La verticale della Vernaccia di San Gimignano di Panizzi

La verticale della Vernaccia di San Gimignano di Panizzi

di Redazione

NdR: il post che state leggendo è scritto a otto mani da Leonardo Romanelli, Sabrina Somigli, Clizia Zuin e Tommaso Ciuffoletti che hanno partecipato alla verticale organizzata per Intravino dalla cantina Panizzi che ringraziamo.

Forse il tempo di riscrivere la geografia del vino toscano, riequilibrando il rapporto fra rossi e bianchi, è ancora da venire, ma certo varrebbe la pena provare almeno a tracciare una mappa aggiornata dei bianchi toscani.

Del resto la Toscana è stata, più di ogni altra regione, l’epicentro della scossa modernizzatrice che nella seconda metà del ‘900 ha rivoluzionato il vino italiano. E lo è stata innanzitutto con i grandi vini rossi d’ispirazione francese e poi con alcune delle denominazioni a base Sangiovese che ancora oggi sono trainanti.
Gli abbinamenti con le carni rosse e il mito della bistecca alla fiorentina (creata per i ricchi e colti inglesi in gita per il Grand Tour) hanno fatto il resto. Lasciando poco spazio ai vini bianchi.
Eppure oggi, tra la riscoperta del trebbiano* e nuove ansoniche, ci sono vicende interessanti da seguire. In tutto questo la Vernaccia di San Gimignano ha il lignaggio per reclamare un ruolo di primo piano, forte non solo di una storia, ma anche di una prospettiva. La stessa della sua capacità di invecchiamento, che la degustazione che abbiamo potuto fare dei vini di una delle aziende simbolo della denominazione, ha rappresentato in modo sorprendente.

Che la Vernaccia di San Gimignano non tema il tempo, anzi, è cosa nota; già nel 1966, quando le fu riconosciuta la denominazione d’origine, la prima DOC italiana tra l’altro, fu introdotta per la vernaccia la menzione riserva. Che poi negli anni l’immagine del bianco toscano per eccellenza abbia subito una parabola discendente, è da imputare a interpretazioni dettate dalle mode del momento e poco lungimiranti. Poi finalmente l’inversione di marcia, verso un rinnovato splendore. Sono i primi anni 2000 e Gianni Panizzi è tra i principali attori e promotori di questo cambiamento che traccia la strada verso ciò che è oggi la vernaccia di San Gimignano: un vino convincente, di spessore, longevo e fortemente territoriale.

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Bergamasco, frequenta la Toscana per vacanza, poi nel 1979 acquista il Podere Santa Margherita, appena fuori delle mura di San Gimignano, zona sud-ovest rispetto all’ingresso da Porta San Giovanni. Il podere ha anche un paio di ettari vitati, dai quali Gianni produce all’inizio del vino per sé e per gli amici. Ma nel 1989 arriva la prima vera vendemmia, commercializzata dall’anno successivo, in collaborazione con Salvatore Maule, allora enologo dell’azienda. Sulle bottiglie già dalla prima uscita l’etichetta inconfondibile: stile e avanguardia oggi come allora. Dagli anni 2000 arrivano i primi importanti riconoscimenti ai prodotti di Panizzi e la critica torna a guardare con attenzione la denominazione e le potenzialità di evoluzione nel tempo di questi bianchi.

Dal 2005 Giovanni Panizzi, pur rimanendo alla guida dell’azienda, passa il testimone della proprietà alla famiglia Niccolai, che ne incrementa gli ettari a vigneto totali. Oggi l’azienda è guidata da Simone Niccolai, dopo la scomparsa nel 2010 di Gianni Panizzi, che ne prosegue l’approccio progressista.

Ne è un esempio il nuovo progetto, appena lanciato: Panizzi Vecchie Annate, Dieci anni dalla Vendemmia, che parte proprio nel 2021, e prevede la rimessa in commercio della vernaccia riserva affinata 10 anni, e che vede quindi protagonista come prima annata dell’esperimento, la 2011.

E la verticale di oggi parte un po’ da questa idea, l’andamento della riserva valutato ogni decennio e quindi: 10 anni dalla vendemmia, 20 anni e 30 anni e tra i tre pilastri, altre vecchie annate (tra riserva e cru Santa Margherita) che ci hanno aiutato a capire l’evoluzione e la storia di queste vernacce.

Vernaccia di San Gimignano 1991
Il primo assaggio è una vernaccia d’annata, di 30 anni. La prima annata messa in commercio, di cui ne furono fatte appena 2000 bottiglie. Un vino che fece solo acciaio, dall’aspetto sembra un vino fatto ieri, nessun cedimento cromatico: quasi oro con riflessi da evidenziatore giallo. Al naso inizia a mostrare un po’ di evoluzione attraverso i tratti della ginestra passita, ananas disidratato, terra asciutta, cenni da alga. In bocca prevale l’acidità malica: è pulito e integro, senza una particolare persistenza, ma col tipico finale ammandorlato. 87, premio integrità

Vernaccia di San Gimignano Riserva 1991
Eccola la trentennale, pilastro di cui ancora, al ricordo, sgraniamo gli occhi. Fermentazione in legno e poi un anno in barrique nuove. Color oro pieno. Inizialmente il naso volge alla cipria e al cassetto chiuso, va atteso, poi sprigiona profumi variegati di frutta gialla matura, clorofilla, ma anche caramella al  miele e legno di sandalo. In bocca è vivo, ha grip acido, sapore di agrumi, vaniglia e astringenza polifenolica del legno, con finale ancora fresco inaudito. 91, commozione gerontofiliaca

Vernaccia di San Gimignano Riserva 1998
Immesso in commercio nel 2001. È l’anno della rinascita per la denominazione, anno in cui arrivano alla vernaccia di Panizzi i primi premi della critica. È un uvaggio di vernaccia delle vigne Santa Margherita e Pancole. Colore tra il paglierino e il dorato. Quando il legno fa discutere la commissione è il caso di dire. Perché vi è quella sottile linea in merito, molto personale per cui per alcuni “per me il legno è prevaricante, se non se n’è andato dopo 20 anni, ahimè, ci accompagnerà per sempre, a scapito della bella frutta gialla sottostante”, mentre per altri “il legno è presente e ne scolpisce il profilo senza snaturarne il bouquet”. Per il resto di indubbia fattura con agrume e idrocarburo che ne arricchisce la complessità, ingentilito da una nota burrosa. In bocca è quasi oleosa, tanto è ricca, con una sapidità che rinforza ancora i tratti naftalenici, che forse ne smorzano l’eleganza finale. 90, una materia prima straordinaria che ha tollerato un uso forse eccessivo del legno legato a “quei tempi”

Vernaccia di San Gimignano Riserva 2001
La vernaccia dei 20 anni, portati con disinvoltura. Giallo pieno. Naso inizialmente timido, poi sprigiona una cornucopia odorosa di frutta fresca e tanti agrumi, anice stellato, incenso e confetto. In bocca è caldo, l’alcol sbilancia leggermente l’armonia gustativa. Freschezza presente, ma non in primissimo piano, finale succoso con leggero gap a centro bocca. Dopo ore nel bicchiere non ha cedimenti. 89, un vino maggiorenne e glorioso, tanti rossi non ci arrivano a tagliare questo traguardo

Vernaccia di San Gimignano Vigna Santa Margherita 2003
Prima annata da singola vigna, Santa Margherita, ovvero il nucleo vitato storico dell’azienda. Anche se metà del vino sosta in botti di secondo passaggio e metà in acciaio, la nota boisé è identificabile. Nonostante l’annata calda e difficile, per la prima volta, all’analisi olfattiva, è la parte floreale a prevalere su quella fruttata, regalando grazia e leggerezza: fiori di elicriso, fiori di tiglio, di limone e tè alla menta. In bocca è multisfaccettato: pieno, succoso, fragrante caratterizzato da tensione acida e da leggeri aromi di botte, calore alcolico moderato per l’annata. 90, un miracolo nel 2003

Vernaccia di San Gimignano Riserva 2007
Naso integro non intaccato da alcuna nota di evoluzione. La presenza del legno si integra bene. I profumi rimangono floreali, ma più fragranti: dal frangipane alla gardenia al tiglio, note iodate, quasi di salicornia, poi di menta essiccata, nessun accento terziario. In bocca stupisce per gioventù e agilità: gioca tutto sulla freschezza succosa che invita a ribere e sulla sapidità, proprio il ricordo vivo del sasso, e un finale lieve ammandorlato che ne allunga la persistenza. 91, la tipicità bella

Vernaccia di San Gimignano Riserva 2011
La vernaccia dei 10 anni che sarà nuovamente disponibile da quest’anno, grazie al progetto Panizzi Vecchie Annate, e il consiglio è prendetela. I profumi inneggiano alla gioventù con il gelsomino in primo piano seguito dalla piccantezza dello zenzero, dalla pietra bagnata e agrumi. E’ un naso che si rivela lentamente, passo dopo passo e non risparmia finezza, tra lime e noce moscata. In bocca è giovane, dinamico e molto espressivo con l’acidità malica in primo piano e un tenore alcolico più basso di quanto sembri. Finale balsamico in crescendo. 92, dieci anni e sembra ieri. Cercatela

Vernaccia di San Gimignano Santa Margherita 2013
Annata estremamente buona per la vernaccia. Colore chiarissimo, paglierino al limite del verdolino. Profumi diversi dai vini precedenti: caramella al limone, crosta di pane, finocchietto selvatico, macchia mediterranea e di nuovo il gelsomino. Sorso teso, diretto, riempie il palato con la polposità del frutto croccante, ritorna il finale ammandorlato. 90, vernaccia paradigmatica, personalità in divenire

Vernaccia di San Gimignano Vigna Santa Margherita 2014
L’annata è fresca e tanti produttori hanno beneficiato di queste condizioni climatiche per giocare con le durezze del vino. Naso meno complesso ma più intenso rispetto ai campioni precedenti, punta tutto sul lime, il fiore di acacia e evidenti tratti marini. Unico caso in cui la malolattica è stata svolta. Seppur manchi di un po’ di volume al palato, quello che non manca è il carattere: c’è una sorta di dinamismo tra la freschezza gentile e la succosità/la voglia di piacere. Questa danza crea una continuità gustativa che fa pensare e discutere a tavola a lungo. 87, non ha i parametri per un punteggio più alto, ma nel cuore ha vinto.

Vernaccia di San Gimignano Vigna Santa Margherita 2016
L’annata è memorabile e l’esperienza aziendale è tangibile. Abbiamo avuto la prova finora che la vernaccia di Panizzi si esprime al meglio almeno dopo 7-10 anni dalla vendemmia, quindi la Riserva 2016 è da considerare come un’anteprima con tutti i limiti degli infanti. Al naso, insieme al fiore dolce compare una nota intensa fumé e di olio di mandorle. In bocca è molto teso e leggermente scomposto, ma saporito e gustativamente tenace. 90, ma ci rivediamo tra 10 anni

Leonardo Romanelli
Sabrina Somigli
Clizia Zuin
Tommaso Ciuffoletti

1 Commento

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Vitamixbgh

circa 3 anni fa - Link

consists of the book itself

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