famosi, come ad esempio Breselin, Houseman nonché per ultimo, lo stellato (questa volta Michelin) Agern, che raccomando vivamente di provare.

Le chiedo cosa l’avesse convinta ad unirsi al team di Rezdôra, lasciando una realtà come quella.

“Ho incontrato Stefano circa un anno fa; mi ha offerto la possibilità di costruire sin dalle basi una wine list e una atmosfera che rispecchia il mio modo di essere e, a quel punto, non ho potuto dire di no!”

Rezdôra è aperto ogni giorno della settimana, dalla domenica al giovedì, con orario 17-23, mentre venerdì e sabato sino a mezzanotte. È necessario riservare il tavolo e questo è possibile farlo comodamente da casa tramite resy anche se, attualmente, è necessario prenotare con circa un mese di anticipo.

La location è abbastanza centrale, 27 East 20th Street, New York, NY 10003, nell’isola di Manatthan.

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Salvatore Agusta

Giramondo, Francia, Lituania e poi Argentina per finire oggi a New York. Laureato in legge, sono una sorta di “avvocato per hobby”, rappresento uno studio di diritto internazionale negli Stati Uniti. Poi, quello che prima era il vero hobby, è diventato un lavoro. Inizio come export manager più di 7 anni fa a Palermo con un’azienda vitivinicola, Marchesi de Gregorio; frequento corsi ONAV, Accademia del Vino di Milano e l’International Wine Center di New York dove passo il terzo livello del WSET. Ho coperto per un po’ più di un anno la figura di Italian Wine Specialist presso Acker Merrall & Condit. Attualmente ricopro la posizione di Wine Consultant presso Metrowine, una azienda francese in quel di New York. Avevano bisogno di un italiano ed io passavo giusto di là. Comunque sono astemio.

2 Commenti

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Antonio C.

circa 4 anni fa - Link

Un piccolo errata corrige, L'Enoteca è a Canale non a Cuneo

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simone

circa 4 anni fa - Link

Mai vista una rezdora servire burrata, e tra gli affettati mai si sognerebbe di inserire la finocchiona .. solite licenze poetiche americane. Nel menu ci sono anche shrimps: non parliamo di atmosfera emiliana grazie. saluti dall'emilia

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