L’etilometro è inaffidabile, scatta la protesta

di Alessandro Morichetti

Da anni viviamo con apprensione la psicosi da etilometro. Tanti mugugni e poco altro. Dita incrociate, che Dio ce la mandi buona anche stavolta e ognuno per la sua strada. E ora? Beh, la storia recente aggiunge elementi di notevole rilievo. Andiamo per gradi. Studi scientifici pubblicati dimostrano l’inaffidabilità dell’etilometro, con tanto di bibliografia consultabile. Ne abbiamo dato notizia concludendo: “Il sistema dell’etilometro potrebbe essere inaffidabile. Ce n’è abbastanza per aprire un dibattito?”. Un paio di giorni dopo è intervenuto (qui e qui) il promotore di questa campagna informativa, Vincenzo Zappalà, docente di astrofisica, utente Vinix e innanzitutto appassionato di vino. Perentorio: l’etilometro È inaffidabile, la scienza lo dimostra, dobbiamo fare qualcosa. Tra le righe, datevi una svegliata.

Passano pochi giorni e il tema torna fuori tra i commenti di un  post sul blog di Franco Ziliani. Zappalà alla carica pizzica più volte il “vecchio” franco tiratore il quale, pur infastidito dai modi, recepisce l’argomento meditando il dafarsi. Ieri l’idea, lanciata proprio sul blog Vino al Vino: inscenare una clamorosa protesta in occasione del Vinitaly.

Un gesto semplicissimo: uscire dal Vinitaly e presentarci in massa, a piedi, perché non essendo ancora saliti nelle nostre auto non ci possono accusare di aver compiuto alcun reato, dai vigili e dalle forze di polizia che si trovano fuori dall’ente fieristico, autodenunciandoci di aver superato i limiti dei consumi di vino consentiti e pretendendo, in massa, di essere sottoposti ai controlli dell’etilometro. (…) convochiamo i cronisti dell’Arena di Verona e dei principali quotidiani e delle televisioni, solleviamo il caso, facendo clamorosamente risaltare l’ipocrisia di una situazione paradossale che autorizza di fatto l’infrazione ed il reato di massa. (…) Un gesto clamoroso (…) che in occasione della vetrina del Vinitaly finirebbe per diventare un argomento da prima pagina.

Veniamo a noi. L’idea mi stuzzica. Fabio Rizzari – codirettore della guida ai vini dell’Espresso – plaude all’iniziativa, molti seguiranno. Una protesta civile e garbata ma ferma potrebbe servire, il tempismo sembra eccellente (qual momento migliore?), il tema – neanche a dirlo – riguarda ben oltre gli enostrippati come noi. Finalmente rischieremmo di alzare il ditino per una causa giusta. Tutti insieme, si spera. Ziliani si offre come capopopolo, gli interessati possono contattarlo a questo indirizzo. UN modo per punire chi sgarra con l’alcol va trovato, siamo tutti d’accordo. “Purtroppo” l’etilometro non è IL modo giusto. Perché non venite a soffiare con noi?

[foto: Università di Padova]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

10 Commenti

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Daniele

circa 14 anni fa - Link

Uuuhhh bella questa iniziativa dell'etilometro, a me una volta durante Calici di Stelle a Santarcangelo di Romagna è capitato di effetturarla proprio prima di mettermi alla guida, perchè c'era una pattuglia in piazza per effettuare i controlli come dimostrazione e se il limite era superiore a quello consentito sconsigliavano di mettersi alla guida. Morale dopo sei calici di Sangiovese Riserva e uno di Albana passita il test è risultato negativo e contento mi son potuto rimettere alla guida. Sicuramente farò pubblicità a questa protesta e accorreremo in massa. Buona Pasqua

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Andrea Angeletti

circa 14 anni fa - Link

E' comunque certo che l'etilometro non risulterà mai positivo, per chi non ha ingerito alcuna quantità di alcool,perchè non potrà ovviamente avere etanolo nel sangue, l'incertezza dell'etilometro è dovuta ad una sua mancata accuratezza(come qualsiasi mezzo di misurazione)nella rivelazione dei g\l,in un soggetto che comunque ha ingerito alcool, che quindi presenta alterazioni della sensibilità e della vigilanza ,proporzionalmente,o meglio esponenzialmente all'etanolo presente nel sangue(anche con 0,2g\l,benchè macroscopicamente non evidenti); secondo me è giusto pretendere metodiche di rivelazioni con margini di errori sempre minori, ma l'etilometro trova il suo utilizzo sociale,non tanto per equilibrati bevitori maturi che con passione e cultura si avvicinano all'alcool, quanto nei confronti di chi il "sabato sera" lo usa come valvola di sfogo e senza scrupoli si mette alla guida; quindi per quanto mi riguarda anche se l'etilometro fosse completamente sballato sarebbe utile lo stesso; trovo che una protesta di questo tipo sia fuorviante e mal interpretabile;

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Paolo Cianferoni

circa 14 anni fa - Link

Ottima iniziativa al vinitaly. Credo che gli etilometri possono essere impiegati come prevenzione, come l'esempio citato da Daniele, ma non come mezzo di sanzione. L'eventuale sanzione deve essere applicata solo quando c'è analisi del sangue, magari "dopo" che nei bar o nei ristoranti o discoteca ci si è misurati con l'etilometro messi a disposizione gratuitamente e che ti avvisa di essere probabilnmente fuori norma. Sò che ci sono auto che hanno l'etilometro incorporato che non fa accendere il motore se sei fuori: una cosa del genere sarebbe forse meglio.

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Franco Ziliani

circa 14 anni fa - Link

beh, intanto ringrazio Morichetti per la gentile segnalazione della mia iniziativa che, nonostante Pasqua e Pasquetta, ha già raccolto numerosi consensi di colleghi e comunicatori del vino ed il sostegno, oltre che degli amici Carlo Macchi e Luciano Pignataro, che domani rilanceranno l'idea, anche di Fabio Giavedoni, della nascente guida dei vini di Slow Food, e di Fabio Rizzari, della guida dell'Espresso. Tanta concordia e tali consensi mi confondono...

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Alessandro Morichetti

circa 14 anni fa - Link

Credo sia utile l'intervento di Vincenzo Zappalà di stamattina sul blog di Franco Ziliani:

come avevo previsto, la mossa di Franco Ziliani ha subito avuto ben più visibilità di mesi di lavoro fatti da me. Benissimo! Spero proprio che adesso la parte legata all’azione abbia trovato uno o più paladini. Chiedo pubblicamente scusa a Franco per averlo “stuzzicato” in modo poco urbano. Ma, quando ti sbatti senza ritorno, vedi crescere la rabbia e passi a maniere meno controllate. In fondo, anche se sempre nei giusti limiti, anche Franco spesso si lascia andare a “cazziatoni” un po’ violenti. Comunque, come dice Giovanna, adesso è ora di lavorare insieme, ognuno con le proprie capacità. Volevo solo ribadire ancora un fatto, che dal tono di alcune risposte temo non sia ancora stato recepito bene. L’ETILOMETRO NON PUO’ FUNZIONARE COME DETERRENTE, IN QUANTO E’ FASULLO SCIENTIFICAMENTE. ESSO PUO’ INDICARE VALORI ALTI O BASSI SENZA NESSUN LEGAME CON L’ALCOL CHE ABBIAMO NEL SANGUE (nè tantomeno con lo stato di ubriachezza). Questo concetto è la base essenziale. E’ inutile usare etilometri portatitili o altre cose nei ristoranti. I valori sono scorrelati e nessun etilometro funziona, nemmeno quelli più perfezionati. Non è problema di taratura, ma di efficacia del metodo!! L’ETILOMETRO SI BASA SU UNA LEGGE FISICA DIMOSTRATASI NON IDONEA ALLO SCOPO. TUTTO QUI! Non è questione di 0.2, 0.8, o 1.5… Qualsiasi valore può non avere alcun riferimento al vero valore che avete nel sangue (sempre poi che questo sia un giusto limite per la capacità di guida). Il DIO ETILOMETRO non è un DIO, ma un mistificatore da schiacciare sotto i piedi. temo che il suo sfruttamento sia dovuto a ben altre ragioni…. Riguardo a queste considerazioni, vi invito a leggere (anche Briscola che è mia collega nello studio del Cosmo… e mi comprenderà) http://www.acquabuona.it/2010/03/il-truffometro/ forza Franco !!

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Alessandro Morichetti

circa 14 anni fa - Link

Altro commento molto interessante - sempre su Vino al Vino - quello di Gianpaolo Paglia:

Io passo parecchio tempo in Inghilterra, paese notorio per la sua severita’ contro il fenomeno del drink and drive. Credo che anche li’ il problema sia sorto all’epoca, venti/venticinque anni fa, quando e’ stato introdotto il controllo con gli etilometri, poi si sono adeguati. In Inghilterra, a causa delle leggi severe per chi e’ al volante, non solo per l’acol, ci sono meno della meta’ dei morti che in Italia per incidenti stradali, molte migliaia (credo 4-5000 in meno). Che in Italia non sia cosi’, e non solo per l’acol, e’ evidente, basta mettersi alla guida: pochissimi rispettano le regole. Protestare perche’ un metodo di rilevazione e’ provato non adatto e’ sacrosanto, ma allo stesso tempo, per essere tutti noi del comparto piu’ credibili, ci vorrebbe un impegno per la lotta al drink and drive. Il primo equivoco da risolvere e’ che l’etilometro, o altri sistemi di rilevazione dell’alcol assunto, non e’ un metodo di lotta all’alcolismo. In altre parole, non serve a discriminare tra gli ubriachi e i “normali”, ma servirebbe a far rispettare una soglia oltre la quale il legislatore impone che non sia possibile guidare. Notoriamente questo non ha nulla a che vedere con essere ubriachi o drogati o fuori di se’, ma semplicemente non in possesso dei requisiti oggettivi per mettersi alla guida in modo sicuro per se e per gli altri, per via della diminuita (non obnubilata) capacita’ di concentrazione e rallentamento dei tempi di reazione. Si puo’ discutere, e in tutti i paesi lo si fa, su quali siano i limiti ragionevoli di alcol nel sangue: 0,8 o 0,5 nella maggior parte dei casi, anche se in alcuni paesi si tende addirittura a meno, ma una volta stabilito quello e una volta trovato un modo di misurazione adeguato, bisognerebbe essere in grado di accettare la situazione, adeguandosi al meglio, cosi’ come fanno nella stragrande maggioranza dei paesi civili. Io non credo che sia nell’interesse di chi si occupa professionalmente di vino di mostrarsi ambigui su questo punto, ma anzi, sia quella di attirare l’attenzione sulle contraddizioni, come in questo caso fa Ziliani, senza pero’ minimizzare il problema con affermazioni del tipo: “qualche bicchiere di vino non puo’ far male”, oppure “che vadano ad occuparsi degli ubriaconi”. Sarebbe un errore grossolano. Credo che si debba aiutare a trovare delle soluzioni per l’educazione, per es. l’abitudine di “sacrificarsi” a turno non bevendo se si guida in gruppo, oppure su come stimolare la diffusione di mezzi di trasporto alternativi (in Inghilterra e’ possibile trovare taxi, economici, anche in zone rurali e in ore notturne). Insomma, e’ un argomento delicato, specialmente per chi di vino ci vive, e mi auspico che venga trattato con delicatezza e buon senso.

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Mr. R

circa 14 anni fa - Link

Concordo in tutto ciò che dice il Sig. Paglia, il mondo del vino non può nascondersi dietro un paravento qualitativo=salutare=innocuo, ma dovrebbe essere ben cosciente del ruolo che rappresenta, e stimolare le istituzioni, che sono quelle preposte nel trovare una soluzione e farla applicare, nel cercare vie alternative nell'educazione di un problema che non può essere preso sottogamba da nessuno.

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alessandro

circa 14 anni fa - Link

polemiche del genere sono assolutamente irresponsabili e ignare degli effetti che potrebbero destare. In primis la tipologia di protesta proposta in occasione del vinitaly è infondata ed inefficace. Presentarsi in massa davanti alle forze di polizia dopo aver bevuto qualche bicchiere di vino è inutile e di profondo ostacolo per il lavoro indubbiamente utile svolto da queste. Le forze di polizia infatti, on letilometro sono chiamate perseguire la guida in stato di ebrezza alcoolica , ben diverso dallo stato di ubriachezza ( molesta ed in luogo pubblico), che è punita con una sanzione pecuniaria di pochi euro, ovvero senza rilievo penale. L'effetto di presentarsi in massa davanti alle pattuglie avrebbe il solo effetto di intralciare i normali controlli che questi sono chiamati ad effettuare. Se infatti è vero da una parte che vengono sanzionati i guidatori con tassi alcolemici relativamente bassi (da 0,5 a 0,8 g/l), al contempo è altresì vero che vengono spesso rilevati anche tassi ben superiori , di guidatori che magari potenzialmente potrebbero causare incidenti con conseguenze gravi. Tale protesta è assolutamente ipocrita, tipica di chi , da vicino, non si è mai trovato vittima di uno dei tanti pirati della strada ubriaconi. Infine a proposito dell'accertamento attraverso analisi dl sangue?? risultato sarebbe che in un sabato sera, una pattuglia media, anzichè controllare 50 giovani riuscirebbe al più a controllarne due o tre. riflettete signori e basta con l'ipocrisia di chi spara sentenze solo fino a quando i problemi sono degli altri. A tal proposito fatevi un giro su sito www.vittimestrada.org e poi ne riparliamo.

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Mario Crosta

circa 14 anni fa - Link

Lavoro nei cantieri di costruzione di centrali termiche e impianti chimici, dove ci sono tanti, troppi incidenti sul lavoro per gente che scivola, inciampa, si appoggia male anche a certe altezze. Abbiamo degli ottimi sistemi di sicurezza, molti controllori in campo, ma siamo impotenti con il problema dell’alcolismo, che e’ una malattia sociale e che provoca piu’ della meta’ degli incidenti sul lavoro, anche per un paio di bicchieri al bar prima di timbrare il cartellino. Noi abbiamo messo gli etilometri ai cancelli e tutti i santi giorni chi vuole entrare in cantiere deve passarci davanti e se lo pescano va a soffiare. Se lo trovano alticcio, gli fanno un’altra prova con un altro etilometro i medici dell’ambulatorio da campo. Se viene confermato, non lo fanno entrare al lavoro, lo sospendono per due giorni e danno una multa alla sua ditta. Altri lavoratori, quelli che vanno in altezza (oltre 1 metro, precisa oggi la legge), fanno questo controllo tutti al 100% e tutti i giorni anche in spogliatoio prima di cominciare. Anche i loro capi. Si e’ scelto l’etilometro soltanto perche’ e’ il mezzo piu’ veloce e comunque perche’ fa sicuramente da deterrente. Non perche’ sia il piu’ preciso e affidabile. Sappiamo tutti che ha un margine d’errore troppo elevato. Ma grazie a quello troviamo ancora tutti i santi giorni degli scriteriati che vengono al lavoro un po’ troppo su di giri. Se si ammazzassero o si facessero male da soli… ma il brutto e’ che provocano incidenti gravi anche agli altri, dipende dal tipo di lavoro! Certo che bisognera’ scegliere un altro mezzo piu’ preciso, per esempio il prelievo del sangue, ma la gente dovra’ poi attendere l’esito purtroppo piu’ a lungo prima di accedere al posto di lavoro, quindi dovra’ venire al lavoro molto prima (e chi gli paga le ore di attesa?). Insomma non e’ così semplice questo argomento se si ha a cuore la riduzione degli incidenti sul lavoro. Lo stesso, credo, per i limiti del tasso alcolico del sangue per chi guida. Non si usi l’etilometro se lo si ritiene una macchinetta truffaldina. Ma in quel caso si dovra’ usare il prelievo del sangue fatto sul posto in un ambulatorio mobile attrezzato a disposizione della pattuglia oppure nel piu’ vicino ospedale, quindi il sospetto “brillo” dovra’ perdere molto piu’ tempo per il controllo e per l’esito prima di tornare al volante, ore e non minuti. Lo accetteranno gli automobilisti ed i camionisti? Oppure che si faccia una visita medica sul posto per analizzare a fondo i riflessi della persona con i soliti mezzi diagnostici, come camminare, parlare, eseguire movimenti, ecc., ecc. purche’ condotta da un medico. Sarebbe un’ottima soluzione perche’ fermerebbe anche i drogati e gli ammalati o i troppo stanchi che non reggono momentaneamente il volante. Ma il medico presente a bordo strada costera’ molto di piu’ dell’etilometro. Una settimana di lavoro di un medico costa piu’ di un etilometro a disposizione per qualche anno. Chi li paghera’? Sono disposti gli automobilisti ad un aumento delle tasse automobilistiche per mettere dei medici sulle strade e sulle autostrade a fianco della Polizia Stradale? Perche’ con l’etilometro o senza, i controlli vanno comunque fatti e devono essere efficaci. Ben venga qualcos’altro, insomma, ma finche’ non c’e’ bisogna fare lo stesso qualcosa per fermare chi si mette alla guida con un eccesso di alcool nel sangue, non soltanto gli ubriachi fradici. Il codice penale deve prevedere il reato di omicidio volontario per chi viene pescato con il tasso alcolico superiore al consentito dopo aver provocato un incidente mortale. E quello di lesioni volontarie nel caso di incidente che causa ferimenti e/o mutilazioni. In Italia, invece, vengono considerati attualmente soltanto dei reati colposi, quindi preterintenzionali. La differenza invece e' notevole, a parte le pene che sono senza dubbio superiori: viene ribadito il principio che uno che si mette al volante brillo, alticcio o ubriaco e' comunque un potenziale assassino volontario, lo e' coscientemente e non e' soltanto uno pirata della strada che non sa di poter uccidere o di mutilare quelli che incrociato per caso sulla sua strada. Introduciamo lo stesso principio anche in Italia se vogliamo poi andare pure a discutere sui vari strumenti di misura del tasso alcolico, ciascuno con un proprio spettro di errore, di affidabilita', di prontezza d'uso e di deterrenza. Altrimenti combattere l’unico strumento adottato oggi diventerebbe solo una campagna a favore dell’alcoolismo al volante.

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