PrimAnteprima 2019: due orizzontali per dieci territori toscani

PrimAnteprima 2019: due orizzontali per dieci territori toscani

di Andrea Gori

Due degustazioni e un ampio banco d’assaggio hanno inaugurato le degustazioni delle Anteprime Toscana 2019. Dopo un’interessante tavola rotonda sulle sfide del vino, dieci consorzi colpevolmente poco comunicati e poco conosciuti dal grande pubblico, hanno raccontato la loro storia. I consorzi in questione sono Carmignano, Colline Lucchesi, Maremma Toscana, Montecarlo, Montecucco, Orcia, Pitigliano e Sovana, Terre di Pisa, Val di Cornia e Valdarno di Sopra. Denominazioni “minori” solo dal punto di vista mediatico, perchè se la Toscana vale 1 miliardo di euro  è anche merito di questi piccoli distretti in cerca di una identità specifica. Molti l’hanno già raggiunta (vedi Montecucco, Orcia, Colline Lucchesi) altri sono in procinto di farlo ma non di rado offrono chiavi di lettura inedite e intriganti sui terroir toscani.

Per capire meglio abbiamo partecipato alle degustazioni guidate organizzate da PromoFirenze e condotte da Valentino Tesi, secondo miglior sommelier AIS d’Italia. Due le degustazioni: una dedicata alla grande annata 2015 e un sui rossi 2013 e i bianchi 2017.

Viaggio in una Toscana meno nota nella grande annata 2015

Trefiano, Vittorio Contini Bonaccossi – Carmignano Riserva DOCG 2015
Una delle prime denominazioni toscane che fa risalire la sua tradizione ai Medici e alla famiglia dei Lorena. Questo Trefiano è un cru dei Contini Bonaccossi, da molti anni in biologico, ed offre note fruttate, balsamiche e resinose con una nota quasi di ferro sul fondo, tannini ben presenti e una componente di frutto austera con note di cassis. 91

Ruschieto, La Salceta – Valdarno di Sopra DOC 2015
Le balze di Valdarno sono accumuli di argilla, sabbia e sasso con una escursione termica molto accentuata. Pur essendo una delle prime denominazioni italiane, ha vissuto un periodo di oblìo finchè un gruppo di produttori l’ha riportato in grande spolvero unendo il sangiovese ad altre varietà. Il suolo di Valdarno di Sopra è simile allo scheletro dell’est del Chianti classico con il macigno. Ruschieto è il nome di una vigna dell’azienda La Salceta di Loro Ciuffenna, solo sangiovese biologico dalle origini. Fa solo acciaio e ha un profilo luminoso già dal colore, frutti e fiori rossi con una nota di humus e grafite e un finale di olive nere. Il palato è un po’ rustico ma saporito, con un succoso approccio al frutto e un finale di ciliege ed erbe officinali. 90

Sesterzo, Poggio Grande – Orcia DOC 2015
Dal territorio patrimonio dell’Unesco nonchè terra della Cinta Senese, delle Crete senesi e del pecorino di Pienza. Oggi il vino di quest’area sfida la fama di Montalcino con una gamma focalizzata sul sangiovese cresciuto su suoli di differenti origini del pliocene con grande ricchezza di fossili marini e microelementi. Il vino Sesterzo di Poggio Grande nasce a Castiglione d’Orcia dal 1998. Affinato in tonneau che gli danno un profilo piuttosto intenso, ma con ciliege e prugne sotto spirito, qualche nota speziata e resinosa, un tannino levigato e il finale di amarene con un tocco sapido. 87

Rosso della Porticcia, Casale Pozzuolo – Montecucco DOC 2015
Montecucco ha il monte Amiata da un lato e il mare di fronte. Una zona nata da famiglie di produttori che hanno puntato tutto sul biologico (70%) per via di un microclima dalle condizioni ideali. Rosso della Porticcia è una piccola produzione di 5.000 bottiglie di Casale Pozzuolo, con un sangiovese dalla spiccata acidità segnata già al naso da aromi di violetta e di ribes rosso, con un tocco mediterraneo, fresco dai tannini saporiti e una vena sapida con un finale leggero e dissetante. 88

Cercatoja, Tenuta del Buonamico – Montecarlo DOC 2015
La collina bianca dal 1333 si chiamava Vivinaia (via vinaia) per la sua posizione sulla strada francofona e Cassia caratterizzata dalla presenza dei vigneti. Nel 1969 nasce la doc con ispirazione francese anche nella selezione dei vitigni, con particolare focus su bordeaux per migliorare le basi di trebbiano e vermentino grazie a semillon e roussane. Tenuta del Buonamico con Cercatoia possiede uno storico cru di Montecarlo per via del suolo, la prima vigna di syrah in Italia antesignano dei supertuscan dagli anni 60. Frutti e fiori scuri con bacche selvatiche e more, rose in pout pourry con uno sfondo di rosmarino e liquirizia. Bocca vibrante e profonda, tannini pieni che suggeriscono un potenziale evolutivo. 92

La Sirah, Tenuta Lenzini – Igt Toscana 2015
Lucca e le sue mura si affacciano sulle colline lucchesi suddivise in due parti dal fiume Serchio. L’influenza di volta in volta dell’Appennino e del mare, danno differenti effetti sulle vigne tra alta intensità di luce, piogge e venti. La storia del vino inizia nel XIV sec quando la produzione della seta e la commercializzazione verso il nord Europa viene affiancata dalla vendita del vino. La villa con la fattoria nel 18esimo secolo ha visibilità internazionale grazie all’arrivo dei Bonaparte e di altre famiglie francesi che vi portarono uve francesi. La Sirah di Tenuta Lenzini è biodinamico e nasce in un anfiteatro naturale: fa 28 mesi in tonneaux, naso intenso e potente con note quasi tostate di humus e di caffè, in cui il frutto emerge dopo su un fondo di gelée al ribes nero, tannino speziato e finale di cappero. Consistenza che si sviluppa armoniosa pur con una presenza di struttura importante. 90

Vigna Alta, Badia di Morrona – Sangiovese IGT Toscana 2015
Siamo in Terre di Pisa, la provincia della zona di Valdera che va dalle colline di San Miniato fino al mare di Corciano Pisano che porta la ventilazione marina a pettinare i vigneti, con importanti effetti sulla viticoltura. È un consorzio nato di recente per valorizzare i vini che per i rossi sono spesso dominati dal sangiovese, come il Vigna Alta di Badia di Morrona a Terricciola. Dopo un inizio con vinificazione in barrique nuove, lo stile si è evoluto prediligendo il legno grande. Il frutto è maturo, quasi marmellata di more e lamponi e una sfumatura di toffee. Ha un succoso palato con un finale speziato di pepe che slancia la generosità del corpo, con un tocco di arancia amara a snellire la ricchezza sul finale. 93

Poggio Rosso, Velthune Val di Cornia – Igt Toscana 2015
Qui siamo più a sud di Bolgheri, da Piombino fino a Campiglia Marina con la bellezza di San Vincenzo e le sue argille tutte ricche di minerali ferrosi. Baratti e Populonia sono celebri per le terre rosse e ancora oggi l’origine di questi suoli caratterizza i vini. Sangiovese e vermentino sono i protagonisti baciati dai venti marini di quest’area, dove specialmente i bianchi sono diventati popolari per il loro profilo minerale, solare e salino. Velthune è il nome del dio multiforme etrusco che protegge la maturità del frutto. È un cabernet sauvignon in purezza con affinamento in barrique nuove e di primo passaggio. Scuro e opulento con grande ampiezza e intensità, ciliegie scure e rabarbaro candito, note eleganti di scatola di sigari e pepe nero in granì. Ancora ginepro e incenso con un complesso finale di noce moscata. Palato vellutato e pieno, con il frutto concentrato e accompagnato da tannino fino e un allungo mediterraneo sapido. Finale di tabacco e angostura. 88

Tenuta Belguardo, Marchesi Mazzei – Igt Toscana 2015
La Maremma è un’area molto grande nel sud della Toscana e per questo molto diversificata. Si può dividere in 3 parti principali: il primo ad est del fiume Fiora, vicino al monte Amiata, dai suoli vulcanici, il secondo tra il Fiora e l’Ombrone con depositi fluviali e argillosi e poi la vista maremmana con suolo sabbiosi. Prima era famosa per i suoli fertili dalla ricca produzione di alberi da frutto e del grano. I vini sono a maggioranza sangiovese, ciliegiolo e alicante, seguiti nei bianchi da vermentino e ansonica. Mazzei Belguardo ha lo stesso blend del Sassicaia, su suoli di rocce sedimentate e sabbiose al massimo di 100mt sul livello del mare. Apre con note eleganti ed intense di primizie di bosco, succoso con note di sandalo e cioccolato, ma la trama mentolata segna la progressione in un palato dall’incedere ritmico tra densità e freschezza. Il finale di radice di liquirizia è puntellato da note sapide, con un tannino estremamente definito. 94

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Indietro nel tempo con Rossi 2013 e Bianchi 2017
Ecco un bel tentativo di esaminare il comportamento del terroir toscano in due vendemmie molto diverse come la 2013 ricca e calda ma equilibrata grazie a piogge nei momenti giusti in estate e autunno e la 2017 arida e torrida, temperature altissime e prolungate ma soprattutto assenza di precipitazione che ha concentrato molto la polpa e il succo delle uve, difficile trovare equilibrio classico in molti vini. Ma molti 2017 sono piacevolissimi a dispetto delle previsioni.

Peteglia, Vermentino DOC Montecucco 2017
Siamo a Montenero, Castellaccia del Piano: 5 mesi in acciaio, colore giallo paglierino ancora bello lucente con cenni dorati, naso intenso e croccante, fiori bianchi di acacia e biancospino insieme a frutti esotici come ananas e pesca poi nota varietale di timo ben tratteggiata. Bocca fresca e sapida, alcol lieve, lunghezza di frutto maturo che ricorda caramelle al limone e note iodate e saline. L’annata si sente in una lieve traccia alcolica che non disturba più di tanto la piacevolezza generale. 85

Podere Sgretoli, Montecarlo DOC Bianco 2017
Colore dorato e ricco, frutto giallo e luminoso, acidità agrumata poi mela e sapidità con tocchi di gesso e floreale, cedro e pera. Al palato c’è equilibrio con bel corpo centrale di agrumi e lytchees, menta e melone. Maturità ben presente ma la sapidità di fondo lo rende comunque piacevole e bilanciato. 87

Leudo, Tenuta Maria Teresa – Igt Toscana 2017
Vigne di 19 anni a nord est rispetto a Lucca e a 180 metri s.l.m. Colore molto chiaro, note di vaniglia e cocco, arancio, tropicaleggiante di mango, banana e ananas. Ancora mela gialla, pepe bianco, elegante con nota di nocciola tostata. Il tutto si esalta al palato con dolcezza complessiva da grande maturità, bilanciata da freschezza tartarica ben presente e salinità piacevole. 85

Ildebrando, Cantina di Pitigliano – Bianco di Pitigliano Superiore DOC 2017
Suolo completamente vulcanico, tufo che domina paesaggio e sottosuolo delle vigne. Naso splendido ed esplosivo, vulcanico e fruttato con nota sapida molto intensa e soave. Floreale, maturo e ricco tra rose e ginestra, anice, poi pesca nettarina e sambuco. Bocca con freschezza limonosa che colpisce, mandorle e tocco amarognolo nel finale che dà una bella spinta al complesso delle sensazioni. 88

Auramaris, Val di Toro – Maremma Toscana DOC 2017
Naso di camomilla, lieve tropicale, agrumi freschi ma più pompelmo che cedro, mela e pera mature anche se in un quadro più fresco che altrove poi timo, lieve erbaceo e iodio. In bocca è molto bilanciato tra freschezza e rotondità, non lunghissimo ma con una salinitià insistita che duetta con frutto e regala bellissime sensazioni. 90

Quattordicisei, Colline San Biagio – Igt Toscana Merlot  2013
Dal nome della particella catastale questo 100% merlot che passa 18 mesi in barrique. Colore ricco ma con cenni di granato. Al naso sa di prugne, ribes e mirtillo con tocchi di pepe, spezie esotiche, senape e olive. Profilo molto scuro di tostature, poi cocco e caffè, sandalo. Bocca ricca ma con un suo equilibrio ben preciso, in cui si fa strada il frutto sempre supportato da acidità e tannino molto levigato. Chiude tra fico e dattero con una piacevolezza notevole. 85

Torrione, Petrolo – Valdarno di Sopra DOC 2013
Suoli simili all’est del chianti classico, macigno con molta sabbia, 15 mesi in botti grandi e barrique usate. Rosso scuro, preciso, con note mature di frutta rossa e nera molto mature, amarene, poi note terziare di sottobosco, mentolo, eleganti e un po’ selvatiche. Bocca molto fedele con spinta e bell’equilibrio, vino in piena maturità espressiva, ricco senza compiacimenti. 90

Ciriè, Podere Albiano – Orcia DOC 2013
In zona soprattutto regna il sangiovese con autoctoni particolari come il foglia tonda e altre internazionali. Molto scuro, con note di sandalo e pepe nero, poi speziatura fitta di noce moscata, zenzero. Bocca bella e ricca, sapido e beverino con tannino che ßi è evoluto bene. 87

Nambrot, Tenuta di Ghizzano – Costa Toscana Igt 2013
Belle colline non molto lontano dal mare  (qui siamo a 200 mt s.l.m) terreno di origine pleocene con sabbie e conchiglie. Intenso e seducente, giovanissimo e ampio, penetrante con aromi di lavanda, rosa, fiori di pesco, mirtillo e more di rovo. Bocca mentolata fresca che ravviva il frutto ricco ma ancora in evoluzione. Tannino fine che anima le tostature e la materia in maniera magistrale, dolce e succoso ma che non stanca. 93

Rosso degli Appiani, San Giusto – Igt Toscana 2013
Siamo a Salivoli, vicini al mare, con suolo metallifero, venti, macchia, molta ventilazione, tanto sole e calore. Tanta acqua nel sottosuolo con tracce anche termali. Il Montepulciano ha meno esuberanza e più sapidità rispetto a quando cresce in Abruzzo. Scuro e intenso, questo Montepulciano porta grande influenza, naso ricchissimo, frutto in confettura, poi amarene, more, mirtilli. Continua con spezia, sottobosco e fungo, note terziarie tra pelle e smalti, palato dal grande frutto, note affumicate e ferrose. Finale di frutto scuro come al naso, prugna e cassis. 88

 

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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