Monte del Fra’ e Custoza: la sfida tra il piacere immediato e la longevità

Monte del Fra’ e Custoza: la sfida tra il piacere immediato e la longevità

di Andrea Gori

La seconda guerra mondiale è lontana e siamo nel pieno del boom dell’Italia degli anni ’50 quando Massimo Bonomo inizia a coltivare terra vicino a Sommacampagna, terra benedetta da Dio non solo per l’uva ma anche inizialmente per frutta e ortaggi. Tanto benedetta che già dalla scoperta dell’America (1492) i Frati (Frà in veneto) dell’Ordine di Santa Maria della Scala di Verona si dedicano alla lavorazione dei vigneti in questa zona.

Per gestire gli oltre 130 ettari di vigneto (che arrivano fino in Valpolicella) sono impegnati oggi i figli di Massimo, Eligio e Claudio, insieme ai nipoti Marica, Silvia e Massimo. Di loro Eligio è quello che sta in vigna tutto il giorno con Claudio che cura la cantina da enologo mentre Marica (figlia di Eligio), Massimo e Silvia (figli di Claudio), responsabili di export comunicazione, cantina, ospitalità e “social”. Le moglie di Eligio e Claudio ovvero Luigina e Miria,  gestiscono  il punto vendita aziendale per completare una gestione famigliare che ha pochi eguali in Italia per complessità e capacità di ritagliarsi ognuno il proprio spazio.

Nel video li potete incontrare e conoscere mentre noi ce li siamo goduti in un bel zoom tasting con cui abbiamo approfonditi tre vini fondamentali e importanti per il momento attuale del mercato italiano, ovvero, bianchi di immediatezza e intensità aromatica.

Monte del Fra’ Custoza DOC 2019
Da uve garganega, trebbiano toscano, cortese ed eventuali uvaggi minori, vigne locate nei Comuni di Sona e Sommacampagna, criomacerazione e vinificazione acciaio. Naso esplosivo da far saltare sulla sedia per immediatezza, intensità e golosità che si scatena tra tropicale, susina matura, albicocca, pesca, mela golden, ginestra e lillà. Il sorso è carnoso, sapido, scattante con un tratto nervoso che intriga e lascia quasi una sensazione tannica al palato, fino al finale deciso, ritmato, pulsante e succoso. I Bonomo dicono che spesso si rivela anche capacissimo di invecchiare alla grande. 89

Monte del Fra’ IGT Veronese Colombara da uve Garganega 2016
Recisione del tralcio in vigna e sovramaturazione, da vigneto interamente terrazzato in località Oliosi, una piccola frazione del comune di Castelnuovo del Garda situata a sud est del Lago di Garda, a 100/120 metri s.m.l. su suoli di origine morenica con terreno calcareo e argilloso. Esordio gessoso e agrumato, pesca gialla e senape, zenzero e pepe bianco, tiglio e frangipane, miele di tiglio e cumino, sorso di ampiezza e carnosità, filante e saporito, ritorni balsamici di timo e aneto nel finale, chiusura di bella lunghezza con timbro tra il quasi tannico e il legno pregiato, da presagire un bel futuro nitido. 90

monte del fra uno

Monte del Fra’ Ca’ del Magro Custoza Superiore 2018
Da uve garganega, trebbianello, bianca Fernanda e lncrocio Manzoni su un vecchio vigneto di 30 anni di età, nel cuore di Custoza, sopra tanti sassi e ghiaia, rivolta a sud-est pronta a ricevere lunghe ore di sole ma tradizionalmente pochissimo produttiva (da cui il nome “magro”). Criomacerazione prefermentativa, pressatura soffice poi fermentazione e affinamento “sur lies” in tini di acciaio e cemento per l’uva Garganega da ottobre a maggio. Viene prodotto in un non indifferente numero di bottiglie (80 mila) e si presenta con  un naso intrigante complesso ma sottile ed elegante mai sopra le righe. Inizio tropicaleggiante tra papaya e frutto della passione ma soprattutto è sapido, salino, iodato e un tocco di miele, talco, canfora e incenso lo caratterizzano in via retrolfattiva poi al sorso, e con la temperatura libera, osmanto, rosa centifolia. Un vino che si dipana tra più livelli con una complessità che arriva ad ondate e con la temperatura che si alza  diventa sempre più convincente così come con il passare degli anni. 93

 

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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