Pre-visioni | Anche l’orribile 2011 ha diritto alla raccolta differenziata: parola di editor

di Intravino

Ok, il futuro ci attende radioso e poi, diciamolo: fare peggio del 2011 è oggettivamente difficile. Qualcosa da salvare, però, c’è sempre, ma la zavorra è tanta. Prima che il 2012 ci assalga alle spalle, direi che è necessario un rapido check della situazione. La giovine redazione di Intravino (età media 14 anni), si è cimentata nel classico giochino della torre e, tra le righe, si intravedono il nuovo che avanza e il vecchio che arretra (a fatica, eh!). Volete provarci anche voi? Massì, dai, liberarvi vi farà bene e poi, volete mettere la soddisfazione di dirlo a Intravino? Sapete, a volte basta un nulla per ritrovarsi dall’altra parte dello schermo (faccina).

Fabio Cagnetti
Mi tengo: L’attenzione per il territorio. I gruppi di acquisto e il prezzo sorgente. Un grande vecchio: Giulio Gambelli. Un grande giovane: Luca Roagna. Il ricordo di quel Dom Ruinart Rosé 1986 e tutto ciò che ne è conseguito.

Butto via: La spocchia (ed è in primis un’autocritica). Quelli che si buttano sul carro dei vini naturali solo perché tira. La tecnica che prende il sopravvento sul territorio: non solo barrique e lieviti aromatizzanti, ma anche le macerazioni spinte sui bianchi, per esempio.

Francesca Ciancio
Mi tengo: I miei week end in Langa, mai uguali eppure sempre rassicuranti nell’alta qualità delle cose e delle persone. I vitigni zotici come il pallagrello. Il racconto semplice dei fatti senza l’autocelebrazione di chi scrive (al momento non mi vengono nomi).  Lo sguardo fiero eppur malinconico di Giuseppe Mazzacolin che pensa alla SUA Fattoria di Felsina.

Butto via: Le risse tra naturali e convenzionali (o che almeno ci spieghino chi sono e in cosa si distinguono). Le cantine degli archistar: visite inutili, meglio buttarsi su di un prato a ronfare. Quelli che citano vini che non hanno mai bevuto. Chi ha pensato di far fuori Giuseppe Mazzacolin dalla Fattoria di Felsina.

Giovanni Corazzol
Mi tengo: Facebook applicato al vino. Eventi, manifestazioni, notizie, degustazioni, semplici serate a tema. Molti hanno imparato a pubblicare e condividere informazioni sul vino attraverso i social network e molti hanno imparato a trovarle e selezionarle. Facebook e’ il mio modo per stare in contatto con produttori, distributori, fiere, giornalisti e semplici amici. Spero solo che Zuckerberg tenga un po’ più sotto controllo chi gli suggerisce troppi cambiamenti acchiappacitrulli. E poi odio Twitter.

Butto via: Nel 2012 non vorrei più vedere giochi di parole del tipo “di vino – divino”. Non ne posso più. E’ una mia personale crociata contro i facili e scontati giochi di parole di cui questo è esempio oramai bolsissimo. Suvvia creativi ed editor possiamo andare oltre.

Jacopo Cossater
Mi tengo: I tappi a vite, i lambic, i vini al bicchiere. I produttori che usano in prima persona i social network. Il bere miscelato di qualità e la mancia nei ristoranti. Il Rosso di Montalcino e le grandi denominazioni italiane. Le rifermentazioni in bottiglia. L’entusiasmo e la voglia di fare che tutte le mattine ci tira giù dal letto.

Butto via: I tappi sintetici e i sugheri più scadenti. Le nuove birre artigianali nate per moda, le carte dei vini più anonime, quei produttori che non è (quasi) mai possibile andare a trovare in cantina. La stragrande maggioranza dei vini novelli, i distillati scadenti e il coperto nei ristoranti. La continua ed apparentemente inesorabile nascita di nuove doc e docg, centomila vini come discriminante di qualità e il continuo lamentarsi della crisi, basta.

Elia Cucovaz
Mi tengo: Le vicende del Rosso di Montalcino. Le pretese dei brachiosauri vitignomiglioristi e la forza di un territorio di dire no. Perché se si deve mettere la propria anima in bottiglia non si può venire a patti con Mammona. “L’invenzione della gioia” di Sandro Sangiorgi perchè lo si legge e lo si rilegge e senti sempre l’amore (e i dolori) di un parto che mai sarebbe stato rimandato abbastanza. Twitter, perché l’uccellino mi ha detto che ti porta in tempo reale le notizie più croccanti dal mondo. E anche dal Mondovino. Anche se abiti sul Bricco delle Scimmie e non puoi andare a fare il figo a #merano o a #milano (che adesso è la stessa cosa) o ad altri eventi marziani.

Butto via: I bisticci delle associazioni di vini naturali. Nessuno ne sente il bisogno, forse tre persone ne comprendono il motivo e aggiungono tanto fumo (e niente arrosto) a un ambito già caliginoso. Che poi tanto alla fine ci si ritrova tutti al Vinitaly. Mister Pecorino e Miss Passerina. Non loro in persona, ma ci siamo capiti. Quelli che pontificano che il vino sull’Internez sa di tappo, pensando che 2.0 sia il suo punteggio in centesimi.

Andrea Gori
Mi tengo: La sparizione della distinzione tra blogger e giornalista. I criteri di selezione degli accrediti di Merano. I vini puliti e giusti, anche se non sempre buonissimi.  I Barolo 2007. I Brunello 2006.

Butto via: I vini buoni e puliti ma non giusti. Le presentazioni dei vini nei ristoranti stellati. Le Wineapp finte. I maceratoni arancioni.

Enrico Nera
Mi tengo: Gli scrittori di vino nel virtuale: ho coscientemente evitato termini anglofoni. I vostri due neuroni ancora in vita, dopo le sbornie di questi giorni, si devono focalizzare sul BelPaese. L’essere autoreferenziali non è mai cosa buona e giusta…ma quanno ce vo’ ce vo’! Senza di loro il mondo degli avvinazzati nostrani sarebbe in coma (naturalmente non etilico).

Butto via: Gli scrittori di vino nel reale: il soggetto con elettroencefalogramma piatto di cui sopra. Riviste vecchie, concetti ossidati e parola che sanno di tappo. Si trascinano avanti in una lenta agonia e mi costringono a comprare La Settimana Enigmistica in aeroporto.

Marco Pion (Tyrser)
Mi tengo: Le collaborazioni tra birrai, le collaborazioni tra chi sta dietro il banco e chi produce birra con passione e con testa. Il matrimonio tra le culture birra e vino in certe produzioni di birrai illuminati. La birra su Intravino. Kuaska.

Butto via: La tendenza a fare produzioni “una tantum”, sorta di esperimenti birrari pagati dai consumatori. Pianeta Birra di Rimini ormai pressoché inutile. La segale nelle birre.

Leonardo Romanelli
Mi tengo: Il proliferare delle guide e dei siti del vino: d’altronde in democrazia è bello avere maggiori voci a confronto per poter decidere chi seguire. Il successo di Twitter: Le degustazioni non saranno più verbose ma saremo costretti a condensare le sensazioni in pochi termini. Le bollicine a go go. Con buona pace di chi vuole gli spumanti solo a base dei vitigni classici.

Butto via: Le carte dei vini fatte con lo stampino. Ora che tutti i produttori vorrebbero vendere, uno sforzino da parte dei ristoratori per renderle più divertenti? I clan del vino: con annessi padrini e compari. I fiaschi con la plastica: già se ne trova pochi con la paglia…quelli con la plastica appartengono ad un’epoca che non deve più tornare!

Fiorenzo Sartore
Mi tengo: I blog, che tutti dicono che sono morti e invece eccoci qua a scassare come prima e più di prima. Collegato disposto, terrei gli editori cartacei che si stanno svegliando: stanno fiutando l’aria e cominciano a coprire d’oro i bloggaroli. (Vabbe’, facce sogna’). Tengo il numero crescente di produttori che smanettano coi socialcosi, perché stanno rivoluzionando la comunicazione che li riguarda (se vuoi un lavoro ben fatto, fattelo da solo). Infine tengo alla grande l’intero team di Intravino: eh sì, in questa cricca io ho conosciuto la meglio gioventù che assaggia, scrive e scazza di tutta l’internez vinosa italica. Quanto a tutti gli altri: non siete male, se migliorate ancora un po’ diventate quasi la metà di un intravinico. Eddai che si scherza eh.

Butto via: Lo spread, qualunque cosa sia. Un’altra parola arcana che serve a fare paura. La crisi, quella non basta buttarla, che tanto rimbalza e torna dentro, ma almeno il terrorismo finanziario, ecco, lo vorrei spedire su Marte: del 2011 butterei via questa maledetta paura che ci avete messo addosso manco fossimo tutti dei mascalzoni. Poi butto i comunicatori incapaci di usare un form dove inserire commenti (cioè quelli che non frequentano, ci siamo capiti). Magari ve la tirate da superiori, e invece avete solo paura. Oppure non siete capaci: in ogni caso, via, in pensione. E scusate ma butterei via Google Plus. Ha reinventato la ruota: ma dai.

Antonio Tomacelli
Mi tengo:
Il primo comandamento di Nick Denton, fondatore di Gawker: “Il gossip di oggi è la notizia di domani”. I punteggi nelle degustazioni. I commentatori intelligenti. Quelli che hanno accettato la sfida. Facebook.

Butto via: Quelli che “non frequento internet”. La foto di Cotarella nella brochure aziendale. I vini che sanno di rappresentante di prodotti per l’enologia. I pubblicitari che scrivono di vino senza aver mai bevuto una goccia d’alcol in vita loro. Gli articoli noiosi e tutti quelli che iniziano con la frase: “nella splendida cornice”.

20 Commenti

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enrico togni viticoltore di montagna

circa 12 anni fa - Link

mi tengo: le persone conosciute in questo anno su tutte due grandi donnine una toscana e una veneta (non siate maliziosi, loro hanno capito!), i miei amici valdostani e valtellinesi e i loro vini, il "team" di terra uomo cielo (Lucia e Davide compresi che ormai sono di famiglia), la mia testona camuna, la fivi e il suo mercato, i confronti con Farncesco Maule. butti via: I cialtroni che siedono a Roma, i vini che vanno capiti, le persone che non capiscono, quelli che non vogliono capire; BUON ANNO A TUTTI!

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carolina

circa 12 anni fa - Link

e moricchia? cosa tiene e cosa butta?

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antonio tomacelli

circa 12 anni fa - Link

"Mi si nota di più se non vengo, o se vengo e resto in disparte?" (N. Moretti)

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carolina

circa 12 anni fa - Link

non l'ho capita ma va ben uguale

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Riccardo Francalancia V.S.

circa 12 anni fa - Link

Mi tengo: l'escapologia degli "scrittori di vino nel virtuale" (cit.). Chi lavora in vigna e non cavalca le mode. Gli enotecari di fiducia. Le fiere alternative. I Social Networks e chi ne ha capito l'importanza. Butto via: gli strascichi degli anni '90 e chi non frequenta. Le parole usate a caso. Le cricche professionali. Le diatribe naturali vs convenzionali e birra vs vino. Basta, siete già vecchi. Chi se la mena troppo con l'estero.

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Marilena Barbera

circa 12 anni fa - Link

Mi tengo: Tutti i social (sì anche Facebook), gli amici che ho conosciuto online e tutti quelli che ancora incontrerò, il mio nuovo iPhone, i vini di Bressan e gli Chenin del secolo scorso, quelli a cui non piacciono i miei vini e mi spiegano perché. Butto via: I pregiudizi, i responsabili commerciali e i direttori vendite, i siti in flash, le brochures serigrafate e plastificate, quelli a cui piacciono i miei vini ma non li comprano perché “i vini siciliani hanno stufato”.

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Bruna Ferro

circa 12 anni fa - Link

Mi tengo: gli AMICI, quelli del mondo del Vino e quelli non del mondo del Vino, mai come in questo 2011 ne ho compreso il significato ed il calore. Butto via: la non possibilita' per le piccole aziende di avvalersi di una controllata autocertificazione e la frase "tutela del consumatore"' , sarebbe ora che il consumatore imparasse a tutelarsi scegliendo le dichiarazioni di scelta di produzione di cio' di cui si nutre. Butto via anche tutti coloro che non sono curiosi. Auguri per una ottima annata:il 2012.

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Mi tengo i produttori che fanno " Buoni Vini ". Ovvio, no? Butto via Il produttore toscano,che spesso interviene su questo blog, fa' vini da cane (Scusassero tutti i cani) : ne ho preso un cartone senza averlo mai assagiato, un errore. Aggiungo L'Avignonesi Rosso 2009, un brutto esempio di come sarebbe diventato il Rosso di Montalcino con la deregolazione del disciplinare.

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carolina

circa 12 anni fa - Link

tengo: i vini che mi piacciono (sono tanti per elencarli), gli amici con cui mi confronto che hanno l'intelligenza di argomentare le loro tesi, la mia testa dura che mi ha fatta esser quel che sono.chi mi apprezza perchè vivo nelle nuvole a volte. butto: i rompicoglioni invidiosi di quella che sono, chi non ha il coraggio di dirmi in faccia che non gli piacciono i vini che faccio, perchè probabilmente non gli piaccio io; le menate senza senso che sempre più spesso ci sono in rete e nella vita.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

mi tengo: la possibilita' di pubblicare e leggere contenuti sulla rete, in tutte le sue forme presenti e future. La voglia di lavorare e di essere positivi. La voglia d'imparare e l'apertura totale al mondo. La voglia di non avere paura. butto: chi rimane nel suo orticello, chi ha paura del mondo (che va avanti, comunque) e vorrebbe mantenere lo status quo perche' cambiare e' difficile. Le rendite di posizione, tante in agricoltura, e la tanta burocrazia inutile e costosa. Non c'e' neanche bisogno che mi dia da fare, sara' il mondo a buttarli via, basta non stargli troppo vicino per non farsi portare a fondo.

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

MI TENGO TUTTO, ASSOLUTAMENTE TUTTO. I blog vinosi, i vini scoperti attraverso gli stessi, le persone ritrovate dopo anni, quelle conosciute quasi intimamente senza mai averle viste in faccia, amici spesso molto più giovani ma con i quali sento di avere molto in comune. Mi tengo i post belli e quelli scontati, le polemiche costruttive e quelle sterili. Mi tengo i commenti più divertenti, quelli scurrili, quelli inutili e quelli acidi. Mi tengo il ricordo di alcune facce quando ho detto "Sono Nelle Nuvole". Mi tengo alcune soddisfazioni e qualche umiliazione. Mi tengo persino i rimproveri ricevuti perché a volte non resisto alla tentazione di commentare durante l'orario di lavoro. NON BUTTO NULLA, aspetto la fine del 2012 poi deciderò.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

mi hai bruciato sul tempo, ho aperto Intra solo adesso... mi tengo tutto e non butto via nulla anche perchè il rischio è che quello che butti oggi te lo ritrovi "sub altera speciem" domani.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

e sopra tutto tengo chi ha ancora voglia di assaggiare vini senza domandare al produttore "come lo fa?"

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

e senza domandare all'enotecaro di fiducia "Quanto costa?"

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ivande

circa 12 anni fa - Link

tengo: le persone curiose, affamate e assetate. butto: i tirchi e gli astemi.

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Gionni Bonistalli

circa 12 anni fa - Link

Tengo tutti i buoni vini che ho assaggiato quest'anno, che sono veramente tanti. Tengo i tanti bravi produttori che ho conosciuto di persona e che non dimeticherò. Tengo alle nuove passioni iniziate, champagne compreso. Tengo i progetti avviati, quelli in procinto di essere realizzati e i sogni futuri. Tengo i momenti di relax rubati a lavoro a seguire il mondo che cambia, anche se può far rabbia a qualcuno. Tengo le mie opinioni, anche se non ho bevuto almeno 100.000 vini e soprattutto mi tengo la libertà di scriverne. Tengo tutti i blog fatti con la passione e non con il portafoglio. e poi butto le disfide tra chi il vino lo produce in maniera diversa, anche se buono lo stesso. Butto l'incomprensione volontaria e recidiva. Butto la mia vecchia delegazione Fisar. Butto le false amicizie, vere o virtuali, vecchie o nuove. Butto la politica, lo spread e tutti quelli che ci hanno portato a questo punto. Butto tutti quei vini scontati che non mi hanno fatto emozionare per niente. Butto tutti i rimorsi e i rimpianti che in fondo non servono a nulla.

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Angelo Di Costanzo

circa 12 anni fa - Link

E' mica il post più provocatorio dell'anno?

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Io butterei via un sacco di cose, ma credo che sarebbero cose che invece piacerebbero tantissimo a tanti talebani.

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Simone

circa 12 anni fa - Link

ecco le mie speranze per il 2012... meno tecnicismi e menate e più ammmore per il vino e la terra.. http://simodivino.blogspot.com/2011/12/2012-passioni-e-speranze-nel-mondo-del.html

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