Modena Champagne Experience: la Masterclass sui Blanc de Noir

Modena Champagne Experience: la Masterclass sui Blanc de Noir

di Andrea Gori

È il “do” centrale degli assemblaggi, colui che dona struttura, frutto e integrità, l’impalcatura su cui costruire cuvée cesellate e raffinate e anima storica del vigneto in Champagne: il pinot nero è tutto questo e molto di più in questa AOC, ma solo di recente è assurto agli onori delle cronache la diffusione delle cuvée nelle quali il pinot nero è vinificato e commercializzato senza altre uve. La tipologia “blanc de noir”, in teoria distinta da “blanc de noirs” che può contenere anche uve meunier, si contraddistingue in genere per maggior struttura e succulenza rispetto alle altre tipologie di champagne e per le note aromatiche profondamente speziate, fruttate ed eleganti. Ma soprattutto per saper leggere il terroir in maniera intrigante e originale rispetto allo chardonnay.

Lo abbiamo messo alla prova con 6 vini, 4 sans anné e 2 millesimati tra la Montagne de Reims e l’Aube durante la Modena Champagne Experience 2018.

Qui una breve introduzione sul pinot nero e la sua diffusione in Champagne e i primi vini in degustazione, ovvero  Champagne Gonet-Médeville, Blanc de Noirs, Extra-Brut, 1er Cru, S.A. e Champagne Secondé Simon, Cuvée Melodie, Blanc de Noirs, Brut, Grand Cru, S.A..

Champagne Gonet-Médeville, Blanc de Noirs Bisseuil Extra Brut (2 gr/lt)
Siamo in un villaggio tra Mareuil e Tour sur Marne, ai piedi della montagna e vicino al bosco, con influsso della Marne non indifferente. Azienda giovane in Champagne ma famiglia nel vino da tempo a Bordeaux. Fa in parte legno e in parte acciaio ma è un vino schietto e diretto, con note di arancio giallo, pesca, salsedine ben presente, panpepato, zenzero e note appena candite. In bocca ha personalità gastronomica ma il terroir maschera il pinot nero quasi da chardonnay, con finale tra sambuco e rosmarino. Gessosità intrigante ben presente anche al palato.

Champagne Secondé Simon, Cuvée Melodie, Blanc de Noirs, Brut, Grand Cru, S.A. (8gr/lt)
Siamo nel mitico Ambonnay e la sua finezza sopraffina nelle buone mani di una famiglia che coltiva da generazioni. Tre parcelle riunite insieme con un tocco di chardonnay (10%) che stempera la grande potenza del territorio, vin de reserve da 2012 e 2011 più ultima annata 2013. Vino gessoso, speziato, fruttato, delicato ma con note di frutta di bosco molto ben delineate tra more e ribes nero, mirtillo. In bocca è più forzuto e intenso, molto più del naso, e il pinot nero si scatena e cattura l’attenzione. Chiusura tra lamponi e ribes rosso, molto lungo ed elegante con austerità di Ambonnay a farsi sentire.

In questo video le degustazioni di Champagne Georges Vesselle, Blanc de Noirs, Extra Brut, Grand Cru, S.A., Champagne Rémi Leroy, Blanc de Noirs, Extra-Brut 2012, Champagne Mailly Grand Cru, Blanc de Pinot Noir, Brut.

Champagne Georges Vesselle, Blanc de Noirs, Extra Brut, Grand Cru, S.A. Bouzy (2 gr/lt)
Da un village famosissimo per i grandi rossi nascono vini e bollicine particolari e uniche. Il terreno è argilloso e calcareo con poco gesso, la maison ha 17 ettari quasi tutti a pinot nero e quasi tutti grand cru. Note fini e rarefatte, pepate e speziate, cumino e noce moscata, speziatura particolare che ricorda il legno ma non viene usato in vinificazione. Sensazioni balsamiche e piccanti che esaltano il frutto rosso e nero. Assaggio vinoso e gastronomico con fragole, mirtillo, confettura di prugne con lieve affumicato. Vino particolare anche per abbinamenti intriganti, progressione bella e con centro bocca più importante del finale che non è lunghissimo. Ma qui ci si concentra su eleganza e piacevolezza del pinot nero e il terroir lo permette eccome.

Champagne Rémi Leroy, Blanc de Noirs, Extra-Brut 2012 (2 gr/lt)
Siamo nella Aube, mani biodinamiche ma soprattutto maniacale attenzione al terroir che qui è simile alla  Borgogna e molto lontano dal gesso della Champagne centrale. Kimmeridgiano e ciottoli, molta varietà, approccio naturale e vino con lieve note ossidative molto ricche e affascinanti che la 2012  esalta con la sua freschezza e potenza mirabile. Naso ricco tra mela annurca, mirabella, prugna bianca fresca, poi frutta di bosco mirtillo, caramello. Ha note di distillato, miele di corbezzolo, dattero, fico maturo, profumi molto centrati nella Aube. Sorso bello e fresco, acidità naturale e carattere vinoso che si alternano e dissetano a lungo, perfetto su gnocco fritto e culaccia.

Champagne Mailly Grand Cru, Blanc de Pinot Noir, Brut (8 gr/lt)
Siamo a Mailly, parte che guarda l’oceano della Montagne, cooperativa importantissima perché tutti vini sono grand cru con varie combinazioni. Questa cuvée assembla in maniera molto intrigante e piacevole vini affinati in legno e altri in acciaio a dare un vino misurato e fine. Naso floreale di gelsomino notturno, sambuco, tiglio e zagara, note allegre e gioiose con speziatura e torrefazione vanigliata, ma anche tropicaleggianti di mango. Sorso raffinato e speziato, intrigante, fresco e complesso dove affiorano le varie parcelle del grand cru. Piacevolezza soprattutto nella testa dello chef de cave e obbiettivo centratissimo con zucchero e sale e rincorrersi per il palato.

Champagne Marguet, La Grande Ruelle, Grand Cru Pas Dosè, 2011
Siamo ad Ambonnay, in una maison che fa biodinamica e coltivazione solo a cavallo. Duemila bottiglie prodotte, uso di botti da bordeaux (usate), dosaggio nullo e tutto terroir con pochi filtri. Vino intrigante al colore con note vinose e fruttate molto ricche ma sempre animate da una bellissima freschezza con un che appena verde. Anche floreale di campo con ginestra e frutti di bosco selvatici, iodio e zenzero. Bocca molto ricca e sferzante che copre dall’arancio candito al cacao passando per miele millefiori, rhum caraibico e tocchi mentolati, mentre sconquassa la beva con un ritmo trascinante. Vino energico e bellissimo, cremoso e seducente ma che sa farsi diretto e deciso a tratti con il risultato di risultare affascinante e originalissimo.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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