Primeurs a Bordeaux. Sauternes, come si annuncia la vendemmia 2017 in anteprima

Primeurs a Bordeaux. Sauternes, come si annuncia la vendemmia 2017 in anteprima

di Leonardo Romanelli

Cosa è successo nella zona del Sauternes nel 2017? Seguendo la tradizione del numero sette, anche l’annata trascorsa si è rivelata interessante da un punto di vista qualitativo, se pure la riduzione della quantità non sia stata certo un piacere per i produttori. Circa il 50% in meno, con alcuni chateau che non hanno proprio prodotto o solo in minima parte: le gelate del 20 e 27 aprile hanno dunque lasciato il segno. Ma all’assaggio l’annata fresca ha dato buoni risultati, la dolcezza è più equilibrata, e una freschezza dominante ha fornito maggiore eleganza e una gradevole finezza.

Sono vini che acquistano maggiore scioltezza in bevibilità, magari possono trovare un nuovo modo di essere consumati perché poi la questione oggi è esattamente questa: qual è il futuro di vini dolci e vellutati come il Sauternes? Non si possono sempre utilizzare i soliti abbinamenti, non tutti i giorni sono per il foie gras e il Roquefort. E dunque? L’Italia non è più un mercato interessante, fa capolino il mondo orientale: forse è giusto ricordare il grande Gino Veronelli che coniò la definizione “vino da meditazione” per togliersi dal cliché dell’abbinamento. Di sicuro è un vino che si presta bene allo slogan ricorrente: “Bere bene ma con moderazione”.

CHATEAU BASTOR LAMONTAGNE
Dorato lieve e gradevole. Il naso rinfrancato da quelle note agrumate precise: sembrano lime e mandarino, anche se si fa strada un po’ di miele. Bocca abbastanza cremosa ma non doma, freschezza gaudente e non invadente. Non tira troppo in persistenza ma chiude benevolmente avvolgente. 91

CHATEAU DE FARGUES
Mica tanto limpido al momento, poi si farà, appena spento nel suo colore. Vegetale al naso? Ebbene sì, anche tè e camomilla, il frutto appare più tardi…ma arriva l’albicocca! Bocca quasi lattica, densa, sembra caramella al miele, quindi si allarga, si infiltra e dura a lungo piacevolmente. 90

CHATEAU LAMOTE GUIGNARD
Alla vista, un dorato da sbocciare. Al naso intrigante perché poco espressivo inizialmente, dopo prende coraggio e si mostra nella parte del legno, dell’albicocca, della mela. Al gusto, misurato, preciso, zuccherino: bel compitino ma il meglio di sé lo deve esprimere nel tempo. 87

CHATEAU DE MALLE
Ancora da raggiungere giustamente la limpidezza, e i profumi fanno capire questa gioventù: è la camminata nel prato, con i fiori di bosco, anche la pietra, quindi la pesca ma arriva anche il tè e la camomilla a fianco. Ingresso sottile ed educato, buona ampiezza diffusa, finale un po’ tanto tranquillo. 88

CHATEAU SUAU
Quella vista ancora ritrosa nasconde un bouquet che si sta formando: stile riservato, parla poco volentieri, ma stimolato è una sottile espressione di frutti compositi: mango, e poi pesca in rapida successione, infine un tocco agrumato. Convincente l’attacco in bocca non aggressivo, fresco, continuo invitante. Finale in scioltezza. 88

CHATEAU BROUSTET
Pallido al primo sguardo ma ci può stare. Già al naso fa capire che qualcosa di particolare c’è: il frutto maturo, come papaya, il floreale vario e composito, quel cenno di mielato ben assestato. Poi la finezza in bocca e l’eleganza, il rapire con seduzione il gusto, il ritorno successivo quasi minerale. Finale simpatico (un vino simpatico? Divertente). 91

CHATEAU FILHOT
Bello a vedersi: dorato senza essere invadente. Invitante al naso: tutto in ordine nella propria struttura olfattiva, con erbe aromatiche che ben si legano al ribes bianco e alla base di pesca, dando poi segnali di vita futura nella frutta tropicale. Non si mostra imperioso in bocca, si svela con calma e tranquillità. Termina con piacevole e lunga persistenza. 90

CHATEAU D’ARCHE
Un po’ opaco lo è, d’altronde è normale in questo periodo. Fatica a farsi notare al naso, prova con difficoltà ad esprime un potpourri fruttato e floreale non eccelso. Meglio la presenza nel cavo orale: pienezza immediata, larghezza ben congegnata, un po’ imperioso nell’attacco dolce ma gustoso in generale. 86

CHATEAU DOISY-VEDRINES
Lo osservo bonario per un colore opaco: cerco subito il profumo per capire. Mi sembra compresso, non così evidente, piccole note di fruttato come pera e pesca, poi mela, qualche nota di erba aromatica come timo. In bocca è sicuro, solido, tranquillo, si mostra ben preparato ma esile. Finale non lunghissimo ma soddisfacente. 86

CHATEAU DOSIY DAENE
Mica così espresso a guardarlo, ma tant’è. Meglio l’attacco al naso dove emerge il pompelmo, poi la parte verde sotto forma di cenni di peperone giallo (oh, càpita anche qui!) ma anche alloro e cenni di basilico. Bocca rinfrancante, varia, mossa, vivace. Si chiude con eleganza e vitalità, un creativo in bella evidenza! 92

sauternes - bicchieri

CHATEAU DE MYRAT
Lieve lieve, fino, fino, pallidino: così a guardarlo poi la musica cambia. Mica così forte al naso, anzi: molto ritroso, a fatica fiori (che fiori? Eh…ginestra!) poi ananas e mango come frutti. Ingresso in bocca: succoso, deciso, gradevole, non immenso, leggero, insomma fresco: beverino è eccessivo? Ma no, si beve proprio bene! 87

CHATEAU SIGALAS RIBAUD
Si capisce che esprimerà un bel colore: ora no, chiaramente opaco: però il naso fa già effetto perché è citrico (si dice così?) ovvero agrumato di cedro e limone, poi mostra un tocco di menta, qualche frutto più complesso, come il lychee ma è al gusto che diverte. Fresco e vivace, si porta avanti bene, per un finale non immenso ma entusiasmante. 91

CHATEAU RABAUD-PROMIS
Colore consueto per il periodo: opaco non doratissimo. Regala sensazioni olfattive varie, dove compare il burro unito alle erbe aromatiche (le famose fines herbes! Tipo erba cipollina, cerfoglio e dragoncello), qualche frutto tranquillo, mela e pera. Poi in bocca la densità non è eccessiva, deve ancora districarsi, ma si farà in tranquillità. 89

CHATEAU RIEUSSEC
Un bell’aspetto, non c’è che dire: tra poco verrà fuori il dorato finissimo. Il naso però è anch’esso limitato, non vuole venir fuori. Si nasconde su foglie di albero, su frutti da definire. E anche in bocca fa un po’ il ritroso, non arriva a creare equilibrio succoso e sano. Finale piacevole ma deve portarsi avanti bene. 85

CHATEAU GUIRAUD
Un po’ cupo nel colore, quasi fosse un bello e maledetto. Infatti il naso inizia con erbe officinali (sì, quelle dell’amaro di fine pasto) poi dei frutti compositi li mostra ma insomma… addirittura il tamarindo! Però in bocca è agile, succoso, nota di retrogusto officinale (sempre!) e divertente. Finale in bella sintonia. 90

CHATEAU COUTET
Appena accennato il colore chiaro, poi il naso è piccolo e scuro, non fa grande spolvero di intensità, insomma pochi frutti classici, qualche nota di erba aromatica ma tutto poco chiaro. Bocca calda e solida, succosa e armoniosa, ben congegnata insomma, rotonda e valida senza mostrare situazioni particolari di complessità. 88

CHATEAU DE RAYNE VIGNEAU
Divertente il colore. Perché? Tonalità non consueta, un po’ un dorato da farsi! Ma il naso è uguale, in fatto di divertimento: ancora lime e cedro, peperone giallo (càpita di nuovo in questa annata), note di mela deliziosa (di nome e di fatto). Bocca avvolgente e gustosa, ben articolata, poco noiosa. Finale in crescendo. 90

CHATEAU HAUT-PEYRAGUEY
Ma che bello a vedersi: ok, opaco, ma si farà. Bella intensità di frutto al naso: limone, cedro e pompelmo. Quindi un frutto più polposo, come un mango. Bocca ben sviluppata: densa, succosa, piena e vivace. Il finale è lungo e complesso. Pieno e da articolarsi, insomma in pieno allenamento. 91

CHATEAU LAUFARIE-PEYRAGUEY
Mica troppo esuberante a guardarlo: dorato leggero e lieve. Poi al naso: decide come esprimersi con calma. Frutti di bosco stavolta, ribes bianco (incredibile), poi albicocca e mango. Bocca solida, ordinata, gustosa, cenno sapido. Finale in crescendo. 90

CHATEAU LA TOUR BLANCHE
Un colore che dà un buon auspicio per il futuro, dorato, riservato. Naso: intenso di sicuro, erbaceo e peperone, ma frutto come mela verde (oh, ora è così, poi forse…). In bocca: solido, evidente, pieno, ampio e lungo, ovvero persistente. Soddisfa tanto, grazie ad ampiezza e vivacità finale. 91

CHATEAU D’YQUEM
La luce è splendente attraverso il bicchiere: è il colore già dorato che l’aiuta. E poi, che passeggiata tropicale mettendo il naso nel bicchiere. Si parte dalla papaya e il mango, si incontra il lime, poi un tocco di frutto della passione e… basta. Il resto è da elaborare con il tempo. Vellutato ma non grasso, rotondo ma non molle, più fine e delicato del solito, una silhouette da grande mannequin. 95

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

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