Marche Tasting: le bollicine che non ti aspetti

Marche Tasting: le bollicine che non ti aspetti

di Clizia Zuin

La scoperta dei webinar è stata di sicuro una delle poche cose positive che ha portato la pandemia. L’Istituto Marchigiano Tutela Vini (IMT) ha sfruttato questo nuovo e sicuro metodo di degustazione a distanza per coinvolgere diversi operatori del settore in un meeting a base di spumanti marchigiani e di numeri e statistiche che hanno fatto riflettere.

Se è vero che i vini fermi sono il traino di questa regione, è altrettanto vero che 14 milioni di bottiglie (dati suggeriti da Alberto Mazzoni, Direttore IMT), di cui 1 milione di bottiglie di Metodo Classico e 13 milioni di Metodo Charmat, non sono uno scherzo. È un dato certo invece il fatto che all’estero si guardi più verso i vitigni autoctoni italiani invece che nella direzione dell’ennesimo spumante a base dei soliti vitigni francesi o a base Glera che potrebbero aver stancato il pubblico più curioso.

La regione Marche da questo punto di vista offre un catalogo formidabile. Non solo Verdicchio spumantizzato, ma anche Ribona o Maceratino (mi perdonerete se preferirò l’accrescitivo Ribona anziché il diminutivo Maceratino, ma i diminutivi li trovo commercialmente parlando poco inclini al successo, preferisco l’accrescitivo enoico, vedi la Corvinone e il Sangiovese Grosso).

Se il Verdicchio spumante sta diventando una certezza, un successo che si porta avanti ormai decenni di esperienza e premi, la Ribona, per me recentissima scoperta, potrebbe essere la risposta futura all’ormai constatato cambiamento climatico: con la sua spiccata e naturale acidità e quei profumi che sanno di tensione e mineralità, troverà tra gli Indiana Jones delle gemme enologiche rare, perennemente alla ricerca dei tesori rari con il numero delle bottiglie prodotte scritte a mano sull’etichetta, un sicuro mercato.

Unico neo? Non aver parlato o degustato spumanti Metodo Scacchi, un’antica procedura locale che sta tornando in auge grazie ad alcuni produttori. Puntare sul binomio territorio e vitigno è uno degli obbiettivi dell’IMT e durante la piccola panoramica di degustazione, le sorprese non sono mancate.

Roberto Lucarelli, Marche IGT bianco Metodo Classico
Blend internazionale di Pinot Nero (70%) e Chardonnay (30%) che lo rende “famigliare” sia al naso che in bocca. Bollicina fine e vivace, colore giallo paglierino luminoso. Profumi precisi di ribes bianco, scorza di arancia e lamponi, con un tocco di polvere da sparo e fiori macerati. Sorso ben definito e pimpante con una verve di carattere e freschezza ben unita a note di burro nocciola date dalla malolattica. Buona persistenza. 90 

Cantine Fontezoppa, Ribona Metodo Classico 2018, Colli Maceratesi DOC Ribona Spumante.
Ribona o Maceratino sono lo stesso vitigno. Carattere decisamente ammiccante al naso dove si fondono insieme profumi di anice stellato, brioches burrose francesi e lemon curd. Al palato è un voltagabbana. Scompaiono le sfumature dolci e ci si stupisce per il sapore piacevolmente salini, per la gran beva resa irresistibile dalla grana fine delle bollicine e dal corpo appagante. Solo 3300 bottiglie prodotte per questo gioiello. 90 

Cantine Belisario, Cuvée Nadir, 2018, Verdicchio di Matelica DOC Spumante.
La più grande cantina per il Verdicchio. Charmat lungo 7 mesi con lieviti selezionati dall’Istituto Enologico Francese Champenoise.
Profumi variegati di pietra bagnata, pesca bianca, nota leggermente erbacea di fieno appena tagliato, polvere da sparo e fiori bianchi. In bocca colpisce per la totale assenza di parti morbide, buon corpo e media persistenza. Lascia un ricordo leggermente ammandorlato. 87 

Mirizzi Gianluca, Millesimè, 2017, Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Spumante.
Iscritto ai vigneti eroici del CERVIM Viticoltori Eroici, Metodo Classico 24 mesi sui lieviti, azienda nata nel 2015. Un vino che cerca di stupire attraverso i contrasti: profumi dolci di gelsomino, ananas sciroppato da un lato e note acidule e minerali di nettarine e cerino sfregato dall’altro. Un vino dotato di persistenza, carattere e belle bolle, ma che necessita ancora di un lungo periodo in bottiglia per assemblare le due anime di cui è composto. 90 

Cantina Colognola, Darini, Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Spumante dosaggio zero
Vendemmia precoce e 60 mesi sui lieviti. Bel colore tendente al dorato e brillante, le bollicine sono fini e vivaci. Ventaglio aromatico decisamente ampio: cenere, albicocca, mango, ginestra, mandarino, agrumi. In bocca prevale la freschezza, molta alta in verità, e convince per la sapiente fattura e integrazione delle parti. Chiude con il sapore pulito della frutta fresca. 91

Garofoli, Pas Dosé 2013 Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Spumante Brut
Bollicine finissima e colore tendente al dorato. Il biglietto da visita olfattivo è giocato su tutta la frutta gialla, anice stellato, fiori di acacia e tè al bergamotto. Al primo sorso si evidenzia subito la persistenza e il finale salino senza cedere alle morbidezze. 72 mesi sui lieviti, non sono uno scherzo. Piccola perla tutta italiana che può vantare piè di 50 anni di esperienza nel campo della spumantistica. 92.

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Clizia Zuin

Veneta di origine, toscana di adozione, cittadina del mondo nel cuore. Dopo la laurea in Lingue Orientali, scopre la complessità del mondo del vino e dopo tanti anni ancora non si annoia. Ha lo straordinario superpotere di trovarsi sempre nei paraggi mentre si sta stappando una bottiglia monumentale. Formazione mista AIS e WSET, con la convinzione che presto conquisterà il mondo; in attesa di diventare il Dottor Male, lavora come sommelier a Firenze.

2 Commenti

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Lanegano

circa 2 anni fa - Link

Anche Pievalta niente male.

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Luca

circa 2 anni fa - Link

Anche Collestefano niente male!

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