Palcoscenico Frascati, il meglio dei Castelli Romani

Palcoscenico Frascati, il meglio dei Castelli Romani

di Francesco Bucci

I vini Frascati vanno difesi e tutelati, soprattutto dai luoghi comuni. Per troppo tempo il bevitore medio ha associato questo vino ad un prodotto mediocre. C’era la tendenza di dire Frascati e pensare al classico vino della casa, quei vini che fai fatica e bere e digerire e che è facile trovare nelle osterie di quart’ordine di Roma e dintorni. Il primo compito che spesso si sono trovati a svolgere i produttori locali è stato quello di scrollarsi dalle spalle una nomea che non gli apparteneva. E l’unica via per farlo era ed è quella di continuare a lavorare sulla qualità. E c’è da dire che il livello messo in campo da un nutrito gruppo di cantine stia facendo la differenza, e parecchi Frascati DOC o Frascati Superiore DOCG stanno ormai da tempo riuscendo ad imporsi a livello nazionale ed estero.

Lo spunto per scrivere questo articoletto mi è stato offerto dall’evento Palcoscenico Frascati. Una due giorni (21-22 ottobre) in cui grazie al c, esperti del settore o semplici eno-appassionati hanno avuto modo, attraverso degustazioni e visite in cantina, di testare ed approfondire le peculiarità delle varie tipologie di denominazione del Frascati quali Frascati Doc, Frascati Superiore DOCG e Cannellino di Frascati DOCG.

Il Consorzio, costituito ormai nel lontano 1949, ha da sempre l’obiettivo di difendere il nome ed il pregio di questi vini dei Castelli Romani. E’ stato creato al fine di verificare l’intera filiera produttiva delle cantine associate per poter tutelare l’identità e le tipicità del Frascati di qualità.

L’evento di qualche giorno fa è nato al fine di poter festeggiare la commercializzazione del vino nato dalla 50ma vendemmia dall’istituzione della denominazione. La Doc Frascati è stata approvata infatti nel 1966 (tra le prime 4 costituite in Italia).

E così anche io mi sono divertito ad andare in giro e provare i vini proposti, dedicando particolare attenzione ai Frascati Superiore DOCG (DOCG nata nel 2011) che rispetto al Frascati DOC risulta ovviamente più complesso e strutturato. In generale questi vini danno il meglio di sé alla bocca più che al naso. Elemento comune è la spiccata sapidità, figlia del territorio di origine vulcanica dove crescono le viti dei comuni facenti parte del territorio della denominazione (Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone ed in parte Roma e Montecompatri).

All’evento era presente una nutrita rappresentanza delle 33 cantine che attualmente appartengono al Consorzio.
Di seguito qualche assaggio particolarmente piacevole:

Frascati Superiore DOCG Eremo Tuscolano 2016 – Az. Valle Vermiglia
I vigneti sono nel comune di Monte Porzio Catone. Una garanzia di tipicità. Acido e sapido. Nonostante la spiccata freschezza risulta armonioso. Vino lungo e di ottima beva. Mette d’accordo praticamente tutti tra guide, esperti ed appassionati. Pluripremiato.

Frascati Superiore DOCG Primo Riserva 2016 – Az. Merumalia
Cantina di Frascati che lavora in biologico. E’ il più strutturato, prepotente ed allo stesso tempo ben bilanciato. Gusto secco e pieno. Di lunghissima persistenza, rimane un prolungato sapore iodato.

Frascati Superiore DOCG Luna Mater Riserva 2015 – Az. Fontana Candida
Azienda di Monte Porzio Catone. Fine e complesso sia al naso che alla bocca. Frutta a polpa gialla ed erbe aromatiche assieme alla solita nota minerale che corrispondono tra olfattiva e gustativa. E’ pieno ed equilibrato. Lascia la bocca asciutta con un lungo finale ammandorlato.

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Francesco Bucci

Nasco e vivo a Roma. In ordine sparso: laureato in lettere e filosofia indirizzo cinema, attore mancato per mancanza di talento, gourmand con rimandi a gourmet, ex arbitro ufficiale di poker sportivo. Oggi corsista Fis e noioso burocrate. Domani non so. Mi piace raccontare storie di uomini e di vigna. Mi considero lo stagista di Intravino essendo l’ultimo arrivato e quello meno dotato enologicamente parlando.

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