Nuovi premier cru: il 2020 è l’anno del Pouilly-Fuissé

Nuovi premier cru: il 2020 è l’anno del Pouilly-Fuissé

di Simone Di Vito

In un periodo in cui Masnaghetti lavora su una delle più importanti denominazioni italiane lanciando un grande progetto virtuale sulle menzioni geografiche (Barolo MGA), la Francia del vino continua la sua opera di valorizzazione dei territori, aggiungendo un altro tassello al suo mosaico di classificazioni.

Dopo un’annata 2019 non proprio entusiasmante, in cui alle considerevoli perdite di raccolta e produzione, si affiancano quelle per l’export (tra i dazi imposti da Trump e covid-19), arriva un’ottima notizia per i produttori del Pouilly-Fuissé. Dopo quasi dieci anni tra rilievi, studi toponomastici, geologici e assemblee tra vigneron, l’INAO, che nel febbraio 2018 aveva iniziato le consultazioni, ha finalmente dato il via libera: dall’annata 2020 infatti, 22 climat potranno riportare in etichetta l’appellativo di premier cru, novità che interessa 182 dei circa 800 ettari della zona.

Risultato ottenuto grazie alla perseveranza dell’unione dei produttori del Pouilly-Fuissé e del loro attuale presidente Frédéric-Marc Burrier, dal 2003 al timone dell’associazione, che ha spinto fortemente per la classificazione, unica strada da percorrere per potenziare l’identità di un territorio ancora non completamente riconosciuto. Burrier, per il bene dell’aoc, è riuscito anche nel difficile compito di convincere i piccoli produttori (alcuni dei quali coltivano meno di 2 ettari) ad accettare una probabile esclusione dalla classificazione finale.

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Annata 2020 che si preannuncia importante quindi, anche per un andamento stagionale, che al momento fa ben sperare in vista del 25 agosto, data stimata in zona per la prossima vendemmia.

Il Mâconnais era una delle ultime zone di produzione rimaste non classificate, in una regione, la Borgogna, che vanta mostri del calibro della Côte d’Or e Chablis, e territori in ascesa come la Côte Chalonnaise. Una prima vittoria per i vigneron del dipartimento Saône-et-Loire, dove ultimamente anche l’aoc Saint-Véran, che celebrerà il suo 50 ° anniversario l’anno prossimo, sta lavorando ad un dossier per creare i suoi premier cru.

Notizie un po’ meno belle per quelli che spesso puntavano su questa denominazione per godere dello chardonnay borgognone a prezzi più umani. Urge una scorta al più presto.

Simone Di Vito

Fonte: Laurent Bollet  lejsl.com

I 22 futuri premier cru divisi tra i quattro comuni:

  •   Chaintré (32,43 ha)  : Aux Quarts, Le Clos Reyssier, Les Chevrièrs, Le Clos de Monsieur Noly.
  •   Fuissé (46,97 ha)  : Le Clos, Les Brulés, Les Ménétrières, Les Perrières, Vers Pouilly, Les Vignes Blanches, Vers Cras*.
  •   Solutré-Pouilly (67,89 ha)  : Vers Cras*, Aux Bouthières, Aux Chailloux, Le Clos de Solutré, La Frérie, Pouilly, En Servy, Au Vignerais.
  •   Vergisson (35,11 ha)  : En France, Les Crays, La Maréchaude, Sur la Roche.

*Il climat Vers Cras si trova a cavallo tra il comune di Fuissé e quello di Solutré-Pouilly.

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

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