Modesta proposta per una carta dei vini diversa
di Denis MazzucatoUn amico in vacanza in riva alla Loira mi manda una foto; davanti a sé ha tre bicchieri, su ognuno un’etichetta: Borgueil, St Nicolas de Borgueil, Saumur Champigny. Wow!
Mi manda quindi un estratto della carta dei vini. Al fondo c’è la sezione “Trilogies”, tre bicchieri, tre vini diversi, prezzi tra 8 e 11 euro: Découverte du vin de France
Vins Puissants
Vins du Sud-Ouest
Vins de Côtes du Rhône
Vins Légeres
Vins de Languedoc
Vins de Loire rouge
Vins de Bordeaux
E da noi? Esiste qualcosa di simile? A parte i ristoranti stellati, nei quali in genere c’è la possibilità di abbinare un diverso vino per ogni portata, avete altre esperienze simili, più popolari, a partire dal prezzo? Le “trilogies” che si potrebbero fare qui da noi non si contano e senza nessuna pretesa di esaurire un tema (figuriamoci!) potrebbero essere dei buoni trampolini di lancio per un turista per iniziare a “mettere il naso” in un territorio spendendo il giusto.
Immaginate di trovarvi tre espressioni diverse del vitigno principale della zona, oppure bolla, bianco e rosso rappresentativi di una regione, fino a spingersi a mini verticali o a tre grandi rossi di Piemonte, Toscana, Puglia. Sarebbero un momento di curiosità, di promozione territoriale, anche di gioco! Metterebbero il vino al centro della discussione e magari aiuterebbero qualcuno a bere in modo un poco più consapevole, con quel minimo di attenzione che ogni bicchiere di vino merita.
Quali sarebbero le vostre “Trilogies”? Inizio io: Barbera del Monferrato, di Asti e di Alba.
23 Commenti
Luca
circa 4 anni fa - LinkIo ricordo ancora uno dei miei primi approcci al vino è stato a Dubrovnik qualche anno fa, in un bar del centro ma nascosto in una viuzza strettissima che proponeva tre assaggi di vino del territorio, ora non ricordo quali perché ai tempi non mi interessava, però mi colpì la ragazza che uscì a spiegarci le differenze tra i diversi vini, uno bianco e due rossi. Ecco questo approccio è stato decisivo per appassionarmi al mondo del vino quindi si, è un modello che funziona. Certo che c è bisogno di personale ben istruito e nella maggior parte dei bar il punto è vendere il più in fretta possibile al prezzo più alto.
RispondiLuca
circa 4 anni fa - LinkIo comunque proporrei un tris di Valtellina.
RispondiLuca
circa 4 anni fa - LinkCredo di esserci stato anche io in quel locale a Dubrovnik!!! E scoprii un fantastico Toreta dell’isola di Korcula!!!
RispondiAndrea
circa 4 anni fa - LinkCon la slavizzazione anche di Ragusa e Curzola molta della cultura enoica si è persa. Ma da sempre i vini della Dalmazia avevano mercato a Venezia. E fino qualche anno fa essere così a sud era un pregio: le uve erano perfettamente mature e davano vini più alcoolici meglio conservabili di quelli dell' entroterra veneto. E il trasporto via mare era competitivo rispetto quello che terra
RispondiVincenzo Busiello
circa 4 anni fa - LinkFalanghina greco di tufo e fiano di Avellino
RispondiAngelo
circa 4 anni fa - LinkGattinara, Ghemme come DOCG, Boca come DOC (oppure Bramaterra, Lessona, Fara etc..)
RispondiGiovanniP
circa 4 anni fa - LinkDall'area immediatamente a ridosso della città di Brescia proporrei tre rossi doc : Botticino, Cellatica e Capriano del Colle.
RispondiLanegano
circa 4 anni fa - LinkMalvasia istriana, Friulano, Pinot grigio macerato. In alternativa al Pinot un rosso autoctono come Terrano o Schioppettino oppure un 'autoctono di ritorno come certi Cab Sav o Merlot del Collio.
Rispondivinogodi
circa 4 anni fa - Link...TRe Lambrusco : uno parmense da Maestri, uno modenese da Sorbara e uno reggiano (magari metodo classico) da Salamino . Alternativa uno mantovano da uve Lambrusco Viadanese o Marani o Ruberti. Tanti bevono Lambrusco , in pochi (pochissimi?) ne conoscono la (sostanziale) differenza fra le varie tipologia . E il Lambrusco è vino di piacevolezza ma anche nobiltà unici ...
RispondiDamiano
circa 4 anni fa - LinkQualcuno mi sa elencare il più significativo per ogni tipo di lambrusco ? Mi piacerebbe fare un assaggio parallelo in simultanea per cercare di capirne le differenze. Grazie
RispondiDamiano
circa 4 anni fa - LinkUn Grasparossa di Castelvetro, un Sorbara, un Salamino... Potrai apprezzare un sacco di differenze (nel raggio di soli 45 km).
RispondiDamiano
circa 4 anni fa - LinkQualcuno che li produce ?
RispondiDamiano
circa 4 anni fa - LinkGrasparossa: Monovitigno di Fattoria Moretto (Castelvetro). Sorbara: Radice di Cantina Paltrinieri (Sorbara). Salamino: Tradizione di Cantina Santa Croce (Carpi). Una volta provati questi, ti suggerirò un altro tris.
RispondiAlessandro
circa 4 anni fa - LinkBuonasera a tutti, io la proporrei monovitigno ma con affinamenti diversi. Da buon toscano direi Sangiovese in cemento, in anfora ed in botte grande. Oppure vermentino o ansonica in acciaio, in anfora e macerata. :)
RispondiCiro Di Carlo
circa 4 anni fa - LinkPrimitivo di Manduria + Primitivo di Gioia del colle + Primitivo di matera
Rispondima magari...
circa 4 anni fa - LinkEmily Ratajkowski + Wanda Nara + Diletta Leotta
RispondiLanegano
circa 4 anni fa - LinkApplausi
RispondiAndrea
circa 4 anni fa - LinkAlla fine con queste tre ti ritroveresti comunque ubriaco e con tantissimo mal di testa. Ma è una esperienza che farei!
RispondiCiro
circa 4 anni fa - Link...cavallo goloso...😁😁😁😁
RispondiVocativo
circa 4 anni fa - LinkLoro comunicano e lavorano sui territori, da noi c'è spesso l'idea di partire dal vitigno, come si evince anche da diversi commenti.
RispondiDamiano
circa 4 anni fa - LinkSe dicessi dolcetto : Asti, Alba, Ovada. Parlerei di vitigno ma anche di territori. Borgueil, St Nicolas de Borgueil, Saumur Champigny: Tutto cabernet franc. Quindi ?
RispondiVocativo
circa 4 anni fa - LinkQuindi può essere una ricchezza o generare confusione. Dipende dal target che si vuole cogliere e da come si propongono e raccontano i vini. Era per rimarcare una differenza culturale e di approccio. È chiaro che in Italia il patrimonio ampelografico può essere un'opportunità, perciò si pone spesso l'accento sul vitigno, ma esistono delle precondizioni burocratiche (disciplinari & dintorni) che a volta rischiano di diventare un ostacolo, non facilitano la comunicazione all'estero e alla fine il cliente è più confuso che felice. Certo non mi sottraggo al piacere ludico e conoscitivo di esplorare le affinità e le differenze tra Barbera d'Alba, Asti e Monferrato o tra Dolcetto d'Asti, Alba e Ovada. Anzi, dirò di più, mi piacerebbe disquisire su Fiano d'Avellino provenienti da Lapio, Montefredane e Summonte o di Chianti Classico provenienti da Castelnuovo Berardenga, Radda e Greve, ma temo che per arrivare lì bisogna macinare ancora molti km
RispondiMarco
circa 4 anni fa - LinkBaroli: - tradizionalista, modernista, tradizionalista di ritorno - serralunga, la morra, monforte - 2012, 13, 14 (annata calda, ottima, fredda) Barolo vs Barbaresco vs Roero metodi classici piemontesi: nebbiolo, erbaluce e altalanga
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