La settimana bianca
di Angela MionPrendo in prestito il titolo al libro di Emmanuel Carrère: La settimana bianca. Un noir che non ti aspetti, leggero che ti tira dentro ad una storia tesa e lentamente profonda e te ne fa sentire le emozioni, le paure, il profumo della neve. Così pensando a La settimana bianca di Carrère mi viene in mente la neve, il bosco, i wurstel, il Brennero: la vera e propria vacanza in montagna. (Non pensi al finale chi il libro l’ha letto, mettetelo in valigia!)
Val Gardena, niente di meglio se proprio posso scegliere. Si parte!
In albergo la carta dei vini ha la copertina di legno massiccio e le pagine plasticate. I montanari sono patriottici e le loro carte in genere sono ampie e profonde di vini del territorio. Non si deve guardare il ricarico della bottiglia, anche l’acqua del rubinetto va a gocce d’oro. Penso subito che i sensi di colpa non siano inclusi nella mezza pensione. Alla dieta e al conto ci penseremo.
Che cosa bere/berrei in settimana bianca?
Leitmotiv sono i vini di montagna e dintorni, testa con berretto che guarda verso nord.
Inizio con decisione, da sabato sera e sete.
Falkenstein – Riesling Alto Adige Val Venosta DOC “Private Reserve”.
La differenza la fa un bollino dorato sull’angolo dell’etichetta. Sappiamo che il Riesling è amico del tempo e più lo aspetti più ti strega. Questo fa 10 mesi in botte grande di acacia, poi altri 6 anni in bottiglia. Good!
Altro giro altro Riesling
Rebholz – Riesling Trocken Vom Buntsandstein Pfalz 2014.
Germania, regione di Pfalz (Palatinato), la zona meno conosciuta vocata al Riesling. Anche qui vale il gioco degli anni. È un vino divertente, luminoso eppure sempre elegante: si scioglie in bocca come neve al sole. Non pecca in nulla, nemmeno sul prezzo.
Al terzo giorno serve un rosso che distenda la serata di cucina tirolese bella saporita e poco snella.
Dornach, Patrick Uccelli – “8” Pinot Nero Vigneti delle Dolomiti IGT 2017.
Un Pinot Nero che non mente in nulla parla della sua terra: è lui. Equilibrato e dal sorso compulsivo, setoso, elegante, a tratti magro, snello, sapido e questa è la sua unicità.
Ce la faremo a bere per tutta la vacanza? Io sono ancora in perfetta forma, anche se serve qualcosa che risvegli i neuroni. Anche Patrick Uccelli coltiva e vinifica vitigni Piwi ma il mio colpo di fulmine resta alla mano del giovane Thomas Niedermayr.
TN14 Solaris 2017 da uve Solaris.
Un vino meraviglioso e goloso. Deciso, pieno, armonico. Ha la montagna dentro che gli dona bevibilità e freschezza e il carattere del Solaris: frutto giallo maturo, nocciola, cera. Il cibo stasera è un dettaglio.
Siamo quasi alla fine della settimana bianca e corta. Non può mancare una Schiava all’appello, una grande Schiava. Questa la dedico al mio amico di vino Nic Marcèl che me l’ha fatta scoprire.
Heinrich Mayr – Nusserhof Elda Vino rosso 2015.
Zona classica del Santa Maddalena anche se non ne porta la denominazione. Un vino che ha tutte le caratteristiche per essere un grande vino. Ha il naso fitto di frutta ed erbe; la bocca è golosa ed energica, succosa con un’acidità che dà equilibrio. Un vitigno da rivalutare e non far morire che qui si esprime con tutta la sua eleganza ed originalità senza prepotenza (acciaio e poi 20 mesi in botte).
L’ultima sera zuppa d’orzo e Weiss col limone. Giusto per preparare il fegato al ritorno.
Al mattino, l’albergo al buffet della colazione mette sempre una glacette con bollicine a disposizione dei clienti, puoi fare quanti giri vuoi anche con la tazza del caffelatte. Non ho ancora capito perché mi ostino a bere il cappuccino.
Pròṡit!
5 Commenti
Paolo
circa 2 anni fa - Linktutto è accettabile, tutto è oggetto di possibile confronto, MA NON la Weiss con il limone, mon dieu! Quella davvero è "turista mai capisce nulla di birra", pensato e detto con forte accento pusterese...
RispondiStefano
circa 2 anni fa - LinkCiao Angela, conosco bene quelle settimane di cui parli: per me è sempre a fine estate, con imbarazzi nella scelta dei vini, perché in 7 cene non si può provare tutto, nonché problemi con gli abbinamenti, perché la loro cucina chiama a gran voce i rossi, mentre in famiglia preferiamo i bianchi dell' AA. L'unica osservazione su cui vorrei il tuo parere però è la seguente: forzandomi per escludere le suggestioni del paesaggio, alla fine i vini altoatesini a me sembrano sempre molto "mediterranei" per profumi e concentrazioni. Che ne pensi?
RispondiAle
circa 2 anni fa - LinkWeiss col limone: ecco perché i sudtirolesi schifano gli italiani.
Rispondiangela
circa 2 anni fa - LinkPer fortuna i sudtirolesi non sono italiani ; )
RispondiNic Marsél
circa 2 anni fa - LinkGrazie :-) Molto onorato!
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