La macchina del tempo esiste | Che effetto fa assaggiare un 1937. O un 1916
di Gianpaolo GiacobboL’idea di assaggiare vini ultra-maturi in Italia non piace ancora a molti. Mentre nel nord Europa e oltreoceano si trovano molti club di degustatori appassionati di vecchi millesimi, qui da noi l’idea di aprire una bottiglia molto risalente lascia perplessi. E se i vini in questione sono bianchi, proprio non se ne parla. Rarest Wines è una realtà che da anni scova, nelle cantine di mezza Europa, le bottiglie più prestigiose e datate: attraverso le serate guidate, consegna le chiavi della macchina del tempo accompagnando i partecipanti in un viaggio emozionale tra le vendemmie del secolo. Sono degustazioni che si svolgono in tutto il mondo e da poco, non senza difficoltà, anche in Italia. L’ultima in ordine di tempo si è tenuta al ristorante da Bauto a Bassano del Grappa.
Il percorso sensoriale inizia da un Echezeaux 1995 di Emmanuel Rouget, per preparare le papille con un Borgogna giovane dalle note delicate fruttate, ancora ermetico al naso ma capace di cambiare a ritmi regolari sul bicchiere. A seguire un’interessante comparazione tra i Gevrey Chambertin di Armand Rousseau. Un’annata fredda come il 1986 nella quale si percepivano note di piccoli frutti rossi, e una fine mineralità. L’attacco di bocca molto sapido cede il passo a note fruttate. Col trascorrere del tempo emerge un aspetto balsamico importante. Nel bicchiere a fianco viene servito, dello stesso produttore, uguale denominazione ma del 1990. Lo spettro olfattivo evidenzia tutta la solarità del’annata. Ampio, fruttato, complesso ma ben delineato. Al palato è pieno, gustoso e vellutato. Passano le ore e migliora sempre più, continuando a distribuire sensazioni anche a bicchiere vuoto.
Nel crescendo viene servito uno Chambolle Musigny 1937 del Domaine Grivelet, produttore tra i più importanti nella Borgogna di inizio secolo. Fin dall’apertura si intuisce subito di avere a che fare con una bottiglia di fattura eccezionale, e la conferma arriva presto. Un aspetto olfattivo elegantissimo e profondo. Cangiante, quasi fosse un caleidoscopio di sensazioni in continua evoluzione. Complesso e comunicativo allo stesso tempo. A dispetto dell’età per nulla preda dell’ossidazione. In bocca la sensazione è inaspettata, il vino prende possesso del palato senza staccarsi mai. Una vera esplosione di sensazioni che sembrano non aver fine, con una persistenza gustativa infinita. Davanti a bottiglie come queste mi rendo conto quanto partecipare a degustazioni così sia un vero e proprio privilegio.
Ma la serata non finisce qui, tocca il suo vertice con l’apertura di un Vosne Romanée 1916 di Pierre Fromont. Un bottiglia che ha riposato per quasi un secolo in una cantina alsaziana ad una temperatura piuttosto fredda. Il vino nel bicchiere è rosso rubino intenso, al naso evidenzia note di mirtilli macerati. E’ balsamico e fresco – rileggo ancora incredulo nelle mie note di degustazione. Anche in questo caso il tempo sembra non aver lasciato traccia del suo passaggio. In bocca si ha la sensazione di una vinificazione diversa, si avvertono note vegetali di raspo. E’ grezzo nella fattura ma molto austero. Un’enologia sicuramente differente, è concentrato e tannico. Un tannino vivido e presente, teso, e senza alcun segno di stanchezza. La degustazione di vini maturi non risparmia emozioni. Serve un approccio sereno senza preconcetti, mettendosi in posizione di ascolto. Senza dimenticarsi che alla fine è sempre e solo vino.
[Immagini: Rarest-Wines.com]
45 Commenti
luigi fracchia
circa 12 anni fa - LinkOltre all'invidia che provo nei vostri confronti per l'esperienza sensoriale che avete fatto butto lì una domanda. Era così pessima l'enologia prescientifica? Vini con poca o nessuna solforosa, macerazioni sui raspi e nessun lievito secco per indurre la fermentazione, hanno sfidato gli anni.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkscusa Luigi ma la solforosa la usavano già gli antichi romani, col cavolo che senza solforosa un vino del 1916 arriva ad oggi...
RispondiVinNatur - Alessandro
circa 12 anni fa - Linkbeh, diciamo che prima di sapere se su quei vini ci fosse o meno la solforosa bisognerebbe aver fatto una piccola analisi. Sarebbero bastati pochi ml di vino. Invidia a mille comunque! Bravissimo Giampi!
RispondiGabriele Succi
circa 12 anni fa - LinkQuoto, in occasione di enologica a Faenza ho avuto la fortuna, alla verticale del Bucerchiale tenuta da Armando Castagno, di assaggiare annate vecchie e in ottima forma... Che so...1948...1956... Mi sa che senza SO2...probabilmente non ce li saremmo ritrovati così... Forse...
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - LinkSia solforosa che eventuali zuccheri residui aiutano alla conservazione. Ma in questo caso ho avuto l'impressione di essere davanti ad un'enologia diversa. Poi c'è da considerare che siamo in pieno conflitto bellico quindi può anche essere che la vendemmia sia stata fatta frettolosamente. Curiosamente nelle note avevo scritto "vino nervoso" ... chissà...
Rispondigiulo
circa 12 anni fa - Linkcit: >Sia solforosa che eventuali zuccheri residui aiutano alla conservazione. < sulla solforosa è assodato, sugli zucceri residui avrei qualche perplessità...
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - LinkGuarda io ho notato soprattutto con Champagne Demi Sec anni 50 o 40 conservavano anche la schiuma pensa. sauternes non ho mai avuto problemi anche con gli anni 50 quindi ne ho desunto che un potere conservante potevano averlo. Poi se ci pensiamo bene nella marmellata lo zucchero perchè viene messo?
Rispondigiulo
circa 12 anni fa - Linkdirei che in una marmallata la concentrazione di zuccheri è un "pochino" più alta che in uno Champagne demi-sec, e pure di un Sauternes (dove peraltro sono ammessi 400 mg/L di solforosa)
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - LinkBeh che discorsi infatti è vino e non marmellata era per chiarire il ruolo degli zuccheri. Chiaro che la solforosa gioca un ruolo centrale nella conservazione ma, dallo osservazioni fatte, ho notato che a parità di annate i demi sec sono meglio conservati dei brut per esempio. Tu perchè dici che non ti convince il ruolo degli zuccheri come conservante?
Rispondigiulo
circa 12 anni fa - Linkperché gli zuccheri abbiano un ruolo "conservativo" devo scattare dei meccanismo di pressione osmotica, che si attivano a concentrazioni zuccherine superiori al 50/60% (come nelle marmellate, appunto, piuttosto che nei mosti concentrati...). A concentrazioni inferiori, lo zucchero non solo non conserva affatto, ma è anche un elemento "destabilizzante", perché da un lato combina la solforosa (il glucosio è un'aldeide), dall'altro è fonte di carbonio per eventuali microrganismi presenti. quindi il fatto riportato che i demi-sec a parità di annata siano meglio conservati dei brut pari annata può essere dovuto a n motivi, da vericare, ma non sicuramente alla presenza di zuccheri residui, IMHO
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - LinkEsaustivo grazie! Sarà stata una fatalità
Rispondigian paolo
circa 12 anni fa - LinkGiulio for president !! Come sempre spiegazioni molto chiare .Direi anche da ingnorante che lo zucchero residuo può anche rifermentare in bottle se non si previene il tutto!comunque una grande invidia per le bottiglie provate :) Ciao GP
Rispondieliacucovaz
circa 12 anni fa - Linkdopo essermi ripreso dalle vertigini storico-cosmiche mi sorge un dubbio. ma si sa già a priori che la bozza è ancora buona, oppure il fortunato partecipante ha anche il brivido del dubbio?
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - LinkCiao Elia, fino a che non si apre la bottiglia non si sa nulla. Poi ci sono degli indicatori da valutare a bottiglia tappata che possono darti la possibilità che il vino sia o meno buono. Il livello per esempio e eventuali velature che si possono notare in trasparenza o l'opacità del vino. Mi è però accaduto di bere un Chambolle Musigny Les Amoureuses 1928 mi pare con un livello pessimo ma qualitativamente eccelso.
RispondiElia Cucovaz
circa 12 anni fa - Linkè così che deve essere! (visto il pregio della materia, pensavo che fosse in qualche modo pre-analizzata) Come sempre, mettere il naso nel bicchiere ha una componente di imprevedibilità. E questa è l'emozione della degustazione! Posso solo immaginare come questo brivido venga amplificato da bottiglie provenienti da un altra epoca...
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - LinkScusa eh Giampi.... ma quanto sei stronzo?!?!??? scusa davvero. Ti invidio!
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - Link.... un pochino...
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - Linkinteressante il discorso dei raspi. e chissa' che bei raspi erano...io credo che se son belli maturi e legnosi diano una spinta in piu' al vino ed il verde non dovrebbe sentirsi. c'e' ancora qualcuno, in loira, che vinifica i rossi con i raspi. dovro' approfondire. Poi: quand'e' che vai in pensione da Rarest wine?!? cosi' posso prendere il tuo posto!! dai, spazio ai giovani, dai!
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - LinkSono daccordo Franz anche per me se sono maturi possono giocare un ruolo importante. Poi cosa vuoi sembra facile ma è un lavoro duro non vorrei che ti affaticassi troppo....
RispondiPietro Caputo
circa 12 anni fa - LinkMi pere che Tedeschi li usi o li abbia usati i raspi in macerazione, almeno in un'annata del Capitel Monte Olmi (2007? non ricordo)...
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 12 anni fa - LinkIn cantina ho vini nostri dal 1870 ad oggi, e mi capita ogni tanto di bere annate davvero vecchie. Quasi sempre sono esperienze straordinarie, ricordo un'eccezionale 1932 bevuto da Cracco a Milano insieme con un 1964 e un 1981; un'estasi. Ma di queste bottiglie ce ne sono poche, e di conseguenza hanno prezzi elevati; quanti in Italia sono disposti a pagarli? Per esperimento ho messo per un paio d'anni nella lista dei vini del nostro ristorante a Montalcino del Brunello 1958, 1964 e 1975, tutte annate straordinarie; nessuno le ha comprate. In Italia questi vini esistono e darebbero sensazioni non inferiori a quelle dei francesi, ma loro hanno clienti disposti a spendere migliaia di Euro. Noi neppure centinaia.
RispondiPietro Caputo
circa 12 anni fa - LinkA parte Vinogodi, mi risulta...
RispondiGionni Bonistalli
circa 12 anni fa - LinkPerchè non cominciare con gli amici Intravinici a stappare queste bocce ormai dimenticate?????? Una bel ritrovo primaverile a Montalcino e via.... ;-)
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 12 anni fa - LinkÈ un'idea divertente, ci devo studiare un pò ma vedrò di organizzare qualcosa del genere.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 12 anni fa - LinkMessa così sembra che inizi a riflettere su come riformulare la relatività ma credo sia più semplice di quanto pensi: scendi in cantina, peschi 10-15 annate dalle origini ai giorni nostri, ti accerti di aver preventivamente convocato le persone giuste e poi fai 1 + 1. Devi solo non smarrire la mia email ;-).
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 12 anni fa - LinkA Moriché, ma chi sono le persone giuste? Questo é il problema, come diceva il vecchio Bardo temendo la boccia in mano.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 12 anni fa - LinkOttima domanda, oserei dire di carattere antropologico. Segna me e intanto le cerco ;-). Ma si parla di roba che quando vedo l'annata me deve prende un infarto secco.
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkIo mi prenoto, non sò se posso rientrare nella categoria delle persone giuste indicata da Morichetti ma se il discrimine è la passione allora son dentro alla grande. La mia mail se serve la pubblico in mondovisione per una serata del genere.
RispondiGionni Bonistalli
circa 12 anni fa - LinkFermi tutti... Io ho dato l'idea.... Non posso mancare!!!!
Rispondivinogodi
circa 12 anni fa - Link...ho avuto la fortuna di bere parecchie bottiglie di Brunello della Fattoria dei Barbi di tutto il secolo ventesimo, compreso gli inizi di quel secolo (erano, chiaramente, le più rappresentate nella cantinetta famigliare assieme a quelle di Biondi Santi) e devo dire che le emozioni non sono mai mancate...
RispondiGiuseppe Rosati
circa 12 anni fa - LinkScusa Stefano di che cifre parliamo? Dove lavoro io a NY abbiamo Brunelli e Baroli di annate 50/60/70 e anche prima che non dico tt i gg ma via via ne vendo .... Se vuoi ci sentiamo in pvt G
RispondiItalo paglia
circa 10 anni fa - Linkio ho 5 bottiglie di Brunello della Fattoria dei Barbi, una del 1968, una del 1976, 1980, 1981,1983,1984 (venivo tutti gli anni quando cera Walter alla taverna)
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - Linksicuramente anche in Italia ci sono vini straordinari con capacità di invecchiamento incredibile. Al Merano Wine Festival di quest'anno c'era la possibilità di assaggiare vini davvero straordinari con 50 anni di vita. Ricordo un Terlaner cantina di Terlano del 54 straordinario. Come dicevo nella parte iniziale dell'articolo è un processo culturale che stenta a decollare sebbene vi siano già alcune aziende italiane che cominciano a mettersi in gioco credendo nelle potenzialità di invecchiamenti dei vini italiani. A Roma in questi giorni si svolge life of Wines una manifestazione tesa a comunicare proprio questo http://www.lifeofwine.it/
RispondiGionni Bonistalli
circa 12 anni fa - Linka me è capitato qualche anno fa una bella verticale di Badia a Coltibuono Chianti Classico Riserva... Si partiva dagli anni 50 e poi su fino agli anni nostri. Splendida esperienza, ma devo dire che non sono bottiglie facili, anzi tutt'altro... Ci vuole tempo, calma e concentrazione... tutte cose che il ritmo frenetico di oggi ci a rubato...! E poi c'è sempre la delusione dietro l'angolo! Nella stessa serata acquistai una bottiglia della stessa annata assaggiata (anni 70) e aperta dopo un paio di mesi era totalmente andata. Cose che capitano, si sa....
RispondiGionni Bonistalli
circa 12 anni fa - LinkOvviamente ha rubato... l'acca mi è rimasta nella tastiera!
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - Linkdirei che è necessario mettersi in una posizione di accoglienza nei confronti del vino senza esagerare. Se il vino è buono si sente senza se e senza ma come nel caso di questo 37.
Rispondinico
circa 12 anni fa - Linkavevo letto di queste degustazioni sul forum del Gambero so che la domanda non è molto elegante, ma la curiosità prevale sul bon ton: qual era il costo?
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - Linkeffettivamente non è molto elegante ma visto che è una curiosità che viene da molti rispondo. Dipende dal valore delle bottiglie diciamo che in media si oscilla dai 150 ai 250 euro per 10 campioni compresa una cena. Le bottiglie vengono messe ben al di sotto del livello di costo. Noi facciamo i nostri test e i primi 8 che si prenotano partecipano tutto qui.
RispondiMarco De Tomasi
circa 12 anni fa - LinkUnica eserienza positiva con una vecchia bottiglia è un Gattinara del 1969 aperta questa estate. Veramente buono. E in cantina ho un Mouton del 1970 che aspetta ... :-)
Rispondivinogodi
circa 12 anni fa - Link...chi ha a che fare con vini "vecchi" o ne agogni il posssesso acquistandoli idiotamente sul web, facile che incontri delusioni cocenti. Quando il vino è invece ben "invecchiato" , difficile sottrarsi a quel piacere.Paradossalmente i più vulnerabili nell'acquisto di bottiglie datate , non sono gli inesperti alla ricerca di una concretizzaizone del piacere raccontato da chi ha avuto la fortuna di questa esperienza, quanto proprio i più esperti che hanno provato quel piacere e tentano, nonostante la quasi certezza di epica inculata, l'acquisto sconsiderato nella speranza di ripetere quei momenti di emozione inenarrabili. Se il Dott.Cinelli mi vendesse una delle sue bottiglie storiche, l'acquisterei al "giusto prezzo" solo a patto che non mi obblighi a portarmela a casa ma la custodisse presso le sue cantine per berla, magari assieme, presso la sua magione. Un vino "vecchio" è un equilibrio biochimico talmente instabile che il trasporto di centinaia di chilometri sarebbe deleterio per la qualità finale. Le aste sono solo un mercimonio legalizzato di cadaveri o cimeli per feticisti dell'etichetta; tali sono quei vini, magari centenari, devastati da trasporti per migliaia di chilometri, in condizioni invereconde...
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - LinkConcordo con vinogodi. La condizione ottimale sarebbe quella di degustare le bottiglie presso le cantine dove hanno ripostato per tanti anni o meglio ancora presso il produttore. Purtroppo se così fosse queste degustazioni non potrebbero quasi aver luogo. Diffidate in ogni caso dagli acquisti facili sul web ma cercate professionisti del settore. I campioni degustati da noi spesso provengono da vecchie cantine francesi con condizioni ottimali. Le degustazioni infatti servono a testare le cantine . Le delusioni fin ora sono state poche.
Rispondivinogodi
circa 12 anni fa - Link...conosco bene Rarest-wine (Romain) come lui conosce bene me, abbiamo fatto scambi di vino anche nel recente passato, e la sua serietà è indubbia, soprattutto nello scovare chicche in condizioni ottimali, quindi non mi stupisc il risultato. Ma qui stiamo parlando del 0,88% di ciò che offre il web, ben più portato alla "fregatura d'assalto" ...
Rispondiarnaldo
circa 12 anni fa - LinkBella serata,Giampi. Ma una foto delle bottiglie bevute sara' mai reperibile da qualche parte???? Ciao a presto Aldo
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 12 anni fa - LinkCiao Arnaldo le puoi trovare qui https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150666479506763.449182.162133521762&type=1 ciao a presto G.
RispondiAlejandro Zamora
circa 10 anni fa - LinkGentilmente, ne approfitto della vostra esperienza, ho trovato in cantina una bottiglia di Brunello del 76, posso berla? grazie a tutti Dipende tutto dalla conservazione. Chiama un amico che ne capisce e stappa ;-) [ale]
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