Perché dobbiamo smettere di paragonare il Fiano di Avellino ai riesling. Assaggi comparati durante Taormina Gourmet

Perché dobbiamo smettere di paragonare il Fiano di Avellino ai riesling. Assaggi comparati durante Taormina Gourmet

di Andrea Gori

È come citare la Borgogna quando si parla dell’Etna, o Bordeaux quando si parla di Bolgheri: gli addetti ai lavori, per nobilitare un vino con meno appeal, evocano volentieri paragoni talvolta indebiti e fuorvianti. Durante Taormina Gourmet una bella degustazione ha immaginato un confronto tra Fiano di Avellino e il principe dei vitigni del mondo, da tanti considerato superiore anche allo chardonnay in Borgogna: il riesling, tedesco e austriaco. Eravamo in compagnia di Federico Graziani, ex sommelier numero uno in Italia e di casa da Cracco prima e da Aimo e Nadia poi, e oggi in forze a Feudi di San Gregorio, e Federico Latteri. Il trait d’union era il profilo aromatico legato alla pietra focaia e all’affumicatura, con cenni di idrocarburo solitamente caratteristici del riesling, che appaiono nel corso dell’evoluzione anche nel Fiano di Avellino.

La storia del Fiano di Avellino comincia molto probabilmente a Lapio, ai tempi dei Romani, e arriva oggi ad una DOCG molto estesa capace di produrre circa 3 milioni di bottiglie, su un’area meno vitata e produttiva rispetto, ad esempio, al vicino irpino Greco di Tufo. Nella degustazione scendono in campo Lapio, Sorbo Serpico, Montefredane e Summonte, piuttosto rappresentativi della varietà di vini che si possono ottenere in zona. Il terreno è principalmente argilloso, riequilibra il fabbisogno idrico per un vitigno privo di alta acidità in assoluto (che invece contraddistingue sempre il riesling) ma considerevole per il Sud Italia, dotato di alta componente tiolica che garantisce evoluzione interessante con erbe aromatiche e note fumé di idrocarburi: un’evoluzione che, appunto, fa spesso accostare il fiano al riesling tedesco e austriaco.

Pierpaolo Sirch dice che il fiano è uva tremenda, non ha paura di nulla in quanto pianta e uva, è molto solida e strutturata nella forza in vigna, è adatta al biologico, e necessita di pochi interventi rispetto al greco che ha invece buccia sottile e tendenza all’evoluzione. Fiano è certamente la grande uva bianca del Sud, non nasce con acidità così elevata come il greco ma evolve molto più lentamente, inizia il suo percorso con notevole morbidezza ed equilibrio che rimane stabile per anni, mentre acquista profumi e aromaticità particolari senza calare di freschezza se non nel lunghissimo periodo. Ricordiamoci sempre che l’Irpinia ha piovosità media superiore al Friuli Venezia Giulia, 1200 mm di pioggia l’anno, e il fiano ha maturazione tardiva (come l’aglianico): questo complica molto le cose in vigna e in cantina. Di seguito, ecco i nostri assaggi comparati.

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Pietracalda Fiano di Avellino 2015 – Feudi di San Gregorio
Ecco un fiano di altitudine molto caratteristico. Profumi di fieno e sale, frutto contenuto, calore e intensità, ginestra, maggiorana, erba aromatica, camomilla, macchia mediterranea, tutti già molto ben delineati nonostante la gioventù. Al palato c’è nota acida da vino molto giovane e rotondità e morbidezze ben presenti. Bocca ampia e intensa, sapidità che si fa strada e alcol che traccia un poco il sorso. 88

Fiano di Avellino 2012 – Guido Marsella
A Summonte verso Nord, molto elevato come altitudine, quasi 700 mt. Evoluzione ben avviata con traccia affumicata già ben presente, floreale e frutto carnoso, mela e zagara ma odore lieve di cenere di sigaretta, canditi e pompelmo e zenzero. Bocca stupenda, saporita, dolce ma croccante, dorata e speziata, zafferano e miele che arricchiscono l’esperienza, comunque bellissima e lunga e profonda: grande mano. 92

Fiano Feudi Studi 2014 – Feudi di San Gregorio
Prodotto a Lapio zona Nord Est, quella primigenia: floreale e ginestra, quasi fiore appassito, sapidità umida tipica di zona, fine e di acqua piovana e resine, zenzero e agrume, molto sottile. Anche in bocca ha meno forza della 2015: odore della pietra, del gesso si sentono molto. Freschezza complessiva ma meno acidità, ricchezza al palato molto superiore e lunghezza impressionante, fieno e fiori gialli quasi senza frutto. 90

30284121771_26dfe2a7aa_zHattenheimer Alte Reben Rheingau Riesling 2012 – Graf Von Schonborn (Germania)
Naso floreale con fiori di campo, lieve fumé e tanta albicocca e tocchi tropicali, miele e zenzero con zagara e arancio giallo. Bocca indietrissimo per l’alta acidità e spessore, ricco ma compresso. Dolcezza finale che equilibra l’acidità interessantissima a sottolineare sapidità e lunghezza di aromi della vecchia vigna. 92

Kapuzinerberg 1. Lage Wagram Riesling 2012 – Karl Fritsch (Austria)
Soluzione interessante, dorato con tropicale misto a gesso e pepe bianco, affumicato e saporitissimo con traccia alcolica di rilievo, come anche solforosa. Bocca calda, importante, ricca di sfumature idrocarburiche e mentolate, So2 abbondante che annoia un poco ma preserva un grandissimo frutto maturo giallo di mele in confettura. Vino non agilissimo ma dotato di equilibrio e complessità rare. 90

Fiano di Avellino 2012 – Pietracupa
Senape, pepe e ginestra, frutta accennata ma acidità che salta fuori dal bicchiere, bocca freschissima e saporita, contadina e rustica con bello slancio e intensità. Lieve traccia alcolica ma nel complesso ha vitalità insospettabile, che rappacifica con il naso più contadino e rustico. Al palato necessita di tempo ma esprime il fascino del Fiano in maniera pulita e netta. 92

Fiano di Avellino 906 2012 – Ciro Picariello
Massiccio e ricco: Picariello produce il suo fiano “classico” da Summonte e Montefredane in genere, mentre questo 903 viene tutto da Summonte, in teoria famoso per essere rustico ma in realtà si rivela bello integro e rotondo, ampio, spinge tanto, con nota fumé appena accennata. Traccia alcolica molto presente, vino un poco stancante in questa fase. Sopra le righe ma rientra nel personaggio e nello stile. 87

Breumel in den Mauern Grosses G. Pfalz Riesling 2012 – Muller Catoir (Germania)
Il lato caldo del Riesling, tropicale e sapidità insieme con equilibrio sul calore e menta, dolcezza ed esplosività, sale e menta ma tanto frutto, molto meridionale come Riesling e forse quello più vicino al Fiano: nespola, mango, albicocca, agrumato e speziato. Tanta anche la freschezza, vino “tanto” e impegnativo, una cornucopia di frutto e spezie che darà gioie in evoluzione. 94+

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In conclusione, non è del tutto improprio il paragone tra i due vitigni almeno su certi profili aromatici, ma non solo è troppo ambizioso, spesso è decisamente fuorviante: è difficile da immaginare che in una degustazione comparativa non ne esca ridimensionato nelle ambizioni di complessità e opulenza. Il fiano ha caratteristiche davvero uniche e complicate da confrontare con altri vitigni bianchi, e se il lavoro dei produttori in zona continuerà con la stessa passione e impegno degli ultimi 10 anni, in breve tempo avremo davvero in Italia un’altra gemma preziosa con cui presentarsi sull’agguerrito mercato dei migliori bianchi del mondo.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

12 Commenti

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GreenHouse

circa 7 anni fa - Link

Bell'articolo. Secondo me il trebbiano spoletino (quello serio) è più vicino al riesling del fiano. Ed è equidistante dai due. Ma la comparazione Fiano : Riesling aveva senso di essere, anche solo per arrivare alle conclusioni dell'articolo.

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elle

circa 7 anni fa - Link

gran vino il trebbiano spoletino

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Tom

circa 7 anni fa - Link

Anche un buon Albariño di qualità si avvicina al Riesling. Sopratutto al naso offre dei sentori simili. Al palato poi di solito si dimostra molto diverso.

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Andrea Gori

circa 7 anni fa - Link

credo che siano anche imparentati a livello genetico il Riesling e l'Albarinho

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Sergio

circa 7 anni fa - Link

C'entra poco , ma mi rimane una curiosità: che lavoro svolge un sommelier come Graziani in una cantina come Feudi? oltre a condurre degustazioni (come questa, suppongo); quante cantine possono permettersi una figura così?

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Andrea Gori

circa 7 anni fa - Link

In realtà Federico Graziani è (tra gli altri incarichi) responsabile commerciale e brand ambassador per tutta l'Italia orientale, non svolge mansioni di sommelier in casa Feudi. Federico è anche produttori di ottimi vini sull'Etna con la linea Profumo di Vulcano, distribuiti proprio da Feudi.

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Sergio

circa 7 anni fa - Link

PS: quasi dimeticavo: post interessantissimo! sapresti dare indicazioni di massima sugli abbinamenti col cibo? i due vini sono "diversi" anche a questo riguardo?

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Andrea Gori

circa 7 anni fa - Link

cibi diversissimi Sergio! Fiano più pesce e formaggi freschi o carni bianche con spezie. Per il Riesling si possono osare preparazioni anche più esotiche e piccanti per via della dolcezza. Ma ogni vino fa caso a sè soprattutto sul Riesling. Graziani era un maestro nei locali dove lavorava nell'abbinarlo in maniera specifica in base al residuo zuccherino e alle note aromatiche.

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Montosoli

circa 7 anni fa - Link

A parte la comparazione....che a livello olfattorio e gustativo vedo ben poco vicina...penso solamente al grande potenziale che la zona di Avellino ha con I bianchi....solamente sfruttata in piccolo parte. Potrebbe ...con piu impegno e serieta' essere facilmente la New Zealand of Italy. Basta impegnarsi a pieno con in solo vitigno ....ma questo puo succedere solamente se vengono 4-5 stranieri ad aprire la propria cantina.

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Emma Picariello

circa 7 anni fa - Link

C'è una piccola imprecisione il Fiano di Ciro Picariello è Fiano di Avellino Ciro 906 e proviene solo dal vigneto di Summonte non da Montefredane.

Corretto, grazie [F.]

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Vocativo

circa 7 anni fa - Link

Un articolo di cui si sentiva il bisogno. Peccato però che i campioni siano pochi e quindi c'è poca rappresentatività in gioco. Quanto all'acidità contenuta del fiano: è vero e non è vero. A Montefredane per esempio i vini mostrano "un'acidità che va fuori dal bicchiere", non di rado che sborda oltre i 7 gr litro (cosa che al Sud non succede quasi con nessun altro vino). Anche a Summonte, a dispetto di un corpo e di un alcol più pronunciati, abbiamo acidità che sono inconsuete per il Sud. Il discorso cambia nella zona di Lapio, dove la morbidezza è maggiore, così come pure in quelle aree tra Cesinali, Santo Stefano del Sole, San Michele di Serino e Santa Lucia di Serino...

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antonio c.

circa 7 anni fa - Link

Per avere un campione significativo della produzione di Fiano di Avellino mancano diverse aziende, Colli di Lapio in primis. No Colli, No Party :-))

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