La nuova sfida di Caccia al Piano: il primo cru della famiglia Ziliani

La nuova sfida di Caccia al Piano: il primo cru della famiglia Ziliani

di Alberto Muscolino

C’è un progetto ambizioso a Bolgheri che riguarda il già affollato panorama dei grandi nomi. La sfida è quella di Caccia al Piano della famiglia Ziliani che dopo 18 anni dall’insediamento toscano punta tutto sul vigneto San Biagio: 12 ettari contornati di bosco e di macchia mediterranea posto a 180 metri s.l.m, per creare il suo primo cru aziendale. I vitigni designati sono il cabernet sauvignon e il cabernet franc, rispettivamente al 70% e al 30% con cui fare un blend in pura tradizione bolgherese e contraddistinti da un mix di potenza, eleganza e longevità.

La ricetta è sempre giocata su questi tre elementi, con in più la forte impronta territoriale e il rispetto dell’espressività di ogni singola annata, perché stiamo parlando di una doc che è un vero e proprio brand globale di eccellenza, e i passi falsi non sono ben digeriti da un pubblico abituato troppo bene. In questo caso l’ambizione di creare un nuovo punto di riferimento all’interno di una platea fortemente competitiva è decisamente importante e la prima annata ad uscire sul mercato non è delle più facili.

Si tratta infatti della 2018, contraddistinta da instabilità continua con picchi di caldo torrido e forti precipitazioni che hanno costretto a un lavoro molto intenso in vigna, per evitare che l’umidità compromettesse i grappoli. Un’annata banco di prova per le ambizioni di molte aziende e in genere di tutta Bolgheri come sistema fondato sul Cabernet Sauvignon, uva tardiva che necessita di un settembre e ottobre adeguati per maturare perfettamente. Ma è anche vero che la 2018 ha legato le mani di chi punta sempre più su maturità e concentrazione (non sono pochi in questa DOC a farlo) evitando eccessi e bombe fruttate che si sono pre-assaggiare della 2019.

Questo di Caccia al Piano è, quindi, un esordio coraggioso, ma non del tutto capace di svelare le potenzialità di un vigneto cru di cui sentiremo molto parlare in futuro, se le attenzioni di casa Berlucchi proseguiranno in questo senso.

Al naso frutta scura come la mora, ma anche ribes e ciliegia matura accompagnate da un tipico sentore vegetale varietale e macchia mediterranea. L’affinamento in legno piccolo lascia il segno con le note tostate, di vaniglia e cuoio e una sottile speziatura. Al palato è avvolgente, con un tannino fitto e chiude su una persistente balsamicità. 92

Di seguito le note di Andrea Gori, anche lui presente alla presentazione.

Macchia mediterranea, ribes nero e rosso, mela rossa matura e venature di senape croccanti, sorso con tocco americane di bella piacevolezza, sottile ed elegante, pulsante e dinamico fino al finale molto scuro e pepato. 91

Caccia al Piano_Bolgheri Superiore

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Alberto Muscolino

Classe '86, di origini sicule dell’entroterra, dove il mare non c’è, le montagne sono alte più di mille metri e dio solo sa come sono fatte le strade. Emigrato a Bologna ho fatto tutto ciò che andava fatto (negli anni Ottanta però!): teatro, canto, semiotica, vino, un paio di corsi al DAMS, vino, incontrare Umberto Eco, vino, lavoro, vino. Dato il numero di occorrenze della parola “vino” alla fine ho deciso di diventare sommelier.

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