L’eredità di Ugo Contini Bonaccossi a Carmignano

L’eredità di Ugo Contini Bonaccossi a Carmignano

di Andrea Gori

La placida eleganza di uno dei padri fondatori del vino italiano moderno emerge in tutta la sua chiarezza nella verticale delle prime tre annate prodotte da Tenuta di Capezzana del vino in suo onore ovvero UCB, Ugo Contini Bonacossi, un sangiovese in purezza da Carmignano che fa nascere molte considerazioni sul futuro prossimo di questa antichissima DOCG.

Da sempre caratterizzata dalla presenza di cabernet e anche merlot in uvaggio con il sangiovese, a Carmignano cominciano ad essere non così rari i sangiovese 100% di livello assoluto che dimostrano la maestria e l’esperienza di chi li coltiva e vinifica ma soprattutto dell’evidenza del cambiamento climatico in una zona dove le maturazioni erano sempre più complicate di adesso.

Ugo Contini Bonacossi dopo aver servito militare nella seconda guerra mondiale sotto il Generale Montgomery, utilizza un caterpillar lasciato dall’esercito per fondare la “Nuova Castoro” una società di gestione del suolo e sbarramento idrico scavando laghetti artificiali per migliorare la gestione delle coltivazioni nelle colline di Carmignano e dintorni, laghetti che esistono tuttora e proprio vicino ad uno di questi sorge il vigneto che la famiglia sceglie per farne un cru in suo onore.

A Capezzana inizia la sua opera nel vino negli anni ’60 e gestisce il fondamentale passaggio dalla mezzadria a decine di poderi separati verso una viticoltura moderna, non semplice in un momento in cui la meccanizzazione era ottimizzata per la coltivazione in pianura. Sul campo legislativo porta il territorio della tenuta di famiglia a DOC Carmignano nel 1975 con prima annata possibile 1969, poi arriverà presto anche la DOCG a sancire l’ufficialità di un territorio in verità già descritto e protetto dai tempi del granduca di Toscana e l’editto del 1716 insieme a Chianti, Rùfina e Valdarno di Sopra.

Poco prima della sua morte riceve il premio Cangrande da Vinitaly nel 2010 come personaggio storico del vino italiano. E’ stato  tra i primi a produrre supertuscan con il Ghiaie della Furba con cabernet syrah e altro, fondatore della Vide con Veronelli a ispirare, una FIVI ante litteram con dentro personaggi del calibro dei De Gresy, Zanella, Felluga, Ceretto.

Il vino che prende il suo nome proviene dal vigneto “Viticciana” con il suo laghetto, in una zona dove sole e luce arrivano molto presto e nel sottosuolo presenta una sistemazione agricola perfetta a prova di erosione e ristagno, con filari abbelliti con rose disposti a rittochino ed esposizione da sud a sud est e strade livellari a giropoggio in contropendenza, che riportano l’acqua a monte con fognoni e tubi sotto e infine un ciglione che impedisce l’accumulo di troppa umidità e conseguenti gelate a fondo valle.

capezzana verticale ucb

La mini verticale completa delle prime tre annate prodotte del vino partono da una descrizione dell’annata stessa ad opera di Vittorio Contini Bonacossi (anche lui recentemente scomparso), pioniere del passaggio della Tenuta in biologico e biodinamico negli ultimi anni.

L’annata 2013 ha avuto piovosità abbondante fino a maggio, poi un’estate assolata. Il germogliamento delle viti è stato nella norma, l’allegagione buonissima e l’ invaiatura (presa di colore) in netto ritardo. E’ stata un’ annata con ciclo vegetativo lungo. Scrive Vittorio: “ Le viti hanno continuato a “mettere“ e non si sono mai fermate, costringendoci a continui interventi per riordinare, rizzare, sfemminellare, sfogliare ….. La buonissima allegagione dei fiori, la notevole riserva idrica nel terreno e il non eccessivo caldo estivo hanno permesso di poter cogliere uva sana, matura, e in quantità molto soddisfacente “.

Il 2013 è l’ anno in cui a Capezzana si è  ricominciato ad utilizzare i lieviti indigeni, sotto il continuo controllo microbiologico del FoodMicro Team dall’ Università di Agraria di Firenze. Il 2013 segna anche l’ inizio della collaborazione tra Capezzana e l’enologo Franco Bernabei.

Ugo Contini Bonacossi 2013 IGT Toscana
grado alcolico : 14,26 % Vol., pH = 3,59, Acidità Totale = 5,58 g/l, estratto secco = 30,8 g/l, antociani = 308 mg/l, polifenoli totali = 3142 mg/l.
Eleganza e signorilità, liquirizia, pepe e lamponi maturi, mela disidratata, cannella, poutpourry floreale, sandalo, ebanisteria, vaniglia e legno di cedro. Sorso di lunghezza e preponderanza, finezza e sapidità, erbaceo e dolcezza a braccetto, ematico, floreale intenso di rose, ricordi borgognotti struggenti, legno che sostiene e copre appena il frutto in questa fase ma non c’è ombra di surmaturazione o traccia calorica. Bilanciamento e saporosità, lunghezza intrigante, sospensione e finezza. 95

L’annata 2015 ha avuto pioggia per tutto l’ inverno fino alla primavera poi un’ estate piena di sole. Scrive Vittorio: “I sovesci rigogliosi del passato autunno-inverno hanno arricchito la terra delle sostanze di cui è ghiotta la vite, ma senza esagerare per non andare a ingrossare troppo i chicchi del grappolo “ e poi in estate : “Tantissimo sole stupendo e pochissima pioggia, alte temperature ma mai troppo alte da compromettere la buona salute delle viti e dei grappoli , nessuna bruciatura da colpo di sole… Il giorno 23 tutto il nostro sangiovese era in cantina, bello, bello bello, aiutatemi a dire bello ! Un grazie a tutti i collaboratori che con il loro lavoro hanno portato a termine un’annata di vera soddisfazione e un inchino rispettoso alla nostra amata e generosa fragile natura”

Ugo Contini Bonacossi 2015 Toscana IGT
grado alcolico: 14,42 % Vol., pH = 3,65, Acidità Totale = 5,51 g/l, estratto secco = 32,87 g/l, antociani = 434 mg/l, polifenoli totali = 3750 mg/l.
Cupo, intenso, sfaccettato e ricco, sapido salino con traccia calorica splendida e rifinita, amarene, ciliegia, durone, ribes rosso e nero, more di rovo, talco e ginepro. Allunga e carezza il palato con un tappeto tannico ricchissimo e profondo, umami e sensazione forte e decisa che si protende nel palato per molto tempo. Legno sempre protagonista in positivo ma segue il sangiovese e non lo imbriglia certo nei suoi schemi. Carattere mediterraneo più che eleganza aristocratica, vino molto pronto adesso, polimerizzazione tannini già in pianta ben definita. 93

Infine la celebrata annata 2016 con un inverno poco freddo e molto piovoso fino ai primi di giugno mentre dopo si è avuto un clima estivo asciutto, caratterizzato da giornate soleggiate e calde ma da notti fresche e dalla totale assenza di precipitazioni che si è interrotta il 15 settembre con pioggia che è continuata per tre giorni, molto intensa, 80 millimetri in totale.

La raccolta del sangiovese è avvenuta subito dopo questa pioggia, concludendosi il 28 settembre. Scrive Vittorio: “Tutte le uve erano sane, perfettamente mature e regolarmente mature… è proprio l’escursione termica tra giorno e notte che caratterizza il 2016, questo porterà, di sicuro, all’ottenimento di vini con una nota aromatica al di sopra della media.

Ugo Contini Bonacossi 2016 Toscana IGT
grado alcolico: 14,73 % Vol., pH = 3,51, Acidità Totale = 5,79 g/l, estratto secco = 33,8 g/l, antociani = 397 mg/l, polifenoli totali = 3560 mg/l.
Intensità, calore e sostanza, energica elettrica, grande precisione olfattiva, note di viola e lavanda e tanto floreale, poi frutto di lamponi in confettura e ginepro, pepe e spezia fine, salino e di sostanz. Gusto profondo e fine, l’eleganza dell’annata si fa sentire e semmai è il legno che pare imbrigliare un poco la sostanza e la materia in questa fase. Ma il finale risolve molti dubbi e interrogativi sciogliendosi in un coacervo di ciliegia, amarena, mallo di noce, sandalo, pepe nero che torna a più riprese per tanti secondi insieme ad arancio rosso. Destinato a grande carriera ed avvenire quasi come la capostipite. 94+

 

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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