Luci e ombre del mercato FIVI 2022 (con i migliori vini assaggiati)

Luci e ombre del mercato FIVI 2022 (con i migliori vini assaggiati)

di Simone Di Vito

Sveglia impostata alle 4 di mattina. Grazie ai pupi però sono già in piedi alle 3. Colazione, doccia e partenza da Roma alle 4,30 per essere all’ingresso alle 10:30. Direzione Piacenza, Mercato dei vignaioli FIVI.
È stata una faticaccia ma partecipare ad un evento così grande e sentito mi aveva reso talmente elettrico e di buon umore che appena arrivato ho letteralmente lanciato la macchina nel primo buco e mi sono tuffato nella mischia.

In un evento di questa portata – 24.000 accessi in tre giorni, ennesimo record – molto è funzionato alla grande, qualcosa poteva andare meglio. A mente fredda, nel day after, ho riordinato le idee (luci e ombre appunto), dai migliori vini assaggiati agli aspetti più curiosi legati all’organizzazione di una macchina da 870 aziende (!!).

Luci

Dinamiche da “apertura gabbie al giardino zoologico”
Clima di festa in stile Koninginnedag (Giorno della Regina di Amsterdam): c’era casino, allegria, si beveva, si scherzava. Il periodo del covid ci aveva tolto tanta di questa ilarità, e ci mancava molto. Bentornati eventi del vino.

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Area Food ampia e ben fornita
In un evento di queste proporzioni non è così scontato, ma qui oltre alla praticità di tavoli e panche in stile Oktoberfest, grazie ai vari van a mo’ di street food la scelta era ampia: io per esempio sono andato su un tradizionale ragù bolognese (neanche così acciò) ma c’è stato anche chi ha preso pesce o addirittura un piatto di lumache.

La lista dei migliori vini assaggiati, in collaborazione con Giorgio Michieletto

Colfondo Agricolo 2019 – Terre di Boscaratto (€10 in fiera)
Abbiamo fatto incetta di Colfondo, ma questo si è rivelato il migliore, ed è stata dura poi scucire un paio di bottiglie al produttore (poca disponibilità dell’annata 2019). Spumoso, verticale e con la giusta profondità di bocca, da aperitivo, pranzo, cena e colazione, ottimo!

Colfondo Agricolo  In un Sol bianco 2020 – Siro Merotto (€10 in fiera)
Altro bel Colfondo, anche questo ben diverso da quelli frizzosi e friccicherelli in cui ti sembra di masticare anidride carbonica. Qui ci sono cremosità e compattezza, invece del banalissimo agrume aranciato ci trovi roccia, pesca, susina e salinità: da berne a vagonate.

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Igt Pavia Pinot 2019 – Grazioli (€23 in fiera)
Una rapsodia del pinot nero fermo dell’Oltrepó: fine, pulito, allegro e profondissimo, un plauso al nostro lettore Mattia Grazioli per il suo omaggio in etichetta a Freddie Mercury.

Canavese Nebbiolo Doc Ros 2020 – Camillo Favaro (€20 in fiera)
Dal vitigno uno può pensare a materia e tannini da vendere ma vola come una farfalla e punge come un ape: un Moahmed Alì rosso dal canavese.

Sangiovese Rubicone Giogió 2019 – Giovannini (€12 in fiera)
Chiudi gli occhi e senti Toscana, sangiovese, grosso, poi li riapri e il vitigno è quello ma siamo sui colli imolesi, Bologna. Ciccia giusta, tanto grip e scorrevolezza: buonissimo.

Cannonau di Sardegna Ghirada Elisi 2019 – Francesco Cadinu (€45 in fiera)
Scuro, estratto, carico, ma anche agile, succoso e levigato, questa è Mamojada.

Rosso di Montalcino 2019 – San Guglielmo (€25)
Come da etichetta, c’è eleganza, fierezza e agilità dell’abile cavaliere, ma anche il calore del fuoco, un sorso sia affilato che ruvido come le squame di un drago. Etichetta e vino bellissimi.

Vino rosso Macchiusanelle 2019 – Fabio de Beumont
(€20)
Barbera irpina da viti a piede franco con più di 150 anni, già basterebbe questo per dargli una chance, ma c’è molta più Irpinia che vitigno in questo vino e da non amante di barbera ho veramente goduto.

Chianti Classico Riserva 2019 – Fattoria di Pomona (€25 in fiera)
Confesso che qui ero un po’ di parte, così ho chiesto a Giorgio cosa ne pensasse, e ne è uscito un parere all’unisono: bella, profumata e ancor più splendente e cesellata del solito grazie anche all’ottima annata. Una Riserva super.

Greco di Tufo Riserva Picoli 2019 – Bambinuto 2019 (€24 in fiera)
L’annata è di quelle che meritano e lui anche con un rapido assaggio ci dimostra tutta la sua espressività, leggiadria e concretezza. Più che Picoli un Grandi (battutona :-).

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Kypra 2020 – Ca’ Liptra
(€12 in fiera)
Al palato è grasso e robusto ma eleganza e verticalità lo rendono comunque agile e avvenente: a Cupramontana, un’annata calda ma gestita benissimo.

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Cirò Rosso 2021 – Vigneti Vumbaca (€14 in fiera)
Abbiamo provato diversi gaglioppo ma loro non li conoscevamo. Da vigne di età media 40 anni, cangiante e dal naso elegantissimo, succoso, ordinato, una bella scoperta.


Ombre

Code, code e code
Per uno che ha visto Bangkok e abita nei pressi del Raccordo Anulare di Roma potrebbero essere la normalità, ma forse organizzare meglio gli ingressi (specie per chi aveva già preso il biglietto online) non guasterebbe. Code ai carrelli, code all’area Food, code ai servizi igienici. Per la mole di gente che ormai muove il Mercato dei vignaioli forse è il caso di pensare a location più grandi dell’Expo di Piacenza, o magari fare più di una fiera in giro per l’Italia, andando anche incontro a chi magari viene dal sud; ricordo con piacere una piccola ma significativa edizione passata presso gli studi di Cinecittà a Roma.

Gente in coda all'apertura

Gente in coda all’apertura

Boria e pipponi
Due facce della stessa medaglia. Da una parte c’è quel produttore che pretende tu lo segua in ogni minimo dettaglio dei suoi racconti altrimenti quasi non ti versa il vino, dall’altra c’è il cliente professorone, un mix onirico tra Mughini e Cassano, che oltre a disquisire su ogni vino e assaggio, si stampa davanti al banco non permettendo di assaggiare a nessun altro. Spiace eh, ma con otto ore di fiera non ho tempo da perdere, passo.

Prezzo dei vini
Chi va in fiera vuole comprare ma la domanda sorge spontanea: con che criterio vengono prezzati i vini? Non è il massimo controllare sul cellulare se il prezzo sia migliore o peggiore della media che si trova online ma questo non succederebbe se si stabilisse a monte una sorta di regola da rispettare.

Ordine casuale delle aziende
Comprendo la scelta di dar spazio e visibilità ad aziende, territori e regioni meno in voga ma difficilmente chi viene a queste fiere gira “alla cavolo”. Immagino che ognuno abbia il proprio schema, che tenterà di perseguire in ogni modo, generando quindi solo più caos per tutti. Un disordine che a mio avviso non porta nessun vantaggio se non quello di creare problemi a chi vuol muoversi in maniera ordinata, portandoti a visitare molto meno di quello che vorresti. Io per esempio, volevo visitare 80 produttori ma sono riuscito a vederne solo la metà e non senza poche difficoltà.

 

P.s. i prezzi in cui non è riportato “in fiera” fanno riferimento a quelli trovati online.

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

23 Commenti

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Lorenzo

circa 1 anno fa - Link

Condivido gli ultimi due punti delle "ombre". Soprattutto l'ultimo sarebbe anche di facilissima realizzazione, se ci riescono al Vinitaly con dieci volte i produttori del fivi... Per quanto riguarda i prezzi di vendita non credo sia facile trovare una sintesi fra i produttori, perché ogni azienda ha il suo credo commerciale. Però ecco, mi piacerebbe che i prezzi in fiera fossero allineati a quelli praticati direttamente in cantina e più bassi di quelli praticati online. Ma è giusto che ogni produttore faccia ciò che vuole, figuriamoci. Le varie lunghe file a parer mio erano abbastanza scorrevoli, ma sarei contentissimo se la fiera fosse declinata in vari appuntamenti "locali" in varie regioni italiane con un format del tutto simile che credo sia abbastanza redditizio per tutti.

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Mattia Grazioli

circa 1 anno fa - Link

Grazie per avermi messo in mezzo a tanti valorosi colleghi! Le luci sono tantissime e si sono viste, in tanti casi in modo scintillante, nei bicchieri. Ci sono stati bellissimi momenti di confronto tra noi produttori in assemblea. Cose che aiutano gli ultimi arrivati come me a crescere e ad avere una spalla. Le ombre non sono da nascondere. Far coda fa girare le balle, tenuto anche conto che i prezzi sono aumenticchiati nel corso degli anni, ma le altre fiere non sono certo siano più pronte o meglio predisposte di Piacenza, che è stata la prima a credere nel progetto FIVI. Là casualità è una idea della prima ora, per dare la stessa visibilità a tutti; oggi è un po’ anacronistica, visto che tante aziende presenti sono ben strutturate e pronte ad affrontare il mondo del vino a testa alta. Per quanto riguarda la voglia di comunicare, capisco bene; sono il primo logorroico e terrei la gente a chiacchierare di vino (soprattutto di quello degli altri), per poi andare anche io ad assaggiare con gli occhi un po’ più aperti. E poi mi tocca ringraziare anche per le splendide parole sul mio vino. Il Pinot nero è sfidante. Non permette nulla; pochi giorni di maturazione in più e si butta tutto, come successo con la ‘20. Per l’etichetta, beh… la grafica che ci segue sarà prestissimo beatificata.

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Mattia Grazioli

circa 1 anno fa - Link

Mi sono dimenticato di citare la luce per me piu bella del mercato; vedere il mio amico Claudio Mariotto in giro con il bicchiere in mano.

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Carlo

circa 1 anno fa - Link

Che la FIVI debba preoccuparsi di non essere travolta dal proprio successo è ovvio, ma... A me, l'ordine casuale delle aziende piace. Se non altro è diverso da quel che fanno al Vinitaly e questo è già un merito. Non credo che sai un limite al numero di produttori che si possono visitare: la pianta degli stand è disponibile prima dell'evento e consente a chi lo desidera di pianificare il proprio percorso. Un limite invece è certamente la maleducazione di chi si pianta davanti al banchetto e non si muove più per interi quarti d'ora. Comunque, se mi posso permettere, 80 produttori in 8 ore equivalgono a 6 minuti per produttore (pochi) ed ipotizzando 2 assaggi per produttore arriviamo a 160 in totale: realistico ? Non direi. Io domenica non ho fatto code e la macchina si poteva parcheggiare comodamente e non "nel primo buco"

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marcow

circa 1 anno fa - Link

Parker si prendeva tempo nella degustazione. Oltre ad essere alla cieca come ha dichiarato in vari articoli sul web, Parker partiva da una bottiglia aperta al momento della degustazione e non era frettoloso. Sapeva che i suoi celebri punteggi potevano spostare milioni di lire o di euro e cercava di essere il più obiettivo possibile anche se nessun esperto è obiettivo al 100%. Vedere quella folla per me non è uno spettacolo invitante.

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Simone Di Vito

circa 1 anno fa - Link

Infatti le mie sono note e commenti da assaggio "volante" in fiera, non di più, da seduti sarebbero più dettagliate forse (dipende anche dal vino cosa esprime in quel momento), a casa con bottiglia davanti ancora di più.

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Simone Di Vito

circa 1 anno fa - Link

Ciao Carlo, purtroppo secondo me non basta una pianta degli stand per pianificare tutti gli assaggi che si vuol fare, specie se (come ho scritto) i banchi non hanno alcun ordine prestabilito. Ti assicuro che la mia pianificazione era "maniacale" (parole del collega e amico Giorgio :D) eppure non è bastata... poi l'ordine casuale può piacere o no eh, punti di vista. 6 min per produttore sono pochi? Per me spesso sono anche troppi, specie se, avendo pianificato quella visita, so già più o meno che vino e/o denominazione sto andando ad assaggiare; poi vabbè io sono uno che raramente sosta e chiacchiera a lungo col produttore (se voglio farlo lo vado a trovare in cantina), e spesso proprio per consentire a chiunque oltre a me si presenti li ad assaggiare mi faccio versare il vino e salvo curiosità da chiedere al vignaiolo mi sposto e lascio spazio. Quindi 80 sono tanti ma non sono troppi per il mio modo di partecipare a queste rassegne. Saluti

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Guido

circa 1 anno fa - Link

L'ordine causale lo considero un gran valore, ho personalmente stravolto la mia scaletta proprio perchè ho notato alcuni produttori a cui non avevo pensato proprio passandoci davanti. temo che una suddivisione regionale porterebbe ad alcune zone estremamente "sovrappopolate" e altri quasi vuote. e poi camminando un po si smaltisce qualcosina sono andato di lunedì, quantità di gente corretta e spazio garantito ai banchetti personalmente le ombre potrebbero essere i carrelli, per quanto funzionali all'acquisto peggiorano drammaticamente la vivibilità dell'evento, credo specialmente nei giorni più affolati. trovarsene anche solo due davanti ad un banchetto preclude qualsiasi possibilità di avvicinamento da parte di chiunque fate come me, portatevi un bel trolley

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Tiziana Trocchi

circa 1 anno fa - Link

Io avevo chiesto il Lunedì di ferie,ma non essendomi stato concesso, ho dovuto optare per la giornata della domenica ,che sapevo essere molto affollata. Premessa: prima volta alla Fivi. Tendenzialmente amo assaggiare con l'ascolto della storia da parte del produttore (e in questo mamma Grazioli mi ha intrattenuto a lungo con grande piacere). Sinceramente assaggiare a raffica non è una pratica che mi conquista, ma capisco che intrattenermi 15 minuti a banco mi faccia escludere tanti produttori. Lo spazio della fiera va sicuramente ripensato e adeguato alla quantità di persone, che con relativi carrelli stracolmi creano una muraglia insormontabile. Faccio i complimenti al mio amico Vumbaca per aver conquistato la visibilità che merita!!Evviva i produttori che mettono la loro vita a disposizione del vino!!!!

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Mattia Grazioli

circa 1 anno fa - Link

Riferirò a mamma l’apprezzamento! Io domenica ho dovuto alzare bandiera bianca; il piccolo con 38 di febbre non me lo potevo portare in fiera. Ci sarà occasione per riassaggiare insieme.

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Tiziana Trocchi

circa 1 anno fa - Link

Ma certo!!! Appena possibile farò una visita, ce l'ho in programma da mesi,per fortuna non sono poi così lontana.

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Monica Raspi

circa 1 anno fa - Link

Ciao Simone, grazie del tuo commento, mi fa troppo piacere che tu sia passato dal mio tavolo, così hai conosciuto le nuove leve di Pomona. È vero che eravamo tanti, è stato il primo mercato dove hanno potuto partecipare tutti i Vignaioli che lo hanno voluto. Questo ovviamente ha creato le criticità di cui scrivi, ma l'allegria che racconti è vera e contagiosa e forse bisognava pagare un pegno per una così bella festa. Siamo ancora ubriachi di questo successo, passata la sbornia ne discuteremo ed è già in calendario. Invece, l'entropia della distribuzione dei tavoli è un punto fondamentale della filosofia FiVi e del suo principio di equità fra tutti i vignaioli. Capisco che per un professionista comporti delle difficoltà, ma nobilita l'orgoglio di essere un Vignaiolo, chiunque sia e da ovunque venga

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Andrea V.A.

circa 1 anno fa - Link

Mah, vedo questi eventi come un'opportunità soprattutto per chi non può viaggiare di provare tanti vini in una volta sola. E soprattutto per chi si avvicina al mondo del vino. Personalmente viaggiando e visitando di solito le cantine di persona ho oramai deciso di non frequentare più questi eventi per le ombre menzionate, che condivido pienamente. So che la cosa non vi cambia la vita, è solo una considerazione. Mi piace parlare qualche minuto in più col produttore e capisco che queste fiere non te ne danno la possibilità; è giusto anche per il vignaiolo di fronte a te non portargli via troppo tempo e dargli l'opportunità di farsi conoscere da più persone possibile. Inoltre, comprare vini in queste occasioni lo considero inutile; se calcoli i costi di autostrada e carburante, e paragoni i prezzi con quelli online, non converrà mai a meno che non vivi a Piacenza o ti compri un centinaio di bottiglie. L'unica eccezione sono quei (pochi) piccoli produttori che non vendono online. Detto questo, credo siano una grande vetrina per i produttori e sono contento per i miei amici vignaioli che allargano il loro numero di clienti e appassionati.

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Davide

circa 1 anno fa - Link

"ricordo con piacere una piccola ma significativa edizione passata presso gli studi di Cinecittà a Roma" Sul serio? Quella è l'edizione che scontentò tutti i produttori e mise la parola fine al Mercato Fivi di Roma.

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Giacomo

circa 1 anno fa - Link

Concordo praticamente su tutto.La coda all'ingresso, essendo arrivato 40 minuti prima,è stata solo di 10 minuti.Il grave errore è stato mettere troppi espositori nel padiglione 3 troppo piccolo .

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Alessandro

circa 1 anno fa - Link

Secondo anno di Fivi per me. Quest'anno tantissimi produttori, tutto esaurito. Valutato il numero di cantine e la gente presente forse bisogna pensare a spazi più ampi. L'anno scorso non ho fatto coda all'ingresso e questo mi ha stupito. Il mercato è una festa e ringrazio FIVI per questo. Lontanissimi dall'idea di Vinitaly. Io mi preparo per andare al mercato: "studio" per quanto possibile vini e cantine, mi preparo la mappa da seguire. La "casualità" delle cantine per me è un valore aggiunto e non mi cambia assolutamente nulla: se scelgo cantine da regioni diverse ho sempre e comunque un percorso da fare. Credo che qualche minuto vada speso in un banco: il produttore ti spiega il vino e nel frattempo lo assaggi. Altrimenti meglio comprare on line e ti degusti il vino con calma a casa. Prezzo dei vini? Per me ci sarebbe da dire in negativo, in senso generale.

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Federico

circa 1 anno fa - Link

La casualità della disposizione dei produttori è la firma del FIVI. Una delle cose che lo contraddistingue da molte altre grandi fiere del vino (perchè ormai è una grande fiera). Ci vado da parecchi anni ormai e spero non cambi mai formula. Per me è irrinunciabile. Ti da la possibilità di girare tra i banchi in modo diverso dagli altri eventi.

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Alessandro

circa 1 anno fa - Link

E' stata la prima volta a Piacenza anche per me e condivido le impressioni di Simone, anche se l'ordine casuale io l'ho apprezzato. Assaggi pochi e mirati e dove mi soffermavo con piacere per l'affabilità del produttore ho deciso di acquistare per poi a casa, con calma, analizzare in seconda battuta la bottiglia di vino. Quello che, mi ha colpito, ripeto, è stata la passione nel descrivere i vini dei vignaioli. Un'unica ombra.. in valpolicella.. una persona emergente, forse ormai emersa, forse ormai già nelle grazie dei social e affini, trattava i presenti con molta supponenza.. della serie questo è il mio prodotto, se ti piace bene altrimenti non me ne frega nulla... peccato..

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marcow

circa 1 anno fa - Link

Secondo me, sarebbe meglio PRIMA degustare e POI ascoltare ciò dice il produttore. Perché la "narrazione" del produttore ...può ... "influenzare" la valutazione del vino. Prendo spunto dal commento di Alessandro(ma, attenzione, non è una critica a lui) quando parla del produttore "spocchioso": l'atteggiamento del produttore ... può ... influenzare la valutazione ... oltre che decidere se comprare o meno un vino. Ma nasce un problema: può darsi che il vino del produttore spocchioso sia migliore del vino di un produttore che ha un vino sufficiente ma un'affabilità, una paraculaggine che conquista in quei pochi minuti il bevitore.

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Alessandro

circa 1 anno fa - Link

Grazie marcow per la replica. In tutta onestà il degustare e ascoltare per quanto riguarda la mia esperienza,van di pari passo. Mentre assaggio il vino ascolto cosa ha da dirmi il produttore e molte volte le domande le faccio alla fine dell'assaggio. Questa persona non ti guardava nemmeno in viso, ti versava il vino e continuava a farsi gli affari suoi... quando ho provato a fare qualche domanda mi ha risposto in modo evasivo come chi non vede l'ora che i presenti si tolgano da rompere le scatole.

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mariazzo

circa 1 anno fa - Link

Sono un affezionato di questa fiera e dopo anni faccio ancora fatica ad abituarmi al caos. L'ordine casuale poteva andare bene nelle prime edizioni. Capisco l'intento della FIVI di fare gruppo per cui mischiando i produttori, ma con 800 produttori diventa veramente un impresa. Quello che dovrebbe essere un'esperienza piacevole (per tutti), diventa una vera via crucis. Una soluzione potrebbe essere, se non si vuole catalogare i produttori per regioni, metterli in ordine alfabetico in modo che i banchetti diventino un lungo serpentone uroboro ordinato dalla A alla Z e di anno in anno far cominciare il "serpente" da una lettera a caso in modo tale che al banco A1 non ci sia sempre la stessa azienda. Altra ombra: l'applicazione praticamente inutilizzabile con i filtri di ricerca. in cui molte aziende non le trovavi.

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domenico

circa 1 anno fa - Link

Per la prima volta sono stato dietro al tavolo, ho dato una mano ad un piccolo produttore e, devo dire, è stato molto divertente. Una festa nel vero senso del termine. Ho scoperto la Ribona, dopo aver letto l'articolo su Intravino, e me ne sono innamorato. Ho assaggiato, devo dirlo, anche alcuni vini non di assoluto livello ma, è un mercato ed una festa. E' giusto così. Non ho visto Professoroni ma, persone interessate al vino. Unica domanda sulla quale ho riso un po': "quale tecnica di filtrazione usate?".

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Andrea

circa 1 anno fa - Link

Concordo con le luci e pure le ombre. I prezzi a volte fanno veramente incazzare. Unica nota. Sono vent'anni che frequento le fiere dei Vigneron Independant cui FIVI si ispira e l' ordine casuale c'è pure lì . Poi all' ingresso non ho mai trovato file e ci sono piantine con la disposizione di tutti i banchetti... Oltre al banchetto della Police che regala kit alcoolimetrici...

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