Poggio al Vento Brunello di Montalcino 2013, il biologico e la 2015 in arrivo
di Andrea GoriC’è aria di festa a Montalcino. La 2015 sta arrivando e molte cose non saranno più come prima. Circolano voci di vendite en primeur e un cambio di passo che tutto il territorio sta aspettando; del resto James Suckling ha appena annunciato 11 centocentesimi per la 2015 con la 2016 in arrivo tra 15 mesi che promette simili exploit. Tutto questo, però, sembra non turbare Col D’Orcia e il loro passo che si misura sui secoli più che sui decenni e singoli millesimi. Fa un effetto bellissimo sentire Francesco Marone Cinzano parlare di “progetto a breve termine” riguardo la conversione in biologico (e presto in biodinamica) del vigneto della Tenuta tra i più grandi in zona. Parole che sembrerebbero stonate o presuntuose in bocca a qualsiasi altro viticoltore che non avesse un olivo di cinquecento anni tra i suo possedimenti.
L’occasione di presentare in anteprima la 2015 del Brunello in realtà viene messa per una sera in secondo piano dall’arrivo del cru Poggio al Vento in versione bio, un cambio di prospettiva subito sposato da Santiago Marone Cinzano che sta entrando sempre più a fondo della gestione della Tenuta con idee chiarissime sul suo futuro. Per degustare il nuovo, anzi, i nuovi arrivati viene allestita una sontuosa cena con Giuseppe Mancino del Piccolo Principe di Viareggio, reduce da un’altra stagione ricca di soddisfazione nel suo due stelle, e Valeria Piccini di Caino, una certezza che non mostra mai segni di stanchezza e che regala sempre grandi piatti capaci di esaltare i vini accanto a loro.
Dal Piccolo Principe per esempio l’Amouse bouche di sushi toscano, tartufo bianco di San Miniato, maionese , bieta avvolta a mo’ di alga e carne trita di Chianina
Viene servita con il Rosso di Montalcino 2011 in magnum, con note dolci di fragolina di bosco e arancio rosso , dalla grande intensità fruttata intatta al palato, sorso sapido croccante in una fase decisamente interessante della sua evoluzione.
Grandioso e coraggioso anche il successivo abbinamento con il Duo di Scampi e coniglio, ristretto di pollo, tuberi e funghi di stagione sempre di Mancino che si abbina sorprendentemente bene al neonato Brunello.
Brunello di Montalcino 2015 Biologico
Naso intenso e ricco, scuro, ampio e ficcante di amarene, pepe. Sorso dinamico, materico e fresco, tannino di slancio e intensità notevoli che raccontano bene l’annata molto ricca ma anche gestita con sapienza da Col d’Orcia. 93
Per completare l’assaggio del Brunello e testarlo più a fondo ci pensa il piatto di Valeria in arrivo ovvero il Risotto cipolle e alici, molto cremoso fitto di umami e con note citrine a svegliare tutto. Un piatto su cui vengono proposte anche altre due chicche dal repertorio di annate storiche ovvero la 2001 e la 1979 riserva.
Brunello di Montalcino 2001
Annata che per ora non mostra segni di cedimento rivelando sempre scrigni di sapore e ampiezza. Colore vivace e pronto, naso ricco e fresco, lamponi in confettura, ciliegia, note di carrube, senape, liquirizia, bergamotto e cannella. Sorso agile, lampante con ancora grinta e tannino a distendersi con ampie falcate. 94
Brunello di Montalcino Riserva 1979
Non tutte le bottiglie allo stesso livello qualitativo ma le migliori sfoderano un colore granato intenso con riserva di polpa mica da poco. Bocca di amarene, tabacco, senape e pepe, sensazione di freschezza balsamica che non vuole lasciare il bicchiere, sostiene il risotto e non solo, fa la sua figura in tavola, eccome. 88
In tavola arriva un altro piatto di Caino ovvero il Controfiletto di cinghiale con salsa di sottobosco verdure di stagione
Poggio al Vento Brunello di Montalcino 2013 Bio
Color rosso rubino con tocchi granata, apertura serafica e baldanzosa, floreale di viola e lavanda, note di mela rosa del Casentino, ciliegia, arancio rosso, refoli di iodio e pepe, sandalo, bocca serrata intensa e dolce con finale sognante. 96+
Poggio al Vento Brunello di Montalcino Riserva 1995
Scuro cupo di more, mirtillo e sottobosco piccante, note di verbena, coriandolo e senape, poi tabacco, ginepro e cotè balsamico, timo e lentisco. Bocca rocciosa, grip sontuoso che cresce alla distanza. Annata poco considerata ma che rivela scorci di grandezza davvero mirabili. 97
Giuseppe Mancino torna in sella per il dolce dal menu del Piccolo Principe, ovvero La mela, sua composta, cannella e trucioli di frutta secca, serviti con il Pascena, il Moscadello di Montalcino passito di casa, sempre un esempio di lealtà verso la storia antica di Montalcino dove il Moscadello per secoli è stato il vino più conosciuto.
11 Commenti
Paolo A.
circa 4 anni fa - LinkUndici 100/100...per la 2016, che si annuncia migliore, che facciamo? Diamo il 100 politico a tutti?
RispondiAndrea Gori
circa 4 anni fa - Linkmigliore in media ma con meno picchi quindi ci saranno al massimo 2-3 100/100, o così dice James!
RispondiAurora N
circa 4 anni fa - Link“Nel 1983 chiesi al giornalista Sheldon Wasswerman di non pubblicare il punteggio dei miei vini.Così fece, ma non solo, sul libro “Italian Noble Wines” scrisse che non chiedevo di far parte di classifiche ove il confronto,dagli ignavi reso dogma, è disaggregante termine numerico e non condivisa umana fatica" Teobaldo Cappellano.
RispondiHaris Papandreou
circa 4 anni fa - LinkGrande Teobaldo !! se non sbaglio anni fa anche Tenute Dettori non erano interessati ai punteggi.
RispondiSancho P
circa 4 anni fa - LinkIl conte è un personaggio unico. Straordinario era anche Virano , oggi in pensione, quando ne era il braccio destro. Quanti aneddoti. Avendo degustato e bevuto, non voglio dire tutte, ma poco ci manca, le annate a partire dalla mitica riserva del 1965, la prima cosa che lascia stupefatti, è la tenuta incredibile di questo Brunello, che anche nella versione annata, evolve magnificamente decennio dopo decennio. Mi ritrovo perfettamente nella descizione del Poggio del 1995, perchè il carattere silvestre del Sangiovese esce tutto . Struttura imponente, in stile anni 90. Oggi la mano è più leggera, i vini sono più fini ed eleganti, ma del resto il bello delle verticali è che consentono anche di percepire come cambia lo stile nei decenni. Il rosso di montalcino 2011 oggi è veramente favoloso, con quel sottofondo agrumato e il tannino già sulla via della seta. Grandi.
Rispondimariazzo
circa 4 anni fa - Linkinteressante questa cosa delle vendite en primeur del brunello. mi piacerebbe approfondirla maggiormente (magari con una lista dei produttori) ;)
RispondiAndrea Gori
circa 4 anni fa - Linkcitofonare enoteca Tassi, per esempio
Rispondimariazzo
circa 4 anni fa - Linkumm quindi non direttamente dal produttore?
RispondiHaris Papandreou
circa 4 anni fa - LinkDa tempo vedo punteggi altissimi per tanti vini. Alcuni di questi vini gli ho provati altri no e forse per il prezzo altissimo non gli proverò, La domanda che vorrei fare è la seguente: Se un vino appena uscito prende 100/100 oppure 98/100 fra 5-10 anni in bottiglia che sarà evoluto quale sarà il suo voto? 130 e lode?
RispondiAndrea Gori
circa 4 anni fa - Linkin realtà il punteggio inteso alla PArker per i vini in anteprima o presto include sempre la prospettiva evolutiva. Nel senso che un 100/100 non è mai un voto al vino in sè in quel momento ma un voto in prospettiva alla sua evoluzione. Tieni sempre conto che Parker nasce come guida all'acquisto di vini da pagare ora e ritirare tra 2-3 anni. Poi il significato in parte è cambiato ma quando si parla di vini ancora da uscire il senso è quello.
RispondiOrion
circa 4 anni fa - Link100/100 di Suckling... ma oltre gli states quanto pesa Suckling? Capisco che per i produttori ilcinesi gli USA siano il mercato più importante ma considerare i suoi punteggi in modo un pò più distaccato specie in un blog di appassionati italiano sarebbe forse auspicabile. Ossequi.
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