Problemi di lunghezza? Niente paura, c’è Chelidon!

Problemi di lunghezza? Niente paura, c’è Chelidon!

di Nicola Cereda

Secondo alcuni esperti, l’eccellenza in un vino si manifesta con il finale, l’allungo, la persistenza, la PAI, in una parola nella sua lunghezza. Ho una personale lista di vini del cuore che non entreranno mai nell’olimpo dei grandi in quanto poco dotati della virtù meno apparente.

Non ho problemi di lunghezza.

Un’amica mi ripete come un mantra che i limiti sono solo nella nostra testa e io le credo ogni volta che mi conviene. Perché se il giorno in cui nasci l’ostetrica dice a tua madre: “mi spiace cara, è un’altra femmina [pausa…] OH NOOO! E’ UN MASCHIETTO!”, meglio prenderla con filosofia allontanando al volo l’idea di strangolarsi col cordone ombelicale che diversamente la vita comincia come il Mortirolo in bicicletta col 53-11.

Tornando in argomento, è mia tendenza consolidata preferire i rossi beverini che se ne fregano, appunto, della lunghezza. Bevo un primo bicchiere e se ne desidero ancora non mi pongo il problema: allungo il braccio e me ne verso un secondo senza pudore. Piuttosto mi adombro quando un vino, pur eccellente, decide di piantar le tende tra lingua e palato fin dal primo sorso. Il ricordo deve restare impresso nella memoria e non incastonato tra le papille come una gemma preziosa.

Oscar Wilde (una sua citazione ci sta sempre bene) affermava che il piacere perfetto deve durare poco e lasciare insoddisfatti. Non so se avesse ragione ma preferisco bere piuttosto che degustare e forse per questo non diventerò mai un esperto. L’archetipo del vino da tracannare con voluttà senza incappare in cadute di stile è il “Chelidon” dell’azienda Le Fraghe.

Passo a trovare Matilde Poggi con frequenza ormai regolare. Parcheggiata l’auto, prima di suonare il campanello colgo qualche acino da assaporare come baci rubati al vigneto di fronte alla cantina. Il gusto dei frutti sottratti al destino delle pratiche magiche dell’enologo mi regala sempre un certo brivido.

Cavaion Veronese è a due passi dal frequentatissimo casello autostradale di Affi sulla Modena-Brennero, sponda veronese del lago di Garda che in bici si raggiunge in pochi minuti, quasi tutti in discesa, tra vigne di corvina, rondinella e molinara, la trinità del Bardolino.

In un territorio dove l’assemblaggio è a senso unico, il Chelidon prende contromano la strada del monovarietale. Non di corvina che va per la maggiore, non di molinara, scontrosa e sempre più rara, ma di rondinella in purezza, come virtù che sta nel mezzo. Chelidon in greco significa rondine, in assonanza fin troppo evidente col nome del vitigno; meno scontate sono la delicatezza e l’eleganza di questo vino semplice e per tutte le tasche che si diverte a irridere la forza di gravità.

Pierre-Auguste Renoir diceva che l’elemento importante in un vino non può essere spiegato. O forse era un quadro? Meglio che mi limiti a descriverne la cornice… Densità di impianto 5000 ceppi/ha e resa media di 90 q/ha per 4500 bottiglie annue. L’uva raccolta a fine settembre fermenta spontaneamente in massa senza inoculo di lieviti selezionati né pied de couve. L’affinamento è in botte grande per lo stesso tempo di una gravidanza.

Nel bicchiere l’equilibrio tra frutto e spezie tipico del bardolino (suo parente stretto) si sviluppa in finezza, leggerezza e freschezza. Il colore è scarico, il tenore alcolico è contenuto, la parola d’ordine è versatilità. La rondinella è buona per tutte le stagioni compresa quella estiva allorché si può gustare, fresca di frigo, persino coi piatti della locale cucina lacustre.

A partire dal 2010 credo di aver bevuto ogni singola annata senza mai una delusione. Chi è avvezzo a vini biologici da fermentazione spontanea sa quanto sia difficile trovare continuità, coerenza e stabilità qualitativa di vendemmia in vendemmia soprattutto nell’ambito di una piccola realtà artigianale. Ma un difetto ce l’avrà pure, no? Il principale è la difficoltà di conservazione: sebbene il tappo a vite a tenuta ermetica ne garantisca una lunga vita, la beva golosa e il prezzo popolare rendono lo stoccaggio praticamente impossibile. Insomma, non dura a lungo né in tavola né in cantina, ma se anche per voi lunghezza e durata non sono un problema…

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Nicola Cereda

Brianzolo. Cantante e chitarrista dei Circo Fantasma col blues nell'anima, il jazz nel cervello, il rock'n'roll nel cuore, il folk nella memoria e il punk nelle mani. Co-fondatore di Ex-New Centro di arte contemporanea. Project Manager presso una multinazionale di telecomunicazioni. Runner per non morire. Bevo vino con la passione dell’autodidatta e senza un preciso scopo. Ne scrivo per non dimenticare e per liberarmi dai fantasmi delle bottiglie vuote.

4 Commenti

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Lanegano

circa 3 anni fa - Link

Il loro Bardolino chiaretto è un vino delizioso con il difetto di beva compulsiva....

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Nic Marsél

circa 3 anni fa - Link

Oltre al Rodon quest'anno è in uscita un secondo chiaretto ... chiarissimo che ricordo (da un estemporaneo assaggio da vasca) tutto agrumi e sale.

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...problemi di lunghezza?...niente paura, le dimensioni non sono tutto...

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Spatriato

circa 3 anni fa - Link

Ma... Chelidon? Avranno chiesto alla casa farmaceutica l'utilizzo del nome registrato?

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