Passato, presente e un’Anteprima dal Castello di Vicarello

Passato, presente e un’Anteprima dal Castello di Vicarello

di Clizia Zuin

I miei genitori videro il castello e se ne innamorarono, si innamorarono anche delle vigne. Ma il contadino che le seguiva le aveva ricevute dalla Regione Toscana per evitarne l’abbandono e per legge non poteva venderle. Così organizzarono un baratto”.

A parlare è Brando, un ragazzo giovane e alla mano, figlio di Carlo e Aurora Baccheschi Berti che a fine anni ’70, dopo una vita passata tra Bali e Milano, tra la moda e l’architettura, hanno scelto di piantare le proprie radici tra Grosseto e Montalcino. Castello di Vicarello, sorto intorno all’anno 1100, ricade all’interno dei confini della DOCG di Montecucco, a poco più di 300 metri di altitudine, ma per ora i vini sono etichettati come IGT Toscana e il sangiovese è attore insieme a cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot e malbec. Prima annata prodotta: 2004.

Qualche anno fa, alle cene aziendali, girava dalle mie parti la divinazione degli imprenditori che proferiva: “i padri costruiscono, i figli custodiscono (a volte), i nipoti distruggono”, ma mi accorgo sempre più spesso che molti figli hanno una consapevolezza imprenditoriale e di sé stessi che molti padri imprenditori se la scordano.

Brando non sta conservando, ma si sta muovendo, si sta innovando, si sta proiettando efficacemente nel futuro, per migliorare i frutti dei 7 ettari aziendali. Quando gli chiedo che esperienze lavorative ha avuto, con molta semplicità e con un pizzico di orgoglio, mi racconta che il suo primo lavoro è stato nel reparto cottura degli hamburger di McDonald’s.

“A New York, migliaia di hamburger… Ogni giorno.”

brando baccheschi vicarello

Sembra uno scherzo, ne ridiamo insieme, per fortuna dopo New York ci sono state altre esperienze e nel 2012 rientra in Italia e decide di seguire le orme del padre, che tutt’oggi continua a dire la sua. I 2 fratelli invece si occupano del castello e della ristorazione.

Brando non lascia nulla al caso. È maniacale. Ogni processo viene esasperatamente condotto verso la perfezione: dai tappi lasciati in acqua distillata per una notte e bevuta per cercare tracce di difetti, alla selezione delle doghe di centro catasta di maturazione per fare le barrique di rovere francese, passando per il doppio tavolo di cernita. Ogni scelta, ogni lavoro sia in vigna che in cantina è stato monitorato, analizzato e collaudato per condurre verso la genuina fotografia di questo territorio toscano e tradurlo in vino.

Tutte le vigne hanno un’alta densità d’impianto compresa tra i 9000 e i 14000 ceppi per ettaro.

Note di degustazione e voti di Clizia Zuin (C), Leonardo Romanelli (L) e Andrea Gori (A).

Terre di Merah 2017
Solo sangiovese. Fermentazione in acciaio e successivo passaggio per metà in acciaio e in botte grande.
C: colore rubino di media trasparenza. A bicchiere fermo sviluppa una nota di ciliegia molto intensa, poi anche viola e cortecce di cipresso, l’alcol aiuta a far emergere l’intensità aromatica del vino. È ancora giovane, il tannino è ben eseguito e la freschezza ne sottolinea la piacevolezza. Media persistenza. 87
L: Naso fresco mentolato anche cenni di carne frutti rossi piccoli bocca succosa fresca lieve tannini fusi, rotondità nel palato. Finale pieno, vivo, stimolante. 90
A: piccante e vispo, acidulo e pepato, acciaio e legno, amarene, pepe e ferroso. 88

Terre di Vico 2013
65% sangiovese, 25% merlot, 10% cabernet franc, fermentazione in tini troncoconici e passaggio in barrique di secondo passaggio e tonneaux nuovi.
C: visivamente è porpora cupo. Presenta profumi ematici molto intensi insieme a sentori balsamici e di conifere. In bocca il tannino è setolo, morbido, piacevole. Il vino è davvero pieno e gustoso, l’acidità riesce ad emergere da tutta questa voluttuosità e regala un po’ di giusto slancio. 90
L: rubino più carico, naso leggermente burroso, a cui si aggiungono mirtillo, prugna, lampone. Ingresso morbido, cremoso, largo, tannino molto fine e presente, ritorna la pienezza. 93
A: intenso e vivo, visciole, amarene e talco, balsamico ben presente, sorso dal tannino placido e fine, lunghezza e passo e giovanile di grande classe. 92

Terre di Merah 2018
C: rubino cupo. Naso chiuso, ci vorrà un po’ prima che inizi a concedersi. Poi sono profumi carnosi, di frutta rossa in confettura, fiori viola leggermente sfioriti e iodio. Tannino presente e molto ben fatto, l’alcol si presenta ben integrato. Quando il vino si apre compaiono il tabacco e la fragola a regalare complessità. Persistenza sfiorata. 88
A: pimpante, ferroso, pepe, tabacco, olive e senape, allunga e seduce, polpa di ribes nero e lamponi in confettura. Chiusura balsamica placida con energia. 87
L: bello profumato di viola, poi frutti ribes e mirtillo, mentuccia e timo. Cremoso vivace fresco rotondo, vivo, è vitale, nero. Finale piacevole. 90

Terre di Vico 2015
C: rubino pieno. Inediti aromi intensi ed erbacei di muschio, felce, ma anche rose. Ritorna come un marchio di fabbrica la matrice ferrosa, questa volta anche in bocca. Il tannino è ancora scalpitante insieme all’alcol che spinge molto. LA maturità dell’uva è percepibile grazie ad una sottile freschezza che si trascina un buon sapore fruttato. 89
L: rubino fitto. Prugna, more, spezie come ginepro. Bocca levigata, densa, cremosa e pulita. Tannini finissimi e finale lungo. 92
A:pieno e roccioso, frutto e polpa di ribes rosso e nero, amarene e balsamico, sorso con tannino grintoso e saporito ancora da acquietarsi. 90+ 
vicarello verticale

Castello di Vicarello 2007
Affinamento per il 90% in barrique da 225 litri e 10% in cigar da 125 litri. 14000 ceppi per ettaro, cru di circa 1,1 ha.
C: Rubino con riflessi granato. Intenso al naso, rispecchia l’annata, generoso. Profumi di china e rabarbaro e cioccolato. In bocca è persistente ed elegante, con il retrogusto di cioccolato che si ritrova anche al palato. 90
L: rubino scuro alla vista, note di frutti maturi come mora, prugna e ciliegia. Terra come sensazione iniziale, poi etilico, quindi bocca nervosa sapida ancora tesa, salina. Vino che si mostra grintoso, grasso e corposo. 94
A: ricco e ferroso legno tostature pepe e balsamico, sorso di potenza ancora viva con qualche asciugatura, resta più forte il legno ma è ancora un vino di passo superiore. 88

Castello di Vicarello 2009
C: rubino cupo. Bottiglia non perfetta. Profumi di corbezzolo e ciliegia, canfora e liquirizia e frutta in confettura. In bocca si presenta elegante e soave. A livello gustativo sembra essere più giovane della sua data anagrafica. 89
L: rubino scuro, liquirizia, inchiostro cupo. Foglia di pomodoro e intenso finale di chinotto. 86
A: visciole, pepe nero, amarene, è balsamico, ricco, allunga e seduce, morbidezza e succulenza. Calore e pepe, carnoso e con rimandi freschi che emergono bene. 90

Castello di Vicarello 2011
C: rubino con riflessi granati. Chiuso e monolitico. Poi con calma inizia ad aprirsi con profumi di mirtilli stramaturi, macchia mediterranea e fiori blu. In bocca l’alcol è pungente, compensa il corpo pieno e avvolgente , il tannino porge la giusta spina dorsale, ma senza essere troppo protagonista. Ottima fattura. 90
L: rubino carico. Profumi intensi di frutta secca ed essiccata come prugna, mandorle, ma anche etereo. Al gusto è vitale e succoso solo il tannino risulta fuori binario. Buona persistenza. 90
A: ebanisteria pepe nero, timo, amarene, mirto e alloro, sottobosco di finezza e croccantezza, ampio e sontuoso. Equilibrio e personalità, lunghezza balsamica. 92

Castello di Vicarello 2012
C: rubino vivace. Incipit di profumi marini mescolati a quelli della macchia mediterranea estiva, fiori di campo e frutta nera matura, erbe occitane. Entusiasma il palato con la ricchezza e la pienezza gustativa, è piacione e sembra essere stato fatto proprio con questo favorevole proposito. 91
L: rubino molto deciso. Al naso è mentolato, potente foglia di pomodoro, ricco corredato da un accenno di spezia come vaniglia, anche chiodi dì garofano e cenni balsamici. Bocca tesa, cremosa, viva, succoso finale beverino. 94
A:susina, mela, lamponi, ribes rosso e nero, allunga e rilancia di continuo bocca splendida succosa limpida nitida e sontuosa senza eccessi. 93

Castello di Vicarello 2013
C: Rubino pieno. Rabarbaro, china, mirto e ginepro: ogni sfumatura olfattiva richiama immagini scure. In bocca è chiara la perfetta maturazione delle uve di questo millesimo enfatizzate da un’incredibile integrità. Sorso setoso ed equilibrato, bel gioco tra tannino e acidità. La persistenza non è infinita, ma piace per la sua eleganza unita alla generosità tutta mediterranea. 91
L: rubino carico. Inchiostro, china, tabacco, cuoio, pellame, ma anche carne poi frutti neri, tutti aromi decisi. Bocca viva e invitante, succosa, calda, elegante e piena. Finale in bello spolvero. 93
A: susina e ribes rosso, lamponi in confettura, senape duroni visciole tabacco e spezia da bel legno, allunga notevole e soddisfa a lungo il palato in rimandi balsamici. 94

Castello di Vicarello 2015.
C: rubino. Al naso l’alcol spinge e porta con sé cupi profumi di sambuco, grafite, mora, rosmarino, felce e un leggero sbuffo di foglia di pomodoro. Ben fatto in bocca, comunica rigore e perfezione, le parti son ben integrate tra loro, nessuna primeggia. Gustoso, ricco, ma ancora giovane. Si prevedono ulteriori belle emozioni per i prossimi 5-10 anni. 92
L: rubino granato. Naso molto cupo: confettura di ciliegie, prugne essiccate, tabacco torrefatto e anche mela rossa. Bocca piena e fresca, tannini ben amalgamati e finale pulito. 92
A: ricco e slanciato, more, ribes nero, alloro, piccante e agile nonostante la mole, ancora da aspettare con fiducia, rilascia energia e croccantezza a ritmi incalzanti. 93+

Poggio Vico 2018 (Nel 2023 uscirà l’annata 2019, per ora questo è una prova)
Solo malbec, piantato dal padre quando acquistò la tenuta. Fermentazione parte in tini troncoconici e parte in acciaio, poi affinamento in tonneaux e in tini troncoconici per circa 18-24 mesi.
C: non cupo come i malbec argentini, anzi, si veste di rubino e di media e vivace trasparenze. L’impatto è leggermente vegetale e di piccoli frutti rossi come ribes e After Eight, molto intenso, quasi esplosivo. Poi note di garofano, pepe della Jamaica, noce moscata, un vino che si sa esprimere con complessità e fantasia al naso. Al gusto è intenso, ha un leggero gap a centro bocca, ma poi si riaffaccia corredato da freschezza in primo piano e tannino. Bella persistenza. 92
L: Bel colore rubino. Al naso è fresco, gradevole: ciliegia, fragola, ribes, speziatura di pepe, ricco di ginepro, tutti elementi freschi e gradevoli. Bocca calda, soda e gustoso finale lunghissimo. 94

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Clizia Zuin

Veneta di origine, toscana di adozione, cittadina del mondo nel cuore. Dopo la laurea in Lingue Orientali, scopre la complessità del mondo del vino e dopo tanti anni ancora non si annoia. Ha lo straordinario superpotere di trovarsi sempre nei paraggi mentre si sta stappando una bottiglia monumentale. Formazione mista AIS e WSET, con la convinzione che presto conquisterà il mondo; in attesa di diventare il Dottor Male, lavora come sommelier a Firenze.

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