Mario Monti si chieda perché pagare il vino a 60 giorni è più sogno che realtà

di Alessandro Morichetti

Passare da assaggi mitologici al vilissimo denaro delle forniture di vino è quasi più triste che vedere il sindaco di Roma Alemanno che getta sale a favor di telecamera su una strada senza neve nei paraggi. Perché la poesia dei sensi è bella ma poi il pane te lo danno le casse di vino che produci e vendi a qualcuno che le paga. In Italia la situazione è disastrosa. Enotecari e ristoratori soffrono mediamente di loro, la burocrazia italiota non aiuta e un imprenditore vitivinicolo è ben felice di vendere centinaia di cartoni negli Usa e in unica soluzione, piuttosto che elemosinare a destra e manca 300 euro di fatture non pagate.

Vedere il Presidente del Consiglio italiano trattato da Presidente del Consiglio italiano e non da buffone, in Europa (il Time oggi titola “Può quest’uomo salvare l’Europa?”, mentre del Berlusconi precedente titolava “L’uomo dietro all’economia più pericolosa del mondo”) e nel mondo (Obama: “Ho piena fiducia nella leadership di Monti e spero possa traghettare l’Italia attraverso questi tempi difficili”), mi sembra un discreto passo avanti verso il ritorno alla normalità ma la strada è lunga. Veniamo al dunque. Stando al recente Decreto sulle liberalizzazioni, la legge obbliga a pagare le forniture di vino entro 60 giorni – la norma si applica non solo ai rapporti con la distribuzione (grande, media, piccola), le enoteche e i ristoranti ma anche ai contratti stipulati con i fornitori delle uve/mosti/vini -. Scrive Civiltà del bere:

Il mancato rispetto del pagamento da parte del debitore “è punito con sanzione amministrativa pecuniaria da 500 euro a euro 500.000. L’entità della sanzione viene determinata in ragione del fatturato dell’azienda, della ricorrenza e della misura dei ritardi”

In un regime di libero mercato chi compra deve pagare entro tempi certi e io credo alla buona fede dei soggetti di mercato coinvolti. Per capire il problema generale, però, è necessario leggere l’articolo di Carlo Petrini (o del suo ghost writer: vorrete mica convincermi che Carlin sempre in giro abbia anche tempo di scrivere tutto il popò di roba che pubblica?) sulla burocrazia che affligge le cantine italiane, pubblicato su Repubblica il 9 gennaio scorso:

Per arrivare a tappare la sua bottiglia di vino DOC, un viticoltore deve fare richiesta per poter piantare, subire la verifica di ciò che ha piantato e quindi iscrivere la vigna all’albo. Dopo la fatica e l’investimento, dopo tre anni di coltivazione (e sperando che la grandine, la peronospora e la flavescenza stiano sempre lontane), finalmente arriva la prima vendemmia. E con essa, la prima denuncia di produzione all’organismo di controllo, la prima compilazione del registro di vinificazione, (su cui si scrive almeno mezza dozzina di volte ogni anno, per ogni vino, con colonne, conti e riporti). Poi c’è il registro di carico e scarico; quindi il registro di imbottigliamento e naturalmente bisogna acquistare le fascette, chiedere il parere di imbottigliamento, mandare il vino in degustazione e attenderne il responso. Una pletora di attività richieste, fra le quali non è più facile distinguere le molte cose inutili dalle poche utili.

Per lavoro giro un botto di cantine, quasi allo sfinimento (ho detto QUASI), e certi piccoli vignaioli iniziano a sembrare un misto di banchiere-postino-commercialista-infermiere che a volte ti chiedi come facciano ad aver tempo anche per fare vino. Dice bene Petrini, cavolo:

Immagino l’obiezione: i controlli sono la garanzia del consumatore. Allentarli può far tornare i tempi bui del metanolo. Non sono d’accordo. Quello che sembra buon senso, in realtà, manifesta una certa ignoranza e soprattutto non vede che tutta questa burocrazia pesa in modo assai diverso per le aziende dei vignaioli, producteurs et récoltants si direbbe in Francia, rispetto alle grandi aziende che basano la propria attività sul commercio di vini. (…)

Ed ecco che, magicamente, aggiungiamo un altro tassello del problema apparentemente distante “BRUTTO RISTORATORE VEDI DI PAGARE QUANTO PRIMA”: enoteche e ristoranti sono sommersi di burocrazia tanto quanto le aziende vitivinicole. Hanno controlli, costi ed aumenti che spuntano come funghi. Attività in crisi barcollano ovunque e per trovare un esercizio serenamente solido ci vuole il lumicino. Una buona volta, sarebbe interessante che i soggetti di una filiera cercassero di capire anche i problemi altrui. La categoria degli enotecari-ristoratori non ha più ladri-furbetti di quella dei viticoltori. Si è tutti sulla stessa barca di un paese stretto da una burocrazia onerosa, forte con i deboli e debole con i potenti. Sempre Petrini:

Il fatto che la legge della burocrazia sia uguale per tutti si traduce così in una regolarità formale per aziende che operano con logiche industriali, che spalmano i costi della segretaria dedicata su milioni di bottiglie o li recuperano commercializzando prodotti mediocri, mentre diventa la spada di Damocle della costante irregolarità formale, sulla testa dei vignaioli veri.

Ben vengano i propositi di liberalizzazione seria, purché però ci sia un impegno pari a snellire la burocrazia, facilitando chi lavora correttamente e punendo chi fa il furbo. Pensare di punire Tizio senza affrontare problemi reali e quotidiani che lo mettono in difficoltà economica con Caio porta poco lontano. Nessuno nega che il mancato pagamento sia una iattura ma temo che arrivare a una purificazione del sistema debiti-crediti nel settore eno-ristorativo necessiti di alcuni step intermedi.

Gianpaolo Paglia (Poggioargentiera), vende bene le sue 200.000 bottiglie ma ha lo stesso tante grane e ipotizza qualche soluzione dalla sua prospettiva di produttore: “Il problema dei pagamenti ritardati, ormai su una media di 210 giorni, non si riscontra in nessun paese civile. La settimana scorsa sono passato dall’avvocato a pagare 2000 euro per 7 tentativi di recupero credito non andati a buon fine. È una situazione insostenibile, che ci costringe a nostra volta a diventare cattivi pagatori, anche se per noi è piu’ difficile perche’ i nostri fornitori sono pochi, e non li possiamo sostituire facillmente come fa un ristorante con l’azienda che pressa per essere pagata nei tempi normali. Per me l’unico modo è creare un registro online gestito dalle CCIAA (sic.) come un bollettino dei protesti “light” che impegni legalmente a non fornire (o a farlo solo per cash) chi non paga nei tempi stabiliti da contratto. Cosi’ funziona a New York e in tanti stati USA. Ovviamente, visti gli arretrati della situazione italiana ci vorrebbe almeno un anno per entrare a regime, e magari l’aiuto del credito (sic.2), ma si potrebbe e si dovrebbe fare.”

La realtà attuale racconta di aziende disposte ad accettare pagamenti lunghissimi perché è L’UNICO modo per vuotare i magazzini ma il Decreto dice che questo sistema deve cambiare e alla svelta. Realisticamente, forse troppo alla svelta.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

64 Commenti

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carolina

circa 12 anni fa - Link

avevo scritto un bel pappardello... poi mi è partito l'embolo, così l'ho cancellato. io non dico niente, se fanno la lista nera ne aggiungo una cifra di gente che non paga. poi me la date e vado in banca e quando mi chiedono se sono solvibile gliela do e gli dico di si. mortaccisua!!!!

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

Alessandro quanto sei esigente! il tuo è un chiedere la luna. A me basterebbe che non si concedessero sconti per pagamento anticipato a chi paga, nel migliore dei casi, a 90 giorni ma "sai quanto fatturato me fa??? E' mejo tenesselo 'bbono!!". p.s. gli sconti merce su quantitativi non li discuto (ognuno è padrone a casa sua) ma l'anticipato-posticipato è la cantina stessa ad approvarlo (certo non tutte, ma di quelle che circolano a roma diciamo un bel 3/4 o forse più...)

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Riccardo

circa 12 anni fa - Link

Bravo Alessandro, bel post . L'unica cosa non scrivere piu' ti prego che il personaggio della foto a destra ci puo' portare alla normalita' , anzi e' esattamente il contrario , e' lui (e chi gli sta dietro) che e' causa di misure predatorie nei confronti di aziende, di tagli di diritti ,di precarizzazione dei lavoratori e strette a livello di credito. Da qui ritardi nei pagamenti e distruzione di un ciclo che vede da una parte la natura ( con i suoi veri cicli) che non aspetta, e dall'altra enoteche , ristoranti , distributori etc. che gestiscono la diffusione dei prodotti partoriti anno dopo anno, sempre con piu' difficolta'. Il personaggio a sinistra delle foto non contava niente , e noi che abbiamo seguito ogni suo gesto ,ogni sua donna, intercettazione ,leggi ad personam, manifestandogli contro, sit-in, popoli viola , macerandoci con o senza bucce, raccolte firme etc. Poi arriva il bocconiano ed in una settimana ecco fatto ...sparito. Quanto tempo sprecato invece di individuare il vero problema. Ed ora eccoci al super Mario onnipresente e rassicurante. E noi li' a sperare !!! Ma il fenomeno deflazionario, quindi pochi soldi in giro e molti prodotti invenduti, e' stato scientemente provocato dal secco con gli occhiali e dalla sua elite , ai quali non importa nulla dei piccoli o medi imprenditori e che cercano solo un esercito di disoccupati di riserva al servizio della Germania esportatrice ,facili acquisti di interi settori pubblici a prezzi stracciati e tassi d'interesse alle stelle. Quindi essendo il vino un bene non primario , il processo di imbottigliamento, distribuzione e vendita si e' allungato enormemente , vista la scarsa possibilita' di acquisto del consumatore finale e di burocrazia che fa solo lievitare i costi e togliere prezioso tempo ai vignaioli produttori. Basti vedere la trafila di carte per importare del vino dalla Francia , alla faccia del mercato comune! E sara' sempre peggio a meno che , in Europa , non si esca dall'euro e si ricominci a stampar moneta sovrana , cosi' il tutto ripartirebbe. Argentina docet ( chissa' come se la passa il malbec laggiu' ). E poi e poi ce ne sarebbe da argomentare...

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armin kobler

circa 12 anni fa - Link

ho capito bene riccardo, il ritardo dei pagamenti non c'era prima di monti?

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Riccardo

circa 12 anni fa - Link

Ciao Armin, il problema ora non riguarda il ritardo nei pagamenti ma il...mancato pagamento. Chi fa' ad esempio il distributore sa quali sono i punti nevralgici scoperti della ristorazione , e' come avere una black list non scritta, grazie ai passaparola , alle info raccolte etc. Qui il problema riguarda lo scenario che si prospetta , dove anche enotecari o ristoratori navigati si trovano in difficolta'. Ed essendo tutti pedine di una singola filiera c'e' da capire il problema a...monti. Dal mio post sopra si capisce che il mario(lo) potrebbe avere volto e nome diversi, ma la sostanza non cambia , l'attacco alle piccole e medie realta' sara' sempre peggio . Oneri sempre piu' pressanti , aumenti repentini di tasse , trasporti merci insostenibili dove un litro di gasolio costa quasi come merlot, riducono fortemente i margini e quindi la capacita' di reinvestire.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

il problema dei pagamenti e' endemico in Italia, come quello del rispetto di qualunque regola. In questo senso gli ultimi 15 anni di governo in questo paese un messaggio l'hanno passato chiaro: le regole? non ci riguardano.

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Egregio Riccardo, la causa dei nostri problemi non e' ne quello di sinistra e ne quello di destra ma bensi l'indolenza,la furberia e la stupidaggine di una buona e sostanziona fetta di noi italiani. Quello a sinistra,cialtrone, e' stato voluto e acclamato da tanti suoi simili, ma quello a sinistra non ho ancora capito chi glielo fa fare? Era probabilmente brillo al momento di accettare l'incarico. Non si spiega altrimenti.

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Riccardo

circa 12 anni fa - Link

Ciao Esperio, ci tengo a sottolineare che le parole destra-sinistra non sono presenti nel mio post. Oramai sembra chiaro a tutti che questa falsa dicotomia sia una facile distrazione. La mia analisi e' puramente economica.

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Quella di far allungare il collo ai creditori e' una maledetta abitudine di noi italiani, che adottiamo senza vergogna anche all'estero. A dire il vero ci eguagliano e forse ci superano i medio orientali che hanno una faccia ancora piu tosta della nostra. Le leggi e leggine servono e sono efficaci fino a un certo punto, quel che conta e fa la differenza e' il senso civico di ogni individuo applicato agl'affari.

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maurizio gily

circa 12 anni fa - Link

http://www.millevigne.it/periodico-articoli/cliente-che-non-paga-vince?A=SearchResult&SearchID=193584&ObjectID=3962598&ObjectType=35 Consiglio una lettura di questo articolo. Vi si spiega anche il metodo americano del COD e una proposta di "lista nera" sulla quale Millevigne ha chiesto, finora inutilmente, un parere del garante per la privacy. E' vero che per alcuni il non pagare deriva da uno stato di necessità, ma per molti altri è un malcostume e basta. La norma ci voleva e deriva da un regolamento comunitario. D'altronde se un esercizio commerciale al dettaglio, che incassa quotidianamente il venduto, non ha liquidità, vuol dire che non sta bene, e non credo che spetti ai produttori tenere in vita dei moribondi: meglio che qualcuno chiuda e qualcun altro apra magari con progetti di impresa diversi e magari migliori prospettive. E' la dura legge del mercato, e non può valere solo per gli operai da licenziare.

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armin kobler

circa 12 anni fa - Link

condivido pienamente!

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Incassare quotidianamente non signifa avere capitale sempre disponibile; ci sono gioni o settimane dove il volume dell'incasso non e' sufficiente e allo stesso tempo bisogna far fronte ad una miriade di pagamenti di svariata natura. Quindi, ragionamento giusto ma un po che vira sul retorico.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

Il sistema americano, o meglio di alcuni stati come NY, puo' funzionare, non e' complicato e in Italia puo' essere facilmente gestito dalle Camere di Commercio (che a differenza di altri paesi da noi sono obbligatorie per chi ha partita IVA). E' semplice, se un cliente non paga alla scadenza stabilita (30 gg in genere) il fornitore ha l'OBBLIGO di inviare in tempo reale la segnalazione, che viene, sempre in tempo reale, riportata su un database, che DEVE essere consultato dai fornitori, i quali hanno l'OBBLIGO di non fornire un cliente finche questo non abbia saldato il debito oppure COD (cash on delivery, ovvero pagamento alla consegna in contanti). Ho assistito in Florida alla reazione piuttosto incavolata di un ristoratore verso il mio distributore perche' era andato in COD (ovviamente, per lui era un "errore") e adesso se non lo sbloccavano non poteva piu' comprare nulla (da nessuno). Niente di tecnologicamente proibitivo, e anche la privacy non dovrebbe essere un problema, uno firma che per operare deve rendere questo dato disponibile ad altri operatori. Anche in USA puo' succedere che il fornitore si "dimentichi" di notificare il cliente che non paga, ma se lo beccano rischia la licenza, e i controlli li fanno.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Non c'è nulla di più sensato di questo. Nello stato di New York, uno dei bacini di consumo di vino più importanti e ricchi del mondo, l’esercente che non paga entro 30 giorni dalla data fattura viene segnalato obbligatoriamente dal debitore ad un’autorità pubblica, la State Liquor Authority. Le grandi aziende di distribuzione usano un software che lo fa in automatico, dalla verifica dello stato dei pagamenti. La SLA pubblica il nome dell’insolvente su un sito web, in una delinquent list (si chiama proprio così, nel senso di “non liquidità”) detta anche lista COD= cash on delivery, cioè pagamento alla consegna; a quel punto chiunque faccia consegne a quel cliente non solo è informato della situazione, ma è tenuto a farsi pagare alla consegna, e se non lo fa è passibile di multa. Sistemi simili esistono in altri Stati dell’Unione. @incassare quotidianamente non basterà ma meglio quello che l'ipotesi di un pagamento...

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Da estendersi ad ogni campo commerciale ovviamente, non al solo mondo del vino.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Visto che non è farina del mio sacco e m'è scappato di indicare la fonte rimedio qua. http://www.millevigne.it/periodico-articoli/cliente-che-non-paga-vince?A=SearchResult&SearchID=193584&ObjectID=3962598&ObjectType=35

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Francesco Bonfio

circa 12 anni fa - Link

se negli USA il sistema gira così bene, come mai molti importatori pagano i fornitori d'oltre oceano a 150/180 gg.?

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

L'enoteca incassa quotidianamente il venduto ma ogni volta che acquista da un produttore acquista ben oltre il suo fabbisogno mensile di quei vini. Spesso le settantadue bottiglie canoniche di minimo d'ordine rappresentano il fabbisogno annuale dei vini di quell'azienda. Fatemi scarichi da 12/18 bottiglie e mi faccio trovare con i soldi in bocca che scodinzolo sulla porta.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

Infatti, a differenza dell'Italia in USA e' tutto o quasi distribuito, con scarichi piccoli per ogni referenza, e quindi il ristoratore, e il negozio di vini, non hanno praticamente magazzino. Il che ovviamente rende ancora piu' efficace il COD perche' se non ti puoi rifornire per due giorni non hai piu' nulla da vendere. Io credo che la distribuzione sia il sistema piu' efficace, e credo che vi sarebbe uno stimolo ad incrementarne l'uso ancora di piu' se venisse adottato un sistema di pagamento e di magazzino simile agli USA.

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Spesso il cod si rivela poco pratico e fastidioso e le ricorrenti consegne di piccole quantita, rendono il sistema piu costoso e richiedono un organizzazione di trasporto abbastanza sofisticato e ben collaudato. Per esempio, nella vastissima, area metropolitana di Londra, nonostante il collaudatissimo sistema di consegne il cash on delivery e' cosa rara e mal vista. Inoltre bisogna ricordarsi che il creditore non puo sempre comportasi da duro, in quanto ha l'esigenza di mantenere la propria clientela, conquistata con grande dispendio di forze.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

In un meccanismo come quello USA il concetto del comportarsi da duro non esiste. Se tu non paghi le fatture per legge nessuno può rifornirti a meno del COD, se io ti rifornisco lo stesso rischio la licenza. Direi che perdere un cliente non è paragonabile con chiudere baracca quindi nessuno sarà disposto a richiare per venirti incontro. Potrà cercarsi un altro fornitore che applicherà le medesime condizioni, quando ci sbatti il muso due volte probabilmente capisci e ti regoli di conseguenza. Da ultimo le banche, quando chiedi un prestito, una sbirciatina alla tua situazione la danno...

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jovica todorovic (teo)

circa 12 anni fa - Link

Confermo, ti dirò di più, io mi sono occupato per 5 anni di import di libri da Uk e US. I miei fornitori, con cui fatturavo cifre che anche i più grossi nomi del vino in Italia avrebbero considerato assolutamente rilevanti, mi bloccavano le forniture al primo giorno di overdue (nessun rancore, nessuna ritorsione puro e semplice business). Sviluppavo fatturato e mi concedevano condizioni commerciali miglirative quelle finanziarie rimanevano invariate. Volevo i libri dovevo pagare senza se e senza ma. Secondo me gli affari si fanno così e basta tutto il resto si può chiamare in tanti m odi diversi ma non business.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

In UK non e' come in USA, pero' esistono dei contratti di fornitura che si fanno firmare in cui praticamente il cliente rinuncia a certe tutele legali che fanno si che l'azione giudiziale sia velocissima se uno non paga. E in genere si paga.

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Per quel che ne so in UK gl'importatori e distributori danno credito, non hanno altra sceta e a loro volta si rifanno sui produttori. Penso che "M" o altri facciano lo stesso con te. E solo nei casi estremi si finisce in tribunale. Per varie ragioni: Costi, tempo perso e cattiva pubblicita'.

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armin kobler

circa 12 anni fa - Link

non penso che siano ancora molti fornitori che esigono quantità minime. forse solo qualcuno dei pochi che se lo possono permettere. per cui non dovrebbere essere questo il problema di fondo. un mio cliente (quì in provincia, duestellato) ordina tre volte all'anno un cartone. e lo fornisco. inoltre, ache se un ristoratore dovrebbe pagare vino per un anno in anticipo, dopo un anno il ciclo si chiude e addirittura l'ultimo anno di attività sarebbero solo guadagni (in termini di vino).

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maurizio gily

circa 12 anni fa - Link

i ristoranti già oggi in maggioranza non fanno magazzino e comprano da distributori, salvo magari vini locali. le enoteche è già più facile che facciano ordini consistenti ai produttori ma il discorso di fabrizio pagliardi, mi spiace, non fila. Certo che non vendi in un giorno QUELLE 72 bottiglie, ma in compenso ne vedi delle altre, o no? e non ti si chiede di pagarle domani, ma fra 60 giorni. Se non concentri tutti gli ordini in un solo momento dell'anno hai il controllo del cash flow. L'unica discontinuità è lo starting up: ti serve liquidità per avviare un'impresa o un ampliamento o se compri partite di vino da invecchiare. In una gestione ordinaria il problema non si dovrebbe porre, poi si sa che il momento è difficile per tutti e quindi i problemi ci sono, ci mancherebbe, ma non possono ricadere sempre sui fornitori.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

il discorso che faccio non vale per le enoteche o i ristoranti piu' seri, ma non c'e' dubbio che una parte consistente approfitta di sconti importanti per caricarsi di merce che magari non vorrebbe altrimenti acquistare, e non in quelle quantita'. Avendo pagato quella o avendo comunque dato un assegno postdatato a garanzia, recupera allungando il pagamento dei fornitori "regolari". E' la moneta cattiva che scaccia quella buona. Mettici poi il fatto che ormai anche io mi sono convinto che in una certa misura e' inutile perseguire chi ti frega poche centinaia di euro, perche' con la giustizia italiana vuol dire raddoppiare la perdita con le spese legali e i tempi infiniti, e presto spiegata la situazione.

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GianlucaC

circa 12 anni fa - Link

Ma... c'è ancora qualcuno che fa magazzino ??? Io ricevo richiesta da 10 scatole (ho 7 referenze + 1 Prosecco), una scatola da 6 per tipo. Magari i grandi nomi non ti vendono il vino top se non ti prendi 30 scatole di altro, ma di top ce ne sono pochi e le richieste sono quelle... Io per levarmi le rotture di scatole vendo bonifico anticipato o contanti alla consegna, vendo sicuramente molto meno ma ho zero insoluti e rotture. Un piccolo sorriso quando il ristorante X che non accettava le mie condizioni è andato da Y che gli dava tutto alle sue condizioni chiude o "cambia gestione" lasciando le fatture da pagare. E chi paga le perdite di questi personaggi ??? I clienti regolari, vi sembra giusto?

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maurizio gily

circa 12 anni fa - Link

Giacomo Pevere, grazie del rilancio ma sarebbe gradita la citazione della fonte.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

hai ragione me n'ero accorto ma non si può editare...

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jovica todorovic (teo)

circa 12 anni fa - Link

L'anomalia è tutta italiana, ovviamente mi riferisco alla filiera del vino. Tutti fanno tutto e tutti soffrono allo stesso modo, il pagherò è l'arma migliore, ma sopratutto il pagherò l'anno del mai o a babbo morto. Quanto costa una rete vendita? il 40% del fatturato Quanto costa la gestione diretta del credito? Più sei piccolo e più costa. Avrebbe senso unfirmare il mercato agli standard France, UK, US? Si. Quanto costerebbe? Molto meno. E i benefici? Ve ne sarebbero molti, più importanti e per molta più gente. Perchè non avviene? Perchè siamo al Medioevo. Perchè c'è un'impostazione commerciale di tipo feudale. Il commercio e fatto di partnership, programmazione, strutturazione del mercato, analisi del rischio,comunicazione, organizzazione logistica, penetratozione del territorio tutto ciò oggi avviene in Italia? No. Perchè chi segue le regole dettate dai mercati su cui si affaccia riuscendo anche ad apprezzarne i vantaggi non riesce ad imporre le medesime regole anche sul proprio mercato? Segue dibatitto.. Monti ha colpa di tutto ciò? Credo che se fosse al corrente della attuale impostazione della filiera direbbe: " Ma come fanno ancora ad esistere questi?"

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Quanto costa la gestione diretta del credito? Più sei piccolo e più devi SPERARE di esser pagato perchè non c'è nessun mezzo (le vie legali non sono un'opzione) tramite il quale far valere i tuoi diritti.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

alla fine tutti i nodi vengono al pettine. Perche' in Italia non si e' sviluppata una distribuzione del vino come in molti paesi esteri? Uno dei piu' grandi distributori di vino italiani, la Meregalli, fattura circa 50-60 milioni di euro l'anno. In UK sarebbe un azienda media, in USA sarebbe un azienda piccola. Se nel nostro paese nessuno ha, ancora, deciso di investire in aziende distributive di vini di qualita', insieme agli altri motivi c'e' sicuramente anche il fatto che investire da noi e' sconsigliato, perche' le regole sono aggirate, non c'e' certezza del diritto, e la questione dei pagamenti lo dimostra. Mettiamo in ordine casa nostra, e tutto il resto verra' di conseguenza.

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Sarò breve anche se mi piacerebbe essere molto prolisso: 1) cari produttori parlate con i vostri rappresentanti e non sceglieteli solo un base a quanto vi venderanno, vi potrei su Roma fare una classifica dei rappresentanti in base alla loro elasticità, fino ad arrivare ad indicarvene un paio che vedo una volta l'anno sempre nello stesso periodo per fare gli ordini e prendere gli assegni. Il resto dell'anno io non li cerco ma loro neanche cercano me. 2) il quantitativo minimo lo chiedono l'80 % dei produttori che tratto e il 100% dei produttori con un rappresentante che giustamente si oppone a gestire migliaia di piccoli ordini. 3) organizzare il cash flow??? Io non compro tavernello vendo vino di qualità, se non compri all'uscita o nei tre mesi seguenti molte referenze finiscono e le uscite dei vini sono concentrate in tre o quattro mesi dell'anno. Poi il vino raramente esce quando e' previsto, ieri ho fatto scaricare nel pieno dei lavori di ristrutturazione 72 bottiglie di vino che aspetto da novembre. A dicembre ho ricevuto sella che avevo prenotato per fine ottobre. 4) se soffrite per i pagamenti non fate sconti sulle quantità perché acuisce il problema. Se passando da 72 a 120 bottiglie fate sconti che ho visto in questi tempi di crisi arrivare al 15%, il compratore se ci tiene ad avere il vostro vino in carta rischia. E l'alternativa non e' avere o non avere lo sconto ma comprare o no. Perché comprare con una differenza del 10-15% e' mettersi fuori mercato. 5) Prossimamente pagherò molto male. E per questo prendetevela con il comune di Roma

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jovica todorovic (teo)

circa 12 anni fa - Link

Pensavo di provare a venderti delle cosette simpatiche ma mi sa che desisterò ora che hai pubblicamente ammesso punto 5) le tue efferate intenzioni. :-) Comunque su questo tema bisognerebbe essere molto più prolissi. Anzi anzi che Gianni ti sta danno una mano impedendo alla cittadinanza di uscire di casa per 2 we interi nel mese di febbraio. Ci sta che alla riapertura tu abbia qualche concorrente in meno. Un saluto

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Ti chiedo una cosa, senza alcune polemica però sinceramente non capisco. Tu gestisci un locale del quale per'altro ho solo sentito parlare un gran bene e dici che pagherai molto male nel prossimo futuro. I tuoi clienti pagano tutti alla consegna per così dire quindi non hai problemi di ritardi e mancanza di liquidità. A questo punto mi chiedo, se tu che hai un incasso certo dato dalla vendita di un prodotto hai problemi nei pagamenti in che condizioni tocca lavorare a chi incassa unicamente a 60/90+ giorni (se incassa)?

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Mr. R

circa 12 anni fa - Link

In questo paese devi avere le spalle molto, molto coperte. Altrimenti non lo fai.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Scusate, ma nessuno di quanti ho letto ha colto il vero problema. Ben venga un obbligo legale a pagare a 60 giorni, o il sistema USA auspicato da Paglia, o un sistema di corrieri efficienti e poco costosi, ma se non velocizzano enormemente i tribunali non si risolve nulla. Già oggi emetto fatture a 60 giorni e consegno anche 12 bottiglie senza sovrapprezzo (solo Brunello, ovviamente) ma quasi tutti mi pagano quando gli pare. Se anche adottassimo il bellissimo sistema USA che cambierebbe? Alla fine ci ritroveremmo sempre con un ricorso presso un tribunale italiano, e se ne riparla dopo dieci anni. Se non riformano prima quello sono solo chiacchiere. Vi faccio un esempino semplice semplice. Se un furbetto compra ogni anno € 500 di vino da 10 produttori di Brunello, 10 di Chianti, 10 di Morellino e così via cambiandoli sempre può andare avanti tutta la vita senza pagare mai. Nessuno gli farà causa per € 500, sono più i costi del ritorno. E se anche gliela facessero poi si deve vedere, gli anni passano e magari dopo sei o sette uno rinuncia per stanchezza. Come se ne esce senza una giustizia rapida, efficiente e poco costosa?

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

A Roma se fosse un ristoratore camperebbe, se fosse un'enoteca, con quei quantitativi sarebbe fuori dal mercato prima di ieri... serve lo sconto merce (altro che 120 bottiglie, magari!!!!)

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Giustissimo, sconto merce contro denaro contante. Ma quanti tuoi colleghi accetterebbero? Quattro anni fa avevo trovato una soluzione che mi pareva geniale, la quadratura del cerchio; facciamo fare a ciascuno il suo lavoro. Io vendo vino al rivenditore, il rivenditore vende vino al pubblico, il rivenditore passa quasi sempre attraverso le carte di credito. Per cui le carte di credito possono acquisire senza rischi il mio credito perché sono certe che saranno pagate; tratterranno il pagamento dal flusso di vendite del rivenditore. Basandomi su questi presupposti ovvi ho trovato una carta di credito che ha sposato il progetto, e ho offerto ai miei clienti di acquistare senza sovrapprezzi con pagamento a 180 giorni, bastava che accettassero che il denaro sarebbe stato prelevato dal flusso della carta di credito alla scadenza. Vantaggi per il rivenditore; pagamento a 180 giorni senza ricarichi, minimo di ordine di soli € 200. Vantaggi per me; incasso immediato con un costo del 4%. Risultato; zero clienti hanno accettato.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

Caro Stefano, abbiamo messo assieme due cose che assieme non devono stare necessariamente: lo sconto merce è un incentivo a lavorare un determinato prodotto e non lo discuto. Non so se si è compreso che la mia incaxxatura sta nel fatto che il pagamento anticipato viene concesso anche senza pagare solo perchè tal dei tali fa grandi numeri. Questa forma di disonestà intellettuale, come ho già detto, non può passare inosservata all'azienda, ergo mi chiedo: se si lascia passare questa idea (e nella schiacciante maggioranza dei casi la si lascia) non scandalizziamoci se poi qualcuno, anche mooooooolto grosso, paga a 360 giorni (con l'anticipato!!!). La vuoi la soluzione? te la offro su un piatto d'argento: sconto anticipato VERO 10%, sconto merce a discrezione (ovviamente si ridurrebbe in proporzione e cadrebbero i giochini automatici tipo 10+1, 20+3, 40+8 e via discorrendo). Svegliatevi se volete raddrizzare la situazione anche perchè lo sconto merce è una trappola in cui rischiate di cadere: vuoi un esempio? brunello 2004 rosso2006, ordinati 600 del primo e 1200 del secondo, anticipato con bonifico online immediato mentre il rappresentante chiamava prima il capo area per chiedere gli sconti possibili (su quei quantitativi ho forzato la mano ovviamente...) poi la casa produttrice per inviarmi l'Iban via mail. Chiuso con un 7% anticipato 5+2 su brunello, 2+1 su rosso. Il rappresentante felice, io felice, la casa meno perchè non ho stracciato il prezzo, ci ho messo su un ricarico che mi permettese di essere inferiore di un euro sui miei colleghi e me lo sono fatto bastare 3 anni (ergo 2 anni di bianco per il produttore) e poi l'ho tolto dalla selezione perchè la clientela voleva provare "qualcosa di nuovo"... conviene una politica di questo tipo? a me sì, ai miei clienti sì ma.... al produttore

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Veramente sono decenni che offriamo lo sconto per pagamento anticipato vero senza vincolarlo alle quantità, ma non è che venga richiesto molto.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Da quel poco che ho visto il sistema americano porta a ben pochi ricorsi in tribunale, nel momento in cui non paghi nessuno può più fornirti nulla se non con pagamento alla consegna, il giochino che tu ipotizzi quindi non funzionerebbe. Nel momento in cui fà l'ordine suona un campanellino e il fornitore (qualunque fornitore) ti farebbe pagare alla consegna della merce. Detto questo, da uno che ha svariate fatture di piccoli importi mai pagate (e chissà mai se mi verranno pagate) capisco benissimo il tuo discorso e visto il sistema attuale italiano lo condivido al 1000%.

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Dunque e' tutta una qustione, di maledetta, cultura. Altro che leggi e gendarmi. Se si cresce in una societa dove il buonismo e la furbizia vanno a braccetto e' ovvio che alla fine ci si ritrova con una massa di "nuovi mostri". Forse mi sono fatto prendere un po' la mano; ma accidenti...

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Paolo Martini

circa 12 anni fa - Link

Aggiungerei anche la furbizia del nero e dell'evasione: se è così diffusa non è forse per il fatto che è tutto un pacchetto? Evado, faccio il nero e pago a 365 giorni.

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

A mio avviso il sistema vigente negli USA è il più semplice…ma nessuno lo vuole fare… Perché? Che ci siano varie caste da difendere che altrimenti rimarrebbero senza lavoro (leggi avvocati)? E non ce l’ho con gli avvocati, eh; mio padre lo era… E alla fine della fiera chi è che ci guadagna di più con tutti i quaqquaraquà che ci sono in giro? Lo stato… E sapete perché? Sapete voi quanto costa solo di domanda (marche da bollo e quant’altro; non avvocaticchi vari…) un’ingiunzione di pagamento? 950 €…così, solo di partenza… A me piacerebbe sapere una cosa: Prendiamo il mio Sangiovese riserva del 2007 che è in commercio tutt’ora… Le spese sostenute per la produzione dell’uva sono state fatte allora (nel 2007), tutte pagate. Le spese relative a: approvazione della DOC, parere di imbottigliamento, imbottigliamento con annessi e connessi (tappi, capsule, etichette, bottiglie, confezionamento…devo continuare?) sono state sostenute nel 2010; tutte saldate dubito o dopo 30/60 gg. data fattura… E allora perché ci deve essere qualcuno che se ne approfitta? E non mi si venga a dire che sono messe tutte male…perché se un’azienda agricola non riesce a sostenere i costi di produzione, c’è poco da fare…chiude. …a meno che non si campi d’altro, ma questo è altro affare… Qualcuno me lo può spiegare? Sorry ma io non ci sono arrivato… Perché si deve arrivare alle minacce verbali e poi fisiche (mi è successo anche questo con una persona che faceva il furbetto e rompeva i maroni perché volevo incassare una fattura di 16 mesi prima) per farsi pagare? Perché viene permesso tutto questo? Io pago sempre TUTTO a scadenza…non si capisce perché gli altri non lo debbano fare… @ SCC Io penso che in Italia l’unica cosa che possa far smuovere tutto il bellissimo andazzo: Basterebbe semplicemente che chi non paga una fattura, allora l’IVA sulla stessa non se la può detrarre in sede di versamento mensile… ...stai a vedere che si mettono tutti in riga… …eccome… …e le quietanze di pagamento, in caso di controllo devono essere risalibili attraverso le banche… …non basta il “pagato” con la firma del creditore… Spero di riuscire a venirla a trovare in occasione di Benvenuto Brunello...

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Io per Benvenuto Brunello sarò sempre qui, l'aspetto. Purtroppo l'idea di bloccare il recupero dell'IVA a chi non paga è impraticabile, perché si deve sempre e comunque passare attraverso un tribunale e risiamo da capo; se ne parla dopo dieci anni.

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Lo sconto merce non dico che non serve ma che tende a far sbilanciare chibcompra per avere il prezzo e 72 6 e 120 12 sono ormai un automatismo.

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Il mio lavoro presuppone un magazzino. Se io comprassi da ogni produttore soltanto quello che vendo nel giro 90 giorni avrebbe un senso e non avrei un magazzino che si muove nel corso dell'anno da 120.000 a 215.000 euro divisi in due cantine lo spazio espositivo. Se potessi comprare quello che voglio nel momento che mi serve avresti ragione ma non e' così. A meno che non usi i distributori che pero' sono troppo cari per chi deve rivendere. E' per questo che nel tempo mi sono allontanato sempre di più dalla vendita che non ti permette di avere un solo morellino ma te ne richiede 3-5-10 e così per ogni tipologia di vino. E' per questo che dopo la ristrutturazione tempo di azzerare le scorte e poi cambio tutto il mio modo di comprare radicalmente e non funziona più la vendita, la abbandono e mi dedico alla somministrazione.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

la tua analisi è corretta ma oggi più che mai io sento forte il senso della funzione dell'asporto, perchè la vendita della chicca in bottiglia chiusa, anche se più complessa, necessita da parte mia uno sforzo didattico che sposti il cliente a distogliere lo sguardo dai soliti noti. In sostanza devo affascinare il cliente e l'unico modo di farlo che conosco è che io stesso sia affascinato da ciò che propongo.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Chapó!

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andrea

circa 12 anni fa - Link

ci vorrebbe un database consultabile,tenuto da Consorzi di tutela o Valoritalia per esempio,o in rete, dove i produttori o distributori possono inserire delle valutazioni sui clienti poco onesti...

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

@francesco, assolutamente d'accordo sull'importanza dell'asporto. Ma la somministrazione ti permette di poter avere solo vini che ti affascinano senza dover avere i vini a chiamata, quelli che il cliente entra e chiede. La grande differenza e' questa. Poter rispondere all'ordine " mi dia un buon shiraz del Lazio " con " non mi' risulta esista nessun buon shiraz nel Lazio" non ha prezzo.

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Zakk

circa 12 anni fa - Link

Concordo. Cn la somministrazione puoi sbizzarrirti e far provare vini che la gente mediamente non conosce e che quindi mai comprerebbe da asporto. Volevo pero' tornare sull'ordine minimo diretto al produttore: io tratto tante aziende nella mia zona (provincia lombarda) e ognuna ha il proprio metodo: minimo 36 bottiglie, 48, 60. Alcune invece vogliono un minimo di imponibile, solitamente 350 €. Ne ho anche un paio che ti spediscono quello che vuoi, ma ti paghi il trasporto che generalmente gira sui 18+IVA al quintale, per cui sulle 60 bottiglie (un quintale) ammortizzi meglio che sulle 6. Ho pre un'azienda di brunello con 6 bott. Di brunello e 12 di rosso spedisce e dal secondo ordine ti manda anche solo le 6 di brunello in porto franco. Insomma per lavorare molti produttori sono disposti a venire incontro al cliente, ma per avere bisogna anche dare. Discorso distributori/diretti: in Italia (paese produttore di vino) la distribuzione puo' funzionare se si propongono prodotti particolari di cui il cliente non vuole caricarsi. Il meregalli di cui si accennava sopra resiste con quei fatturati perche' ancora i clienti cedono al "ricattino" del sassicaia altrimenti hai voglia a fare quei numeri con il fertuna e similia. In piu' tanti produttori piccoli vogliono sapere dove va a finire il proprio vino, vogliono conoscere i propri clienti, perche' se poi un distributore ti molla tu devi ripartire da zero

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

è questo il bello! Io a piccoli passi ci sto riuscendo... per me parla la mia offerta vini (che devo aggiornare con una ottantina di etichette nuove al posto degli ultimi commerciali rimasti).

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Zakk

circa 12 anni fa - Link

S trova on line la tua selezione vini? Come si chiama l'enoteca? Grazie.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

prego gli amici che lo sanno di non comunicarlo. Caro Zakk probabilmente un giorno lo scoprirai da solo ma da quando intervengo su questo blog non ho mai detto quale sia la mia enoteca

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Olimarox

circa 12 anni fa - Link

Forse non te ne sei accorto, Francesco, ma se clicchi sul tuo nome sbuca quello della tua enoteca.

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zakk

circa 12 anni fa - Link

beh, ho googlato e ti ho scovato. Ho visto la lista dei vini. ciao.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

okkaxxo!(con la voce di Marco Ranzani)

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Fabio Mazzuoli

circa 12 anni fa - Link

Il problema dei pagamenti è la vera grossa piaga di questo settore (in Italia) Purtroppo l'italiano medio tende ad accodarsi al gregge di pecore quindi "siccome in Italia non paga più nessuno perchè bisogna iniziare a pagare noi??" questo è il pensiero del ristoratore nell'80% dei casi, forse di più. (Parlo della mia realtà e in generale credendo a chi risponderà che lui è un buon pagatore ecc) Io dico che se un attività non riesce a pagare una fattura di 300 euro di vino CHE HA VENDUTO, può chiudere subito, altrimenti prende solo per il culo me rappresentante e l'azienda a cui devi i soldi.

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

Ooohhh!!! Meno male che c'è qualcuno che la pensa come me...

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Molti non pagano, non perche non hanno fondi, ma per cattive abitudini. Molti ristoratori prima mettono da parte per loro stessi e poi se rimane qualcosa, pensano ai creditori. Incivile e deleteria mentalita'. Un mio conoscete, partenopeo, vendette il suo ristorante per una cifra elevatissima, ma, senza alcun rimorso non pago' nessuno dei suoi fornitori; alcuni l'avevano servito per molti decenni; a sua veduta avevano guadagnato abbastanza su di lui e quindi era tempo che si rifacesse su di loro. Si racconta in giro che i proprietari di una rinomata ditta d'importazione e distribuzione, che ben conosco, gente di grande gentilezza e buone maniere ma di sangue siculo, si presentarono al recalcitrante ristorante debitore, con una sedia a rotelle, dopo un leggero pasto, cortesemente, la offrirono in dono al ristoratore allibito, preveggento che presto ne avrebbe avuto gran bisogno : furono pagati e il rapporto di affari continuo' con grande armonia. Storie tristi e deprimenti ma che fanno pensare :ad ognuno la sorte che merita. Questo e' il "Bel paese".

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Mr. R

circa 12 anni fa - Link

in italia ??? mai parlato con un produttore francese di come pagano i ristoratori francesi??

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