Manti(sciotte) lancia in resta contro Veronelli Editore

di Antonio Tomacelli

don-chisciotteGaetano Manti, il direttore de Il Mio Vino, è ripartito lancia in resta a cavallo del suo ronzino! Il nostro Don Chisciotte si è talmente calato nel ruolo di moralizzatore che ormai vede mulini a vento dappertutto. Dopo l’assalto alla rivista Civiltà del Bere il nostro eroe tenta l’affondo contro la Guida Vini di Veronelli Editore nientemeno. Motivo dell’indignazione di Mantisciotte? Un comunicato dell’agenzia di pubblicità Wellcom pervenuto in queste ore alle aziende vinicole di tutta Italia. Nella lettera si chiedono 298 euro per pubblicare in uno spazio apposito una o più etichette aziendali. Certo, il comunicato non è chiarissimo, ma da nessuna parte c’è scritto che bisogna pagare per mandare i vini in degustazione.

La pubblicità sulla Guida di Veronelli poi c’è sempre stata, come c’è sempre stata su quella “specie” di Guida chiamato Almanacco del Mio Vino con cui Manti delizia i suoi adepti ogni anno. Mantisciotte però non ci ha visto più e nel suo ultimo editoriale ha usato parole di fuoco contro Veronelli editore: “Ormai la vergogna non trova più posto in questo mestiere. Nessuna persona per bene che vive e opera nel mondo del vino può assistere passivamente a questo immondo mercimonio di un nome come quello di Luigi Veronelli” Immondo mercimonio?

Ma di che parla Mantisciotte, forse di quello che lui pratica abitualmente  con i suoi clienti? Da quando in qua la normale raccolta pubblicitaria la scandalizza così tanto? Eppure lei è uno dei pochi editori del settore che raccoglie le inserzioni “direttamente” e senza agenzie intermediarie, non come Veronelli che si affida “a terzi”. La redazione della Guida Veronelli intanto, ci ha comunicato che un ulteriore comunicato chiarirà meglio gli scopi della Wellcom e così Mantisciotte con le sue visioni sarà liquidato. A noi resta un’ultima segreta speranza che la frase che chiude l’editoriale de il Mio Vino non sia la solita promessa non mantenuta ma una reale intenzione di Gaetano Manti: “Vi prometto che se non riuscirò nel mio intento smetterò di fare l’editore in questo settore”. Attendiamo fiduciosi.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

13 Commenti

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Mauro Mattei

circa 14 anni fa - Link

Secondo me un altro "carciofino" non ce lo toglie nessuno.. di chi sarà il turno questa volta, Gori? Morichetti? Chi vivrà, vedrà..

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Arcangelo Dandini

circa 14 anni fa - Link

insopportabile veramente....

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patrizio mengozzi

circa 14 anni fa - Link

Sorry, mr. Manti, ce ne fossero di persone in Italia come Gigi Brozzoni.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Scusate l'ignoranza. Leggo l'articolo e mi sembra di intuire che il signor Manti farebbe, mutatis mutandis, richieste economiche per l'inserimento nel suo "Almanacco del Mio Vino". Visto che in altri post si è scritto tra le righe di richieste economiche avanzate da varie testate editrici di guide mi farebbe piacere poter capire un po' meglio il "vulnus" del contendere. Ritengo le guide un utile strumento di confronto senza idolatrarle o rifiutarle a priori, per cui non ho ragione di avere una posizione aprioristica. Certo, se avessi la certezza che talune, foss'anco tutte, usassero la politica del finanziamento "oscuro" come leva per la premiazione di questo o quel vino, sarebbe una nota triste e dolente. Ad oggi, però, constato che dopo qualche annetto che lavoro in questo ambiente, ancora nessuno ha detto chiaramente: "Tizio prende questo, Caio prende quello" etc. etc.. A questo aggiungo che sono un pochino stufo di sentirmi rivolgere occhiate di "superiorità", come a voler dire "ma tu che ne sai???". Siccome questo modo di alludere, di dire e non dire, mi infastidisce, alludendo senza dire, colgo l'occasione di questo post per fare una richiesta ai "ben informati": perchè non ce la raccontate tutta?

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Nessuna allusione Francesco, almeno da parte nostra. Veronelli, Gambero rosso, il Mio Vino e qualche altro editore raccolgono pubblicità sul mercato vuoi direttamente, cioè con agenti interni all'azienda, vuoi indirettamente servendosi di agenzie di pubblicità concessionarie. Qualcuno però (il mio vino) spaccia per articoli quelli che sono spazi a pagamento (andar per cantine) e poi accusa gli altri di vendere spazi regolarmente indicati come "a pagamento". E poi si atteggia a moralista, tutto qua. P.s.: la sapienza popolare recita "la prima gallina che canta, ha fatto l'uovo", e qui permettimi, un'ammiccatina d'occhi ci sta tutta.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Rileggendo il mio post precedente mi rendo conto che avrebbe potuto dar agio a interpretazioni diverse; mi scuso: l'intervento era "fuori contesto". Cosa posso dire altro? Se fossi gallina canterei volentieri e farei nomi e cognomi, purtroppo, come credo tu sappia bene, il mondo enocritico è pieno di "galline" che pur non cantando "alludono" - "se cantassi io....." sembrano dire. Il tuo post parlava dell'ennesimo screzio tra due editori, in cui, converrai con me, si andava sollevando per l'ennesima volta il problema della "stecca". Siccome di voci di corridoio credo ne sentirai tante quante ne sento io (e, permettimi, talvolte sbagliate pregiudizialmente), non credi sarebbe l'ora di rivolgere un appello sincero a chi "bisbiglia" affinchè "parli ora o taccia per sempre"?

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Copioincollo qui il comunicato di Luigi Veronelli Editore firmato da Gigi Brozzoni che risponde a Gaetano Manti: Le falsità delle mezze verità. Solo guardando indietro, notoriamente, si può andare avanti con sicurezza. Dicevano i nostri Avi che "omnia munda mundis", cioè 'tutto appare pulito a chi è pulito'. Mi è tornato in mente questo brocardo leggendo la sequela di insulti, per i quali chiederemo soddisfazione nelle dovute Sedi, salvo che l'autore abbia a porgere immediate e convinte scuse, conseguenti ad una cattiva - anzi malevola - interpretazione di un messaggio pubblicitario certamente equivocabile. A chi è "mundus" basterebbe voler capire, per farlo; a chi non lo è, nessuna spiegazione basterà per consentirgli di comprendere il colossale equivoco in cui è caduto e che avrebbe potuto risolvere con una semplice telefonata, come si usa tra Colleghi; non certo per blandire od essere blanditi, ma per rendere un giusto servizio alla verità. Invece basta raccontarne solo mezza, di verità, per ottenere una totale falsità. Come ormai ben sanno tutte le aziende che hanno ricevuto l'improvvida comunicazione firmata da Daria Ficetti, il Seminario Veronelli, editore della Guida Oro I Vini di Veronelli, ha prontamente precisato a tutti gli interessati come la richiesta di interesse a pubblicare un'etichetta per dato prezzo era finalizzata alla raccolta di pubblicità e non certo all'inserimento tra le aziende recensite. Si trattava, quindi, di una comunicazione commerciale mal concepita e mal scritta, dato che l'iniziativa non serviva in alcun modo ad entrare in Guida, non foss'altro perché rivolta alle aziende già presenti in Guida ed in essa inserite solo perché, come anche gli "immondi" sanno, selezionate in base alle degustazioni dei curatori. Per precisare ulteriormente il diverso ruolo svolto da chi raccoglie pubblicità e da chi redige una Guida, è stato imposto all'agenzia Wellcom di reinviare un nuovo messaggio commerciale chiaro ed esplicito, che fugasse qualsiasi dubbio o perplessità generati dal primo messaggio. E con questo si è chiuso il caso. Solo chi è in malafede e tenta di ottenere un poco di attenzione e visibilità, che forse non sarebbe altrimenti in grado di ottenere, può spingersi a strumentalizzare così volgarmente un episodio già largamente chiarito e corretto, cercando di affossare l'avversario per un riconoscibile errore di altri al quale, peraltro, si è già posto rimedio. Mi sovviene una delle tante novelle mai scritte da Luigi Veronelli, che narrava le vicende di uno spargitore di merda che a forza di spargerne in ogni dove ne finì sepolto e soffocato. Gigi Brozzoni

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

comunque bisogna dire che Gaetano Manti ha colto una perla che mi era passata inosservata nella email di cui all'oggetto: ovvero che la Wellcom richiede che le adesioni avvengano entro il 30 Febbraio :)

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Angelo Di Costanzo

circa 14 anni fa - Link

Sinceramente quando l'editoriale di un direttore responsabile di una rivista (nello specifico sfacciatamente controversa) verte per dieci-dodici numeri l'anno su subdole illazioni o vere e proprie "zannate" ai contendenti di settore anzichè affrontare argomentazioni o problematiche più meritorie, magari vino, mercato, carciofini, per le quali un direttore dovrebbe avere sempre un occhio critico giudizievole, c'è un evidente qualcosa che non va...

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pauillac

circa 14 anni fa - Link

C'è però da dire che se la guida Veronelli è edita dal Seminario Veronelli, che è a sua volta finanziato da un folto gruppo di produttori di vino, allora vorrebbe dire che una casa editrice di proprietà di produttori fa una guida sulla quale sono espressi giudizi su di loro e su altri produttori che invece non fanno parte del Seminario. Se quello, peraltro mai provato, del Gambero è un conflitto d'interesse, questo, che invece è sotto gli occhi di tutti, cosa sarebbe?

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Enzo Vizzari

circa 14 anni fa - Link

Non conosco di persona il signor Manti, conosco e non apprezzo affatto Il mio vino. Nella fattispecie, però, Manti coglie nel segno: la lettera della Wellcom è quanto di più sgangherato ed equivoco una concessionaria di pubblicità avrebbe mai potuto concepire. Tant'è vero che Brozzoni, in evidente imbarazzo, con la sua precisazione purtroppo tardiva cerca di prendere le distanze.

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redattore

circa 14 anni fa - Link

gentili signori, lavorando da qualche anno nel settore vi posso assicurare che l'editoria non starebbe in piedi senza la pubblicità. Siano esse edite dal Gambero o da Il mio vino, guide ed almanacchi vari sono la fonte principale delle annuali entrate pubblicitarie, un appuntamente imprescindibile per fare cassa e prepararsi ad affrontare in attivo il nuovo anno. Ecco perché il discorso vero non è sulla credibilità o meno delle riviste. Sono più credibili quelle che hanno un team di degustatori professionisti (input: informatevi sulla squadra di degustazione de Il Mio Vino, da anni diretta da un semplice venditore di vino) e pazienza se entrano in guida "solo gli amici" (vedi anche la Duemilavini). Basta che questi amici facciano davvero vini buoni. Il vero discorso dovrebbe proprio concentrarsi sul personaggio Gaetano Manti, una sorta di mefistofelico Alfonso Signorini del vino. Dove non ci sono notizie, bisogna crearle. Meglio se a spese degli avversari.

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