Laluci, il grillo e i suoi due antenati in verticale 2010-2017

Laluci, il grillo e i suoi due antenati in verticale 2010-2017

di Andrea Gori

E’ tempo di rivedere le vostre idee sul grillo, il vitigno bianco forse più di moda in Italia e quello cui in Sicilia si stanno dedicando più ettari, quasi tutti quelli che un tempo erano chardonnay e altre uve internazionali. Un’uva che fino a che non se ne conoscono nel dettaglio le origini, risulta piuttosto bizzoso e difficile da inquadrare non fosse altro per il fatto che è uno dei capisaldi del Marsala. Tra l’altro i vini a base grillo di Nino Barraco, sono tra i vini manifesto del nuovo vino naturale siciliano ma anche la materia prima di vini ricchi dolci e dai toni aromatici accesi e ruffiani.

Uva, insomma, dall’incredibile e originale potenziale aromatico e sapido che accontenta sia i pasionari dell’acidità e del sale senza far storcere naso e bocca ai fanatici del frutto e dell’opulenza. I riflettori sul grillo si sono accesi ormai da qualche anno e hanno anche ricevuto attenzioni da parte di esperti MW che si sono accorti delle sue potenzialità commerciali così come molte aziende siciliane.

Ma, appunto, per capirlo conviene leggere il suo sorprendente atto di nascita firmato sul finire dell’Ottocento a Favara dal barone Antonino Mendola, agronomo e ampelografo:

Seme di Catarratto bianco fecondato artificialmente col zibibbo nella fioritura del 1869 nel mio vigneto Piana dei Peri presso Favara; raccolto a 27 agosto dello stesso anno; seminato in vaso a 3 marzo 1870 e nato verso il 20 maggio. Nel 1871 osservando nel vaso 105 una piantolina ben distinguersi tra le molte sue consorelle per vigore e colore delle foglie e più per tormento (…) trassi una piccola mazza e la innestai nel febbraio 1872 sopra un robusto ceppo di Inzolia nera onde affrettare la fruttificazione e così ebbi il piacere di gustarne i primi grappoli nell’autunno 1874. Dedico questa pianta al chiariss. Ing. G. B. Cerletti, direttore (…) della Stazione Enologica di Gattinara”. Giovan Battista Cerletti erano uno dei tanti contatti di Mendola, a lui dedicò questo che chiamò “Moscato Cerletti”. Lo stesso Mendola scriveva anche nel 1904 “ibridai il Cataratto comune di Sicilia (…) collo Zibibbo, per ottenere un ibrido colle virtù miste dell’uno e dell’altro progenitore, per potere fabbricare un Marsala più aromatico”.

Non lontano da Favara (8 km in linea d’aria, 40 minuti di strade chetiraccomando in auto) c’è l’azienda di Carmelo Bonetta ovvero Baglio del Cristo di Campobello, ultima (per ora ma la quarta è quasi pronta) di tre generazioni di viticoltori che hanno investito a Licata su terreni particolari ricchi di gesso, perfetti per far maturare le uve con gradualità e al riparo da stress climatici e idrici.

Gli studi sul grillo sono stati condotti  dall’Assessorato regionale all’agricoltura e il Centro per l’innovazione della filiera vitivinicola, diretto da Vito Falco e grazie a collaborazioni come quella con Attilio Scienza e Rosario Lentini, storico dell’economia hanno dato in mano a Carmelo la chiave per poter produrre un grillo capace di raccontarne le origini da catarratto e zibibbo e oggi presente in campo con due varietà piuttosto distinte, una che ha tratti aromatici simili al sauvignon blanc e una responsabile di aromi più corposi e dolci (quelle che lo rendono ideale per certi Marsala).

 

Laluci Grillo Sicilia DOC 2010
Il clima che ha caratterizzato la vendemmia 2010 è stato particolarmente favorevole. Inverno con piogge abbondanti e basse temperature. Primavera con precipitazioni concentrate a fine stagione. L’estate è iniziata con temperature più fresche rispetto alla media, che sono però aumentate nella parte finale della stagione.

Sorprende per nettezza di aromi, gusto e sapidità, frutto molto su agrumi pompelmo e arancio candito con tocchi di bergamotto, acidità ancora viva e lunghezza discreta. Il carattere dello zibibbo emerge bene ma il lato catarratto stimola sensazioni più da idrocarburo. Siamo ai limiti dell’evoluzione fresca, ma le note ossidative che cominciano ad affacciarsi (spezie, erbe aromatiche, miele) sono davvero intriganti. 88

Laluci Grillo Sicilia DOC 2011
L’andamento climatico del 2011 è stato caratterizzato da un inverno mite, un po’ meno piovoso del normale, seguito dalle piogge primaverili che hanno preparato le uve ad affrontare la stagione estiva nel migliore dei modi. L’estate calda ha permesso alle uve di raggiungere la maturazione ottimale.

Vino tra i preferiti del lotto a tener conto di un’annata calda ma in cui la vigna non ha sofferto, con le due anime in equilibrio virtuoso. Mandarino tardivo, cacomela, corbezzolo e vaniglia con note iodate e salate che salgono a ondate. Tanta la personalità e la freschezza ancora pimpante. Vino da abbinamenti anche importanti con note terrose e floreali di campo che sottolineano il frutto. 93

 

Laluci Grillo Sicilia DOC 2012
Temperature più alte e piogge inferiori rispetto alla media. Dal punto di vista climatico, la vendemmia del 2012 è stata regolare con temperature più alte e piogge minori.

Emerge il lato zibibbo con note intense di albicocca, mele cotte, frutta tropicale passita come frutto della passione e papaya con refoli di gesso e anice. Bocca composta ricca con note dolci ma sensazioni salate che non stancano, anzi. 90

Laluci Grillo Sicilia DOC 2013
La vendemmia ha potuto godere di un buon andamento climatico che si è registrato in tutto l’arco dell’anno: piogge abbondanti nel periodo invernale e temperature regolari durante la fase primaverile ed estiva e, non ultimo, le piogge a fine agosto.

Zibibbo e Catarratto in ottimo equilibrio, vino scattante, netto, sapido e affilato con aromi tropicaleggianti e dolci che si alternano a sambuco gelsomino e camomilla. Bocca di sostanza con il rapporto frutto/freschezza in uno stato di grazia destinato a durare non molto perché l’acidità è in leggero calo. Ma da bere stasera è straordinario.  94

Laluci Grillo Sicilia DOC 2014
Secondo l’azienda annata indimenticabile, perfetta, grazie soprattutto ad un clima pressoché uniforme e molto equilibrato.  L’estate fresca, con temperature quasi primaverili, ha favorito maturazioni lente e graduali: non si sono infatti registrate grandi ondate di calore, la temperatura è rimasta più o meno costante e l’escursione termica ideale.

A dispetto dei vini continentali 2014, qui ci sono tutti gli stigmi della grande annata. Il che significa tensione evolutiva e grande carica di profumi ma anche tanta freschezza, sapidità e note gessose che accennano a note affumicate. Bocca distinta, netta e nervosa con un cuscino fruttato che si fa amare e che fa pensare che ci saranno belle sorprese in futuro. 91

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Laluci Grillo Sicilia DOC 2015
L’andamento climatico del 2015, caratterizzato da una primavera con soddisfacente piovosità seguita da un’estate molto calda con abbondanti piogge durante i primi giorni di agosto, ha determinato sulla vendemmia un ritardo di una decina di giorni rispetto all’anno scorso, ma ha creato le condizioni per una graduale e ottima maturazione delle diverse varietà.

Un’annata in controtendenza con le celebrazioni continentali della 2015: note iodate e di lieve frutto maturo, tracce di piccola ossidazione, vaniglia e gesso, camemoro, ribes bianco e confettura di susine bianche. Bocca con pesantezza avvertibile ma che rispecchia l’annata in maniera notevole. 87

Laluci Grillo Sicilia DOC 2016
Clima mite, intervallato da poche perturbazioni e senza picchi eccessivi di calore. Un’estate senza piogge e senza eccessivo calore. La temperatura calda e asciutta di giorno e fresca con consistenti sbalzi termici di notte, ha permesso di raccogliere uve bianche piene di profumi e freschezza.

Sensazioni quasi tropicaleggianti al naso con note candite e arancio giallo, anice e pepe, magnolia e uvaspina, vino roccioso e con tratti dolci suadenti subito smorzati al palato da una forza tellurica di acidità e petricore. Finale sognante con prospettive intriganti ma ancora da svelarsi. 92

Laluci Grillo Sicilia DOC 2017

Vendemmia difficile su tutto il territorio nazionale a causa di caldo e siccità, con rese in calo del 30%, ma le peculiarità pedo-climatiche del territorio di Licata hanno consegnato un’ottima vendemmia, soprattutto da un punto di vista qualitativo.

Si fa sentire il caldo ma le note nordiche del vino sono quasi esaltate dal clima. Sambuco, magnolia e frangipane, frutto ricco con ananas ma mitigato da incalzante acidità e sale che aprono la bocca su note molto nordiche. Palato più ricco e meno sferzante con note di mela annurca, pera picciòla e agrumi canditi che lo rendono godereccio e ci fanno curiosi sulla sua evoluzione futura 93+

 

 

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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