L’amante deluso

L’amante deluso

di Simone Di Vito

Festeggiare i quaranta mi suggeriva un po’ di follia e all’amore non si comanda. Morale della favola, a pochi giorni dal compleanno ho speso 260 euro per amore, anzi, per il vino degli innamorati, una pazzia chiamata Chambolle-Musigny 1er Cru Les Amoureuses 2013 di Amiot-Servelle. Come ha scritto una volta qualcuno, “è tra le versioni più povere di questo vino” ma sulla carta e per i miei standard di spesa andava benissimo.

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Com’è andata?
Un acquisto dal retrogusto un po’ amaro: bottiglia aperta tre ore prima di cena e, nel bicchiere, chiusa come una cassaforte. Senza farmi prendere dal panico, ho posticipato il tutto al giorno dopo, dove finalmente il vino sboccia, si apre a profumi nitidi e incredibilmente giovanili come violette, mirtilli neri e piccoli cenni di spezie orientali, il corpo è esile, il tannino un po’ mordi e fuggi, il tutto elettrizzato da una scarica di acidità e poi? E poi niente. Tutto qui. Un vino abbastanza semplice più che un mostro di sensualità, dalla beva neanche troppo impegnativa ma privo di quella classe, tridimensionalità, insomma di quella freccia di Cupido che ci si aspetta da un prodotto di quel calibro.

Mi aspettavo di più? Molto di più, specialmente se penso a che razza di vigna sia Les Amoureuses, per la quale mi limito a riportare un trafiletto estratto dal libro Le vigne della Côte-d’Or di Armando Castagno: “un vigneto capace con regolarità di donare agli appassionati uno dei più grandi rossi al mondo; oltre che al Musigny, è a questo cru e all’espressione dei vini che se ne ottengono che è legata la fama planetaria di Chambolle-Musigny.”
Una mezza delusione insomma, che conferma ancora una volta che oltre vitigno, suolo e territorio, la cosa più importante è sempre chi il vino lo fa.

Corollario.
Pochi giorni dopo, è bastato un “semplice” Bourgogne 2014 a farmi tornare sorriso e passione. Niente cru ma un blend di vigne straordinario pur nella sua semplicità, per beva, grazia, profondità, prodotto da un certo Robert Groffier, da qualche anno ormai tra i must producer dei rossi di Borgogna, che guarda caso da vita a uno tra i Les Amoureuses più deliziosi in circolazione.

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Alla prossima pazzia… sperando vada meglio.

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

16 Commenti

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Lanegano

circa 1 anno fa - Link

Non vinifica quel cru, però se vuoi spendere il giusto e bere molto bene, buttati su De Montille (Domaine e non Maison): bevuto un Pommard 1er cru Les Rugiens 2005 un mese fa spettacolare spendendo 150 euro....

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Simone Di Vito

circa 1 anno fa - Link

Ciao Lanegano, beh come ben sai di alternative ne avevo tantissime ovvio, poi certo de Montille è de Montille , ma io volevo proprio quella vigna in particolare capisci? Prima di scegliere quello di Amiot-Servelle ho scartato le ipotesi Bertheau e Potel perché troppo giovani (2019). Saluti

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vinogodi

circa 1 anno fa - Link

... Simo, sei stato sfortunato ma condivido la delusione quando si hanno, comunque , aspettative elevatissime . Posso garantirti che l'Amoureuses di Amiot Servelle ( assegnazione importante grazie all'amicizia con il distributore) riesce a donarti gioia anche in annate non eccelse , pur non arrivando ai livelli dei miei preferiti ( Roumier e Mugnier su tutti , seppur con caratteristiche diverse ) . Quando passi da Viadana , si stappa assieme , avvertimi . Non mi piace la vena di scoramento in un giovane appassionato ( hai l'aria di chi gli è stato rubato un sogno o , perlomeno, un'illusione...)

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Simone Di Vito

circa 1 anno fa - Link

Ciao Marco, nel post acquisto più di una persona mi aveva "messo in guardia" sul fatto che il Les Amoureuses di Amiot-Servelle solitamente non è tra quelli irresistibili, ma mi fido di quello che dici e infatti prima o poi giuro che vengo a trovarti per una riprova (anche se sono ben altri i vini che vorrei assaggiare da te😁). Forse un altro motivo della mia delusione è stato che la sera prima avevo bevuto un bicchiere di Fonsalette 10 e un Vacqueyras 09 che avevano alzato di parecchio l' asticella delle aspettative 🤣 Che vini😍

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vinogodi

circa 1 anno fa - Link

...

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Mattia Grazioli

circa 1 anno fa - Link

Poco espressivo… mi porta a pensare ad un tappo un po’ muto. Sarebbe stato bello poterne aprire un’altra e un’altra ancora per vedere cosa sarebbe successo.

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Michele A. Fino

circa 1 anno fa - Link

Condivido Mattia, sembra l'esito di un tappo difettoso non-TCA

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Simone Di Vito

circa 1 anno fa - Link

Ciao Mattia e grande Prof Fino, il vino non aveva problemi e onestamente penso neanche il tappo, mi sono fatto l'idea che il motivo della delusione è un po' un mix di grandi aspettative legate alla spesa €€€ sommato alla poca espressività del vino (non in generale ma rispetto al nome del cru che porta). Mi è già capitato, capita e ahimè ricapiterà.

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Mattia Grazioli

circa 1 anno fa - Link

Purtroppo capita più spesso di quanto si pensi di trovare tappi muti. Fossero solo quei pochi punti percentuali di tca dei sugheri top di gamma li accetteremmo tutti, ma, e invoco Morino che è più ferrato in materia, ci sono studi che parlano di decine di punti percentuali di vini con deviazioni. Se poi si fanno vini eccellenti, questi vanno a mascherare il problema.

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Monica

circa 1 anno fa - Link

Che vuoi farci Simo, la vita è così...aspettative deluse e sorprese inebrianti. Io per esempio ho speso molto molto meno per un Gaglioppo strepitoso in tripla magnum di plastica da 5 lt. La volatile ti si aggrappava ai peli del naso, ma che goduria mentre andava giù.

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Simone Di Vito

circa 1 anno fa - Link

Ciao PoMonica😉, ma si capita capita, ne ho scritto perché non mi piacciono solo storielle a lieto fine, nel vino come nella vita esiste anche la delusione, l'aspettativa tradita, come anche la sorpresa e la goduria inaspettata... Insomma, non si finisce mai di imparare. Ciauu

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marcow

circa 1 anno fa - Link

Non so se ho compreso bene il a commento di Monica. __ Questa è la mia interpretazione. La DELUSIONE può venire "anche" da un vino blasonato e che ha un Alto Prezzo. (È la tesi dell'articolo) E la SORPRESA può venire invece anche da un semplice Gaglioppo Calabrese in damigiana da 5 litri. __ L'articolo dovrebbe stimolare un grande dibattito sul Rapporto Qualità Prezzo, spesso trascurato nella comunicazione sul vino. Dove prevale un "dogma": Alto Prezzo = Alta Qualità.

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marcow

circa 1 anno fa - Link

Sarebbe interessante vedere una diretta video con 10 Esperti-Degustatori, che esaltano nelle loro Recensioni i vini con prezzi alti, cosa dicono quando non conoscono chi ha prodotto i vini in degustazione e quanto costano. Conoscono soltanto la tipologia. __ Perché, signori, anche il prezzo "influenza" la VALUTAZIONE

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Roberto

circa 1 anno fa - Link

Amiot servelle , condivido di recente ho avuto due delusioni un aoc di g. Chamb. Ed un cru di m. Sa. Den. Un po' vuoti forse anche il prezzo e ke aspettative... avranno influito... però in passato non avevano fatto mai cilecca.. Annata 2018...

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Antonio C

circa 1 anno fa - Link

Ultima bevuta Amiot-Servelle GC Charmes 2009, molto buono, anche se non ai livelli dello stesso cru annata 2005, favoloso!

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Antonio C

circa 1 anno fa - Link

Ooops, Chabolle Musigny, refuso mattutino!

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