Puglia | 10 favolosi ristoranti sul mare di cui Flavio Briatore ignora l’esistenza
di Antonio TomacelliRapido flashback: negli anni sessanta il ricchissimo principe Karim Aga Khan IV si innamora della Sardegna e ne acquista un bel pezzo, una località brulla e inospitale nel comune di Arzachena che i sardi chiamano Porto Cervo per via della forma. Parte così una delle più grandi e lussuose lottizzazioni della storia d’Italia che cambiò per sempre l’immagine (e l’immaginario) della Sardegna che, da quel giorno, diventò il luogo d’elezione delle vacanze da pashà. L’Aga Kahn oltre agli alberghi, al porto e alle ville, costruì anche l’aeroporto di Olbia e fondò una compagnia aerea, l’Alisarda, per trasferire i ricchi turisti verso Costa Smeralda.
Quaranta anni dopo: un signore di nome Flavio Briatore apre una discoteca in una villa, il Billionare, e da allora tutti pensano che la Sardegna l’abbia inventata lui, tant’è che alcuni lo considerano un esperto di flussi turistici. Ci cascano in pieno anche alcuni sindaci della Puglia che lo invitano ad un convegno e lui, in quanto “esperto”, sentenzia: “Il ricco vuole tutto e subito. Io so bene come ragiona chi ha molti soldi: non vuole prati né musei ma lusso, servizi impeccabili e tanta movida” e ancora “Masserie e casette, villaggi turistici, hotel a due e tre stelle, tutta roba che va bene per chi vuole spendere poco ma non porterà qui chi ha molto denaro”.
In realtà “i ricchi” che conosce Flavio sono un mazzo di calciatori col portafoglio pieno e un tot di tronisti di Maria de Filippi dalla mutande facili, buoni solo a sputtanare su Instagram ogni minuto della loro agiatezza. E così, mentre Briatore ci spiegava il turismo, Madonna, Beyoncè, Ivanka Trump e un nugolo di tycoon indiani si rilassavano al sole di Puglia, dormendo in hotel a 6 stelle e pranzando in ristoranti che il Billionaire arrossirebbe al confronto.
Proprio per spiegare a Briatore cos’è il vero turismo di lusso, Intravino ha raccolto qui sotto una lista di ristoranti sul mare di Puglia da mozzare il fiato e, qualche volta, il portafogli. Sperando che Flavietto capisca due o tre cose:
1. Non ha inventato nulla, tranne la cafonaggine.
2. Il vero lusso è la privacy, non l’ostentazione.
3. Un conto è il lusso, un altro la ricchezza.
Il Trabucco, Peschici
Il trabucco è un’antica macchina da pesca tipica delle coste garganiche, molisane e abruzzesi. Ne sono sopravvissuti diversi e più di uno si è trasformato in ristorante come quello della famiglia Ottaviano che è diventato, nel giro di pochi anni, una tappa d’obbligo per vacanzieri di passaggio e locali. C’è da capirli: la vista è da urlo, il cibo è pescato al momento e i due fratelli, Domenico in cucina e Vincenzo tra sala e surf, sono quanto di più figo si possa trovare sul Gargano. Si mangia crudo e locale, semplice ma efficace come i tramonti mozzafiato che si godono da questi scogli. Consigliatissimo l’aperitivo prima di cena: il sole che tramonta in mare si affronta meglio con un bicchiere di bollicine in mano. A proposito: la cantina ha solo vini pugliesi ma, per fortuna, Vincenzo ha scelto il meglio per ogni denominazione.
Il Capriccio, Vieste
Ai fornelli c’è la mano sicura dello chef Leonardo Vescera e il dehors – incantevole – è affacciato sul porticciolo turistico di Vieste. Come dite, tutto qua? Incontentabili che siete, io vi metto su un piatto d’argento uno dei migliori chef in circolazione, un ristorante elegantissimo a pochi metri dal vostro yacht e voi osate lamentarvi? Vabbè, a buon peso: è anche Ambassador Krug per cui occhio ai cedimenti strutturali della vostra carta di credito perché qui sky is the limit, come testimonia il nostro post del 2013. Se invece vi lanciate su di un buon rosato pugliese, il menù alla carta è una bella esperienza a soli 60 euro. Vivamente raccomandato anche agli ispettori Michelin, casomai dovessero passare da quelle parti.
Le Lampare al Fortino, Trani
La butto lì, liberissimi di fischiarmi: Trani ha il più bel lungomare d’Italia. Sul più bel lungomare c’è uno dei più incantevoli ristoranti mai visti, una chiesa del 1200 affacciata sul porto di fronte alla Cattedrale. il patron Antonio del Curatolo l’ha riportata alla vita, chiamando in cucina lo chef Raffaele Casale e in sala il sommelier Alessandro Francesco, già in forza da Sadler a Milano. Il terzetto gira che è una bellezza, come raccontato dal nostro inviato Andrea Gori quasi un anno fa. Il resto (Trani, la passeggiata, la Cattedrale) è solo da godere.
Gallo restaurant, Trani
Un piccolo dehors romantico al centro del lungomare, una decina di tavoli e due draghi alla guida: Alessandro Gallo, il patron, e Mario Musci ai fornelli. La specialità del ristorante? Il tempo, la bellezza del lungomare e una serie di piatti che vi si pianteranno nella memoria, tipo il battuto di sgombro crudo che dà due piste a un sacco di pesci più blasonati, o il riso patate e cozze rivisitato. Anche per loro una recensione di Intravino e un plauso alla loro crescita anno dopo anno.
La Terrazza del Grande Albergo delle Nazioni, Bari
Per i baresi è il “transatlantico”, per tutti gli altri un hotel semi-sconosciuto, lontano dai social ma vicino al lusso sfrenato: sei piani sormontati da una spettacolare terrazza vista mare e dalla piscina panoramica: 115 camere, tra cui una Presidential Suite di 120 metri quadrati e 2 Executive Suite, 2 esclusivi ristoranti e un cocktail bar a piano terra. Progettato nel 1932 come palazzo di rappresentanza e inaugurato nel 1935 in occasione della VII edizione della Fiera del Levante, il Grande Albergo delle Nazioni è stato dichiarato patrimonio storico dal Ministero per i Beni culturali.
Ok, ma il ristorante? Da provare, decisamente: la cucina pugliese rivisitata con mano leggera dallo chef Johnny Basti, uno che ha passato la vita tra i migliori hotel italiani, accoppiata alla vista sul lungomare di Bari, può causare grave dipendenza. Con buona pace di quelli che “in Italia la ristorazione alberghiera è morta”
Ristorante da Tuccino, Polignano
È il ristorante che Nettuno vorrebbe aprire o, se preferite, il ristorante che ha insegnato agli italiani come si mangia il pesce crudo. Le tecniche di sfilettamento fanno invidia ai giapponesi e la materia prima arriva ogni mattina dalle barche ancorate di fronte al ristorante. Oltre al pescato locale c’è un’ampia scelta di salmone selvaggio e cinque tipi di ostriche da scegliere (ah, le Gillardeau marchiate!). Qui anche una semplice linguina ai ricci diventa un benchmark cui fare riferimento. La squadra in campo vede tre assoluti fuoriclasse a dirigere questo veliero gastronomico: il patron Pasquale Centrone, lo chef Enzo Florio e Vito Martino Mancini, addetto agli acquisti e sfilettatore. La recensione potrebbe finire qui, ma per quei pochi che ancora non lo conoscono, dirò che il mare e il cielo sopra Tuccino sono proprio quelli della canzone di Modugno (Nel blu dipinto di blu). Cantina all’altezza del resto, ovviamente.
P.s.: non è attualmente nel menù ma voi provate a chiedere “il piatto della vita”: cozze nere e provolone.
Grotta Palazzese, Polignano
Il ristorante nella grotta sul mare è presente ai primi posti praticamente in tutte le classifiche internazionali, sia che si parli di “most romantic” che di “amazing” o “exotic”. C’è da ammetterlo, hanno tutti ragione ed è un posto davvero unico, di quelli dove anche una rosetta con la mortadella sarebbe indimenticabile. Niente paura, però, la cucina dello chef Tiziano Tomassini è allo stesso livello della vista ed i piatti rivisitano una solida tradizione con eleganza e tanto mestiere. Sulle vostre teste c’è anche un hotel a strapiombo sul mare che da solo vale il weekend.
La Peschiera Resort, Monopoli
Una delle più belle spiaggia di Puglia è nei pressi di Monopoli, si chiama Capitolo e qui ha sede uno dei più bei resort a 5 stelle della regione. Non che ci manchino eh, ma questo è proprio una gioia per gli occhi e per il palato. Prendetevi un weekend lungo e rilassatevi: le capaci mani dello chef Vito Casulli e dello staff penseranno al resto. Si pranza e si cena “nel” mare, indossate qualcosa di elegante e sognate: ogni tanto un po’ di lusso non guasta.
Ristorante Aqua, Le DuneResort, Porto Cesareo
La spiaggia di Porto Cesareo non ha bisogno di presentazioni o descrizioni, è un sogno e basta. Nella pause tra un bagno e l’altro nella riserva marina, regalatevi un pranzo sulla terrazza del Resort. A cucinare ci pensa lui, Cosimo Russo, uno di quelli che che hanno il futuro brillante stampato in faccia e nelle mani. Il pesce come non lo avete mai mangiato, insomma, accompagnato da un servizio e da una vista come non se ne vedono spesso. Cantina di spessore, con tanto Salento in tutte le salse, ovviamente.
Nonno Mimì, Torre Lapillo
Scusate se insisto ma è il mio posto del cuore e poi, ammettetelo, dopo questo tour la vostra carta di credito vi ha fatto causa e voi siete molto tristi. Tranquilli, ho la cura che fa per voi: andate sotto la Torre Lapillo e qui, nella friggitoria immersa tra i cespugli di mirto, ordinate a nonno Mimì una frittura di paranza VERA, una birretta e accomodatevi sullo scoglio tenendo i piedi nell’acqua più cristallina che c’è. Finita la frittura, pagate questi 10 euro e ringraziate Dio per la giornata appena trascorsa. Credetemi, non conosco lusso più grande.
12 Commenti
vinogodi
circa 7 anni fa - LinkM.E.R.A.V.I.G.L.I.O.S.O ... per un "mezzo pugliese" come me (da trent'anni in zona per lavoro e sorella ... "mesagnese" per trasferta lavorativa di mio padre in quel periodo), è un servizio che ... rende un grande servizio. Chiaramente non da andarci tutti i giorni (causa risorse limitate) ma posti da favola per davvero...
RispondiMontosoli
circa 7 anni fa - Link👍👍🤑🤑
RispondiVittorio Cavaliere
circa 7 anni fa - LinkAbuso del simbolo del Gran Maestro Luigi Veronelli , <3 , di questi locali troppi appartengono ai miei ristoranti del mio privilegio.
RispondiAlessandro
circa 7 anni fa - LinkTomacelli mi scusi, ma quando lei parla di "nonno mimi", fa per caso riferimento a "mare fritto"? Stiamo parlando dello stesso posto? Dalle foto mi parrebbe di si. Nel qual caso, sulla qualitä della frittura, non sono molto concorde con lei. Possibile pero` si stia parlando di posti differenti... Saluti
RispondiAntonio Tomacelli
circa 7 anni fa - LinkSi, è proprio Nonno Mimì: cosa c'è che non va?
RispondiAlessandro
circa 7 anni fa - LinkBoh, se parliamo di "mare fritto", ci sono stato ad agosto lo scorso anno. Di certo non e`il periodo migliore per giudicare un ristorante, in una localitä di mare. pero`ho un ricordo mediocre. Lunghe attese fuori dal locale in file disordinate (no prenotazioni, no risposte alla domanda "piu o meno quanto dobbiamo aspettare?"), qualitä della frittura non elevata (quantomeno per gli altissimi livelli medi della Puglia), ricevuta fiscale "su richiesta". Da riprovare, potendo, in un altro periodo dell anno. Mi ha dato l impressione del tipico locale "acchiappaturisti", grazie anche alla location indubbiamente bella.
RispondiVirginia mantegazza
circa 7 anni fa - LinkAvete dimenticato a Peschici il ristorante Porta di Basso dello chef Domenico Cilenti
Rispondilaura
circa 7 anni fa - Linke marechiaro a gallipoli no?
Rispondidavid
circa 7 anni fa - LinkMa coi soldi di Pippo Inzaghi? :)
Rispondidociamix
circa 7 anni fa - Linkbellissimo e personalissimo articolo e per questo parziale! quanta verità nelle tue parole direttore! mancano decine di ristoranti sul mare da sogno e per tutte le tasche della nostra meravigliosa puglia! mi permetto di aggiungerne alcuni: questi altrettanto frutto di esperienze personali! le antiche sere a lesina: non sarà vista mare ma la vista sulla laguna è fantastica e la cucina di nazario biscotti da sola vale il viaggio! bar zooki-lido felix: qui siamo nella #alternativepuglia ovvero nella costa brindisina sud; piccola terrazza affacciata sul mare con una bella e semplice cucina dai sapori netti e non banali. e i ristorantini alla forcatella regni dei ricci? e i ristoranti di torre a mare?
RispondiFrancesco Garzon
circa 7 anni fa - LinkMi sono regalato una cena da Aqua (anzi due a pochi giorni di distanza), bimbi compresi , devo dire servizio praticamente ineccepibile, due piatti portati un po troppo in anticipo son tornati indietro e rifatti senza nulla eccepire e senza che noi dicessimo nulla. Ottimi consigli sui vini, anche al bicchiere. Ottimi piatti dotati di intensità nitidezza ed armonia. Frittura ottima e ben eseguita, bionda, fragrante, asciutta....Se non che la sfoglia di un dolce la prima volta era eccezionale, la seconda... meno. Tanto che mi sembrava quella della volta precedente. :) A tratti attese un po' lunghe...ma si è serviti come un Re. Prezzi..... fin troppo nella norma. L'anno prossimo ci torneremo volentieri. Se dovessi muovere delle critiche gli aspetti sono altri e non riguardano certo i ristoranti salentini citati. Più che altro mi sono imbattuto nelle zone limitrofe alle Dune tra Porto Cesareo e Torre Lapillo in "ristoranti" con fritti di mare super surgelati fratelli di altrettanti pesce spada sottozero. O ad altri ancora che bisognerebbe spiegarli che il filetto non è una delle due metà del pesce con tanto di pinna pettorale! Per non parlare del disordine e della pulizia..libera interpretazione....! E Pescheria 3.0 a Torre Lapillo?
RispondiCinzia
circa 7 anni fa - LinkMa sei sicuro di aver mangiato alla grotta palazzese!!??? Mahhhh!
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