Le D.O. Ribera del Duero y Rueda e  qualche ottima bottiglia in assaggio al tasting di New York

Le D.O. Ribera del Duero y Rueda e qualche ottima bottiglia in assaggio al tasting di New York

di Salvatore Agusta

Recentemente, in occasione del Ribera y Rueda Trade & Media Tastingtenutosi a New York lo scorso 9 Aprile presso il West Edge, mi è capitato di rispolverare due delle regioni vitivinicole più interessanti della Spagna. Prima di parlarne, meglio rivedere qualche nozione sulle doc.

Cenni sulle denominazioni spagnole.
È curioso sapere che oggi in Spagna esistono solo 75 D.O. (Denominacion de Origen) e 2 D.O.Ca (Denominacio de Origen Calificada), ovvero il Priorat nei pressi delle montagne dietro Barcellona e la Riojaa circa 150 km dal confine con la Francia e i Pirenei.

I vini D.O.:

– devono essere prodotti all’interno dei confini della regione di appartenenza, con uve provenienti da quella zona geografica;
– devono avere caratteristiche speciali che derivano dall’ambiente geografico in cui sono stati prodotti;
– devono godere di un alto prestigio dovuto alla loro origine;
– devono essere trascorsi almeno cinque anni documentati entro i quali quel determinato vino è stato considerato esclusivo risultato di un determinato terroir, riconducibile a quella specifica zona.

I vini D.O.Ca:

– nei precedenti 10 anni, questi vini devono aver fatto parte di una D.O.;
– posseggono un disciplinare che dispone persino in ordine alla loro commercializzazione;
– l’intera produzione deve essere imbottigliata, prima di esser messa in commercio;
– le zone riferite alla D.O.Ca devono essere identificate attraverso una mappatura dettagliata all’interno dei catasti agricoli comunali, per una identificazione genuina delle sole aree che giustificano per caratteristiche peculiari il diritto d’appartenenza alla denominazione superiore.

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La D.O. Ribera del Duero y D.O. Rueda.
Sono comunemente definite regioni sorelle, poiché condividono la stessa geo-localizzazione, lo stesso clima, stessi processi di vinificazione e identiche varietà. In particolare, entrambe si adagiano sulle sponde del fiume Duero e distano all’incirca 2 ore di auto da Madrid. Mentre Rueda è un po’ più vicina al Portogallo, Ribera del Duero è più centrale. Questa è composta da una striscia di terra di circa 115 km – in linea retta proprio sopra Madrid – che alterna le seguenti città: Burgos, Segovia, Soria e Valladolid. Curiosità, la parola spagnola “ribera’ in spagnolo vuol dire campo coltivato nei pressi di un corso o bacino d’acqua e viene usata nella terminologia spagnola anche in tema di coltivazione. Ciò permette di capire l’origine delle arance siciliane di Ribera, comune agrigentino sulla costa sud della Sicilia.

Il clima è principalmente mediterraneo ma con un forte carattere continentale. Piove poco e gli inverni sono rigidi e lunghi. Il suolo è composto da sedimenti di sabbia argillosa che in alcuni punti, per via dei fenomeni alluvionali, alterna zone abbastanza calcaree, caratterizzate da copiosi detriti.

Rueda possiede un clima molto simile a quanto descritto poco sopra, ma qui la continentalità è dettata dall’altitudine (tra 700 e 800 m.s.l.m.). Si tratta di altopiani che giovano della generosa ventilazione oceanica, con suolo prettamente sabbioso-limoso e con una buona concentrazione di magnesio e calcio. Viene detto “cascajosos” ossia ghiaioso. In queste due zone vengono coltivati quasi esclusivamente tempranillo, verdejo e sauvignon blanc.

Queste ultime due, varietà a bacca bianca, presentano dei profili genetici molto simili e si caratterizzano per esser in grado di produrre vini molto freschi, piuttosto aromatici e con una buona e persistente acidità. Colore giallo paglierino, note di finocchio selvatico e pesca bianca, al palato di medio corpo e con complesse note di agrumi. La maggior parte delle vigne sono nella Rueda e a seconda delle percentuali e stili troviamo:

  • Rueda Blanco (almeno 50% di verdejo);
  • Rueda Verdejo (almeno 85% di verdejo);
  • Rueda Sauvignon Blanc (almeno 85% di sauv. blanc);
  • Rueda Dorado (verdejo maturato in barrique per almeno 2 anni e simile allo sherry amontillado);
  • Rueda Espumoso (blend delle due varietà, spesso al 50%, metodo tradizionale con invecchiamento sui lieviti per 24 mesi e 9 mesi in bottiglia).

Se per le suddette varietà il passaggio in legno è piuttosto raro, tranne che per il Dorado e l’Espumoso, per il tempranillo le cose sono molto diverse ed invero scopriamo che le produzioni di rosso si caratterizzano per differenti metodi e tempi di affinamento.

Vengono cosí riassunti:

  • Joven o del año: anche detto vino “cosechero” (vino annuale), sono i vini bianchi, rossi e rosati o che non hanno alcun passaggio in barrique o che giovano di un passaggio talmente breve da non poter esser annotato nelle definizioni successive; come lascia intendere la parola sono vini decisamente giovani, non adatti all’invecchiamento.
  • Semi-crianza o Roble: più raramente bianchi, sono i vini che hanno avuto un passaggio in rovere che va dai 2 a comunque non oltre i 6 mesi.
  • Crianza: sono rossi che hanno almeno un anno di vita in barrique, un secondo anno in bottiglia e che vengono messi in commercio solo all’inizio del loro terzo anno di vita; va detto che questi sono termini minimi e che la maturazione in legno o in bottiglia può esser anche un po’ più lunga, senza intaccare la definizione. Si ritiene che questi vini possano avere una vita media di 5 anni.
  • Reserva: sono rossi che hanno un periodo di invecchiamento pari a 3 anni. Potrebbe darsi che si tratti di un anno e mezzo in legno e la restante parte in bottiglia o una variante che prevede più o meno legno. L’importante è che il vino venga messo in commercio solo a partire dal suo quarto anno di vita.
  • Gran Reserva: dalla selezione delle migliori uve, provenienti dalle annate più fredde e solo da vigneti in possesso di peculiarità di rilievo, si produce un vino rosso che permane per almeno 2 anni in barrique e per i successivi 3 in bottiglia e, comunque, non viene messo in commercio prima dell’inizio del suo sesto anno di vita.

Va comunque indicato che da diversi anni a questa parte alcuni produttori hanno rinunciato ad usare la suddetta nomenclatura, perché preferiscono mantenere il vino nei processi di invecchiamento secondo quelle che sono le reali necessità del prodotto, e non con lo scopo di ottenere una classificazione. La legge non lo vieta e alla fine basterà semplicemente indicare il numero dei mesi di legno o bottiglia in etichetta, in modo che il consumatore finale abbia un’idea più chiara e quello più attento possa calcolare di fatto l’appartenenza del vino alla classificazione di prestigio. Infine va precisato che, in tema di legno, è possibile usare sia il rovere francese sia quello americano e che le maggiori differenze tra un vino ed un altro si determinano anche sulla base di questa scelta. Il tempranillo, anche detto localmente tinto fino, rappresenta il 95% della produzione della Ribera del Duero e quasi 1/3 delle vigne hanno più di 50 anni mentre quasi il 3% ha più di 100 anni.

Dopo aver rispolverato qualche nozione su questi vini, non  rimane che dedicare qualche riga a quelli che durante gli assaggi mi hanno maggiormente colpito.

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Bodegas Familiares Matarromera.
Melior de Matarromera, 2015, D.O.Ribera del Duero, Spain. 
Si tratta di un semi-crianza solo legno americano, proveniente dal vigneto di Finca de La Casa, Villanueba y La Cabaña. Siamo ad una altitudine media di 730 m. e il vino è molto intenso ma allo stesso tempo longilineo. Di medio corpo, permette di identificare note robuste di frutti scuri come mirtilli e frutti di bosco. Al naso riecheggiano i sentori di vaniglia per via del legno americano e le stesse si trasformano in leggere note di caffe tostato al palato. Presenti anche accenni di spezie scure come pepe nero e stella di anice. Decisamente un ottimo vino, complesso ma non pretenzioso.

Matarromera Reserva, 2013, D.O.Ribera del Duero, Spain.
Tre le vigne di riferimento: Picón de Zurita, Las Celadillas y Las Solanas. Altezza che arriva sino a 790 m.
Barricato per 12 mesi, segue un periodo di 2 anni in bottiglia. Vino molto affascinante poiché esprime una forza ed una intensità che non offuscano per niente le note eleganti. Al contrario, il vino splende nel bicchiere con i suoi riflessi rosso scuri eleganti tipici del tempranillo e come spesso accade ragguardevoli sentori di frutti scuri. È un vino di corpo, ricco e strutturato. Le note di spezia sono più profonde e il finale lascia l’assaggiatore rapito in una piacevole e calda sensazione.

Milénico – Milenico Valdepila, 2013, D.O. Ribera del Duero, Spain.
Selezione di tre vigneti dislocati ad una altezza media di 800 m. s.l.m., si tratta di un crianza che alterna rovere francese per l’85% e American oak per il restante 15%, in botti grandi il doppio delle prime. Affina per ulteriori 12 mesi in bottiglia, prima di essere immesso nel mercato.

Il vino si presenta con una ottima struttura, abbastanza elegante e raffinato anche se alquanto austero, in alcuni aspetti. Tali punti li ritroviamo pienamente nel palato, dove si alternano note di ciliegia scura e amarena, note di coriandolo e pepe nero ed, infine, note di erbe digestive, il tutto all’interno di una cornice sontuosa di limpidi tannini e acidità pungente. Per gli amici veneti, trovo questo vino assolutamente perfetto in abbinamento con la vostra Luganega. 

Tinto Figuero – Figuero 4 Months in Barrel, 2014, D.O. Ribera del Duero, Spain.
Qui abbiamo letteralmente un approccio diverso. In etichetta non viene indicato nient’altro che il numero di mesi in legno, al punto tale da dare il nome al vino stesso. Anche questo come tutti gli altri è un 100% tempranillo o tinto fino proveniente da vigne di circa 20 anni. Qui la percentuale di legno è opposta, ossia si usa prevalentemente legno americano (75%) e solo in misura minore barrique francese.

Il vino presenta un tono più chiaro e giovane, con sentori di frutta rossa che predominano rispetto a quelli di frutta scura e matura. Abbiamo prevalenza di note speziate, in particolare di liquirizia bianca e infine, vista la maggiore percentuale di rovere americano, troviamo note di cacao, vaniglia e caffè tostato. I tannini sono piuttosto soffici e il finale è persistente.

Le versioni di Figuero 12 months e 15 months presentano più spessore e complessità, con una graduale riduzione delle note di ciliegia e amarena in favore di quelle di ribes e frutti di bosco. I vini mostrano più intensità e sono un po’ più avvolgenti nel palato.  

Bodegas Arzuaga Navarro.
Arzuaga Reserva, 2011, D.O. Ribera del Duero, Spain.
Si tratta di un blend composto al 95% di tinto fino, 3% di merlot e 2% di abillo ovvero una varietà autoctona a bacca bianca che al suo interno presenta varie partizioni a seconda dell’area di coltivazione. Siamo ad una altitudine di 900 m. e il vino proviene da uve da agricoltura sostenibile. Si torna ad utilizzare prevalentemente legno francese e il risultato che si ottiene è un vino di colore rosso rubino, con riflessi violacei. Forte carica aromatica e notevole complessità che deriva dall’altalenarsi di note fruttate (frutti rossi selvatici), note di legno stagionato e terziarie di sottobosco e foglie di tabacco. Al palato ancora una calda ed avvolgente sensazione con tannini seducenti e setati.

Bodegas Vinedos de Nieva de Martue.
Blanco Nieva, Verdejo, 2016, D.O. Rueda, Spain.
Tra i bianchi secchi devo dire che le differenze si assottigliano notevolmente, e se dovessi consigliare di provare qualcosa che possa esser preso come degno rappresentate della regione sceglierei questa bottiglia. Uve provenienti da vigneti trattati secondo tradizione biologica, il 20% del raccolto proviene dalle vigne vecchie. Il 30% del mosto subisce una macerazione a freddo ma la cosa più interessante riguarda la maturazione sui lieviti che lo arricchisce di complessità. È un vino di medio corpo che per un verso si caratterizza per le fresche note fruttate di pesca ed albicocca, ma che al palato presenta una ottima sapidità che regala equilibrio e piacevolezza.

Sono vini che in genere hanno un prezzo molto modesto e che riescono ad appassionare per la loro bevibilità. In questo caso vi è un po’ più di complessità in grado di accontentare anche i bevitori più esigenti.

Nel complesso, le due regioni sorelle di cui vi ho parlato hanno colpito per la continuità di valore espresso. In effetti, vi ho descritto vini con peculiarità diverse ma solo per darvi un’idea di cosa sono capaci. Tuttavia rimane un dato di fatto, nessuna cantina o area riesce ad esprimere un vero e sonoro valore aggiunto rispetto alle altre. Questo non è necessariamente un male, poiché davanti allo scaffale avrete più facilità nello scegliere la bottiglia che più vi si addice anche in termini economici.

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Salvatore Agusta

Giramondo, Francia, Lituania e poi Argentina per finire oggi a New York. Laureato in legge, sono una sorta di “avvocato per hobby”, rappresento uno studio di diritto internazionale negli Stati Uniti. Poi, quello che prima era il vero hobby, è diventato un lavoro. Inizio come export manager più di 7 anni fa a Palermo con un’azienda vitivinicola, Marchesi de Gregorio; frequento corsi ONAV, Accademia del Vino di Milano e l’International Wine Center di New York dove passo il terzo livello del WSET. Ho coperto per un po’ più di un anno la figura di Italian Wine Specialist presso Acker Merrall & Condit. Attualmente ricopro la posizione di Wine Consultant presso Metrowine, una azienda francese in quel di New York. Avevano bisogno di un italiano ed io passavo giusto di là. Comunque sono astemio.

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