Perché anche un blog ama parlare di guide

di Alessandro Morichetti

Settimana di anticipazioni delle guide ai vini cavalcata al galoppo e con piena soddisfazione qui su Intravino. Più leggo chi si sorprende che se ne parli, più mi viene da sorridere: “ma come, vi spacciate per alternativi e poi la rivoluzione finisce a tarallucci, 3 bicchieri e 5 bottiglie per fare da cassa di risonanza al cartaceo?”, sembra di sentire. Dubbi leciti, risposte dovute. Un altro vino è possibile vuol dire tante cose e non tutte immediate. Intravino nasce per parlare di vino con tono accessibile, senza prendersi troppo sul serio né eludere questioni ma cercando di conciliare precisione e levità: se non hai mai bevuto il Sassicaia e non distingui i tannini di un Barolo da quelli di un Montepulciano d’Abruzzo, benvenuto. Il nostro è un format elastico: notizie, interviste, reportage, assaggi, spunti di riflessione, video-racconti, frasi del giorno e gossip, oh, wine-gossip is the best fucking shit on earth.

La formula aperta del blog lascia spazio al commento: talvolta banale, spesso illuminante quando non vera chiave di volta di una riflessione. Citandone solo qualcuno farei torto a troppi interventi preziosi. Appassionati, lettori occasionali, produttori, enotecari, giornalisti e venditori ci leggono: una comunità aperta che arricchisce una narrazione speriamo lontana dalla noia paludata e publiredazionale di molta parte del cartaceo. Leggiamo anche noi le riviste migliori, tranquilli.

Poi, una volta l’anno, arrivano loro, le guide: armate fino ai denti per divulgare il verbo della critica enologica, pattuglie con ranghi serrati, gerarchie consolidate e riconoscimenti noti. Utili più o meno di un tempo, attendibili secondo qualità, influenti sul mercato ma anche no. Attesissime, quello si. Come attendi qualsiasi voto nella vita, quale che sia. Interessanti ma niente a che vedere con le Bibbie che furono. Oggi capita che il produttore orgoglioso di mostrare i 3 bicchieri si senta rispondere: “si, e allora?”. È l’eccezione, non la regola, ma capita. Qui nessuno ha mai detto né pensato che i blog avrebbero sostituito guide e affini. Certo, ne hanno ridefinito il senso e il ruolo per una serie di motivi. Ma il lavoro annuale di degustatori e professionisti seri (spesso, non sempre) va raccontato e scandagliato ben oltre la comparazione dei premiati, che pur non manca. Se poi uno è interessato a leggere di vino naturale, prezzo sorgente, etichetta trasparente, biodinamica e qualche altro centinaio di argomenti c’è solo l’imbarazzo della scelta tra 1.042 post e oltre 10.150 commenti. Questi temi sono all’ordine del giorno su Intravino tutto l’anno, non solo quando esce una guida. E qui la noia non sappiamo proprio dove stia di casa.

avatar

Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

4 Commenti

avatar

Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Sottoscrivo, un blog parla di tutto. E poi diciamocelo, chi meglio di una combriccola di enofighetti, enosboroni, enogeek e quant'altro, è più indicato per fare le pulci alle guide?

Rispondi
avatar

gianpaolo

circa 13 anni fa - Link

Anche io ho commentato su questa andazzo delle guide che si lamentano perche' i blogs e la stampa si preoccupano solo dei premi e non dell'affresco complessivo che ogni guida da del vino italiano, della complessita' del lavoro ecc. A parte che il mio commento e' ancora in attesa di moderazione su Slowine da ieri, ci ho fatto un post per dire: ma come, le guide sono l'essenza della semplificazione della realta' per renderla intelleggibile in modo fruibile dal lettore, e le classifiche o lenzuolate come le ha chiamate qualcuno, sono l'essenza della semplificazione delle guide. Io non ci vedo nulla di strano che la gente si appassioni a chi ha preso i tre bicchieri, o le eccellenze, ecc., in fin dei conti non accade lo stesso per le mostre del cinema, i premi letterari, quelli discografici, ecc. ecc.? La Guida dei Vini d'Italia del Gambero Rosso, avrebbe avuto il successo che avuto nell'ultimo ventennio, senza i famigerati "tre bicchieri"? E da ultimo, io ci vedo anche un po' d'ipocrisia da parte di chi fa il mestiere di fare le guide: se i premi non sono interessanti, perche' OGNI guida esordisce ogni anno con la degustazione dei vini premiati?

Rispondi
avatar

enrico togni viticoltore di montagna

circa 13 anni fa - Link

su una cosa sono d'accordo, parliamo di vino in modo semplice! ben vengano le classifiche se servono per discutere, approfondire o imparare ma non prendiamole come il verbo. indiscutibilmente vedere che il tuo llavoro venga apprezzato da un panel di esperti è sempre una bella cosa, leggere di te e di quello che fai su di una guida inorgoglisce, ma io sono qui, sempre e il mio modo di fare vino non cambia in funzione della guida ma cambia in funzione del mio sentire, della mia esperienza vendemmia dopo vendemmia. le guide e i concorsi mi servono per capire se sono sulla strada giusta però permettetemi di dire che i punteggi valgono fino a cinque, ho apprezzato molto la visita in azienda di slowfood, hanno capito lo spirito che c'è dietro le mie produzioni, la fatica, le problematiche, le speranze e le delusioni. attendo di vedere come saranno raccontate. ovviamente la mia è una piccola realtà, in una denominazione giovane e sconosciuta ai più, però vedere che da bra qualcuno si è mosso per salire in valle e vedre cosa combino è indice di interesse e ricerca e questo a me basta. la stessa cosa "gli altri" non la fanno ed essere in guida negli scorsi anni è servito solo a non mollare.

Rispondi
avatar

vitruvio

circa 13 anni fa - Link

Quoto e straquoto il viticoltore di montagna

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.