Quarzo rosa: il Chakra e lo Champagne

di Andrea Gori

rosato_dissMai sottovalutare il “potere rosa” e il fascino che esercita. Questo colore generalmente rappresenta la sensibilità, la dolcezza ed il calore. La teoria dei colori dice che chiunque scelga il rosa rifiuta presumibilmente tutto ciò che è arrogante e disarmonico. E proprio il colore rosa può essere d’aiuto, secondo la teoria dei chakra (vortici di energie con varie localizzazioni, stimolabili con pietre e colori) a guarire dall’emicrania, e per aumentare la fiducia in sé e la creatività.

Siamo impazziti? Ancora no. I sommelier, ma in generale anche molti consumatori in maniera inconsapevole, scelgono i vini rosati alla stregua di un quarzo rosa, la pietra più importante del 4° chakra, la cui energia ci è indispensabile per ottenere autorealizzazione e pace interiore: attenua e guarisce qualsiasi ferita, fisica e psichica, inflitta al nostro cuore. Ma non fornisce solo consolazione.

Stando sempre alle teorie indiane, il rosa è il colore da cercare se ci sentiamo incapaci di dare e ricevere amore e, quindi di venire rivitalizzati da questo sentimento, rivelando che la fonte dell’amore scaturisce all’interno di sé e che, a partire da quella fonte di amore infinito, qualsiasi ferita, per quanto profonda e dolorosa, può essere curata. Detto così sembra che i vini rosati siano adatti solo a coppie in crisi e single alla disperazione; invece va inteso in tutti i casi in cui cerchiamo un gesto d’affetto, un’emozione che nasce appunto dal colore rosa, quasi sempre esaltato dal vetro perfettamente trasparente delle bottiglie dei vini di questa tipologia.
Secondo voi come mai nessun rosé viene messo nelle classiche bottiglie di vetro verde?

Insomma, decisamente uno dei vini più versatili per gli abbinamenti anche i più ostici. E parte del suo successo può essere spiegata dal fatto che, per chef e sommelier, i rosé rappresentano una possibilità di abbinamento facile, che trae d’impaccio in molte situazioni; a patto di conoscere struttura corpo e caratteristiche dei rosati nella propria carta dei vini.

Ecco il video-racconto.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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