L’avvelenata | Meglio il Valium di Fini o l’olio di ricino di Feltri?

di Antonio Tomacelli

guccini-300x300I due non si piacciono, questioni di carattere, si sa. Vittorio Feltri non sopporta due padroni alla volta e Gianfranco Fini ha sempre quell’aria spocchiosa da secondodellaclasse, ché primo non lo è stato mai. A noi però lo scambio di cortesie a colpi di vino fa leccare i baffi, per cui più ce n’è, meglio è. Aggiorniamoci allora, il duello continua. Tutto è cominciato quando Fini ha regalato a Feltri la prima bottiglia. Esagero, in realtà era un flacone di Valium senza ricetta medica ma con un biglietto d’auguri: “Per un sereno Natale” o qualcosa del genere. Feltri, che ha sbranato carriere per molto meno, ha il guinzaglio tirato, per cui abbozza e ricambia con aplomb britannico: ” Gli regalerò del vino bianco, il rosso no perchè gli offusca le idee”.

Capita la battuta? Oh, roba pesante, il massimo dell’umorismo per uno come Feltri. A questo punto i due non si parlano più direttamente e il botta e risposta viene appaltato in conto terzi. Da vero signore, Fini prende le distanze da Littorio e scomoda la fondazione di casa, Farefuturo, nella persona di Cecilia Moretti: “A noi piace il vino rosso, è più schietto e popolare”. Strabuzzo e stramazzo, sembra di sentire Francesco Guccini. Sentite come prosegue “Il vino bianco, quello che fa pam, sa di feste glamour e riviste patinate, appuntamenti alla moda e brindisi brillanti e che magari, un po’ infingardo, il giorno dopo ti lascia il mal di testa.”

‘Azzo, mi dico, è proprio Guccini non ho più dubbi, specie quando Farefuturo rivela che Fini preferisce il Lambrusco “con il suo rosso rubino dalla spuma rosea e il suo odore intenso che profuma di concretezza. Più da osteria forse. Meno fine e più popular”. Fini beve Lambrusco, capite? Per tutta risposta Feltri regala a quel comunista del Presidente della Camera dodici bottiglie di Prosecco, marca Aneri. Tranquili enofighetti, non scatenatevi in pareri e punteggi, trattasi solo della seconda battuta – in un giorno solo, da non credere – del diretur del Giornale: Aneri, A-Neri. Ai neri insomma, e per essere sicuri che Fini abbia capito, verga il biglietto di auguri con la frase a effetto: “È meglio dell’olio di ricino”. Non ci vuole molto, aggiungiamo noi, ma questo lo dico solo per dare un dispiacere al ministro Zaia. Oh, che avete capito, era una battuta…

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

3 Commenti

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Franco Ziliani

circa 14 anni fa - Link

complimenti per questo post Antonio ed in particolare per questo inciso dedicato a Fini - "quell’aria spocchiosa da secondodellaclasse, ché primo non lo è stato mai" che é assolutamente da applausi tanto é azzeccato, anzi di efficacia visiva. Da pugliese avresti potuto consigliare a Feltri di orientarsi, invece che su un banalissimo Prosecco del produttore caro ai Vip (mi auguro scelto per il gioco di parole, non di immediato effetto, sul cognome di Aneri), sul Nero di Troia. Cosa che a Fini, visti i gusti popolar-populisti di cui danno sfoggio i suoi collaboratori sul sito di Farefuturo, si attaglia proprio visto che rischia, da ex (molto molto ex) "Nero", di essere il cavallo di Troia degli avversari della coalizione che lo ha fatto eleggere (sic!) terza carica dello Stato...

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rampavia

circa 14 anni fa - Link

Davvero divertente anzi caustico, a cominciare dal fotomontaggio di Guccifini. Una sola noterella, Guccini mi pare beva di tutto ma soprattutto bianco (almeno durante i suoi concerti di 20 anni fa, quelli veri).

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