L’annata 2010 a Montalcino non ha ancora finito di parlare: Le Chiuse Riserva DieciAnni

L’annata 2010 a Montalcino non ha ancora finito di parlare: Le Chiuse Riserva DieciAnni

di Andrea Gori

Tra record di ordini, prenotazioni, vendite en primeur più o meno ufficiali, la 2015 a Montalcino appena arrivata sul mercato è già un successo oltre ogni misura sia per richieste di Brunello che per prezzo medio cui viene venduto, con riflessi intriganti anche sulle quotazioni dello sfuso 2019. Con l’arrivo probabile poi di LVMH (di cui per primi abbiamo dato notizia) le cose si movimenteranno ancora di più perchè i volumi in qualche modo dovranno crescere, quantomeno per il Rosso e anche la Riserva dovrà finalmente trovare una sua collocazione, una tipologia questa che ha da sempre come riferimento la produzione di Biondi Santi (in arrivo sul mercato la 2012 appena presentata alla forza vendita con Kerin O’Keefe) ma che ha visto distinguersi tante altre aziende desiderose di sublimare l’esperienza sangiovese fondendola con il giusto tempo di affinamento.

Giunge in un momento storico particolare quindi la decisione de Le Chiuse di uscire soltanto oggi dopo quasi dieci anni di affinamento con la Riserva 2010, quattro anni dopo tutti gli altri.

Per chi non ha l’ha mai sentita nominare sappiate che non si tratta di un’azienda secondaria a Montalcino perché dal vigneto de Le Chiuse per anni (compresa la mitica vendemmia 1955) Tancredi Biondi Santi ha attinto per la produzione della Riserva de Il Greppo. Oltretutto si trova sul versante Nord, ovvero, quello dal quale per via del cambiamento climatico stanno uscendo i vini più interessanti degli ultimi anni.

Tancredi lascia in eredità “Le Chiuse” alla figlia Fiorella che per anni ha dato in affitto i poderi a suo fratello Franco Biondi Santi che ha coltivato le vigne e vinificato le uve fino al 1990. Alla morte di Fiorella nel 1986 sua figlia Simonetta Valiani inizia a produrre per conto proprio il Brunello “Le Chiuse” insieme al marito Nicolò Magnelli e il figlio Lorenzo.

La concezione di vino di Lorenzo  è chiara e ce l’ha raccontata durante una anteprima con cena al Golden View di Firenze con vista Ponte Vecchio e cena curata dallo chef di casa Paolo Secci.

I prodotti del Le Chiuse provengono tutti da uno stesso vigneto e sono come “tre voci diverse dello stesso coro“. Sono tutti vigneti innestati a mano dal BBS11 da Tancredi Biondi Santi e si lavora con una vendemmia anticipata rispetto alla media di Montalcino, per esempio nella 2010 il 21 settembre si è vendemmiata la riserva e dal 15 settembre il Rosso e Brunello: la differenza sta nella scelta dei grappoli dei quali i più grandi sono destinati al Rosso e i più piccoli e concentrati per la Riserva.

Dicevamo del versante Nord, quindi maturazione lenta che ha beneficiato di qualche grado in più in estate e autunno, suolo con  matrice argillosa a conferire volume ma l’azienda è posta all’inizio del pendio che porta a Montalcino città e quindi si trova anche  galestro e substrati più minerali e rocciosi che apportano eleganza riuscendo quasi sempre ad unire la polpa, la verticalità e un tono godereccio che non tradisce mai l’eleganza di fondo.

Le Chiuse Rosso Montalcino 2010
Fragole e lamponi molto di polpa, liquirizia e amarena, cardamomo e arancio, sottile ma forzuto, ampio, dolce ma ancora perfetto e giovanile, cede solo sul tannino che è morbido e fa uscire un po’ di alcol. 87

Le Chiuse Brunello di Montalcino 2010
Note di rovo, incenso, anice, arancio rosso sanguinella. Sorso in ottima fase con rugosità e spigolo giusto, ginepro, alloro e visciole. Tannino splendido che alterna carezze e cremosità dolci, in forma ancora strepitosa che danza felice e cupezza che si sta dissolvendo. 95

IMG_1163

Le Chiuse Brunello di Montalcino DieciAnni Riserva 2010
4mila bottiglie, quattro anni di botte grande, marasca e visciola, ampio respiro, legno di cedro, scatola di sigari, tabacco cubano con il suo humus tipico, tostatura di nocciole, cuoio e senape, carrube, vetiver. Sorso soave, delicatissimo, setoso ma appuntito, sapido con frutto turgido di amarena e pepe nero a condire. Dura un’eternità al palat.o fitto di balsamico con il tannino che spinge ancora solleticando il dolce del frutto ancora quasi miracolosamente intatto. 98

Le Chiuse Rosso di Montalcino 2018
Alcol basso, fresca l’annata, prugna e ciliegia, sandalo, menta e finocchietto. Sorso piacevolissimo e scattante, molto meno dolce di quello che si possa pensare con noce moscata, finale ricco ma agile. Vino che ispira golosità immediata ma svela trama tannica importante. 90

Le Chiuse Brunello di Montalcino Docg 2015
Buona annata decisamente calda e di ampiezza ma ben bilanciata da austerità del versante, naso tra ribes rosso e nero, vetiver, sandalo e pepe nero, polpa e suadenza, lascia una stria di mirtillo e more di rovo corredate da vetiver, cardamomo e anice. Il tannino vivissimo è fitto e bizzoso, diverte e appaga rilanciando di continuo. 96

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

2 Commenti

avatar

Sancho P

circa 4 anni fa - Link

L'impressione mia (che ovviamente è relativa e lascia il tempo che trova), da assaggi sparsi e campioni di botte è quella di vini già abbastanza godibili, con tanto frutto in primo piano, ma con qualche deficit di sfumature. Vini tendenzialmente larghi, concentrati, dove il calore dell'annata primeggia sulla finezza. Già dagli assaggi in botte si può percepire nettamente la differenza tra la 15' e la16' Trovo interessante la riflessione sul versante Nord di Montalcino e credo che una riflessione sul rapporto tra, cambiamenti climatici, susseguirsi di annate calde, ed esposizioni vada avviata. Zone storicamente meno vocate, per maggiore altimetria, o esposizioni non a pieno Sud, godono di un microclima più fresco che nelle annate torride (come la 2017 per esempio), può diventare un vantaggio. Il 23 e il 24 ci faremo una idea più precisa. Oramai ci siamo.

Rispondi
avatar

Littlewood

circa 4 anni fa - Link

Mah! Io direi che la zona dove ha le vigne Lorenzo e in genere montosoli nn sia da ora che da' grandi vini...e aspettate quelli che usciranno dalla pullera.....

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.