Queste promozioni di Villa Bucci mi hanno toccato nel vivo

Queste promozioni di Villa Bucci mi hanno toccato nel vivo

di Jacopo Cossater

Sono ormai diverse settimane che è online l’e-commerce dell’Azienda Agricola F.lli Bucci, la cantina marchigiana che produce uno dei più importanti Verdicchio dei Castelli di Jesi, forse il più iconico, il Villa Bucci. Ne scrivo perché mi sembra un ottimo esempio di tutto quello che non andrebbe fatto nel mondo del vino su internet nel 2020 in termini di comunicazione e di posizionamento.

Si tratta probabilmente di un progetto nato durante il lockdown con l’obiettivo di supportare l’azienda in un periodo particolarmente complicato ma che a guardarlo da fuori appare come uno dei più straordinari autogol mai visti, specie se si considera la storia e l’immagine di questa cantina così famosa. Il Villa Bucci, accidenti, è non solo uno dei pochi grandissimi Verdicchio ma anche uno dei pochi grandissimi vini bianchi italiani per storia, costanza qualitativa, longevità. Insomma, un monumento.

Già qualche tempo fa, era maggio, erano cominciate a circolare sui social media delle pubblicità che facevano storcere un po’ il naso. Promozioni scritte probabilmente non da persone del settore, che non erano state controllate bene prima di essere lanciate, molto sciatte, non solo piene di errori grammaticali ma anche poco focalizzate su un prodotto o su un particolare aspetto della cantina di Ostra Vetere. Qualcosa di simile a quello che ho rivisto in questi giorni su Instagram.

Schermata 2020-08-17 alle 18.23.25

Da una parte c’è un copy davvero bizzarro, vediamolo insieme:

Ferragosto con VillaBucci – Già qui mi verrebbe da dire che il nome della cantina è F.lli Bucci, e che Villa Bucci si scrive sempre separato.

per festeggiare tutti insieme questo ferragosto uno SCONTO ECCEZIONALE !! – A parte la effe minuscola, a voi non danno fastidio le promo che inseriscono un sacco di parole in maiuscolo? Io non le sopporto (sullo sconto ci torno dopo), mi sembrano sempre sinonimo di cose fatte male, urlate in modo un po’ sguaiato.

VILLA BUCCI Vini BIO di alta qualità, OGGI IN PROMOZIONE – È vero che sono di grande qualità, la cosa però si perde all’interno di un messaggio quanto mai confuso prima ancora che confusionario. E poi il discorso del biologico è così centrale nel comunicare i vini di F.lli Bucci? Secondo me no, specie se il messaggio vuole essere focalizzato sui punteggi e in generale sui riconoscimenti.

Premiati in tutto il mondo con il massimo dei riconoscimenti (AIS, SLOW FOOW, ROBERT PARKER, VERONELLI, DECHANTER, ecc) Verdicchio Castelli di Jesi, Rosso Piceno, Olio extravergine di oliva, Montepulciano, Sangiovese, Grappa. – I riconoscimenti, dicevo. Sempre meglio metterne solo uno, il più importante e prestigioso, bene in evidenza. In questo modo non si capisce niente. Associazione Italiana Sommelier? Il premio della guida ha un nome e si chiama “Cinque Grappoli” “Quattro Viti”. Anche Parker, non era meglio scrivere The Wine Advocate e riportare il punteggio? Sugli errori grammaticali poco da dire perché insomma, il senso è chiaro, come quanto la confusione regni sovrana nel mettere insieme l’olio e la grappa, il Sangiovese (?) e uno dei più grandi vini bianchi italiani.

Schermata 2020-08-17 alle 18.23.40

Dall’altra, forse ancora più grave, il continuo associare a Villa Bucci la parola “promozione” e, ancora peggio, “sconto”. Ripeto: si tratta di uno dei grandi vini bianchi italiani, chiunque si occupi di comunicazione in cantina dovrebbe fare di tutto per cercare di posizionarlo il più in alto possibile anche solo sottolineandone il blasone, cercando quindi di tenerlo molto, molto lontano da operazioni che anche solo per un attimo si riferiscono al suo prezzo.

Un prezzo che a prima vista sembra appena sotto la media degli e-commerce italiani. Su Tannico il Villa Bucci 2016, quello attualmente in commercio (annata spettacolare, uno dei Villa Bucci più buoni degli ultimi anni) viene via a 45,50 euro, abbastanza il linea con quello di tutti gli altri: dopo una brevissima ricerca l’ho visto sempre compreso fra i 41 e i 47 euro. Sul sito dell’azienda 4 bottiglie costano 160 euro, promozioni escluse (e quindi 40 euro a bottiglia).

Mentre scrivo, è Ferragosto, in fase di check-out viene però automaticamente applicato uno sconto del 22% su tutto il carrello, operazione che porta il prezzo della singola bottiglia a 31,20 euro. Davvero non so che volumi faccia questo piccolo e-commerce basato su Shopify, dubito però muova così tante bottiglie da mettere a repentaglio l’intera rete commerciale del Villa Bucci con un prezzo che farebbe impallidire chiunque lo venda, che si tratti di e-commerce o di enoteca. Spiego meglio: fossi in azienda farei di tutto per arrivare con il tempo a un prezzo finale del Villa Bucci oltre i 50 euro più che perdermi in promozioni che lo avvicinano pericolosamente ai 30.

Schermata 2020-08-17 alle 18.24.24

Soprattutto, ed è il motivo per cui ho riportato anche questi screenshot così spiazzanti, tutta questa operazione intorno al Villa Bucci dimostra in modo lampante un bel pezzo dell’approssimazione che caratterizza una parte del vino italiano. Va bene che le aziende sono mediamente piccole e che sono quasi sempre a conduzione familiare, oltre al fatto che di rado c’è un budget da destinare a chi si occupa di comunicazione in modo professionale. Va meno bene che si lavori senza un minimo di strategia a medio/lungo termine o che non si abbia idea di quello che si ha tra le mani (nel caso dell’Azienda Agricola F.lli Bucci un vero e proprio tesoro, vino che ha fatto e che continua a fare la storia della denominazione).

[post tratto dalla mia newsletter, Vino sul Divano – ci si iscrive qui]

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

15 Commenti

avatar

Renato

circa 4 anni fa - Link

E’ DOC anche il Verdiccio?

Rispondi
avatar

Sapo Veronelli Helvetica

circa 4 anni fa - Link

io penso che il problema della comunicazione vinicola sia legato alle etichette, il cui aspetto riporta alla mente spesso i grandi fasti del medioevo o delle stampe fintorinascimentali. mi immagino l'appeal esercitato su un giovane attratto da un font graziato che recita “CANTINA VILLA SERBELLONI MAZZANTI VIEN DAL MARE - CHARDONNAY BARRICATO BRUT TAVERNELL annnata 1967” con colline andaluse disegnate a tratteggio chiaroscuro su sfondo color pergamena, e viri deciso su una redbull. ho capito che di giovani non ce ne sono più, però anche noi anziani a volte… (chioso con: io di vino non capisco niente, scelgo solo per l'etichetta perché, si sa, sono un esteta)

Rispondi
avatar

Sara Cintelli

circa 4 anni fa - Link

Questo è un caso veramente estremo ma eclatante. Gravissimo che certe "agenzie di comunicazione" (o cosa siano in verità non si sa!) trovino clienti lavorando così, che nemmeno un bambino di prima elementare commetterebbe certi ORRORI di typing e grammaticali. Ma che un'azienda così rinomata e apprezzata (e, immagino, gestita da persone intelligenti) non abbia fatto nulla per evitare questo scempio e il relativo danno all'immagine dell'azienda stessa.) Stento davvero a credere che sia accaduto davvero, spero che sia uno scherzo! Ma come si fa ad affidarsi a certi ciarlatani? Come si faaaaa???

Rispondi
avatar

Viola

circa 4 anni fa - Link

Perché bisogna criticare queste vendite, meno male che qualcuno (in questo caso sarà stata l'azienda stessa a fare uno sconto alto di partenza) decida di vendere vini a prezzi contenuti, così da dare la possibilità a chi non sempre può permetterselo di assaggiare certi vini. Sono aziende agricole guadagnano bene anche se vendono a prezzi più accessibili.

Rispondi
avatar

Francesco Romanazzi

circa 4 anni fa - Link

Viola secondo me tu sei una di quelli che commenta gli articoli di Lercio pensando che siano veri. Daie forte, continua così.

Rispondi
avatar

marcow

circa 4 anni fa - Link

Dovrebbe argomentare quando getta del fango su Viola. Il cui pensiero, invece è LIMPIDO e CHIARO. O ha scarse capacità di comprensione del testo o lo ha capito... ma non lo condivide. Ma questo non deve implicare il fatto che si sporchi confezionando palle di letame.

Rispondi
avatar

Marco

circa 4 anni fa - Link

Non so. Consideriamo che il villa bucci lo ho pagato a volte 35 euro, e credo di averlo visto in enoteche a 39... 40 euro dal loro sito semmai é alto perché devo comprare molte bottiglie.

Rispondi
avatar

Anulu

circa 4 anni fa - Link

Purtroppo se si arriva a fare promo del genere è probabilmente perché il vino non gira a sufficienza da tempo, e a livello commerciale se ne sono provate di ogni genere prima di buttarsi sulle promo dell'ecommerce interno (che già di per sé equivale a fare autogol se si ha un minimo di rete). Questa promozione è fatta da qualcuno che non sa comunicare al cliente esperto-appassionato, e sembra pensata per un pubblico di massa a cui tuttavia non vendi facilmente Verdicchio Bucci a quei prezzi. Di contro ci sono anche tanti enofighetti che pensano di saper fare comunicazione, e giornalisti e blogger che prendono soldi facili dai consorzi e gli organizzatori di eventi per i quali in realtà sanno fare poco o nulla di utile, concreto e lungimirante. La colpa, ovviamente, è dei produttori che sono nei CdA dei consorzi e dell'ignoranza degli organizzatori di eventi del vino. Dispiace per Villa Bucci, e non consolerà, ma in zona Verdicchio et Jesi et Matelica ci sono anche presunti fenomeni naturali molto stimati per talune etichette da queste parti che di facciata fanno i sostenuti e i visionari, poi andando a vedere i loro prezzi/quantità reali campano soprattutto coi vini base a 5,50 euro, che non è tanto diverso dal vendere il verdicchio a 3 euro come fanno le grandi aziende marchigiane.

Rispondi
avatar

Derio

circa 4 anni fa - Link

Prima di ogni commento bisogna conoscere le motivazioni del produttore.

Rispondi
avatar

marcow

circa 4 anni fa - Link

Mi sembra che sia Anulu che Derio stiano dando una diversa e interessante interpretazione di questa promozione commerciale su cui è calata come una scure la... MATITA ROSSA...di Jacopo Cossater :-) PS Mi è piaciuto anche il commento di Sapo Veronelli Helvetica. Che usa, come me, le parole in miuscolo :-)

Rispondi
avatar

Filippo Ronco

circa 4 anni fa - Link

È abbastanza semplice: azienda sempre stata lontana dal mondo della rete, gestione familiare poco aperta alle cose dell’internet, scelte aziendali, magari dettate da congiunture emergenziali, conseguenti. Anni fa proposi una collaborazione ma fu rifiutata a “tutela” della rete commerciale. Legittimo. Poi vedi cose così e ti domandi se chi sta al timone abbia idee chiare. Appoggio molto comunque, se non altro perché amo le voci fuori dal coro, il commento della ragazza che cerca di bere vini icona a prezzi abbordabili (anche se in questo caso non si è riusciti gran che nemmeno su questo fronte, temo). La comunicazione è tragicomica ma sicuramente ci sarà l’esperto di turno che ti spiega che altrimenti i ragazzini su instacaz non li becchi.

Rispondi
avatar

Francesco Bonfio

circa 4 anni fa - Link

Avevate letto questo: https://www.identitagolose.it/sito/it/136/25923/in-cantina/ampelio-bucci-abbiamo-superato-due-guerre-vinceremo-anche-questa.html e questo: https://www.winesurf.it/interviste-covid-19-ampelio-bucci-in-questo-momento-se-fossi-ministro-per-prima-cosa-eliminerei-la-burocrazia/? Interessante il confronto. Ma il redattore ha contattato Ampelio Bucci per sentire se ha qualcosa da dire?

Rispondi
avatar

Rolando

circa 4 anni fa - Link

In effetti sembra una comunicazione fatta da qualche 'cuggino che smanetta sul computer'. Poi magari non è così, ma l'impressione che ha chi legge è quella. Sembra una comunicazione non per acquisire nuovi clienti, ma per mantenere quelli vecchi, chi già conosce la cantina, allettandoli con un prezzo che non si ripeterà. Purtroppo molte aziende (non solo vinicole) sono corse ad usare la rete senza averne mai sentito parlare (un'iperbole, la mia, ovviamente) e quindi si sono ritrovate in un ambiente estraneo, di cui non conoscono il linguaggio ed i comportamenti. Probabilmente non hanno un'agenzia che curi la comunicazione, ed hanno fatto tutto in casa. Come si è visto per tante altre situazioni, questa pandemia ha evidenziato molti (tanti) problemi che esistevano precedentemente, ed in tanti si sono trovati spiazzati nel cercare ed usare mezzi alternativi.

Rispondi
avatar

Francesca

circa 2 anni fa - Link

Forse prima di scrivere male di qualcuno come farebbero i veri giornalisti dovrebbe chiamare e sentire l'azienda cosa dice in merito. Lei perde tempo a preparare le "prove" dell'ansia invettiva contro uno dei grandissimi e gentilissimi produttori italiani, di nascosto, dal suo PC, monitorando tutti gli eventi e andando anche a vedere gli errori del checkout per mesi, senza chiamare loro? Sa quello che a scuola venivano definiti "gli sfigati"? Si faccia una domanda e la risposta se l'è già data da solo.

Rispondi
avatar

Luca

circa 2 anni fa - Link

Buongiorno, leggo con estremo orrore questo scritto di Jacopo Cossater che tutto può essere tranne che un articolo di un giornalista. Sembra un blog di un negazionista. I giornalisti non sono sensazionalisti. I giornalisti non passano mesi di nascosto a vedere cosa succede anche se per pochi errori che sono presenti ovunque se si vanno a guardare siti anche di multinazionali (vd Samsung famosa per gli errori di ortografia) I giornalisti hanno una deontologia che li spinge, ove possibile ovviamente, al confronto con il soggetto su cui scrivono prima di pubblicare l'articolo. I giornalisti, insomma, fanno i giornalisti. Lei ha fatto una vera porcata Come dice Fancesca, ha speso ore e ore seduto davanti al pc a raccogliere prove come se fosse un agente segreto che indaga sulla mafia, per mesi e mesi. Ha segnato con il pennarello rosso come le maestre delle elementari ciò che lei ritiene sia un errore e dovrebbe chiedersi chi le da il diritto di avere una matita rossa in mano. Dovrebbe scusarsi pubblicamente, come farebbe un giornalista.

Rispondi

Commenta

Rispondi a Derio or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.