L’etichetta era bellissima
di Sara BoriosiSono un (bel) po’ stanca dei vini di merda dall’etichetta accattivante con lo spiegone nella retro, il caos che crea e il disordine che impera tanto nel calice quanto nella vita, le poesie di Pessoa e i rimandi al significato.
Questo vino è cuore e culo, dietro c’è il pensiero azione opere e ragionamento. Questo vino è frutto della passione del vignaiolo che ha letto La Recherche e vuole tradurre la vita del nonno misantropo nel bicchiere e se non lo trovate, se non ritrovate il tentativo del produttore di sintetizzare il rapporto del nonno con il resto del paese di centocinque anime allora non avete capito lo spirito del vino che lo rappresenta.
Quello che c’è nel calice non è il nonno, è la volatile che brucia le narici e lo spiegone della retroetichetta non me lo farà apprezzare: mi renderà nervosa e insofferente perché mi obbliga a uno sforzo che a tavola non voglio subire perché a tavola mi voglio rilassare.
Se il vino è ridotto, non sarà lo spiegone intriso di sangue del produttore e merda di vacca a farmelo piacere. Mi farà incazzare, anzi, perché mi mette nella condizione di dover comprendere e accettare che quei difetti sono imposti come virtù.
Vorrei un mondo con le etichette che recano annata denominazione e nome del vino, e ingredienti nella retro.
Già la vita è complicata e mi tocca digerire persone con le quali non dividerei nemmeno un buondì Motta, figuriamoci un vino di merda fatto con le migliori intenzioni, che pago e dovrei capire sebbene sia un vino fatto male.
Scusate lo sfogo, ho bevuto un vino di merda dall’etichetta bellissima con una bella frase motivazionale nella retro. E non era della Merini né di Frida Khalo, pensate.
23 Commenti
Gurit
circa 4 anni fa - LinkInsomma, un altro ottimo vino naturale fatto come duemila anni fà..
RispondiLanegano
circa 4 anni fa - LinkPiù che altro, mi pare di avere capito, fatto male. Chi lavora bene con poche o nulle schifezze chimiche ma dotato di conoscenze e 'manico' produce di solito vini memorabili e fortemente identitari. Lungi da me ripartire con la diatriba ormai stantia tra 'convenzionali' e 'naturali' anche perchè chi è affezionato a questo blog dovrebbe già sapere ampiamente di cosa si tratta. Come in ogni ambito qualcuno è capace di fare le cose, qualcuno meno.... Ovviamente se si prediligono prodotti artigianali e non 'dopati' un margine di rischio è inevitabile. Personalmente ho ormai una nutrita batteria di produttori affidabili e queste amare sorprese non mi capitano (quasi) più.
RispondiLanegano
circa 4 anni fa - LinkPiù che altro mi sfugge il motivo per cui, se chi vinifica non è assolutamente certo della 'tenuta' del suo vino, non si aggiungono 30/40 ml di solforosa...
RispondiPatrick Jane
circa 4 anni fa - LinkNon sarà la solforosa a salvare un vino di melma, al massimo ne certificherà lo schifo più a lungo.
Rispondiantonio mestichelli
circa 4 anni fa - LinkFa non va accentato a meno che non sia un imperativo : fa' i compiti!
RispondiDaniele Cuomo
circa 4 anni fa - LinkA rigore non è un accento ma un apostrofo, che rimanda all'elisione della "i". Giusto per completezza.
RispondiSandro
circa 4 anni fa - Link..."e ingredienti nella retro"... Ne conosco solo pochissimi e rientrano in quella categoria dei vini cosiddetti "naturali". E mi risulta che solo da questo mondo si faccia richiesta di specificare gli ingredienti. Forse se si desidera un mondo migliore bisognerebbe anche spingere ( e lo dico soprattutto agli addetti ai lavori) xchè il mondo attuale possa cambiare. Poi che un vino con una etichetta semplice ed ingredienti specificati sia più buono di altri, questo lo decide solo l'assaggio.
Rispondisabrina somigli
circa 4 anni fa - LinkSono le parole che quelle volte non mi sono uscite per mancanza di coraggio. Viva le etichette con frasi di Guido Catalano 😍😂😂
RispondiDavide
circa 4 anni fa - LinkE poi non mettono mai la provincia di provenienza ma solo la località, qualcuno sa spiegarmi il motivo?
RispondiMauro Locatelli
circa 4 anni fa - LinkPerché la normativa prevede così. Se scrivi la provincia in etichetta arriva la Repressione Frodi, ti fa to-tò sul culetto e se gli gira ti fa ritirare i lotti già in commercio per non conformità. Nonostante quello che si pensa (e si vede) in giro, in Italia non c'è un'assoluta libertà rispetto a quello che si può mettere o non mettere in etichetta/retroetichetta. Mi è capitato di assistere ad un'ispezione dell'ICQRF in una cantina, una delle retroetichette riportava "vino affinato almeno X mesi sui propri lieviti": l'ispettore voleva (giustamente) sapere se tracciando all'indietro quel lotto di vino avrebbe trovato esatta corrispondenza a quanto riportato in retroetichetta...in quel caso tutto era in regola, ma il consiglio della Repressione Frodi, in linea generale, è di non riportare in etichetta/retroetichetta nulla che il produttore non possa effettivamente dimostrare.
RispondiMaurizio
circa 4 anni fa - LinkVero, senza contare che a volta alcuni nomi di provincia sono contenute nelle denominazioni stesse ed usarli creerebbe in alcuni casi più confusione che chiarezza.
RispondiBT
circa 4 anni fa - Linkcioè NON puoi mettere il luogo più preciso rispetto al luogo più vago ed ampio? stupendo. è incredibile l'intrusione delle regole.
RispondiMauro Locatelli
circa 4 anni fa - LinkE' consentito solamente riportare il Comune e ovviamente il Paese. Vergate sul Membro - Italia è ok Vergate sul Membro - MB- Italia non è ok
RispondiMauro Locatelli
circa 4 anni fa - Linkmanca una virgola, sorry. Vergate sul Membro - Italia è ok, Vergate sul Membro - MB- Italia non è ok
Rispondijosè pellegrini
circa 4 anni fa - LinkIl motivo è che gli italiani non conoscono la geografia .Se gli chiedi il più importante fiume italiano rispondono il Nilo, e il Sannio pensano sia una zona del Friuli. Figurarsi le province !
RispondiDavide
circa 4 anni fa - LinkPerché tu Jose’ conosci l’appartenenza geografica di ogni comune d’Italia.....? Ma per piacere inserire il cervello prima di scrivere.
Rispondijosè pellegrini
circa 4 anni fa - LinkCerto che no. Ma le province sì. Quindi so collocare geograficamente un Comune . Quanto a cervello caro Davide , posso prestartene un po'.Ma veramente cerchiamo di parlare di vino, magari senza abusare della parola m....!La pace sia con voi.
Rispondihakluyt
circa 4 anni fa - LinkMa davvero pensi quello che hai scritto ???
Rispondijosè pellegrini
circa 4 anni fa - LinkTi riferisci a me ?
Rispondihakluyt
circa 4 anni fa - Linkovviamente
Rispondijosè pellegrini
circa 4 anni fa - LinkRieccomi . Se l'ho scritto , lo penso. Che gli italiani non sappiano la geografia è assodato. Ce ne faremo una ragione . Adesso vorrei tanto assaggiare il vino di Quiliano, che evoca ricordi un'infanzia felice .Ah saperlo , che era un grande vino....
Rispondihakluyt
circa 4 anni fa - LinkQuindi tu davvero pensi che gli italiani (gli italiani al plurale... come se fossero una persona sola...) siano convinti che il Nilo è il più importante fiume d'italia ??? Peccato, ti avevo offerto l'opportunità di fare ammenda ma hai reiterato le tue generalizzazioni che, come tutte le generalizzazioni, sono sbagliate in partenza...
Rispondi@Feder_wine
circa 4 anni fa - LinkMi verrebbe da dire: «ma non è colpa mia!» PS: notare le virgolette basse o caporali..............
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