Perché non riesco a innamorarmi di un astemio?

Perché non riesco a innamorarmi di un astemio?

di Angela Mion

Dorotea è del 1979 e quando parla della sua vita racconta di storie d’amore andate a farsi friggere, di una famiglia difficile, di un lavoro che non le piace ma, ahimè, deve pur sbarcare il lunario, e di una passione costruita e generata negli ultimi 15 anni che è il vino.

Frank è del 1976, ha studiato, lavora come libero professionista, divorziato, ama le cose che lo fanno star bene, mangione goloso bevitore incallito, appassionato dell’ebbrezza del vino da sempre.

Potrei aggiungere me, Marta, Francy, Nicola, Alessandra e Lucia. Più o meno stesso quadro. Nati, studiati il giusto, accoppiati per anni a random con persone incompatibili, cervellotici appassionati di vino.

Cerco di costruire un pensiero e una metamorfosi che gente come me fa negli anni.

Crepet parla di passioni, in un suo libro titolato appunto passioni, racconta di come queste siano determinanti nella vita di un giovane. Di come il riuscire a perseguirle, incontrarle, riconoscerle e coltivarle sia fondamentale per aumentare di qualche punto la possibilità di una vita felice.

Ai miei tempi, e in particolare in quelli prima dei miei anni ’80, specie se vivevi in paese, si andava a studiare la ragioneria o geometri. I più fortunati all’epoca sono diventati elettricisti ed estetiste, hanno famiglia figli e vanno ogni domenica a messa e al centro commerciale.

Non esisteva lo spiraglio delle passioni. Quella era la vita, si doveva pensare al lavoro come fonte di reddito e risparmio per una famiglia da poter mantenere. La voce della mamma era come il grillo di Pinocchio: ricordati da dove arriva, ai sacrifici, il denaro tappa tutti i buchi, dove vuoi andare. A random così, Dorotea come Frank come me, hanno tappato tutti i buchi con lavori poco ispirati e spesso studi improbabili. Nella ruota hanno quindi incontrato persone incompatibili e anni difficili di crisi esistenziale.

Si perché l’unico buco che non sono mai riusciti a chiudere è proprio quello delle passioni. Quella voragine che è un governo ingestibile e parte con una sottile fessura. La voragine di Dorotea e dei nostri amici è il vino. Come potrebbe essere la subacquea per Raffael.

E anch’esso vino è la nostra metamorfosi matura e assieme a politica e religioni detta leggi e pianta paletti.

Il quesito sembra banale e spropositato ma in realtà è piuttosto comune: pensate sia facile la vita di un single bevitore eterosessuale o omosessuale maturo appassionato di vino? Bevitore appassionato con metamorfosi da vino. Di quelli che il vino rappresenta un attimo di pura gioia in una giornata, di quelli che quando vanno a cena pensano al posto pensando che li si beve bene e pensando, forse ancora prima di prenotare, che bottiglia bere. Di quelli che se fuori piove ad agosto beviamoci un amarone, di quelli che se devono far shopping dicono che il Barolo veste da dio e lo Champagne come una borsa di Louis Vuitton dura una vita.

E che più gli anni passano, meno questa passione ha intenzione di levare le ancore. E la metamorfosi procede, si calcifica e cambiamo noi. Ci chiudiamo.

Frank era a casa mia, bevevamo una bottiglia di Tai rosso del 17 di Pegoraro perché il tai è gentile leggiadro chiacchierino  e ci confessavamo le nostre difficoltà di vita amorosa, mi raccontava di Greta, conosciuta in palestra, medico, carina, e di esserci uscito una sola volta perché proprio non ce la fa, è astemia. In trattoria lei ha preso un tè freddo, che non avevano, e acqua naturale, lui al secondo calice si sentiva già alcolizzato.

A me è capitato di uscire con un tipo e niente, puoi essere belloccio garbato prestante ma quando mi ha detto che al massimo beveva un Prosecco di quello poco amaro, ho detto che andavo a prendere le sigarette un attimo, sono passati tre anni e non fumo. Un altro mi ha detto che anche se non beveva un bicchiere di vino per tre mesi non cambiava nulla. Un altro mi ha detto che se mi fossi comportata bene mi avrebbe fatto bere un fantastico Bellavista che gli aveva regalato un cliente a Natale. Un altro parlava di massimi sistemi ma non sapeva chi fosse Gravner.

Non c è nulla di strano in tutti i miei personaggi. Loro sono normali. Siamo noi che ad un certo punto della nostra vita decidiamo di ascoltarci e di ascoltare le nostre passioni. Perché se per trovare la parte più centrata di noi siamo dovuti passare tramite strade tortuose ed errori che nel mio caso sono costati anni di vita con persone sbagliate, la mia metamorfosi di bevitrice mi porta qua. Ad essere stronza. Abbasso i tartufismi, stare con chi non condivide le tue passioni è cosa molto molto difficile.

Ciò non significa che Dorotea debba stare con un guru enofilo ma significa che Dorotea non potrà mai essere felice con un astemio o chi è sordo e disinteressato. Poi chissà, l’amore è cieco dicono i saggi e tutti quelli che devono convincersi dell’amore che hanno, eppure se iniziassimo a vederci un po’ meglio e a dire qualche no forse si perderebbero meno anni e meno partite.

Resta una variabile su tutte: la fortuna.

“La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro.” (Match Point, 2005).

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Angela Mion

Veneta, classe 1981, studi giuridici e azienda di famiglia. La svolta cubista arriva quando ormai maggiorenne incontra il vino: Sommelier, Master Alma-Ais ed altre cose in pentola. “Vin, avec toi on fait le tour du monde sans bouger de la table”. Bucolica e un po' fuori schema con la passione per la penna, il vino, il mondo e la corsa. L’attimo migliore? Quello sospeso fra la sobrietà e l’ebbrezza.

6 Commenti

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Nic Marsél

circa 5 anni fa - Link

In fondo si comincia tutti da astemi, come è vero che "tutti noi si inizia da perfetti estranei fino a scoprire che estranei non si è più" (Tom Waits - I never talk to strangers). Il Pegoraro 2017 scivola giù che è un piacere e conforta, ma non sconfigge la paura. Personalmente sono terrorizzato da che son nato ed essere cresciuto a latte e Woody Allen mi ha aiutato a prenderne coscienza senza risolvere un granché. E allora sappi che ci sono anche astemi semplicemente inconsapevoli di avere un ascendente da alcolisti. Il rischio è che se gli apri gli occhi poi finisci per scarrozzarli in lungo e in largo mentre loro, fortunati, si godono il viaggio :-)

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Enofobo

circa 5 anni fa - Link

Poi ti muore una persona cara e capisci la futilità del vino, dei suoi riti, dei suoi miti. Capisci quanto sia stato idiota mettersi lì a girare quei bicchieri, annusarli, spendere tempo e pensieri su quest'uva, su quel terroir... E che alla fine anche la conserva che fa tua nonna coi pomodori piantati sulla sabbia è diversa da quella che fa tua zia che ha la terra dell'orto più argillosa, ma chi ci spenderebbe un pensiero? Ci si condiscono gli spaghetti, e bon! Se vi illudete che quello che vi dà un bicchiere di vino siano emozioni, allora avete un grave problema narcisistico. Ma c**zo, piantatela di farvi le pugnette con Gravner, chiamate un vecchio amico che non sentite da anni, vi aprite un rosso qualunque, o meglio una birra, due fette di salame, o anche niente, e parlate! L'amicizia, l'amore e le relazioni affettive in generale sono le sole sorgenti di vere emozioni. Se si ha la fortuna di incontrare una persona che si ama, e da cui si viene amati... Ma chissenefrega se è astemia!!

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Angela

circa 5 anni fa - Link

Guardi, condivido in pieno le sue parole e le assicuro che tutti abbiamo momenti duri nella vita, chi più chi meno, io ho dato parecchio. Persone care che vanno in un attimo, incidenti assurdi che cambiano la vita. Vivo di passata di pomodoro e dell'orto di mio papà anch'io. Arrivo da un paese dove Gravner non solo non sanno chi sia ma non gli interessa nemmeno saperlo, ne oggi ne mai probabilmente. Io però un giorno ho deciso di tirare fuori la testa da sotto la sabbia. Mi tengo la mia terra sotto alle unghie e ne vado fiera ma al tempo stesso mi nutro anche delle mie passioni, forti e belle. Ho amici di tutti i tipi, le mie amiche non sanno un fico secco di vino eppure stiamo benissimo lo stesso e beviamo le birrette del supermercato e le bottiglie di casa. Sono sincera, mia madre è astemia, ma non so se io potrei condividere la mia esistenza con una persona che non ama e un minimo condivide ciò che amo io. Viviamo lo stesso di troppi compromessi. Boh, mi rilancio all'ultima frase del mio post: la fortuna. Buona fortuna anche a Lei.

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Enofobo

circa 5 anni fa - Link

Grazie per la risposta. Sono stato più polemico di quanto avrei voluto. Mi scuso.

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Salvo

circa 5 anni fa - Link

Stare con chi non condivide le tue passioni è - per me - una cosa assolutamente normale. Non ho mai trovato una donna che ami il calcio, l'enologia, gli scambi e la politica internazionale e che, allo stesso tempo, parli 4 lingue straniere. E sarei anche un po' fuori di testa a pretendere di rispecchiarmi nell'altro. L'unicità è l'essenza della vita, sempre secondo la mia opinione. Del resto una cosa è condividere le passioni, altro è rifiutare le stesse. Trovare qualcuno che accetti le tue passioni è molto più semplice e direi anche più sano.

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Massimo

circa 5 anni fa - Link

Assolutamente d'accordo!

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