L’enigma Valpolicella Superiore tra Ripasso e Amarone

L’enigma Valpolicella Superiore tra Ripasso e Amarone

di Andrea Gori

Dormire sul divano per colpa di un vino scelto male e non per colpa dell’acquirente o dell’enotecaro. È questo l’esito di una singolare avventura di JC Viens, l’esperto consulente con base ad Hong Kong conduttore della prima edizione di “Valpolicella Superiore – A Territory Opportunity”, spedito dalla moglie a comprare un Valpolicella Superiore (appunto) in enoteca e ritrovatosi di fronte alla cocente delusione di lei che voleva un vino fresco e piacevole con una certa idea di struttura ma non certo un simil-Amarone in miniatura pesante e alcolico.

In effetti se tra i Valpolicella si comincia a vedere uno stile ricorrente e ben definito fatto di semplicità, grandi nasi e sorsi leggeri immediati e beverini, nella categoria Superiore la questione è più complessa perché spesso si tratta di vini molto più simili a Ripasso o Amarone che a Valpolicella. Potrebbe sembrare una questione di lana caprina ma in realtà è piuttosto cruciale per un territorio portare chiarezza nelle proprie tipologie e trasmettere un’idea univoca di quello che si può trovare nella bottiglia.

Non è facile farlo in una DOC in cui, a partire dalla stesse uve, si ottengono ben 4 livelli di complessità (pensiamo già alla difficoltà nel Chianti Classico di gestire annata, Riserva e Gran Selezione) ma cruciale se si vuole parlare di territorio.

Guardando i numeri la Valpolicella è sempre una delle principali denominazioni rosse italiane e la prima nel Veneto, con 2.271 viticoltori, 6 cantine sociali, 322 imbottigliatori e un giro d’affari annuo di oltre 600 milioni di euro generato in gran parte (70%) dall’export in 87 Paesi del mondo, molto poco colpito dal Covid e i suoi effetti economici.

Territorio ancora in parte in sviluppo nonostante la superficie vitata abbia visto negli ultimi 20 anni un incremento di oltre il 60%. Tra i comuni epicentro, dopo Verona seguono a ruota Negrar (14% della superficie complessiva della Doc) e San Pietro in Cariano (13%), poi Illasi (11%), Marano e Mezzane. Il 43% afferisce alla zona Classica, il 54% alla Doc e il 3% alla Valpantena.

Più che le suddivisioni territoriali ci interessano la variazioni nella scelta delle tipologie da parte delle aziende: per le medio piccole la tipologia più utilizzata è Ripasso (44,6%) seguito da Valpolicella (30,7%), quindi Amarone/Recioto (24,7%) mentre per le medio-grandi il Ripasso vale  il 57,8% dei volumi, con Amarone/Recioto al 24,7% e il Valpolicella al 17,6% della produzione.

Tutto merito (o colpa) di un nome come Ripasso che è stato e continua ad essere per molti anni un richiamo fortissimo per il pubblico in cerca di concentrazione e intensità che non è però detto la ami anche nei Valpolicella.

Lo scopo del tasting condotto da Filippo Bartolotta e Gabriele Gorelli MW usando  le fialette ormai ben collaudata e anonime in ogni fase è stato proprio quello di capire se pescando a caso Valpolicella Superiore ci si potesse trovare di fronte ad un “piccolo lusso quotidiano” e non di un baby Amarone o un Ripasso con minore intensità.  L’obbiettivo è di fare del Superiore un vino fresco,  immediato e beverino ma con quel tocco in più di complessità che lo rende più adatto alla tavola rispetto al Valpolicella annata.

Il risultato è stato interessante con una bella presenza costante di sentori caratteristici dei vitigni e della tipologia ovvero fragole, ciliegia, amarene, menta e pepe bianco mentre in bocca struttura e sapidità quasi mai lasciavano il passo a note da appassimento.

Campione 1 13,5%
Amarene visciole, frutta di bosco fresca e decisa, bocca di complessità succulenta e bella dinamica, chiude veloce su note piccanti e balsamiche tipo verbena, impegna e diverte. 86

Campione 2 13,5%
Visciola e amarene, prugne e lievi note tostate lo rendono al naso di bella completezza e ricchezza, emerge veloce una nota squillante di rabarbaro e bergamotto, sorso di sostanza e succosità senza tanti compiacimenti, bella la spinta acida. 88

Campione 3 14,5%
Visciole e menta, lieve sensazione di talco e prugna, naso completato da tostatura, liquirizia e mallo di noce. Sorso meno impegnativo del previsto ma tannino comincia a farsi sentire. Garbato e croccante, ottimo a tavola con l’alcol molto mascherato da estrazione e acidità. 89

Campione 4 14,5%
Ricco e con traccia di potenza alcolica non banale, frutta sotto spirito e menta, cumino e tabacco, in bocca ha potenza e stile elegante ma si avvicina all’idea di ripasso più che di Valpolicella superiore pur fermandosi ad un passo dalla troppa ricchezza. 86

Campione 5 13,5%
Confettura di arancia amara, verbena e mirto, sorso di importanza e speziatura fine, sorso con amarene e olive tostate poi erbe aromatiche, ginepro e artemisia, tannino ben presente e roccioso, da abbinare con divertimento. 88

Campione 6 14%
Ampio fruttato in confettura, pepe nero, liquirizia, mallo di noce e carrube, miele di castagno e viola candita, sorso meno importante del naso e alcuni tocchi di brillante acidità e selvatico fanno pensare ad un vino naturale che ben coniuga importanza al naso ma piacevolezza di beva. 91

Campione 7 14%
Naso importante e ricco con qualche ossidazione, bergamotto, mallo di noce, amarene sotto spirito. Bocca con tannino di bella fattura e discreta importanza ma che non occupa manu militari il palato lasciando freschezza e frutto emergere bene. 86

Campione 8 14,5%
Cannella e canapa, mirtillo e ribes rosso in confettura, lieve nota lattica permea il naso all’inizio per poi lasciar esprimere il frutto in maniera distinta e croccante. Bocca di bella presa e personalità che con slancio e tannino ben colto permette di abbinarsi molto bene a tavola. Finale agile e non impegnativo ma non si dimentica velocemente. 89

 

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

Nessun Commento

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.