Paolo Basso | Non tutti i sommelier hanno turbe psichiche

di Alessandro Morichetti

Mi piace pestare la coda di paglia dei sommelier in doppio petto, quelli che si prendono tremendamente sul serio neanche fossero evangelisti di Bacco. Gente affetta da celolunghismo, figlia di maestrini repressi, noiosa e dedita a spaccare il capello per dimostrare quanto sei ignorante. A chi, non si sa. Poi ci sono sommelier come Paolo Basso. Chi? Paolo Basso. E ‘mo chi cavolo è questo? Certo, siete abituati alle solite facce, figurarsi se arrivate con lo sguardo fuori provincia. Paolo Basso è, nell’ordine: varesino di nascita e ticinese d’adozione, campione europeo dei sommelier, un professionista senza turbe psichiche che ad ascoltarlo quasi ti conquista con la sua naturalezza. Il video è comprensibile anche per chimastica poco inglese: il sorriso, i gesti, la cucina di casa e i bicchieri neri parlano un linguaggio affettuoso e intrigante. Sarà che sono abituato a interviste in cui non sai dove inizia la spocchia e finisce la marchetta, insomma.. C’è da farci l’occhio a persone che trasmettono passione con semplicità. Note a margine: 1) oltre a parlare francese e non so quante altre lingue, Basso parla un italiano impeccabile, 2) uno che ama vino e ciclismo ha chiaramente una marcia in più.

avatar

Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

38 Commenti

avatar

kenray

circa 13 anni fa - Link

se è anche milanista è il sommelier del secolo

Rispondi
avatar

Francesco Annibali

circa 13 anni fa - Link

grandissimo kenray. Mo che ci penso è necessario rivendicare un pò di milanismo on lain. E' ora di contrastare quel fenomeno di megalomania collettiva che si chiama interismo. Hanno vinto la champions con due rigori per il chelsea non dati, uno per il barca, un gol valido annullato al barca, fallo di mano di non ricordo chi in finale sullo 0 a 0. Poi al mondiale hanno beccato in semifinale Torre San Patrizio e in finale Piane di Rapagnano. E credono di essere il milan.

Rispondi
avatar

Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

continua a rosicare Annibali e continua pure a scrivere sciocchezze sesquipedali secondo il quale l'interismo sarebbe un fenomeno di "megalomania collettiva". E l'Inter si crederebbe "la secondoa squadra di Milano" (come si chiama?) Ci vediamo al derby per l'operazione sorpasso...

Rispondi
avatar

Manilo

circa 13 anni fa - Link

Grande Ziliani saremo il loro pesce d'Aprile e poi si sveglieranno tutti sudati e triplete sarà.

Rispondi
avatar

Tommaso

circa 13 anni fa - Link

"sono abituato a interviste in cui non sai dove inizia la spocchia e finisce la marchetta" ... da incorniciare!

Rispondi
avatar

Salamalandrina

circa 13 anni fa - Link

E' sposato? Cerco marito! :o)

Rispondi
avatar

Leonardo

circa 13 anni fa - Link

Mettendo un attimo da parte Paolo Basso che, da quel che vedo dal filmato, è sicuramente serio professionista, grande esperto di vini e persona semplice e spontanea, mi rifaccio un attimo al titolo dell'articolo per chiedermi: ma che cavolo di sommelier conoscete? No perchè, sinceramente, nella mia personale esperienza di frequentatore di degustazioni e ristoranti ho sempre incontrato sommelier che non parevano "evangelisti di Bacco, gente affetta da celolunghismo, figlia di maestrini repressi, noiosa e dedita a spaccare il capello per dimostrare quanto sei ignorante". Poi può pure capitare lo spocchioso, ma di spocchiosi ce ne sono a fiumi sia fra i produttori (me ne viene in mente uno che al solo pensiero rabbrividisco) che fra i giornalisti e i critici. Identificare il sommelier con la geniale pseudomacchietta di Albanese mi pare riduttivo, o no?

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Il bicchiere nero in cui assaggia i distillati é un obbligo o uno sfizio/vezzo?

Rispondi
avatar

Angelo Di Costanzo

circa 13 anni fa - Link

In allenamento aiuta a non farsi suggestionare dal colore e, quando opportuno, dalla fluidità del campione. In gara non viene di sovente utilizzato.

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Grazie Angelo Di Costanzo, questo dimostra quanto serio sia il lavoro di sommelier. Giuro che il bicchiere nero non l'avrei mai accostato al concetto di "allenamento". Forse bisognava mettere come sottofondo la musica di Rocky I. Già che ho la bocca aperta vorrrei dire che in Italia la figura professionale del Sommelier mi sembra venga considerata in modo quasi schizofrenico. O é un campione d'Europa, del Mondo (ma dipende a che associazione appartiene), dell'Universo, o é un collaboratore/degustatore/bloggatore, o nessuno se lo fila. Cioé se non appare mediaticamente da qualche parte praticamente non esiste. E quando appare viene alternativamente incensato o criticato. Alcuni dei rappresentanti di questa o quella associazione si scambiano coltellate appena possibile, coram populo tramite blog, mica telefonandosi privatamente Invece nel mondo del vino e della ristorazione di qualità il sommelier é una figura indispensabile, non parliamo poi di nostri connazionali all'estero che si fanno il mazzo in qualche ristorante a Shangai, Edimburgo, Tokio, ecc. Sono uno degli strumenti principali della divulgazione del "verbo" enoico. Sono dei professionisti che in Francia, Inghilterra, Svizzera e più recentemente, in Asia, vengono considerati e rispettati. Mi sembra quindi che ci sia una percezione distorta del "sommelier" a casa nostra. Morricchia non ne ha colpa, ci mette la faccia e la firma, smuovendo le acque a modo suo, sa benissimo che basta gettare un sassolino...

Rispondi
avatar

Angelo Di Costanzo

circa 13 anni fa - Link

NN, condivido anche le virgole. Semmai accettasse, le offro da bere. A Capri.

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Acccetto, accetto. Quando non lo so. Nel frattempo, non é che passi da Verona? Scusa per il tu, ma sul blog non riesco a dare del Lei, a parte quando voglio essere antipatica.

Rispondi
avatar

Angelo Di Costanzo

circa 13 anni fa - Link

Val bene il tu, basta che poi non te ne dimentichi e d'un tratto mi dai del lei. :-) Quest'anno niente Verona per me, capita in un periodo no.

Rispondi
avatar

Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

"O é un campione d’Europa, del Mondo (ma dipende a che associazione appartiene), dell’Universo, o é un collaboratore/degustatore/bloggatore".... cioè, in sostanza, non LAVORA come sommelier... ;-)

Rispondi
avatar

massimo sacco

circa 13 anni fa - Link

Ciao Angelo, durante la XII edizione del campionato del mondo ASI dove ho preso parte come concorrente del Principato di Monaco,una delle prove della finale era quella di individuare 6 distillati in bicchieri neri. Tra parentesi durante quell'edizione ho avuto modo di conoscere Paolo che è una persona stupenda

Rispondi
avatar

Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

"Mi piace pestare la coda di paglia dei sommelier in doppio petto, quelli che si prendono tremendamente sul serio neanche fossero evangelisti di Bacco. Gente affetta da celolunghismo, figlia di maestrini repressi, noiosa e dedita a spaccare il capello per dimostrare quanto sei ignorante."... se non si ha niente di meglio da fare nella vita forse può valere anche la pena di prendere per i fondelli una figura che ormai, se esiste, credo che la si possa incontrare su Marte o giù di lì

Rispondi
avatar

Angelo Di Costanzo

circa 13 anni fa - Link

Credo fortemente nella capacità di Alessandro di fare amplein* questa settimana; dopo l'affaire Picariello (mm...suona bene però) e l'incredibile post sui 10 vini italiani del nuovo millennio da incorniciare, ci mancava l'ennesima nontantosottile coltellata alla categoria. Vai Ale, sei tutti noiantri! :-) *poi ve lo dico

Rispondi
avatar

Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Angelo, io comincio a temere un trauma infantile non risolto da parte del nostro supereroe letterario :-P

Rispondi
avatar

Angelo Di Costanzo

circa 13 anni fa - Link

Aaaahhhh* :-) * voleva essere più lungo, ma si sa che più lungo del Moricchia non ce n'è! P.S.: Ale, sei un grande! :-)

Rispondi
avatar

IlConsumatore

circa 13 anni fa - Link

Basso, davvero bravo, competente, e con i piedi per terra. Tanti altri sommeliers invece....

Rispondi
avatar

Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

Ma quando, quando avremo le palle di dire che il decanter, sui vini vecchi, è assolutamente dannoso e da evitare come la peste? (tra l'altro a un certo punto intervistano uno che parla come Rezzonico: "potevo rimanere offefo...")

Rispondi
avatar

Salamalandrina

circa 13 anni fa - Link

Anche perchè ammettiamolo: quella candela, quando faccio la sommelier, mi fa tanto mistress. Mentre Basso ha le parvenze di uno sventurato slave. Ecco, il decanter è il pleistocene nella comunicazione, e degustazione soprattutto, del vino. Quotone per Fabio. :)

Rispondi
avatar

kenray

circa 13 anni fa - Link

io quoto salamalandrina che quotizza fabio il decanter è per le menti deboli

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Cagneschi (scusa m'é scappato) condivido in pieno e ti racconto questo: il nostro importatore in Giappone, specializzato in vini italiani, da qualche anno indice la "XXXcup" una competizione fra i sommelier giapponesi, con eliminatorie, quarti, semifinali, ecc. Il tutto per promuovere il vino italiano in quel paese. In una edizione ero presente alle finali. Una delle prove era di scegliere il decanter giusto per un certo tipo di vino, non vecchissimo ma agée. Il vincitore scelse un decanter molto modesto di dimensioni motivando giustamente la scelta con la fragilità del vino ed il rischio di rovinarlo ed appiattirlo in uno spazio troppo ampio. Uno dei Padri riconosciuti della produzione vinicola italiana, Franco Biondi Santi, mi ha insegnato che più un Brunello é vecchio e meno ha bisogno di tempo per aprirsi una volta stappato. Il tempo passato ad affinarsi in bottiglia ha lavorato meglio di un decanter, basta riportare la bottiglia in posizione verticale per qualche ora, meglio se un giorno o due, stappare la bottiglia e scolmarla all'altezza della spalla e aspettare circa un'ora. Naturalmente in un ristorante questo non é possibile, ma la cautela nel servire un vino di una certa età deve essere la stessa usata per una persona anziana.Accompagnarla (non accopparla)gentilmente senza traumi.

Rispondi
avatar

Flachi10

circa 13 anni fa - Link

Cara Nelle Nuvole, mi sono sempre chiesto se quanto dici (e ti ha detto uno che sicuramente ne sa più di me e te messi insieme) sia vero o meno. Ti racconto anche io un aneddoto: Ho lavorato parecchi anni, nella terra dei musi gialli, al fianco di un "guru" dei trasporti ferroviari metropolitani (il nostro settore), francese di Bordeaux. Questa persona, bordolese duro e puro, è anche uno straordinario appassionato/collezionista (eh ti credo con quello che gli davano al mese) di vini francesi... non per niente di cognome fa pure Cantinolle! Eh bene... lui mi ha sempre detto e ripetuto che ossigena (anche per 4-5 ore) i vini "nuovi" vale a dire annate giovani tipo 2009-2008-2007 mentre, dopo aver riportato le bottiglie in verticale come scritto da te, i vini con un invecchiamento considerevole li decanta (per la fondazza) ossigenandoli anche solo per 1 oretta... ricorderò per sempre uno Chateau Lagrange 1992 (pagato da lui, per me costa come tre giorni di trasferta) stappato nel miglior ristorante italiano di Seoul e bevuto dopo solo un'ora... strepitoso.

Rispondi
avatar

kenray

circa 13 anni fa - Link

io uso il decanter solo per la pepsi cola è troppo gasata. dopo 20 minuti la mia sommelier novenne degusta e il più delle volte apprezza. con la coca cola invece il decanter non serve.

Rispondi
avatar

ludovica

circa 13 anni fa - Link

io decanto pure la schweppes, per pronta beva bisogna farla roteare vorticosamente. albanese è un riferimento ineguagliabile

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Mi sembra che l'opinione di Monsieur Cantinolle combaci con quella di Franco Biondi Santi: meno un vino é stato in bottiglia e più tempo é necessario per aprirsi. Un vino affinato a lungo in bottiglia non necessita più di un'ora. Quanto allo scaraffamento, se proprio si vuole fare (ma il vino fondato si può versare anche dalla bottiglia, basta un po' di cautela)che si faccia con attenzione e in un decanter di dimensioni limitate. Ing. Flachi10 non ci sono verità assolute nell'arte della degustazione. Davanti ad una bottiglia ci siamo noi e trovamene uno che la pensi esattamente come chi gli sta a fianco.

Rispondi
avatar

Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

In generale, un vino giovane ha senz'altro più bisogno di ossigeno, tuttavia anche in questi casi evito di decantare. Se devo bere dei Borgogna o Rodano giovani, ad esempio, ne scolmo un bicchiere e li lascio così per quattro o cinque ore, senza esporli a traumi ulteriori. Poi ovviamente ci sono le eccezioni, che hanno drammaticamente bisogno di aria. Non è che ci pensi due volte, prima di mettere un giovane Poulsard nella brocca...

Rispondi
avatar

Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Per dovere d'informazione, il “JET CUP" è un concorso (italian wine best dommelier contest)organizzato da Japan Europe Trading (JET) di Thierry Cohen, una firma specializzata nell’import di prodotti italiani nel settore del wine and food, tra cui una ventina di vini di differenti regioni italiane, al fine di promuovere il vino italiano in Giappone e diffondere la conoscenza tra i professionisti del settore. L'ultima edizione, la quarta del maggio scorso, ha messo in palio per il titolo di miglior sommelier giapponese sul vino italiano un viaggio studio in Italia presso le cantine Planeta, Ferrari, Masi e Badia a Coltibuono. La finale del 19 maggio era stata preceduta dalle selezioni territoriali di Tokyo, Osaka, Nagoya, Fukuoka e Sapporo con oltre 700 partecipanti e si era tenuta presso l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo.

Rispondi
avatar

Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

... c'è bisogno delle "palle" per affermare tale ovvietà? Molto più facile sbertucciare chi afferma il contrario solo per promuovere l'effetto scenico del servizio ...

Rispondi
avatar

gionni1979

circa 13 anni fa - Link

Il decanter è coreografico, ma per il vino però è deleterio. Io solitamente porto la bottiglia a spalla qualche ora prima e poi utilizzo un bicchiere ampio al momento dell'assaggio...

Rispondi
avatar

massimo sacco

circa 13 anni fa - Link

E' coreografico sì ma come fai al ristorante dove il cliente arriva, ordina e pretende?

Rispondi
avatar

Gianca

circa 13 anni fa - Link

"Uno che ama vino e ciclismo ha chiaramente una marcia in più". Mi piace molto questa frase siccome condivido queste due passioni :-) Le cantine italiane hanno una certa tradizione da sponsor di squadre ciclistiche come ai tempi Vini Caldirola o anche Cantina Tollo. Da quest'anno Farnese Vini è sponsor principale di una squadra italiana (http://www.farneseneriteam.com/)

Rispondi
avatar

Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

... non capisco tutta questa idiosincrasia verso la "decantazione" : quando un vino è grande ed emoziona , una descrizione "aulica" è quanto di meglio ci possa essere per una condivisione di quell'esperienza...

Rispondi
avatar

Alberto G.

circa 13 anni fa - Link

D'accordissimo dopo tanti errori fatti in passato.I vini piu' maturi sono e' meno vanno decantati,direttamente in un bicchiere ampio potrebbe essere in molti casi la soluzione piu' delicata e rispettosa.Certo bisogna aver la pazienza di attendere. Nei ristoranti la decantazione oltre che scenografica e' dettata proprio dai tempi che si tende ad accellerare.Immaginate l'imbarazzo ogni volta che si stappa un'ottimo vino (e spesso costoso) ad un cliente che non abbia molta esperienza con le "puzzette" questi te lo rimandano subito indietro dicendo le cose piu' strane.Ma anche per i vin giovani succede lo stesso.Solo in questi casi io, magari con presunzione,cercavo di capire che tipo di cliente fosse(un po d'esperienza aiuta naturalmente) e se vi fosse a tavola almeno qualcuno con esperienza procedevo o meno a decantazione "solo per quieto vivere".Ma se hai tempo e nessuno ti pressa su quest'odore strano o quell'altro,non c'e' storia cerco di gustarmi tutta l'evoluzione da quando lo verso sino al giorno dopo.In ogni caso penso che dopo aver provato le due strade,si apprezzi di piu' la la differenza.

Rispondi
avatar

Luca Cravanzola

circa 13 anni fa - Link

Tranquilli voi poveri sommelier.... Quando il morricchia parla male della categoria in realtà parla di uno solo.. un solo grande campione!!! ;-) e li infatti la definizione: "Gente affetta da celolunghismo, figlia di maestrini repressi, noiosa e dedita a spaccare il capello per dimostrare quanto sei ignorante." calza perfettamente!! P.s: perchè togliere il fondo ad una bottiglia? Chissenefrega se l'ultimo bicchiere è sporco.. Molte volte proprio in quell'ultimo sporco bicchiere c'è la quintessenza della bottiglia. forse sono troppo abituato ai nebbiolo e pinot noir??

Rispondi
avatar

David

circa 4 anni fa - Link

Salve, so che è un video un pò vecchio, però non riesco a trovare il contributo, cioè non lo vedo. Come faccio per rivedere questo filmato? grazie

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.