La Slovenia nel bicchiere a Genova. Considerazioni personali e assaggi segnalati

La Slovenia nel bicchiere a Genova. Considerazioni personali e assaggi segnalati

di Fiorenzo Sartore

Sbrighiamo subito un paio di pratiche local-personali: a Genova la sezione Onav da un bel po’ sta avviando una serie di iniziative molto interessanti, animate e piene di contenuti rilevanti. Il responsabile locale, Massimo Ponzanelli, è un amico, e ha il merito di aver messo assieme una squadra di onavisti giovani e motivati, che organizzano eventi, mini rassegne, e tutto quanto serve per affollare positivamente lo scenario vinoso della mia città. Per questo sono andato a “La Slovenia nel bicchiere“, lunedì scorso, con un pre-giudizio positivo che, devo dire, è stato confermato dall’organizzazione generale e, cosa non secondaria, dagli assaggi fatti. L’incontro era in collaborazione con Revija Vino, “rivista slovena di food&wine”.

L’attrattiva era notevole, inoltre, perché forniva l’occasione non comune di una panoramica su un terroir che esprime grande personalità nei suoi vini. Erano presenti declinazioni differenti, peraltro, che variavano tra vinificazioni più radical e viscerali (volevo evitare “naturali” ma come vedete non è facile) e vinificazioni più tradizionali e precisine, ma insomma è stata una panoramica significativa.

palazzo imperiale

A questo proposito è stato utile per me assaggiare anche in compagnia di un altro amico (ve l’avevo detto che finivo per parlare di fatti personali), Yoel Abarbanel, giovane e colto sommelier nonché boss a Les Rouges, uno dei miei (aridagli) locali del cuore. Yoel è stato molto brillante nel notare come alcuni vini rivelassero, più di altri, una certa presenza che potremmo definire, a seconda dei gusti personali, invasiva nell’uso delle tecniche di cantina – ma questo appunto attiene ai gusti personali. Per quanto mi riguarda, ho trovato più espressivi i radical rispetto agli altri.

Di seguito riverso un po’ dei miei appunti. Su 20 produttori e circa 80 vini in assaggio farò per forza qualche ingiustizia, ma serve come riassunto generale. Una precisazione: leggerete qua e là tokay: come forse saprete il termine è sbagliato in quanto non più utilizzabile in etichetta, tuttavia ai tavoli veniva presentato come tale; la denominazione però ora è difforme, molti usano yakot (tokay al contrario, ahem), pochi usano friulano, poi ci sono altre varie denominazioni fantasiose. Insomma uno alla fine dice tokay per brevità.

princic

Tomaž Prinčič. Azienda di 9 ettari nell’area di Goriška Brda, non ha un distributore italiano. Ottimi da subito i bianchi, in particolare il Rebula 2015 che annuncia sia lo stile aziendale che, potrei dire, il mood generale di molti altri vini che assaggerò: vibrante, teso, evoca appena la mela cotogna in maniera attraente. Anche lo Chardonnay 2015 rivela sia la tensione che una certa riconoscibilità del vitigno: qui il vino ha frutti bianchi più dolci in un rincorrersi di eleganza e spirito territoriale (cioè forza e personalità). Prezzi dei bianchi tra 8 e 10 euro. Ottima sorpresa il Pinot Nero 2014, delicato, giocato sulla finezza e l’equilibrio, molto pinot noir: un falso magro, prezzo sui 15 euro.

Svetlik. A questo tavolo era possibile assaggiare due annate di Rebula, e la versione 2012 mi consente, dopo l’assaggio precedente, di verificare le notevoli capacità di affinamento: il colore intenso e quasi ambrato annuncia un vino importante, complesso, dove la stratificazione sia olfattiva che gustativa garantisce un assaggio di grande piacere. Prezzo conseguente, oltre 20 euro. In Italia mi risulta distribuito da Proposta Vini.

Reya. Produttore sui 10 ettari, arrivato alla terza generazione, per la distribuzione italiana citofonare Luka Bresciani (Wine&Beer). Volendo fare una (difficile) scelta segnalo un Tokay 2015 floreale, ampio, nuovamente finezza e intensità. E che buono quel Cabernet Franc 2013 ancora molto varietale e fresco, con tannini vispi e con grande soddisfazione di beva.

Rojac. “Si ricerca la potenza”, dice la persona dietro al tavolo. Io, alquanto sensibile al fascino di quel genere, sono assai favorevolmente colpito dal Refosco 2011, un po’ dark con profusione di frutti e spezie. Lo assaggio in compagnia di Pietro che ne trova il descrittore definitivo, “è un vino dettoriano”, e per me la questione è chiusa qui. Prezzo sui 30 euro. Al di là del sito laconico non conosco la distribuzione italiana.

Bužinel. Ci sono anche bollicine – metodo classico, in questo caso: Karlo 2013 è composto di ribolla, chardonnay, pinot nero. Fresco di mela e pera, ampio, estroverso. Bene anche il loro Tokay 2015 molto “frutta-e-morbidezza”, qui appunto siamo sul genere un po’ più moderno.

movia

Movia. Definibile quasi una gloria locale, se non altro perché distribuito dalla genovese Velier. Potrei cavarmela dicendo che ogni vino assaggiato a questo tavolo meriterebbe lunghe e felici recensioni. Ma scegliendo: glorioso il Friulano 2015, memorabile per erbe aromatiche e morbidezza. Pinot Grigio 2012 da standing ovation: dieci giorni di macerazione gli donano grassezza, erbe aromatiche, quasi macchia mediterranea, beva complessa e appassionante. Considerato il numero ingente di descrittori bizzarri che ho infilato nei miei appunti (“finale tra camomilla e tè”) direi uno degli assaggi del giorno. I due rossi provati di seguito sono, se possibile, anche più iperbolici.

Sutor. Una solenne Malvasia Istriana 2012 ha passato un anno in legno, e oggi esibisce fiera un profumo ampio e profondo, tra la salvia e il mare, davvero un assaggio suggestivo per lunghezza e classe. Prezzo sui 14 euro.

Medot. Chiudo segnalando un altro metodo classico, 5 anni di presa di spuma, che si distingue particolarmente per profondità, direi quasi concettuosità: importante, serio, tanto più interessante se paragonato al loro millesimato che ha rappresentato, invece, una delusione perché appariva stanco e fuori forma. Per dire che qualche etichetta criticabile s’è anche intravista. Ma erano davvero poche, tutto sommato.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

6 Commenti

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Luka B

circa 7 anni fa - Link

Aggiungo solo questo: friulano=tocai=tokay=tokaj=jakot=sauvignonasse=zeleni sauvignon=sauvignon vert + altri nomi di fantasia

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Primož

circa 7 anni fa - Link

Marijan, fotografo per la rivista Vino, ha sul suo blog (http://www.revija-vino.si/blog/mm/ex-tokaj/) una lista aggiornata di termini nuovi per il vino "Tokai". E arrivato già a 38 nomi:
1. Belin
2. Bohem
3. Cvetko
4. Čartok (Čar.Tok.)
5. Dolan
6. Friulano
7. Frlanov
8. F. T.
9. Gredič (Exto)
10. Gusto
11. Jakof
12. Jakot
13. Jakot.E
14. Jama
15. Jazbine
16. Jordano
17. Kai (και)
18. Kaj to (Kaj to?)
19. Nekaj
20. Paž
21. Pikotno
22. Poje
23. Ravan
24. Sauvignonnase
25. Sauvignon asse
26. Sauvignonasse
27. Sauvignon vert
28. Skočaj
29. Soreli
30. T. F.
31. T. F. Jakot
32. Toh-kai
33. Tokata
34. Tolovaj
35. Vinja
36. Yakot
37. Zakaj
38. Zeleni sauvignon

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Fiorenzo Sartore

circa 7 anni fa - Link

ecco, grazie mille, parlando con alcuni addetti mi avevano elencato un po' di nomi possibili, ma questo rende perfettamente l'idea della molteplicita' dei termini :)

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Luka B

circa 7 anni fa - Link

Cmq Fiorenzo ha scritto bene. Mi sembra sia stato molto obiettivo. Peccato mancasse qualche cantina importante, ma va bene così

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David

circa 7 anni fa - Link

Ho partecipato a quella bolognese, di degustazione, Princic molto "classici" i vini, beverini ma senza molte pretese; Svetlik ottimi, veramente gran Ribolla; Rojac fa un gran Refosco, ma 30 eurini è un bel po' fuori mercato!; Sutor ottimi tutti i bianchi, ma la Malvasia è d'un altro passo (penso più di 14 eurini però).. Non c'era JNK? Poi mi/ti domando, come posso aver comprato un vino del 2016 che fa 6 mesi d'acciaio? (ho visto la scheda dopo l'acquisto).. P.s. a "causa" della serata genovese molti non vendevano il vino a Bologna! :)

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Fiorenzo Sartore

circa 7 anni fa - Link

Di Jnk non ho appunti quindi o era assente (ma non credo, era in lista...) oppure ho trovato il suo tavolo troppo affollato per troppe volte, succede. Un 2016 con 6 mesi di acciaio in vendita adesso è possibile, se l'hanno vendemmiato ai primi di agosto... pare ben strano in effetti :D

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