R.o.k.c. a New York, il Giappone rivisitato al meglio

R.o.k.c. a New York, il Giappone rivisitato al meglio

di Salvatore Agusta

Ammetto di non essere un appassionato del cibo etnico per il semplice motivo che il più delle volte si rimane delusi. Troppo spesso capita di rendersi conto che si tratta di una rivisitazione in chiave locale di concetti e pietanze tradizionali, estrapolate dal loro vero contesto e riprodotte in versione tutt’altro che originale.
Almeno questo è quello che accade tendenzialmente in giro qui a New York.

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Ma per ogni regola generale ci sono sempre delle eccezioni che, mimetizzate nel contesto socio-urbano, attendono solo di essere scoperte.
A New York il R.o.k.c., acronimo di ramen, ostriche, cucina (kitchen) e cocktails, rappresenta in pieno l’eccezione che conferma la regola.
Ci troviamo a Hamilton Heights, una area all’interno di Harlem; questo locale va inteso come traccia contemporanea dei tipici ristoranti giapponesi, che era possibile incontrare nelle città portuali, durante il periodo meiji.
A quel tempo il Giappone aveva riaperto le porte all’occidente dopo un lunghissimo periodo di isolamento e pertanto riusciva ad offrire ai suoi visitatori il massimo della tradizione e dell’originalità.
La location e l’atmosfera ricordano una di quelle bettole poste in un seminterrato dove i giapponesi di solito vanno a mangiare le famigerate scodelle di ramen. Come potrete immaginare qui il ramen è sacro e viene servito secondo la più assoluta tradizione orientale dallo chef Isao Yoneda, già attivo presso Totto, altro famoso ristorante giapponese.

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Oltre al ramen e alle ostriche sempre freschissime, altra leccornia da provare sono i bun, ossia pan di riso cotto al vapore, talmente soffice che sembra quasi di mangiare una nuvola; di solito viene farcito con carne di maiale o, nella versione dedicata al pesce, con gamberi alla griglia in maionese giapponese.

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Il beverage program è magistralmente ideato da Shamifumi Kabashima, il proprietario del locale. La loro punta di diamante coincide con la selezione di cocktails artigianali, preparati per lo più con ingredienti giapponesi.
Come lo stesso Shamifumi afferma “sebbene io ed il mio staff siamo tutti giapponesi, ognuno di noi ha vissuto in questa città per non meno di dieci anni, e ciò ha influenzato il nostro modo di intendere il cocktail”.

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Io ho deciso di prendere il green tomato fatto con marmellata di pomodori verdi, acqua di pomodoro e vodka giapponese.
Altro drink intrigante è il loro tè tailandese, preparato con cachaça, latte condensato e un accenno di assenzio. Composizione alquanto alternativa, cremosa ed elegante allo stesso tempo, servita in un sidecar a forma di guscio d’uovo cullato in un nido d’uccello.
Devo dire che lo stile artistico con cui vengono presentati i drinks richiama alla mente Angel’s Share, altro famosissimo bar dell’East Village, dove invero Shamifumi ha avuto diverse esperienze lavorative, ma l’impronta tipicamente giapponese ha reso il R.o.k.c. una destinazione tutta da scoprire.

Provare per credere!

R.O.K.C.
3452 Broadway, New York, NY 10031
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Salvatore Agusta

Giramondo, Francia, Lituania e poi Argentina per finire oggi a New York. Laureato in legge, sono una sorta di “avvocato per hobby”, rappresento uno studio di diritto internazionale negli Stati Uniti. Poi, quello che prima era il vero hobby, è diventato un lavoro. Inizio come export manager più di 7 anni fa a Palermo con un’azienda vitivinicola, Marchesi de Gregorio; frequento corsi ONAV, Accademia del Vino di Milano e l’International Wine Center di New York dove passo il terzo livello del WSET. Ho coperto per un po’ più di un anno la figura di Italian Wine Specialist presso Acker Merrall & Condit. Attualmente ricopro la posizione di Wine Consultant presso Metrowine, una azienda francese in quel di New York. Avevano bisogno di un italiano ed io passavo giusto di là. Comunque sono astemio.

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