Raccontare a Sandro Sangiorgi un valore di internet che sfugge: la conversazione

di Fiorenzo Sartore

Cari i miei piccoli lettori, oggi parliamo di conversazioni in rete ad argomento vino. Quindi internet, blog, vita ermeneutica, quelle cose lì. Negli ultimi anni, saprete, la comunicazione vinosa si è trasferita in rete, e ha girato allegramente le spalle alla carta stampata. (Non tutti, va bene, non fatemi precisare l’ovvio, del resto là fuori c’è pure gente che pensa sia normale mettere i gemelli ai polsini). Facendo questo ha provocato indicibili mugugni da parte dei cosiddetti giornalisti (quelli iscritti all’ordine, per intenderci, la casta). Sulle prime hanno interpretato il seccante fenomeno come un’usurpazione di ruoli – ed avevano le loro ottime ragioni per pensarlo, visto che la rete era anche e soprattutto un luogo dove i lettori ottenevano informazioni fresche e fragranti. Poi quando hanno realizzato che i loro lettori erano svaniti, per leggere blog forum ed altre simili nefandezze, sono arrivati, buoni ultimissimi, pure loro ad aprirsi un blog, a creare un account twitter, a smanettare con facebook. Tuttavia, essendo una casta autoreferenziale e trombonesca, si sono portati dietro il loro bagaglio di “lei non sa chi sono io” che aveva già fatto fuggire a gambe levate i loro lettori, reiterando il comportamento anche online. Tutto molto divertente, per noi che leggiamo, e ridiamo di loro.

Non contenti di mostrare un’ingombrante incapacità di governare questo media, hanno anche vezzi peggiori. Il peggior bug di ordine comunicativo che mi angustia senza fine è la fuffa trasversale. Definisco così una formula espressiva che, credo, avrete trovato spesso in molti luoghi della rete, anche blog insospettabili (vi rivelo un fatto: non basta essere blogger per essere cool). Normalmente questa fuffa si presenta con agghiaccianti giri di parole fuffosissimi: “ci sono alcuni siti che scrivono certe cose, su internet”. Prego? Chi? Dove? A chi ti riferisci? Mistero. Cioè, non è davvero un mistero, chi doveva capire ha capito (forse): questi bei tipi immaginano le conversazioni in rete come le conversazioni in un cortile. Quello del loro condominio. E pensano di rieditare il fenomeno in modalità digitale, parlo a nuora perché suocera intenda, quelle robe lì. Il più delle volte si tratta persino di cose molto meno macchiavelliche di così: semplicemente, non hanno le palle per fare nomi, cognomi ed indirizzi. D’altra parte, uno il coraggio non può darselo.

Ora, quanto è male tutto questo? Scrivere in rete significa comunicare. Mandare segnali di fumo significa, invece, occultare. Lo capite, vero, che è una schifezza? E’ pure spreco di banda, entropia, eccetera. Per questo ho avviato, per me, una virulenta pratica di defollow, cancellazione, eliminazione dei feed, di tutti quelli che indulgono in modo appassionato nello sport: dire e non dire, lasciar intendere, ma senza fare mai, dico mai, una cippa di nome, un link, una circostanza specifica. Si può sapere di chi parli? Riesci ad alzare il capino? Eddai.

Adesso dopo tutto ‘sto bel pippone farei anche un riferimento concreto: ma senza scadere nella fuffa trasversale, anzi citando nome cognome ed indirizzo, potrei segnalare ad esempio Sandro Sangiorgi. Tuttavia lasciate che vi dica: Sandro non è il genere di trombone inguardabile che ho descritto finora – tant’è che divoro avidamente ogni bit dei suoi feed. Però avendo scritto una cosa lunga fuffosa su un sito che non consente i commenti (dategli tempo, ancora una decina d’anni) mi serve da esempio, anzi mi scatta l’attitude della crocerossina e quindi ecco a voi in grassetto il suo testo originale, seguito dal mio fondamentale commento.

Vorrei dedicare una riflessione al ruolo del divulgatore e del critico enologico in questa fase di forte trasformazione mediatica e di crisi economica e sociale. Il fatto che la carta non sia più l’unico luogo dove esprimere opinioni o raccontare fatti, non significa abdicare al senso di responsabilità. Questo diventa indispensabile nel momento in cui si decide di pubblicare un pensiero e lo si mette a disposizione della comunità.
Biip. Allarme fuffa trasversale: fammi un esempio, chi sono ‘sti lazzaroni? Di chi parli?

Non si può mascherare la pochezza delle idee con la battuta ormai ricorrente «tanto serve per il web». E sul web si può “finalmente” mettere tutto, non importa verificare la fonte, la veridicità delle informazioni e la qualità dei contenuti, si fa sempre in tempo a dare una smentita o a piazzare un errata corrige, in fondo si era in buona fede…
Nah, che è questa lagna? Sul web si può mettere di tutto? E da quando. La frase completa è: sul web puoi mettere di tutto salvo affrontarne le conseguenze. Le correzioni successive fanno parte della cultura wiki. Non farmi dire “è la rete, bellezza”, che ormai ha stancato.

Ma prima dell’arrivo di internet eravamo incatenati da un regime mediatico che impediva di poter manifestare le proprie idee?
Sì, quasi, eravamo un po’ meno liberi. Cosa serve, un misuratore di livello di libertà personali per capire che dove c’è l’accesso alla rete c’è maggiore libertà? Beh, è così.

Pubblicare le cose prima degli altri, correre dietro alle novità in maniera esasperata, soprattutto in un mondo piccolo come quello del vino, è veramente così utile alla conoscenza? Ricercare a tutti i costi qualcosa da dire grattando un barile ormai consunto significa fare informazione e partecipare alla vita del cittadino consumatore?
Boh? Non lo so. Se non fai un esempio non si capisce.

Io amo il web e considero i social network un patrimonio, ho fiducia nell’ebook che apre scorci paragonabili alla sinestesia così cara a chi ama il liquido odoroso.
Eh no! Proprio ora che ti stavi ripigliando, che c’entra la rete con gli e-book? Oddiomio. Son due robe un bel po’ diverse, eh?

A maggior ragione serve un forte senso di responsabilità.
Sì, vero. Per esempio io dico da sempre che da una grande potere deriva una grande responsabilità. In sostanza Spiderman mi ha copiato.

Tenere un blog non curandosi di seguirlo in prima persona non è dissimile dal ricercare a tutti i costi uno scoop per accattivarsi un immediato consenso.
EEHH? E chi è che “tiene un blog non curandosi di seguirlo”? Che vuol dire? Scoop? Chi, cosa, dove. Quando. Mah.

Lasciare accesa una telecamera dopo aver promesso di averla spenta fa parte dello stesso modo di comportarsi di chi si cela dietro uno pseudonimo quando scrive cose che crede “scottanti”. Si chiama sciatteria e non è diversa da quella che in tempi diversi riempiva tanta carta in giornali di scarsissimo valore.
E’ pure antiecologico, se è per questo. Tuttavia non l’ho capita lo stesso. Chi è ‘sto sprecone che non spegne la telecamera? E soprattutto: che significa? Ci sono gli sciatti digitali uguali a quelli analogici? Sì che ci sono. Poi magari se mi dici a chi ti… vabbe’ s’è capito.

E non è tutto. Il mondo del vino e del cibo non può prescindere dall’esperienza sensoriale diretta, da quella condizione di “qui e ora” sulla quale si stabilisce il principio di soggettività. Credo quindi che per sfruttare la rete e farne uno strumento di crescita sia necessario un maggiore sforzo creativo; dobbiamo inventarci un nuovo piano di partecipazione che vada al di là della condivisione di commenti buttati lì, che sembrano originali solo perché derivano da sensazioni appena provate; è un sogno unire il microcosmo di una comunità che degusta al macrocosmo di una comunità che segue, ma per ottenere il risultato la scrittura va usata con perizia, coraggio e verace emotività.
Bello questo finale. Oddio ancora un po’ fuffoso ma visionario, quindi anche bloggish. “Perizia, coraggio e verace emotività”. Hum. Ci proviamo.

Conclusioni. (Finalmente arrivano). Allora cari i miei fuffosi trasversali, prendete nota: o parlate in modo circostanziato, o rassegnatevi ad essere marginali. Ma soprattutto, SOPRATTUTTO: rendetevi conto di quanto buffo approdare ad internet per dire che internet è caotico. Ma vi vedete? Sembrate quegli scrittori che vanno in TV a pubblicizzare il loro libro. E di che parla il libro? Della TV, cattiva, che distrae dalla lettura. No, davvero, siete così. Anzi fate una bella cosa, siate coerenti, se volete abbaiare alla luna, perché internet è brutta e cattiva, abbiate la decenza di non usare internet. Attaccate il biglietto alla zampina del piccione viaggiatore, e scriveteci pure su “c’è uno brutto e cattivo su un blog che dice che sono un trombone”. E via, fategli spiccare il volo.

[Tutti gli altri si preparino ad usare The Machine]

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

51 Commenti

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alcool duro

circa 12 anni fa - Link

non potevi scrivergli una mail?

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maurizio gily

circa 12 anni fa - Link

sono sorpreso da questo tuo post. Sandro ha enunciato dei principi generali. Se non si è all'asilo non è sempre necessario illustrarli con disegni alla lavagna.

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she-wolf despite herself

circa 12 anni fa - Link

Un valore internet che sfugge: la concisione. Fiore hai fatto tutto da solo, non ci sarà bisogno di più di 150 interventi come nel post precedente per realizzare che non abbiamo capito niente di ciò di cui stai parlando tu e Sangiorgi.

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

Forse voi che commentate in questo modo questo post non frequentate abbastanza stampa cosiddetta classica. Giusto l'altra sera ho sentito fior fior di direttori e caporedattori di testate da centinaia di migliaia di copie continuare a dire le stesse cose di Sangiorgi. Bollini di qua, bollini di là, tesserine, credibilità... Di post del genere ce ne vorrebbe uno alla settimana. Almeno li leggessero...

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she-wolf despite herself 2

circa 12 anni fa - Link

Che vuol dire "frequentare la stampa cosiddetta classica?", leggerla o ascoltarla? Andrea Gori, tu hai sentito fior fior di redattori e caporedattori continuare a dire le stesse cose, ecc. ecc. Per me la frequentazione si limita a comprare un giornale e leggerlo. Lo stesso dicasi dei blog, la cui letura però è gratuita. Il giorno che sarà a pagamento ci sarà una notevole scrematura delle frequentazioni.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Concordo. Non potevi chiamare Sandro Sangiorigi a telefono o scrivergli un'email? Caro Fiorenzo, l'impressione è che tu stia provocando volutamente Sandro per costringerlo ad intervenire anche quando lui, in questo momento, non vuole. Ed io gli consiglio di continuare a non farlo. Nel merito, le tue critiche sono superficiali ed un po' sciatte. Ha ragione Sangiorgi quando afferma che controllare le fonti è un dovere. E' un obbligo assoluto per tutti, giornalisti della carta stampata e blogger. Serve ad evitare di scrivere ca..ate ed amplificarle. Ma d'altro canto era una regola aurea già ai tempi dei "cronisti" ateniesi dell'epoca classica. La lingua italiana, poi, non ne parliamo: stuprata quotidianamente col finto alibi della facilità di fruizione dei contenuti. Mi lamentavo sin dall'epoca adolescenziale dei giornalisti che devastavano grammatica, ortografia e soprattutto significati (sono stufo di sentire chiamare natanti i barconi degli immigrati o la Costa Concordia, è indice di ignoranza intollerabile), ma ora con la diffusione dei blog la situazione è incredibilmente peggiorata! Soprattutto inescusabilmente peggiorata! Ma è davvero così difficile fare informazione su internet usando un italiano corretto, seppur con una scrittura leggera e di facile lettura? E' così difficile verificare sempre le fonti prima di scrivere qualcosa? La mia è pure fuffa???

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Fiorenzo Sartore

circa 12 anni fa - Link

No, niente affatto, così come non è mio interesse provocare alcunché, solo esemplificare in modo non fuffoso quanto ho detto. Sulla grammatica ed ortografia faccio il possibile, ma se mi segnali dove correggere, posso provvedere. Non "telefono" a nessuno (e con questo rispondo anche ad alcol duro) perché mi andava di scriverlo qui. Wikizzazione dei contenuti (sì, hai ragione, suona male).

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Malissimo... ;-)

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Luca Amodeo

circa 12 anni fa - Link

A proposito di ortografia, ecco un piccolo contributo: http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=3936&ctg_id=93. Così, anche per sdrammatizzare :-)

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Eleutherius Grootjans

circa 12 anni fa - Link

Che iddìo l'abbia in gloria, insieme al mio eroe - unico televisivo - Professor Sabatini Francesco da Pescocostanzo.

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Eleutherius Grootjans

circa 12 anni fa - Link

No, tutt'altro che fuffa. E condivido in pieno la sua insofferenza per i solecismi. Però non capisco due asserzioni. In cosa sarebbero superficiali e sciatte le osservazioni di Sartore e, di converso, ponderate e puntuali le critiche di Sangiorgi, senz'altro cesellate ma a mio modo di vedere assai generiche? E ancora: sul piano dialettico è più utile una presunta provocazione attraverso un mezzo che consenta commenti e repliche, oppure un'allocuzione telematica? Perché, vede, la seconda mi sembra una scelta tipica di chi si ritiene al di sopra di ogni critica e tiene in spregio ogni altrui opinione.

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Condivido con una precisazione. La dove l'autore é presente, risponde ai commenti e in qualche modo tiene le fila del confronto, il dialogo può essere molto utile. La dove diversamente l'autore scrive e non segue,dopo, il fluire dei commenti si crea un'enorme generatore di inutilità.

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Eleutherius Grootjans

circa 12 anni fa - Link

assolutamente d'accordo.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Mi dai del lei? Wow, devo essere sembrato troppo serio :-) Mo' bevo un goccio così mi sciolgo...

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Eleutherius Grootjans

circa 12 anni fa - Link

cautela, solo cautela :-) Se avanza un goccio, mi unisco.

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Polimar

circa 12 anni fa - Link

Conciosiacosacheziamdiovuolsicolà

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Sul web parlare di qualcuno citandolo é fargli un favore, sia che se ne parli bene sia che se ne parli male. Quindi capisco la scelta del non citare e fare esempi che avrebbero come unico effetto una valanga di contatti in più.

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Spesso significa anche far capire cosa vuoi dire senza nasconderti dietro un dito. E non è solo un vezzo misurabile in click.

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Io se critico un blog o un sito, cerco di far capire ma non cito ne faccio nomi. E non mi nascondo dietro un dito, il diretto interessato saprà che parlo di lui in conversazione privata se credo valga la pena confrontarmi.

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Non parlo di te ma in generale: per me, l'abitudine è tanto diffusa quanto fastidiosa e stupida (non sempre ma quasi). Nei casi peggiori trasmette un mal celato senso di superiorità. Io non cerco di far capire un bel niente, la gente ha altro da fare nella vita che stare dietro alle mie seghe mentali: ci piazzo il link e pure nome e cognome, accanto alle argomentazioni e alle conclusioni. L'editoriale di Sandro miscela spunti interessanti e qualunquismo. "Tanto serve per il web": qui c'è gente che scrive solo sul web e si fa un buco di culo tanto per correre dietro pure alle virgole che sfuggono. A me personalmente l'approssimazione da sui nervi. Per cui quella frase, di cui colgo il senso, diventa fastidiosa e approssimativa tanto quanto il concetto che vuole esprimere. Solo per dirne una, eh.

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Figurati.. Anche se ce l'avessi con me ci starebbe pure... Non mi offendo.

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Burde

circa 12 anni fa - Link

Significa stare a cena con una tavolata di giornalisti. Quanto scrivono sarà conseguenza di quanto pensano

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she-wolf despite herself 3

circa 12 anni fa - Link

Wrong again, quanto scrivono sarà conseguenza di quanto sanno.

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luigi

circa 12 anni fa - Link

Leggo silenziosamente intravino da sempre e ne condivido spesso contenuti e stile (ironico-giocoso). Tuttavia mi pare che questo articolo sia in contraddizione con quanto intende enunciare e con quanto il titolo stesso anticipa. "La conversazione", parte del titolo, sparisce nel testo. Questo "ritrovarsi insieme", che la "conversazione" implica, non è contemplata nell'articolo, data la sua provocatoria autoreferenzialità. Se proprio "Sandro non è il genere di trombone inguardabile che ho descritto finora – tant’è che divoro avidamente ogni bit dei suoi feed", innanzitutto perché non scegliere un inguardabile trombone a mo' di esempio? E qui la risposta (parziale) è nell'articolo stesso, in quel "poiché ha scritto una cosa lunga fuffosa", ma allora, al limite, proprio in virtù di una "stima" mostrata almeno a parole, gli si scrive una lettera: non si vuole mandargli una lettera privata, bene, gliene si scrive una aperta e lo si invita alla chiarezza. Così com'è scritto invece, mi sembra un modo per sfuggire a un confronto, ma soprattutto si perde l'occasione di aprire un dialogo e magari un dibattito su un tema importante, che non merita fuffa. Invece così si rischia di scrivere un articolo altrettanto fuffoso e di commentare il testo di Sangiorgi con un'ironia che cela un'aria di presunta superiorità, come dire: "noi siamo i divulgatori e critici enologici del nuovo, quelli che vincono e voi se volete continuare a scriverne dovete inseguirci", ribaltando quasi vendicativamente la presunta "fu" superiorità del cartaceo. Ecco, mi sembra un'occasione sprecata.

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Eleutherius Grootjans

circa 12 anni fa - Link

Luigi, nel caso specifico c'è un dato di fatto a confutare la sua conclusione: ci si riferisce a un cartaceo che "fu" (anzi, per precisione: che dopo il prossimo numero "sarà stato") per decisione autoeutanastica, non per concorrenza sfrenata del web. Non l'ha vinto nessuno se non il suo stesso cupio dissolvi. Si legge che in qualche forma continuerà, che tale sarà nuova. Mi farebbe molto piacere. Ma quel cartaceo in articulo mortis si è prodotto, nella sua emanazione telematica, in una critica - generalizzata? Generica? - della sciatteria e della superficialità del web. Le chiedo allora: qual è tra le due la provocazione?

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luigi

circa 12 anni fa - Link

Ha senz'altro ragione sul darsi la morte del cartaceo e sulla sua estenuante ricerca del capo espiatorio per autoconservarsi sotto altra forma. Tuttavia resta una questione di "come" e non di "cosa", per non dire di metodo, che non mi sento di condividere nell'articolo. Provocazione contro provocazione è utile? A chi? I toni restano comunque di rivalsa (per giunta senza aver combattuto una guerra, come dice lei), ed è questo rumore di fondo che mi impedisce di pormi pienamente all'ascolto.

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VWW

circa 12 anni fa - Link

Non so gli altri ma questo post mi pare alquanto noioso e uno spreco di bit e tempo !!!

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Martina

circa 12 anni fa - Link

E' molto arrogante questo post, non ve ne accorgete? I toni usati sono gli stessi dei tromboni che si vogliono criticare: vedo gli stessi difetti, la stessa superbia della 'vecchia casta' sostituita dalla 'nuova casta' del web. Il problema per me è molto semplice: il mezzo conta meno di quanto è scritto. Internet o cartaceo o ebook quello che conta è la qualità. In più, mi dispiace, ma conta molto anche l'esperienza. In qualunque campo avere esperienza non è garanzia sufficiente però è un dato che ha un valore che non possiamo buttare nella spazzatura. Se io leggo quello che scrive un medico, o un critico cinematografico, o un esperto di elettronica, che scriva su internet o su una rivista cartacea tendo a dare credito alla sua esperienza e se è decennale non mi dispiace proprio. Voi siete online dal 2009, che pure per la velocità del web non è proprio un'esperienza lunghissima.

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Giampi Giacobbo

circa 12 anni fa - Link

Quoto Martina. Scusa Fiore ma la Fuffa più grande è il post stesso.

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Giovanni Corazzol

circa 12 anni fa - Link

au contraire. per la velocità del web sono eoni

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winemining

circa 12 anni fa - Link

E, secondo questa teoria, una sciocchezza detta da uno che ha dieci anni di esperienza in più è "più sciocchezza" o "meno sciocchezza"?

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Martina

circa 12 anni fa - Link

Va bene che su internet uno di solito legge senza molta attenzione, ma l'ho premesso: 'avere esperienza non è garanzia sufficiente'. E più sopra ho anche scritto 'Internet o cartaceo o ebook quello che conta è la qualità'. Quindi una sciocchezza è una sciocchezza, chiunque la dica. Ciò non ha niente a che vedere con un'evidenza: in qualsiasi campo l'esperienza NELLA MEDIA è un valore. Tant'è vero che qui subito Tomanelli sottolinea di Sartore: "uno dei primi blogger dell'italica storia in assoluto". Più chiaro di così.

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winemining

circa 12 anni fa - Link

Io veramente la premessa l'avevo letta, ed un po' arrogante è il tuo supporre che non l'abbia fatto. La mia perplessità derivava *proprio* da quella premessa: nello specifico cosa c'entra l'esperienza se "conta la qualità/veridicità dell'affermazione" come dici? Anche la gentilezza è un valore, e così l'essere intonati o la glossolalia, ma se valutiamo un singolo comportamento cosa c'entrano? E' una captatio benevolentiae la tua? Più che non essere garanzia sufficiente, non c'entra affatto. E poi esperienza di cosa?? Di vini? di comunicazione? di media elettronici? Di magnifiche sorti e progressive? Come si è visto in un post precedente, ed in quelche modo collegato a questo, l'esperienza di vini si coniuga anche con una notevole incapacità a capire ed usare questo mezzo, ed a comunicare.

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Martina

circa 12 anni fa - Link

Insomma vuoi negare il valore dell'esperienza? qual'è la tesi più bizzarra, la mia, che sostengo che l'esperienza con le eccezioni del caso sia un valore, o la tua? Pur di negare il valore dell'esperienza in chi beve arrivi a negare il valore dell'esperienza in generale. Sai, io sono così strana che se devo avere un parere medico mi fa piacere che il medico abbia anni di esperienza, o se mi devono riparare la macchina mi fa piacere che il meccanico abbia anni di esperienza. Questo, lo ripeto anche se l'ho già scritto chiaramente, non ha niente a che fare con la possibilità che un medico giovane o un meccanico giovane siano bravissimi. E' il negare il contrario per partito preso che è lunare.

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Antonio Tomacelli

circa 12 anni fa - Link

"Voi siete online dal 2009" L'autore di questo post è nato molto prima del 2009. Diciamo che questo blog si onora di avere fra i suoi editor uno dei primi blogger dell'italica storia in assoluto. Sartore ha iniziato nel 2002, ma beveva da molto prima.

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Giampi Giacobbo

circa 12 anni fa - Link

ah io sono di parte chiaro ... Sangiorgi non si tocca.

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Simone e Zeta

circa 12 anni fa - Link

Non nego che voler controbattere alle parole di Sangiorgi provoca in me stupore, come la profanazione di un tempio. Tuttavia se elido dalla mia immagine mentale il "babbo" di Porthos e le sue parole, sono completamente in accordo con Fiorenzo. 101%

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Damiano Raffaele

circa 12 anni fa - Link

Francamente faccio fatica a capire tutti questi discorsi. Personalmente penso che, se la tv possiede un telecomando per cambiare canale quando no mi piace qualcosa, la stessa cosa vale per internet con un klic di mause. Ricordiamoci che ci sono paesi in cui si lotta ancora per la libertà di espressione, mentre qui si dibatte sul come ci si dovrebbe esprimere sul web. Viva il mause e viva il telecomando............. i miei due strumenti di libertà d'informazione. buona giornata a tutti

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Riccardo Polizzi

circa 12 anni fa - Link

A proposito di coraggio, di avere le palle: dovevi scrivere Raccontare a Sandro Sangiorgi un valore di internet che GLI sfugge: la conversazione. Sennò, senza "gli", si capisce un valore che sfugge "in generale" e non sembra che ti rivolgi a lui.

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Fiorenzo Sartore

circa 12 anni fa - Link

Non sfugge solo a lui, evidentemente

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SirPanzy

circa 12 anni fa - Link

Se sl posto di Sangiorgi ci fosse "picopallino" sareste tutti qui a dire: "post epico, da stampare ed inviare alle varie redazioni" Condivido al 100% le parole di Fiore. Leggetelo bene questo post e non limitatevi a santificare San-Giorgi. Il pezzo del Santo nazionale è fuffoso all'inverosimile, noiso e scontato. Non un link, non un riferimento diretto, non un esempio concreto.. eccheppalle! Già tanto che non abbia scritto che non esistono più le mezze stagioni. E da gente di quel calibro ti aspetti molto, ma molto di più che un banalissimo elenco di luoghi comuni e fufferie varie.

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Premessa: sfido chiunque a trovare un blog o altra pubblicazione in cui si sia storicamente parlato con tanto entusiasmo dell'opera di Sandro Sangiorgi. Non conto neanche gli innumerevoli post e ne segnalo giusto due: una recensione straordinaria de L'Invenzione della gioia (scritta da Francesco Annibali) e la celebrazione del talento didattico più luminoso del panorama italiano e non solo. Ci piace prendere posizione e infiammarci quando qualcuno tocca certe corde. Fine premessa. Su Intravino parliamo di vino ma spesso anche del "nostro" modo di parlare di vino, del metalinguaggio: tono, approcci, interazione col lettore, pro e contro di tutto. Il "nuovo" mezzo offre strumenti che modificano il racconto. Si possono amare o no, cogliere o no. Sandro Sangiorgi, solitamente meticoloso in riferimenti e citazioni, consegna un editoriale condivisibile nella misura in cui lo sono i grandi principi. Di 3 preti che predicano la carità, però, le differenze formali sono nulla rispetto alla sostanza dell'agire. Don Ciotti non è don Verzè anche se usano lo stesso vocabolario. Per questo vari passaggi della riflessione ci sono suonati approssimativi. Il ragionamento espresso qui sarebbe utile a molti professionisti che dimostrano quotidianamente di non saper utilizzare il mezzo e, peggio, di non rendersene conto.

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Grazie Alessandro per questa precisazione, sebbene tardiva, era forse necessaria. Mi sento di condividere il commento di Palomar qui sotto relativo all'eccesso di parole di Fiorenzo Sartore, di solito più conciso ed efficace. E' vero che il mezzo offre strumenti nuovi di "metalinguaggio". Però non perdona e nel caso di questo post noi lettori comuni e non addentro alle cose abbiamo fatto fatica a capire dove andava a parare. Pensa che io all'inizio l'ho interpretato come un tentativo di bilanciamento della posizione intravinosa dopo lo scatenarsi dei fuochi d'artificio contro Daniele Cernilli. Il "nuovo" offre mezzi che modificano il "modo" di raccontare, ma il racconto rimane lo stesso.

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Ci hai messo un sottotesto che non c'è, proprio nessun bilanciamento. Non tutti i post sono uguali. Pur senza cornice, il senso di quello che dice Fiorenzo mi sembra molto chiaro e limpido. Perdonami ma chiudi nel modo peggiore. La contraddizione è evidente: un racconto con un modo diverso è, per definizione, un racconto diverso. Nonostante la molta pratica che fai, qualche dettaglio ancora ti sfugge, dai ;-).

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Bravo, bravissimo, bello bellissimo, figo fighissimo, dai :)

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Hai scritto una cavolata ma ti voglio bene anche io ;-).

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Polimar

circa 12 anni fa - Link

Concordo con Nulle Nevole. La stessa sensazione, di bilanciamento, l'ho avuta pure io. Senza nessun motivo apparente, perchè di sensazione si parla, se non la cronologia della comparsa dei post misocernilleschi e misosangiorgiani, e il loro carattere analogo di polemica pretestuosa. Glisso sulla semiologia dopolavoristica di Morichetti, prima che su un blog vinoso vengano sfoderati Mc Luhan, Eco e chissà quanti altri.

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Riccardo Polizzi

circa 12 anni fa - Link

Guarda che sei strano, ma cosa stai scrivendo? 'un racconto con un modo diverso è, per definizione, un racconto diverso'? Allora se io scrivo la favola di Pierino e il Lupo in un libro e poi con parole più moderne in un blog sto scrivendo un racconto diverso? Ma dai, è proprio il contrario, ha ragione NN: se uno scrive cose interessanti, che sia su una tavola di pietra o su facebook, il racconto è lo stesso. Casomai è arricchito dai commenti dal dialogo e dall'interazione (viva il web!!!), ma il racconto è lo stesso.

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Polimar

circa 12 anni fa - Link

Non ho capito tutto il post di Sartore. Mi è risultato faticoso sorbirmelo fino all'utlima riga. E' vero, era verboso e fuffoso, come hanno sottolienato numerosi commentatori. Ma non più di molti altri post comparsi su IV (e quasi mai scritti dal buon Fiorenzo, di norma assai più incisivo). Il fatto è che qui saltano fuori i riflessi pavloviani di quella maggioranza di aficionados che IV condivide con Santo Giorgi. Ci giriamo intorno, ma è solo un banale caso di lesa Maestà, a prescindere dal merito. Tutto il resto è - davvero - fuffa. Ognuno ha i lettori che si merita.

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Remo Pàntano

circa 12 anni fa - Link

...son felice, son contento, evviva la libertà, evviva il web e perchè no...il wineweb! Prosit!

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Flachi10

circa 12 anni fa - Link

Leggo ogni post, ovunque sono e a qualunque ora possa, perchè sono dipendente da IV e perchè mi fa divertire molto. Però questo post e la maggioranza dei successivi commenti sono enoseghe filosofiche da enostrippati terminali e triturano i cosidetti della gente comune. Come diceva un commento (furbo) sopra per la tv c'è il telecomando qui c'è il mouse quindi grazie a Dio si può "cambiare canale" ma da lettore assiduo volevo dirvelo lo stesso ! Cheers!

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