Nuovi ettari, stessa energia di sempre: i vini di Vietti impressionano

Nuovi ettari, stessa energia di sempre: i vini di Vietti impressionano

di Andrea Gori

Vietti è, ormai, una casa dai toni ecumenici per la capacità di radunare il meglio delle vigne della Langa che conta: sono sedici e tutte vinificate separatamente. È un mosaico impressionante di attenzione al territorio che si ripete ogni anno in maniera certosina da quel 1961 in cui Alfredo Currado, marito di Luciana Vietti, decide di privilegiare la personalità delle Rocche di Castiglione. Alfredo ha proseguito l’opera fino al 1998 per poi passare con orgoglio e soddisfazione la cura della cantina al figlio Luca, che ha saputo proseguire ed espandere il suo concetto insieme alla moglie Elena. In un’inconsueta trasferta di presentazione fuori Italia, Vietti ci ha raccontato, in un’anteprima ristretta ma con il consueto garbo e stile misuratissimi, l’andamento dell’annata dei record 2015, che è arrivata provvidenzialmente dopo un anno difficile come la 2014, in realtà abbastanza normale nei dati per pioggia e temperatura, con solo ottobre un poco più caldo della media. In casa Vietti ha permesso una macerazione lunghissima di 35-40 giorni, ma con la tentazione anche di andare oltre per via della perfetta maturità dei tannini e delle bucce.

Nel frattempo la casa ha comprato 2,7 ettari di Barbaresco a Roncaglia sopra Prunotto, a lato del Sorì Tildin di Gaja, un piccolo anfiteatro bellissimo di grande nebbiolo. In più è stata acquistata una vigna di quasi un ettaro al centro di Rabaja che era di Cortese subito sopra Camp Gros di Gresy, sotto Bruno Rocca. A Barolo ha acquistato 0,8 ettari a Cerequio e preso poco più di mezzo ettaro in affitto a Monvigliero, altre due preziose gemme sulla corona. Se cala l’attenzione al dolcetto, non cede di un millimetro l’attenzione sulla barbera e il risultato è una gamma di Barbaresco, Barolo e Barbera (Nizza compresa) che non ha eguali in zona.

Barbera d’Alba Vigna Scarrone 2016
Vigna del 1989. Intensità e splendore di frutto terso e nitido, polpa di frutta rossa e nera. Bocca spigliata e fresca con un tannino placido ma non banale, grande struttura e sostanza tersa. Bel finale spigliato con sorso importante e punteggiato di spezia. 92

Barbera d’Alba Scarrone Vecchie Vigne 2016
Piantata nel 1918, produce pochissimo ma gli impianti sono originali dell’epoca. Naso di frutta scura e sapida, mirtillo e resine, ribes rosso e nero, senape, cardamomo e alloro. Bocca dal tannino serico già impostato con dolcezza e stile maturo, allunga e disseta con una agilità bellissima. 94

La Crena Barbera d’Asti 2016
Siamo a Nizza ma si preferisce continuare a dare dignitià al vitigno “barbera” in etichetta. Ceppi molto grandi, rupestris come materiale vegetale. Bocca appuntita e saporita che rivela note di viola, canditi, miele di carrube, tocchi speziati e pepati. Balsamico molto importante accompagnato da un lieve tono ematico, poi iodio e torba. Bocca di grande sostanza bisognosa di tempo per definirsi del tutto. Inchiostra il palato con note di pesca e arancio, permane a lungo nel tempo e appaga ad ogni sorso, con quel suo tannino importante che interagisce con l’acidità in maniera costruttiva. 94

Dalla regione La Crena di 6 ettari nel comune di Agliano Terme con una densità media per ettaro di 4.800 piante per ettaro coltivate a guyot. La parte più vecchia del vigneto è stato impiantato nel 1932 su un terreno limo-argilloso con esposizione a sud.

Barolo Castiglione 2015
Bricco del Fiasc, Ginestra, Bricco delle viole, Scarrone, Fossati, Lazzariasco, Bonollo, Teodoro Mosconi e altri vigneti importanti contribuiscono a dare l’impronta balsamica decisa e imponente del classicismo e della tradizionalità unendoli insieme. L’annata ricca gli dona una completezza stuzzicante e una piacevolezza immediata al naso, con tanto frutto balsamico che si ripropone ad ondate al naso e in bocca: rose, incenso, ribes rosso, piccante e saporito. Grandioso in prospettiva con tutto quello che potete amare in un Barolo presente in maniera maiuscola. 95

Barbaresco Masseria 2016
Varie vigne che si arricchiranno dei nuovi Roncaglia e Rabaja. Frutto dolce di agrume, arancio e femminilità prorompente, sorso con tannino importante e giovanissimo ma agile e speciale, appuntito, piccante e saporito. Lunghezza e animo solare con riserva di grinta per il futuro promettente. 92

Barolo Brunate 2015
Sontuoso e ricchissimo, polpa di frutta rossa e nera, poi viole, rose, lamponi e fragole mature, pepe nero, china e oliva. Annata con acino intero, dalla bocca avvolgente, potente e succulenta di agrumi e the al bergamotto. Tannino importante e ricchissimo che prolunga la nota fruttata per minuti interi. 95

Dallo storico vigneto Brunate in La Morra, sul versante sud verso Barolo. Circa 4.600 piante per ettaro su di una superficie di quasi 1 ettaro. Le viti hanno un’età media intorno ai 51 anni. Terreno calcareo-argilloso.

Barolo Lazzarito 2015
Severità importante ma con in più la dolcezza di more e mirtilli, prugne e pepe, prorompente e roccioso. Note di inchiostro e confettura, bocca esplosiva, cangiante con materia tumultuosa ma sempre elegante e nel solco della tradizione di austerità. Vino ovviamente da attendere ma la definizione del tannino è precisa, la maturità è splendida e il finale incantevole dove torna la fragola, il rabarbaro, la mostarda di Digione, il bergamotto. 97

Dal vigneto singolo di 2 ettari Lazzarito di Serralunga d’Alba, con circa 4.500 piante per ettaro e età media di 36 anni, una conca con esposizione sud-ovest, con terreno calcareo-argilloso.

Barolo Rocche 2015
Esposizione a est pieno, con raccolta molto tardiva e acidità sempre importante. Naso austero di incenso ma che non tradisce la sua proverbiale ampiezza. Frutta nera e note polverose speziate e piccanti, tannino che incalza e spinge, difficile da apprezzarsi adesso ma la fittezza è mostruosa. Finale balsamico e fruttato, di una potenza rara, ma vince sempre l’eleganza del tratto di frutto e la capacità di stimolare sensazioni nuove ad ogni sorso. Il l vino da sempre preferito da Alfredo. 96

Barolo Ravera 2015
Incenso e ampiezza di frutto e spezia, freschezza e balsamicità ben presenti, bocca di mora di rovo, fragole in confettura, sottobosco liquirizia e menta. Sorso piantato sul tannino importantissimo e, per ora, quasi totalizzante, ma sostanza e ricchezza sono impressionanti e di buon auspicio per il futuro. 94

Dal vigneto Ravera, 3 ettari nel comune di Novello, con circa 4500 piante per ettaro di 26 anni di età media. La parte più vecchia fu piantata nel 1935. Ravera di Novello è una collina con esposizione sud-ovest, con terreno calcareo-argilloso.

Barolo Riserva Villero 2012
Annata molto fresca, adatta alle corde di Villero, elegante e leggera che sottolinea la finezza del cru. Vino struggente, fine e dolcissimo nell’essenza, che sa di bergamotto, frutta scura tra mora mirtillo e ribes nero ma soprattutto incenso, alloro, timo e ginepro. Tannino splendido, di una distensione rara che avvolge il palato con la pacatezza dei grandi che sanno che il tempo è dalla loro parte. 98

Dal vigneto Villero, poco meno di un ettaro, esposizione a sud/sud-ovest, nel comune di Castiglione Falletto. L’età media dei ceppi è di 42 anni e la densità è di 4000 piante per ettaro.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

12 Commenti

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Radici

circa 5 anni fa - Link

Non so se sono io ma non ho capito alcune cose nel tuo pezzo... - quando dici :"in realtà abbastanza normale nei dati per pioggia e temperatura, con solo ottobre un poco più caldo della media" ti riferisci alla 2015? Sinceramente avevo avuto l'impressione di un estate torrida... -"rupestris come materiale vegetale" riferito alla vigna ad Agliano, intendi che il portainnesto è il Rupestris du Lot? -"Annata con acino intero" riferito al Brunate, intendi che ha solo diraspato senza pigiare? Gli ha fatto fare una macerazione carbonica? Grazie!

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Andrea Gori

circa 5 anni fa - Link

Luca si riferiva proprio alla 2015 che per loro non è stata torrida come definita da molto ma "normale" soprattutto se riportata sulle medie da metà anni 90 in poi. Si mi riferisco a quel rupestris https://www.vignaioli.it/servizi-tecnici/portainnesti/rupestris-du-lot/ . Il brunate fa cappello sommerso alla rodano...quindi si diraspato ma tutta la buccia

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Luca Currado Vietti

circa 5 anni fa - Link

Si Ripestris Sono viti fantastiche , un opera d’arte vivente Se ti va vai a vedere questa foto https://www.vietti.com/?fileToDownload=https://www.vietti.com/wp-content/uploads/GRB_4731-732x487.jpg

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Radici

circa 5 anni fa - Link

Viti stupende davvero, come lo è stato il vostro La Crena 2007, aperto qualche mese fa. Grazie per la risposta! Edoardo.

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Luca Currado

circa 5 anni fa - Link

Grazie !

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Paolo A.

circa 5 anni fa - Link

Continuo a bere barolo e barbaresco 2015 e continuo a non esserne minimamente impressionato (Vietti mi manca). Grande annata? Annata dei record? Sarà, io nel dubbio risparmio e metto i soldini nel maialino per la 2016. Comunque confermo che l'estate 2015 è stato torrida con un luglio che, se non sbaglio, è stato bollato come mese più caldo di sempre (sopra il 2003 per capirci).

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Andrea Gori

circa 5 anni fa - Link

Parlato benissimo della 2015 ma la 2016 (così come già successo per Sassicaia e Bolgheri) sarà ancora meglio, anche da Vietti stesso i vini assaggiati in botte promettono meraviglie davvero

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Luca Currado Vietti

circa 5 anni fa - Link

Ciao Sicuramente conosci l'atlante del Barolo fatto da Masnaghetti Nell'ultima edizione fa un report preciso sull'andamento climatico ... leggilo perché spiana la strada da luoghi comuni molto diffusi. Non metterei la 2015 sicuramente accanto ad una 2003 ! Inoltre leggi il report fatto dal consorzio Barolo Barbaresco sull'annata 2015 dal loro sito...è molto preciso in merito

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Paolo A.

circa 5 anni fa - Link

Per carità, quello di Masnaghetti è un lavoro meritorio. Per quanto riguarda le serie climatiche mi affido direttamente ai dati ARPA Piemonte, che non credono temano smentite e che affermano per il 2015: - terza primavera più calda da quando esistono rilevamenti storici sicuramente affidabili (ossia dal 1958), con anomalia positiva di 2 gradi - seconda estate più calda, con anomalia positiva di 2,4 gradi (e ben 4 nel mese di luglio) - nono autunno più caldo, con anomalia positiva di 1,2 gradi Forse non siamo ai livelli del 2003, ma non credo proprio si possa parlare di annata climaticamente "normale".

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Luca Currado

circa 5 anni fa - Link

Ciao Mi spiace ma devo dissentire Considero 2015 come vendemmia Normale rispetto alle ultime 10 Metterei nel cassetto delle “più problematiche “ nel mio microterritorio” come calore e precipitazioni 2007 2009 2017 fuori dalle righe 2003 Nel cassetto delle piovose /fresche (in qualche caso troppo ) 2014 2018 2005(parte) Mi permetto di far notare che è estremamente importante e che rende “più” normale è la distrubuzione delle precipitazioni durante la fase vegetativa . Un esempio eclatante è la differenza nel 2014 tra Barolo e Barbaresco.... metà precipitazioni e zero grandinate in territori così vicini . veramente ti invito a leggere report dettagliati e locali ,altrimenti si incappa in generalizzazioni Con questo non si può assolutamente dire che 2015 sia stata un annata fresca ... ma metterla accanto ad un 2003 ....trovo decisamente fuori luogo Penso che qualsiasi contadino in Barolo mon cambierebbe mai un annata 2014 ( ove per altro in qualche Mga si sono fatti grandi vini ) con gravi difficoltà agronomiche e almeno 2/3 grandinate importanti, con un 2015 meno piovosa , senza gravi eccessi e senza grandine ! Poi , data di vendemmia , eccessi in ambo i casi di quantità, interpretazioni in cantina, ecc....posso anche mischiare le carte .

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Paolo A.

circa 5 anni fa - Link

Grazie per la risposta; volevo solo chiarire che il problema non sta tanto nella definizione del 2015 come annata calda o meno in linea teorica; ma nel fatto che, agli assaggi fatti ad oggi, ho trovato nei vini (tutti assolutamente corretti e ben fatti) le caratteristiche di un'annata calda, ossia tanto frutto e poca finezza nei profumi e nella trama tannica. Insomma, il contrario di ciò che rende il nebbiolo inconfondibile. Detto ciò, sono disponibilissimo a ricredermi grazie ad assaggi futuri.

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Luca Currado Vietti

circa 5 anni fa - Link

Se ti va , prenota una visita , siamo disponibili in azienda o al Vinitaly ! saluti

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