Lockdown: in Gran Bretagna solo la carta igienica batte birra e alcol

Lockdown: in Gran Bretagna solo la carta igienica batte birra e alcol

di Elena Di Luigi

In Italia “tutto andrà bene”, in GB “stay at home”, in Svizzera “è un problema che riguarda tutti”, in India “vai via corona, via!” ma anche “preparati, non andare nel panico”; in Argentina un “grazie di cuore” al personale ospedaliero, mentre la Cina è  più diretta “se oggi te ne vai in giro il prossimo anno l’erba crescerà sulla tua tomba”. Per molti il #lockdown è un’avventura vissuta su e con i social media.

Tra tutti Twitter in particolare funge da bottiglia gigante che come naufraghi, immaginiamo di buttare nell’oceano dell’isolamento generale e al quale affidiamo un qualsiasi messaggio, contenti di raggiungere una platea ben più lontana e ampia del proprio vicinato. E come gli stessi psicologi ci fanno notare, si parte con il grande entusiasmo di chi finalmente si può dedicarsi ad attività rimandate per anni, non più con la pressione del “dover” ma solo con quella del “volere” fare. Ed ecco un fiorire di hashtag e tra i primi a fare trend in GB è #LockdownWine, e aiuta a delineare due categorie di winelovers da isolamento: quelli che si buttano sulle offerte scontate di vino consegnato a domicilio, e quelli che non si lasciano scappare un’occasione più unica che rara per dare fondo a quelle riserve che erano state pensate per altre circostanze.

Hashtag trend di questa settimana è #theBIGenglishwinegoodfriday, lanciato per festeggiare a casa, ma tutti insieme, il Good Friday, ma anche un’occasione per promuove i vini nazionali. L’idea é di un produttore di vini sparkling, Jacob Leadley, proprietario della Black Chalk Winery, che come molti si é visto costretto a ridurre la forza lavoro. Così per aiutare l’industria vinicola a galleggiare durante questo periodo di sospensione globale, il 10 aprile molti apriranno una bottiglia di vino inglese o gallese che sia. The marketing must go on.

In GB sono un milione i lavoratori che dopo il #lockdown, hanno fatto domanda di assistenza finanziaria che il governo distribuirà attraverso lo universal credit, uno strumento controverso tanto quelli di altri paesi. The Institute for Fiscal Studies ha evidenziato che molte di queste richieste provengono da chi ha perso il lavoro per la chiusura di pubs, ristoranti e hotel, cioè giovani sotto i 25 anni e donne, chi già percepisce gli stipendi bassi in tempi normali.

Due altre importanti aspetti del #lockdown sono la percezione dei prodotti di consumo. L’incremento di vendite al supermercato di vino, birra e super alcolici é stato calcolato pari al +67%, 200 milioni di sterline in più, battuto solo dalla carta della carta igienica, +75%. Per quei pochi che ancora si stupiscono del perché proprio questo prodotto sia considerato di prima necessità basta ricordare, en passant, che molti paesi anglosassoni non hanno una vera e propria cultura del bidet, e quindi vedono dipendere la propria sopravvivenza durante il #lockdown anche dalla carta da bagno. Sarà interessante vedere se dopo questa esperienza la GB ci ripenserá e adotterá una buona abitudine europea fino ad oggi dismessa e derisa.

Liv-ex, London International Vintners Exchange, continua invece a tastare il polso del mercato globale dei vini e fa notare che in questo momento sono proprio le consegne a domicilio a fare la differenza e a sostenere il settore vinicolo. Tutti i prodotti di investimento come per esempio Bordeaux 2019, sono temporaneamente sospesi nel limbo dell’incertezza globale.

Per tutti una Pasqua in #lockdown che sembra avviarsi verso uno #standstill fino a nuovo ordine.

 

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