La settimana turgida di consigli
di Fiorenzo Sartore1 – Nel tentativo di ridefinire il vocabolario del settore, siamo alla lettera B: “base” (vino base). E pensare che c’è chi si vergogna di produrlo.
2 – Il vino bio dove meno te l’aspetti: Luca Maroni, per esempio.
3 – Il vino bio dove meno te l’aspetti (part two): Cosa Nostra, per esempio.
4 – Le recenze (recensioni, ndr) d’ogni tipo raccontano quasi tutto sul vino, e si scordano del grado alcolico. E’ grave, dottore?
5 – E’ difficile essere sempre originali. A volte ci tocca ribadire che Sassicaia e Ornellaia son veramente una roba goduriosa.
6 – Scusi, lei che uve mette nel suo Champagne? “Sono stufo di persone come lei, che fanno domande come questa credendo di poter parlare di Champagne come si parla di qualsiasi altro vino”. Capito bene? Ed è solo l’inizio.
7 – Nel solco della migliore tradizione, qui noi borbottiamo di Champagne o Sassicaia, poi andiamo a comprare il Tavernello. Per amore della scienza.
8 – In alternativa al Tavernello, ci starebbe pure una birretta: la Dreher, per dire.
9 – Poi, volendo capirci qualcosa del mondo birrofilo, c’è una guida. Di Slow Food.
10 – E tornati al vino, un how-to in cinque mosse. Cose da non fare in enoteca.
11 – Dici “Sud Africa” e pensi alla petulante vuvuzela? Rimentalizzati. Il Sud Africa è capace di grandi dolcezze.
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