Meditazioni alcoliche e qualche bel Riesling

Meditazioni alcoliche e qualche bel Riesling

di Simone Di Vito

Pollo, curry e una manciata di riso basmati, un piatto che preparo spesso, in cui ingredienti come latte, aneto, farina e burro entrano in mischia a seconda di come mi gira, se lo voglio più liquido, aromatico, stretto o cremoso. Se poi organizzi una serata tra compagni di bevute a tema riesling, quale miglior abbinamento se non qualcosa di speziato, con aromaticità spinta che sposi in pieno la verticalità del tedescone bianco?

Quattro persone, quattro vini, orari da aperitivo per scongiurare il coprifuoco e il solito ordine di serata: pasteggeremo col vino solamente dopo qualche assaggio a stomaco vuoto, per farci un’idea senza condizionamenti culinari. Non siamo di fronte a vini comuni, li ho trovati belli, vistosi, diversi per annate, nazioni, zone di provenienza e vinificazione ma con una costante che va dal primo all’ultimo bicchiere: quell’eleganza che pochi vini sanno indossare come il riesling renano. Selezione quindi volutamente orientata verso la lingua tedesca, nessuno di noi quattro la capisce ma ca…volo se la sappiamo apprezzare.

Trimbach – Alsace Riesling Grand Cru Schlossberg 2016 – solo acciaio e qualche anno in bottiglia per la terza annata di Trimbach con questo cru ricco di granito e gneiss situato a nord-ovest di Colmar.

Arioso ed espressivo, limone, gomma bruciata, dragoncello, dritto e intenso in bocca, con alcolicità a tratti troppo evidente, un errore di percorso che via via poi svanisce. Respira un po’ e spuntano fieno e una lieve nota salmastra, classe e freschezza, lunghissimo nel suo bel finale sapido; ha già le stimmate del grande vino ma pedala ancora con le rotelle, manca poco.

Schloss Johannisberg – Silverlack GG Riesling 2016 – tra Carlo Magno e Napoleone porta sulle spalle il peso della storia del riesling, di cui il Rheingau ne è la culla; tra colline di quarzite e un castello, fermentazioni in acciaio e grandi botti di legno le aspettative sono alte, e lui non tradisce le attese.

Inizialmente chiuso su un sentore marino di salsedine, ma sale la temperatura e pur rimanendo introverso ci dà un assaggio della sua grazia; mela smith, note di pasticceria, miele. Alla pacatezza olfattiva risponde invece con un assaggio imponente: morbido e profondo, frutta secca e gasolio, con acidità prorompente che invade la bocca offuscando un pizzico di dolcezza e una bella nota sapida che riemergono impigliate sulla lingua solo dopo aver deglutito. Passa un’oretta e comincia a stabilizzarsi, inseguendo un equilibrio che al momento non sembra avere, e per questo crea divergenze tra noi. Su una cosa però siamo tutti d’accordo: un vino splendido, in cui poi l’evoluzione smusserà quei piccoli eccessi di gioventù.

Weingut Topf – Zöbinger Heiligenstein Kamptal DAC Riesling 2017 – proveniente dal Kamptal rinomata zona in bassa Austria, prodotto da una vigna chiamata Zöbinger Heiligenstein, con sabbia, ardesia e sedimenti di origine vulcanica; lieviti indigeni e fermentazioni spontanee, riposando in acciaio per alcuni mesi. Vista la provenienza austro-ungarica sulla carta poteva passare per il brutto anatroccolo del gruppo, ma svito, verso i calici e siamo di fronte a un bel cigno bianco.

Fresco e fragrante, fruttato e gessoso, finezza che dal naso continua anche in bocca; agile e succulento, salino, con rimandi erbacei e citrini, e un perfetto equilibrio da far impallidire i tre fratelli più blasonati, il più in forma della serata e costa quasi la metà degli altri.

Heymann-Löwenstein – Uhlen “R” GG Riesling 2017 – R come Roth lay, nome dialettale che sta a indicare la cima della montagna che sovrasta la parte più alta delle terrazze dell’Uhlen; vecchie viti con più di sessant’anni su ardesia rossa e quarzo, alcune non innestate; lieviti indigeni e fermentazione in acciaio per poi riposare sedici mesi sui lieviti in grandi botti di rovere tedesco. Bottiglia dall’aspetto dark gothic, ma apri lo Stelvin e sei Alice nel paese delle meraviglie.

Spalanca le narici sparando i sentori come fosse imbracciato da Schwarzenegger; gomma da cancellare, iodio, zenzero e lime; attacco energico e scoppiettante, ferroso e tagliente come una lama Santoku. Prende fiato e dal prospero bruciato arriviamo al celeberrimo idrocarburo di gasolio, punta di dolcezza e interminabile scia sapida sul finale; esuberante e sfrontato, faccia dipinta e lingua di fuori, il Gene Simmons della Mosella.

Estasiati e assuefatti continuiamo a sorseggiare come orsi col miele, con il curry che brulica e straborda dalla padella in attesa di esser girato, mentre il livello delle bottiglie scende vertiginosamente l’orologio in cucina mi ricorda che sono passate quasi due ore e dobbiamo ancora mangiare…

Succede quando hai a che fare con certi vini e la giusta compagnia; la schiena si rilassa, la mente si libera, e il bere e parlare sembra un po’ meditare, ti concentri sul respiro e per due ore dimentichi tutto, anche la situazione attuale.

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

6 Commenti

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Spezia F.

circa 3 anni fa - Link

Bell'articolo. Se non vado troppo fuori tema, potresti linkare la tua ricetta? Grazie

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Simone Di Vito

circa 3 anni fa - Link

Grazie, ricetta? mi sembra troppo 🤣 ti ho scritto in privato

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SALVATORE AGUSTA

circa 3 anni fa - Link

Schloss Johannisberg – Silverlack GG Riesling 2016 A mio modesto parere uno dei produttori più interessanti nel panorama tedesco. Se posso dare un consiglio, fidatevi in generale dei vini che vengono da Rheingau.

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Littlewood

circa 3 anni fa - Link

Ecco...se magari gli dai Salvarore altri 10 anni meglio....e poi nel Nahe vuoi togliermi dohnnoff??

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Riccardo

circa 3 anni fa - Link

Monsieur Lapalisse

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Alberto R.

circa 3 anni fa - Link

Nessuna sorpresa sull'austriaco...l'Heiligenstein è uno degli autentici GC mondiali del riesling, da porsi sullo stesso piano qualitativo dell'alsaziano Schlossberg, del renoviano (notare la finezza ;-) ) Schloss Johannisberg e del mosellano Uhlen (e dire che Topf non è certamente nella prima fascia di produttori).

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