Quer pasticciaccio brutto della gonna per sommelier (querela per diffamazione della FIS annessa)

Quer pasticciaccio brutto della gonna per sommelier (querela per diffamazione della FIS annessa)

di Tommaso Ciuffoletti

Il caso delle divise da indossare per chi svolge servizio con la Fondazione Italiana Sommelier e delle risposte date da quest’ultima a una ragazza che chiedeva di valutare l’opportunità di un cambio di tali consuetudini ha avuto una certa eco nell’enomondo, tuttavia è opportuno riportare sommariamente i termini della vicenda.

Nicole Hesslink, si legge sul suo profilo Instagram, è una fotografa, nata negli USA e cresciuta in Giappone, che attualmente si trova nelle Marche e proprio a Fermo si è iscritta ad uno dei corsi della Fondazione Italiana Sommelier (FIS). Durante una delle lezioni Nicole chiede lumi all’insegnante riguardo alla divisa da indossare per svolgere servizio con la fondazione. Se si guarda sul sito bibenda.it alla voce “Divisa” si trovano due foto piuttosto scarne di una coppia, un lui e una lei, che si prestano a far da modelli indossando quella che in tutta evidenza è la divisa ufficiale della FIS. Giacca e pantaloni blu, camicia bianca e cravatta viola per lui; gonna e giacca blu, camicia bianca e foulard viola per lei.

“Perché solo gonne e non anche pantaloni (per lei)?”. Questa la domanda di Nicole all’insegnante. La risposta è un laconico “Chiedilo tu stessa alla sede romana”. Ed è quel che Nicole procede a fare. Scrive una serie di email dove avanza la stessa domanda, ricevendo inizialmente risposte a dir poco evasive (tipo “è così perché questa è stata la decisione del consiglio amministrativo”, giudicate voi il senso di una risposta del genere) e che lasciano giustamente insoddisfatta la curiosità di Nicole, la quale continua ad incalzare finché non riceve la risposta che chiude la questione con un perentorio: “se non vuoi indossare la gonna, la soluzione è semplice, per rimediare al problema puoi sempre decidere di lasciare il gruppo di servizio della Fondazione!”.

Lo scambio di mail fra Nicole e la FIS è stato screenshottato e pubblicato da Nicole sul suo profilo Instagram il 7 febbraio di quest’anno, in un post in cui lei racconta l’episodio, spiegando che ha semplicemente deciso di fare come suggeritole – cioè abbandonare la FIS – aggiungendo alcune considerazioni personali che si chiudono con una riflessione: “Siamo tutti liberi di avere le nostre opinioni, comunque gradirei che le mie fossero rispettate per non aver nominato direttamente questa organizzazione”. In effetti Nicole non nomina mai, nel suo post, la FIS, ma negli screenshot dello scambio di email che ha pubblicato si legge chiaramente che si sta parlando della “Italian Sommelier Foundation”. (Jacopo Cossater aveva ricostruito la vicenda qui).

Pochi giorni fa, il 5 agosto, Nicole pubblica un nuovo post dove mostra la qualifica di sommelier ottenuta dalla FISAR, alla quale si era iscritta dopo aver abbandonato la FIS, e rende noto di essere stata raggiunta da una querela per diffamazione: “they are taking me to court for defamation”.

Comprensibilmente, Nicole si dichiara preoccupata per questa situazione. “Pensare che potrei perdere la causa mi preoccupa. Tuttavia, alla fine della storia, non ho rimpianti per quel che ho fatto. Credo di aver mantenuto un comportamento civile non avendoli nominati (e continuando a non nominarli).”
Come detto però, negli screenshot pubblicati si legge ciò da cui è facile evincere che l’organizzazione in questione è la Fondazione Italiana Sommelier e qua sta, a mio parere, uno dei nodi della vicenda.

Che l’organizzazione in questione sia la FIS, ripeto, si evince chiaramente dagli screenshot dello scambio di email pubblicato sul profilo IG di Nicole Hesslink. La pubblicazione di quegli screenshot è a questo punto rilevante – credo – anche in relazione al delitto di diffusione di riprese e registrazioni fraudolente previsto dall’art. 617-septies del codice penale (una cosa quindi un po’ più specifica rispetto alla diffamazione prevista dall’art. 595 del c.p).

Chiunque, al fine di recare danno all’altrui reputazione o immagine, diffonde con qualsiasi mezzo riprese audio o video, compiute fraudolentemente, di incontri privati o registrazioni, pur esse fraudolente, di conversazioni, anche telefoniche o telematiche, svolte in sua presenza o con la sua partecipazione, è punito con la reclusione fino a quattro anni.
La punibilità è esclusa se la diffusione delle riprese o delle registrazioni deriva in via diretta ed immediata dalla loro utilizzazione in un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa.

Ho riportato il testo per esteso, ma il punto della questione credo sita in quel “al fine di recare danno all’altrui reputazione o immagine”. In questo caso immagino che gli avvocati della FIS intenderanno dimostrare la volontà di ledere l’immagine dell’organizzazione, mentre i difensori di Nicole dovranno fornire argomenti sufficienti a convincere che non v’era quella volontà da parte della loro assistita. 

Credo questo sia il sunto della questione, accompagnato al tentativo d’inquadrarla in maniera un po’ più specifica di quanto ho visto fare altrove (ed un grazie al prof. Michele Antonio Fino,  con il quale mi sono consultato prima di scrivere questo articolo).

È dunque tutto qua?
Non credo. 

Ritengo legittimo che un’organizzazione intenda tutelare la propria immagine e la propria reputazione. Peccato che abbia perso l’occasione per farlo di fronte alle sensate, garbate e opportune domande di una persona iscritta ad uno dei propri corsi.

Ritengo legittimo che un’organizzazione si dia delle regole, anche rispetto a cose come la divisa di chi svolge servizio per l’organizzazione stessa. Ma le regole che un’organizzazione si dà non sono immutabili ed impermeabili rispetto al resto del mondo. Anzi, tanto più sanno adattarsi al mutare dei tempi, tanto più mostrano la propria vitalità. È plausibile che la gonna fosse una scelta considerata ovvia qualche tempo fa, ma se non si avverte oggi l’opportunità di cambiare tale regola e si risponde come si è risposto di fronte ad una domanda garbata, il problema non è di chi domanda, ma di chi risponde in quel modo.

Ritengo legittimo tutelare la propria immagine anche in sede legale, ma fatico a non vedere nell’atteggiamento della FIS – di chiusura di fronte a garbate domande e poi dritto per avvocati – anche un modo che sa di volontà di imporre una certa soggezione.

Credo infine che Nicole abbia fatto quello che spesso non riescono a fare tanti che invece fanno informazione. Porre una questione in modo aperto e coraggioso. Anche rischiando di rimetterci del proprio, perché in effetti, in questo mondo non è raro che molti considerino che si possa solo scrivere bene di loro. E se qualcuno critica, l’unica risposta è la querela o la sua minaccia.

Spero che questa vicenda si chiuda nel migliore dei modi per Nicole, al netto della leggerezza nel postare quegli screenshot di cui forse non c’era bisogno, ma nei quali (in quegli screenshot e in quei post) fatico a vedere una volontà diffamatoria.

E credo sia da valutare anche l’opportunità – se lei lo vorrà – di fare quanto Jacopo Cossater proponeva in un commento su Instagram: raccogliere dei soldi per aiutarla a sostenere le spese legali (anche se poi, per non essere ipocriti, la cosa andrebbe ripetuta ogni volta che qualche querela arriva chi scrive di vino).

[Credits foto: Nicole Hesslink]

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Tommaso Ciuffoletti

Ha fatto la sua prima vendemmia a 8 anni nella vigna di famiglia, ha scritto di mercato agricolo per un quotidiano economico nazionale, fatto l'editorialista per la spalla toscana del Corriere della Sera, curato per anni la comunicazione di un importante gruppo vinicolo, superato il terzo livello del Wset e scritto qualcos'altro qua e là. Oggi è content manager di una società che pianta alberi in giro per il mondo, scrive per alcune riviste, insegna alla Syracuse University e produce vino in una zona bellissima e sperduta della Toscana.

37 Commenti

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Penso che l'apice e il senso dell'articolo sia racchiuso in queste frasi: "Credo infine che Nicole abbia fatto quello che spesso non riescono a fare tanti che invece fanno informazione. Porre una questione in modo aperto e coraggioso. Anche rischiando di rimetterci del proprio, perché in effetti, in questo mondo non è raro che molti considerino che si possa solo scrivere bene di loro. E se qualcuno critica, l’unica risposta è la querela o la sua minaccia" (Tommaso Ciuffoletti) ___ Attenzione, non stiamo discutendo di etichette, sughero, bottiglia di vetro, di aromi ecc... Stiamo discutendo di qualcosa che, comunque, riguarda il mondo del vino. E da una piccola vicenda (l'uso della gonna nella divisa da sommelier, le giuste richieste di chiarimento di Nicole, la querela per diffamazione della FIS) Tommaso Ciuffoletti è riuscito ad elaborare delle riflessioni veramente interessanti e importanti sulle quali si potrebbe discutere per delle giornate intere.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Forza Nicole. Ne uscirai vincente da questo "BRUTTO PASTICCIACCIO". Gli avvocati della FIS hanno commesso un grande errore che si rifletterà negativamente sull'IMMAGINE della fis.

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AG

circa 2 anni fa - Link

Ma un sano ' chissenefrega' no, eh?

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Marilena

circa 2 anni fa - Link

Credo che uno dei punti salienti del problema stia qui: “ La punibilità è esclusa se la diffusione … deriva … per l’esercizio … del diritto di cronaca.” Diritto di cronaca che discende direttamente dal diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero ed è tutelato dalla Costituzione (art 21). E che non è esclusivamente appannaggio di professionisti iscritti all’albo dei giornalisti, ma da chiunque racconti un fatto senza ledere l’onorabilità altrui. Questo punto [senza ledere l’onorabilità altrui] è garantito qualora il fatto venga raccontato: 1) in quanto vero e dimostrabile; 2) in quanto esiste un interesse generale a conoscerlo; 3) in maniera “continente”, ossia senza utilizzare espressioni ingiuriose. Detto questo, sono convinta che i tribunali italiani siano spesso “migliori” dei singoli quanto a difesa (anche innovativa) dei diritti civili. E qui avranno da riflettere.

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PE

circa 2 anni fa - Link

Ma a nessuno fa ribrezzo la qualità della comunicazione della FIS? Quell'inglese da traduttore automatico, quella prossemica da burocrati anni 20, quell'incapacità di aprirsi all'ascolto. Questa gente è indietro di 40 anni, almeno quanto i loro inutili corsi per degustatori di vini morti e sepolti.

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Armando Garofano

circa 2 anni fa - Link

esatto

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Massimo Billetto

circa 2 anni fa - Link

Gentile “PE”, potrebbe essere così gentile da specificare quali sarebbero i vini “morti e sepolti” dei quali ci occupiamo? Ho la sensazione che abbia sbagliato associazione. E magari, a sostegno della Sua onestà intellettuale, si firmi con nome e cognome. Grazie.

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franco

circa 2 anni fa - Link

Perchè firmandosi con nome e cognome si sarebbe più intellettualmente onesti? grazie

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Massimo Billetto

circa 2 anni fa - Link

Direi proprio di sì. Gettare fango senza firmarsi non è solo disonestà intellettuale, è vigliaccheria.

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Giuseppe

circa 2 anni fa - Link

Dalla frase di PE io evinco che "morti e sepolti" siano i "loro inutili corsi per degustatori di vini" non i vini medesimi ivi assaggiati pero' potrei sbagliarmi. Saluti PS mi rendo conto che questo commento non porta nessun contributo significativo alla discussione

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bevo_eno

circa 2 anni fa - Link

massimo billetto, su internet si possono usare nickname oppure nomi reali.

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Massimo Billetto

circa 2 anni fa - Link

Carissimo, progettavo sistemi di connessione a Internet nell’Arma dei Carabinieri quando Zockenberg non era ancora nato. Pur essendo un vecchio trombone, quindi, so bene quanto dici. Ritengo però che, quando si puntano dita, si offende, si travalicano comunque i confini di una normale espressione di opinione, presentarsi con nome e cognome sia una regola base dell’educazione e della convivenza civile. Mi rendo conto altresì che l’educazione, la pacatezza, il garbo e la cultura siano ormai valori in via di estinzione. Prosit.

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Paolo

circa 2 anni fa - Link

Gentile Billetto, ma davvero siamo ancora a chi ce l'ha più lungo (il curriculum dell'internette), dopo aver dovuto sorbire le "disoneste e vigliacche" (cito le sue parole) risposte di una associazione che brandisce il manganello della minaccia legale con la leggerezza di un tirannosauro? Ed ecco che si appalesa lei con la grazia del solito "declini generalità e patronimico, vil marrano". Se la sua obiezione è di metodo, e non di merito, allora le lascio un indovinello: "infingardo", è un insulto, una espressione diffamatoria, o una semplice constatazione? A chi è riferito? all'associazione, a lei, o al genio che ha scomodato i legali, dimenticando la massima andreottiana "una smentita è una notizia data due volte"? Già, perché nei tempi dell'internet (che lei ce l'ha così lungo), la cosa sarebbe passata nell'usuale oblìo dei quindici minuti. Mentre qualche genio ha deciso che bisognava rimestare (e pù si rimesta più puzza, in campagna lo sanno bene quelli che praticano il cornoletame al posto dell'internet). Ed eccoci qui, a discutere di un comportamento che si qualifica da solo, con i difensori d'ufficio che si qualificano da sé: "io ce l'ho più lungo, iul curriculum dell'internet". M perdoni, ma essendo cresciuto tra chi passava il tempo a ricordare la ritirata di Russia passo per passo, davvero la cosa fa zero impressione, proprio nientissimo.

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Massimo Billetto

circa 2 anni fa - Link

Gentile Paolo, ma davvero riscontra tutto ciò nelle mie brevi e, ritengo, civilissime esternazioni? Non so se abbiamo mai avuto la ventura di incontrarci, ma il mostro che lei descrive è lontano anni luce da ogni mio più recondito gesto e/o pensiero. Detto questo, di fronte a cotanta prolusione, sorrido e rispondo con un dissacrante e sabaudo “gaute la nata”. Prosit.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Massimo Billetto. Lei ha polemizzato con PE su una questione secondaria rispetto alla vicenda che stiamo discutendo. E su quella questione secondaria ha sfoderato la più usata fallacia argomentativa per tentare di screditare l'interlocutore. Ora, rimanendo, invece, sulla questione centrale della vicenda che ha cambiato molto negativamente la permanenza di Nicole in Italia le chiedo: le sembra giusta la decisione della FIS di trascinare in tribunale Nicole? Non le sembra esagerata? E cosa pensa del fatto che questa triste storia possa finire per danneggiare l'associazione e sminuire l'immagine della FIS?

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Massimo Billetto

circa 2 anni fa - Link

Si, credo che lei abbia ragione.

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franco

circa 2 anni fa - Link

“se non vuoi indossare la gonna, la soluzione è semplice, per rimediare al problema puoi sempre decidere di lasciare il gruppo di servizio della Fondazione!”. - stesso tipo di risposta ricevuto ad un mio commento proprio qui su intravino.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Franco "stesso tipo di risposta ricevuto ad un mio commento proprio qui su intravino" __ La differenza è enorme. 1- In uno scambio di opinioni "vivace" (tra commentatori e redazione) ci può stare quella frase che può essere applicata anche agli "scambi caldi" tra soli commentatori: si legge spesso nei dibattiti pubblici sui vari blog su qualsiasi argomento: "se non ti piace quello che scrivo saltami, non leggermi". 2- Ma le conseguenze sono molto diverse. Tu continui a "Esprimere Liberamente le Tue Opinioni"(v Marilena art 21 della Costituzione) su Intravino, non sei stato bannato per sempre. Nicole è stata trascinata in un "brutto pasticciaccio", in un incubo che ha cambiato il suo soggiorno in Italia e che può richiedere diversi euro per la difesa. PS Marilena ha centrato uno dei più importanti aspetti della vicenda, se non il più importante. La libertà di espressione del proprio pensiero: secondo me è quello che racchiude il concetto di libertà e quello di democrazia. La Libertà non è quella di poter scegliere tra le MERCI esposte in un negozio.

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franco

circa 2 anni fa - Link

scusa Marcow... risposto più sotto accidenti...

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franco

circa 2 anni fa - Link

Come quasi sempre accade però, il primo ad usare gli avvocati è il colpevole

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Franca

circa 2 anni fa - Link

Sorprende la tafazziana reazione della Fis che non si rende conto della pessima pubblicità auto-procuratasi con la denuncia per diffamazione

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...io sono d'accordo che la donna sommelier ha da portare la gonna . Sul Burka ho i miei dubbi , lasciatemi riflettere...

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...piuttosto mi chiedo : perchè i maschietti la cravatta e le femminucce il foulard? Tra l'altro viola ,che porta sfiga ... PS: esistono studi statistici precisi e documentati ( e pubblicati , a firma , se ricordo bene , del mago Fox e mago Othelma ) che associano causa effetto fra colore della cravatta e foulard e la la rilevazione del tricloroanisolo nel vino trasferita dai tappi , il 45,87% più frequente quando si indossano questi colori ...

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Renato

circa 2 anni fa - Link

Non mi toccare il Viola! Mi sto informano dal mio avvocato se posso sporgere querela!

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franco

circa 2 anni fa - Link

Secondo me non ci sta mai... che cosa vuol dire, se non ti piace quello che leggo, saltami? Mi sembra una frase per chi sia a corto di argomenti o non abbia voglia di discutere. Magari quello che sto leggendo sono opinioni che non condivido e che possono influenzare gli altri. Come tu (non tu tu) hai la libertà di scrivere e a detta tua "dovrei saltarti", allora anche io ho la libertà di leggerti e non saltarti e esprimere comunque la mia opinione. D'accordo che il contesto è diverso e posso continuare ad esprimere la mia opinione(fino a un certo punto, perchè se cominciassi a citare l'azienda tal dei tali, arriva la querela anche a me anonimo di intravino)... ma il caso di Nicole, è già stato commentato da qualche avvocato? Perchè aspetterei a vedere se davvero Nicole non si possa più esprimere... chissà che non possa commentare in questo spazio... Magari anche protetta dall'anonimato che internet potrebbe (o poteva) garantire... e internet non è mai stato frequentato da utenti noti in tutti cantoni... questo è avvenuto probabilemente con facebook o appunto, come in questo caso, instagram. Immagino che se fosse stato fatto ante-social network, si sarebbe fatta più fatica a querelare Nicole. Chiudo, io continuo ad esprimere le mie opinioni ma non ho la cassa di risonanza che sta avendo questo caso... che a quanto mi sembra abbia colpito nel segno. Penso che roda a tanti, che hanno attività per le quali poi approfittano della visibilità di internet, il passa parola degli utenti sulla rete... perchè spesso si smascherano o si scoprono altarini e un utente qualunque ha la possibilità di avere una cassa di risonanza discretamente ampia che nel mondo reale non avrebbe... e quindi via di "firmati con nome e cognome se hai le p***e" o "vienimelo a dire in faccia la prossima volta"... certo, neanche a me piacerebbe se parlassero male della mia azienda o associazione... non è semplice la cosa... fin quando sei libero di esrpimere la tua opinione? Fin quando non danneggi l'immagine della mia attività? Allora la recensione negativa non vale o è sempre querelabile... mica facile trovare l'equilibrio per accontentare tutti...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Franco mi soffermo sulla conclusione del tuo commento interessante: Franco: "certo, neanche a me piacerebbe se parlassero male della mia azienda o associazione… non è semplice la cosa… 1- fin quando sei libero di esprimere la tua opinione? 2- Fin quando non danneggi l’immagine della mia attività? 3- Allora la recensione negativa non vale o è sempre querelabile… mica facile trovare l’equilibrio per accontentare tutti…" (Franco) Marilena, nel suo commento, aveva accennato ai limiti della libertà di espressione del pensiero e alle tre ipotesi di comportamento che fanno scattare la diffamazione. Marilena: "1)in quanto vero e dimostrabile; 2) in quanto esiste un interesse generale a conoscerlo; 3) in maniera “continente”, ossia senza utilizzare espressioni ingiuriose" (Marilena) ____ Per essere più chiaro. La libertà di espressione deve avere, secondo me, dei limiti. Prima di tutto non si può insultare(v punto 3 di Marilena) Non si possono dire menzogne(v punto 1 di Marilena) Detto questo, in particolare sulle RECENSIONI di un ristorante(questione a cui Franco accenna), di una pizzeria, ecc... quali sono i limiti della libertà di espressione? Sono innanzitutto quelli contenuti nei punti 1 e 3. E poi bisogna argomentare bene le recensioni negative: bisogna dire perché si esprime un giudizio negativo. Comunque, sono note alcune vicende di locali famosi che non hanno sopportato delle recensioni negative ed hanno fatto muovere gli avvocati(anche per intimorire chi potrebbe, in futuro, esprimere un'opinione negativa sul locale famoso) In conclusione ci sono sicuramente dei limiti alla libertà di espressione (v punti 1 e 3 e il dovere di ben argomentare le critiche negative) ma poi per la recensione di un LOCALE PUBBLICO non dovrebbero esserci altri limiti. Altrimenti, signori, ditemi cos'è la democrazia.

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Lanegano

circa 2 anni fa - Link

Strano che non propongano anche cintura di castità e jus primae noctis.

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...leggi bene...e' nell'articolo 9 al terzo comma la cintura di castita' ( in cuoio) , mentre la jus primae noctis e' gia' nell' aricolo uno, addirittura nel primo paragrafo, come per sottolinearne lo spessore statutario...

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Lanegano

circa 2 anni fa - Link

Ora sì che li riconosco. Bravi. Le buone vecchie tradizioni di una volta.

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Vinologismo

circa 2 anni fa - Link

Oltre a raccogliere dei soldi per difendere Nicole io raccoglierei delle firme sciogliere un associazione retrograda e arrogante come FIS..!!

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...maffigurati ... contenti loro di farsi compatire ... e il circolo Canottieri che non ammmetteva le donne fino a quest'anno? Se dovessimo sciogliere ogni "associazione retrograda" ... diciamo che è più importante non correre dietro a queste scemate , che si autoeliminano da sole , questione di tempo...

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Nic Marsél

circa 2 anni fa - Link

Una persona in posa con una bottiglia di rossounito ha ragione a prescindere.

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Ferdinando

circa 2 anni fa - Link

Secondo me un'associazione deve essere libera di stabilire le regole che vuole. Poi, se uno le accetta si iscrive altrimenti no. Io avrei previsto, per le donne, minigonna e scollatura.

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Alberto

circa 2 anni fa - Link

Spero che Nicole possa vincere la causa, anche perché di volontà diffamatorie è veramente difficile trovarne, spero anche che possa trovare un'associazione che le permetta di fare servizio vestita come meglio crede. Probabilmente però, se Nicole non si trovasse in un mondo in cui si è perso il lume della ragione nei confronti di un argomento quale il femminismo che ha allontanato l'attenzione dai reali problemi delle donne, concentrandola sulle questioni più sciocche o - addirittura - inesistenti, per il bene ed il lucro di acchiappaclick sul primo social di turno, Nicole non si troverebbe a dover affrontare un iter lungo, costoso e sicuramente stressante. La posizione della FIS è chiaramente ottusa e violenta. Ottusa nella chiusura all'evoluzione del gusto (estetico) e violenta nella reazione, però è nel suo diritto decidere di darsi delle regole (fintanto che queste sono a norma di legge) ed è persino nel suo diritto NON motivare le proprie scelte - scortese certamente - ma non sufficiente ad iniziare una campagna mediatica a mezzo social, stampa di settore etc etc.

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Francesco Fabbretti

circa 2 anni fa - Link

Quando vivevo a Roma ho avuto i miei bei momenti con Bibenda/FIS ma anche degli scazzi accesi col presidente. Una cosa però gli ho sempre riconosciuto: un raro mix di scaltrezza e tempismo nel togliere le castagne dal fuoco prima che si bruciassero. Proprio per questa ragione sospetto che ci sia stato un cortocircuito nella catena comunicativa, perché rispondere con gli obici a chi ingenuamente ti colpisce con un tiro di fionda, che si abbia o meno ragione, la si perde all'istante. Che poi a Bibenda le donne servivano in pantaloni...ma questa è un'altra storia

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...io vado oltre , ma ero troppo avanti nei tempi : nei 2 "secondi livelli" che ho organizzato ( 20 anni fa) accettavo solo donne e io servivo e spiegavo in boxer ... non era un grande spettacolo però veniva apprezzato ... PS: ...scherzo ( ma davvero uscivo dagli schemi e la cosa era apprezzata . I vini d'assaggio di fine lezione li portavo dalla mia cantinetta personale )... però quando insisto per cambiare didattica e aggiornare i protocolli c'è un motivo...

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Insefly

circa 1 anno fa - Link

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