La Nasa ha una cantina spaziale

La Nasa ha una cantina spaziale

di Elena Di Luigi

All’inizio di novembre 12 bottiglie di Bordeaux sono state lanciate dalla piattaforma NASA in Virginia a bordo del razzo Northrop Grumman Antares, destinazione International Space Station (ISS). Non si trattava di un rifornimento in vista delle imminenti festività, ma dell’inizio di un esperimento che durerà un anno e che ha come obiettivo lo studio dell’invecchiamento del vino sotto l’effetto di radiazione spaziale e in assenza di gravità.

Questa ricerca fa parte di un progetto privato chiamato Mission WISE. Si avvale della collaborazione della piattaforma spaziale ISS e ha in programma una serie di sperimentazioni per studiare nuovi modi di conservare il cibo, immaginandosi un’agricoltura diversa in un mondo che cambia. La prima fase di Mission WISE è stata chiamata Commubios e vede la collaborazione di due università, quella di Bordeaux in Francia e di Bavaria in Germania con una start-up lussemburghese, la Space Cargo Unlimited, responsabile di tutti i progetti previsti fino al 2022. Partecipano all’esperimento anche la Thales Alenia Space (italo-francese) e la Nanoracks, una ditta specializzata nel fornire piattaforme per le sperimentazioni commerciali nello spazio.

La decisione di partire con le 12 bottiglie di Bordeaux, di cui è sconosciuta la o le cantine di provenienza, nasce dal semplice presupposto che il vino contiene lieviti e batteri ed è il risultato di un processo chimico naturale come la fermentazione. Le bottiglie rimarranno sigillate per tutto il corso dell’esperimento, cioé un anno, dentro un contenitore chiamato CommuBioS Payload Enclosure, a una temperatura costante di 18 gradi centigradi.

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Al termine dell’esperimento il vino “spaziale” verrà degustato e comparato con lo stesso tipo di vino conservato in una cantina tradizionale, alle stesse condizioni. I ricercatori si aspettano di osservare delle reazioni chimiche soprattutto a livello dei polifenoli e dei tannini. Tuttavia tra gli obiettivi che il sito NASA elenca per spiegare il progetto c’è anche quello di sviluppare sapori e odori “fatti su misura” con finalità dichiaratamente commerciali.

Questa non è la prima volta che l’alcol viene studiato nello spazio. La Budweiser ha già spedito sulla stazione dei semi di orzo e nel 2015 una ditta giapponese produttrice di whiskey invió dei campioni. Ma già con la missione Discovery del 1985 un astronauta francese si portó sullo shuttle uno Château Lynch Bages del 1975 con la promessa alla NASA che non sarebbe stato aperto. E cosí fu. La bottiglia ancora oggi viene conservata in una teca della cantina e rimane il primo esemplare di vino ad aver trascorso una settimana nello spazio.

Nella capsula trasportata dal razzo Northrop Grumman Antares oltre al Bordeaux c’erano anche un forno per cuocere i biscotti e dei campioni in fibra di carbonio che la Lamborghini usa per le sue macchine. Sulla stazione ISS attualmente stanno lavorano tre americani, due russi e Luca Parmitano. Proveró a twittare la richiesta di un aggiornamento sulla cantina spaziale e a chiedere quali vini italiani vorrebbe che gli venissero inviati.

2 Commenti

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Renato

circa 4 anni fa - Link

L’umanità è in trepidante attesa di conoscere i risultati di questo fondamentale esperimento scientifico messo a punto dall’ufficio marketing del consorzio del Bordeaux

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HappyWiners

circa 4 anni fa - Link

ahhaaha top

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