Raúl Pérez, vita da enologo controcorrente

Raúl Pérez, vita da enologo controcorrente

di Salvatore Agusta

Qualche giorno fa ho ricevuto un invito piuttosto speciale; il mio amico Max mi ha chiesto se volessi unirmi a lui e ai suoi colleghi per andare a cena con un produttore spagnolo. Ho accolto l’invito con piacere, ancora prima di sapere che quel produttore sarebbe stato niente di meno che Raúl Pérez. 

Raúl Peréz rappresenta ad oggi uno dei più famosi ed acclamati enologi di Spagna e, di certo, uno dei top 10 del mondo.

Egli dedica la maggior parte del suo tempo a guidare (al contrario di volare) da una vigna all’altra, da una cantina all’altra per monitorare costantemente l’evoluzione del suo lavoro.

La cantina di famiglia di Raúl è Castro Ventosa, a Bierzo; la sua famiglia fa parte della cerchia dei più importanti proprietari di vigneti, all’interno di questa denominazione estremamente parcellizzata. Il suo lavoro consiste anche nel coadiuvare tramite consulenze altri produttori di Bierzo, della Ribeira Sacra e di Rias Baixas.

In sé Raúl racchiude uno variegato modo di intendere la vigna e la coltivazione dell’uva ed è un fervido sostenitore della teoria secondo cui per fare un grande vino si deve partire dalla vigna, da una grande vigna.

Tra le sue creazioni, particolare importanza viene riconosciuta ai vini appartenenti alla serie Ultreia, prodotti secondo quello che viene definito il Burgundy model. La linea in questione si caratterizza anche per un paio di etichette provenienti da singoli vigneti e la maggior parte di questi vigneti si trova nel villaggio di Valtuille de Abajo, dove la famiglia Pérez ha vissuto e lavorato per generazioni.

Inoltre, sotto l’etichetta Bodegas y Viñedos Raúl Pérez sono inclusi alcuni vini prodotti con uve provenienti da zone fuori dei confini del Bierzo. I suoi due vini rossi più ambiti (e chiaramente limitati) sono El Pecado e La Penitencia, che danno l’idea dell’austerità del prodotto finale; questi, in particolare, provengono dalla zona Amandi della Ribeira Sacra D.O.

Di notevole interesse anche un bianco proveniente dalla Tierra de León D.O., prodotto con un’uva indigena chiamata albarín da non confondere affatto con la varietà più comune dell’albariño.

L’albarín è una varietà originaria dell’Asturia e, anche grazie al supporto di Raúl, si sta provando a recuperarla dal pericolo di estinzione.

Si tratta di una varietà che predilige i climi freddi del nord-est della Spagna, poiché maturando abbastanza presto, come racconta Raúl, esige una vendemmia piuttosto anticipata. Di natura tipicamente aromatica, questa uva richiede una macerazione a freddo con attento controllo della temperatura. Spesso si presenta in blend con la verdejo per giungere al giusto equilibrio.

Concludiamo questa breve panoramica sul lavoro di Raúl parlando del Sketch Albariño.

Questo è senza dubbio uno dei vini più importanti che Raúl Pérez ha prodotto, forse anche uno dei più famosi a livello internazionale.

Al contrario di quanto si legge in giro, Raúl mi ha detto che questo vino non viene invecchiato sotto acqua. Siamo in Galicia nel villaggio di Dena; la vendemmia avviene durante l’ultima settimana di settembre, questo riduce il livello di acido malico e permette di raggiungere un buon tenore zuccherino. Nessuna macerazione, la fermentazione avviene spontaneamente con lieviti indigeni e successivamente il vino viene maturato in tonneaux francese con alle spalle qualcosa come 14 anni di invecchiamento. Segue poi l’imbottigliamento e, grazie all’assenza di macerazione, è possibile saltare anche le fasi di chiarifica e filtrazione, cosí da ottenere un vino intenso e molto strutturato.

Ciò detto, vorrei spendere un paio di righe sulla persona di Raúl, che grazie al mio spagnolo, ho potuto conoscere un po’ più da vicino, anche perché non parla un gran inglese.

Ciò che mi ha colpito è la semplicità di un uomo di campagna che vive in perfetta simbiosi con le sue creature. Un animo docile e tanta umiltà conquistano immediatamente. Nel locale in cui eravamo, alcuni clienti lo hanno persino riconosciuto e hanno chiesto di scattare delle foto con lui. Con il sorriso gli ho fatto notare che era abbastanza famoso qui in giro e lui quasi incredulo annuiva.

Parlando di Italia, abbiamo scoperto quanto simili le due culture possano essere, specie con il sud Italia. Mi confida che ama bere i vini piemontesi ed uno dei suoi più grandi rammarichi è stato non poter incontrare Angelo Gaja durante una lontanissima visita di quest’ultimo in Spagna, quando Angelo aveva deciso di fare tappa anche in alcune cantine dove lui prestava consulenza, credo nella Ribeira Sacra.

Poi, quasi del tutto inaspettatamente, mi dice: “sai, una volta a Parigi e poi una seconda volta a Cape Town alcuni amici mi hanno fatto bere un vino che, se non erro, proviene dal sud dell’Italia. Quello che ricordo è che si chiama Magma e che ha una bottiglia particolare”.

Rimango estremamente sorpreso dalle sue parole, perché anche io (immagino come gli amici di cui mi dice) avevo in testa di parlargli del nostro amatissimo Frank Cornelissen, croce e delizia della Montagna Infuocata, genio e sregolatezza dei palmenti etnei.

Ebbene Raúl aveva assaggiato per due volte in due continenti diversi il Magma di Frank e in entrambi i casi ne era rimasto profondamente colpito, a tal punto da domandarmi se io lo conoscessi. Gran bell’attestato di stima direi.

Concludiamo la serata con un paio di giri di gin & tonic prima di tornare a casa.

Porto con me dopo questa serata, un’esperienza unica ed una profonda stima e simpatia per l’enologo Pérez ma, soprattutto, per l’uomo che Raúl è.

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Salvatore Agusta

Giramondo, Francia, Lituania e poi Argentina per finire oggi a New York. Laureato in legge, sono una sorta di “avvocato per hobby”, rappresento uno studio di diritto internazionale negli Stati Uniti. Poi, quello che prima era il vero hobby, è diventato un lavoro. Inizio come export manager più di 7 anni fa a Palermo con un’azienda vitivinicola, Marchesi de Gregorio; frequento corsi ONAV, Accademia del Vino di Milano e l’International Wine Center di New York dove passo il terzo livello del WSET. Ho coperto per un po’ più di un anno la figura di Italian Wine Specialist presso Acker Merrall & Condit. Attualmente ricopro la posizione di Wine Consultant presso Metrowine, una azienda francese in quel di New York. Avevano bisogno di un italiano ed io passavo giusto di là. Comunque sono astemio.

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