La longevità del Verdicchio: a Matelica la prova in quattro verticali (parte prima)

La longevità del Verdicchio: a Matelica la prova in quattro verticali (parte prima)

di Simone Di Vito

Un argomento che da sempre affascina e fa discutere la maggior parte degli appassionati bevitori è quello legato alla longevità di un vino. Caratteristica che di norma è sempre stata più richiesta ai rossi, a passiti, fortificati, ma che anche nella categoria dei bianchi può vantare ormai numerosi testimoni.

Oltre alle solite note riesling e chardonnay infatti, negli ultimi anni sempre più varietà a bacca bianca si scoprono adatte e in alcuni casi quasi indicate per l’invecchiamento in bottiglia: vuoi per la natura stessa dei vitigni e per i particolari terroir in cui risiedono, vuoi un po’ anche per le tipologie di prodotti che le aziende decidono di produrre.

Una di queste varietà è sicuramente il verdicchio: vitigno versatile e dal gran potenziale, che in gioventù da quasi sempre vita a vini godibili e pronti subito, ma che col tempo in bottiglia possono acquisire maggior spessore ed espressività. Discorso che a lungo termine riguarda sicuramente più i verdicchio da selezione e le riserve, ma che può valere un pochino anche per le versioni più semplici.

In merito a questa tematica l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini ha recentemente organizzato il Born to be Vintage, un press tour che attraverso quattro verticali di altrettante aziende storiche ci ha dato la riprova delle capacità di evoluzione del famoso vitigno marchigiano – in questo caso di Matelica, confermandoci non solo che il verdicchio gli anni sulle spalle se li porta piuttosto bene, ma che oltretutto, come alcune star hollywoodiane, la chioma brizzolata e qualche rughetta lo rendono ancor più affascinante.


Le verticali

Nella nostra due giorni a Matelica la prima verticale del tour aveva come protagonista il Verdicchio di Matelica Doc “Vigneto Fogliano” dell’azienda agricola Bisci.
Vino prodotto solo nelle migliori annate e proveniente dall’omonima vigna di 4 ha, con viti datate 1978 e suolo calcareo-argilloso. Fermentazione e maturazione in cemento vetrificato (circa 15 mesi), con successivo affinamento in bottiglia minimo di 4 mesi. Anidride solforosa compresa tra 85-100 mg/L e nessuna fermentazione malolattica.

IMG_20210928_122549

– Tranne la 2011 (0,75) tutte le annate in degustazione erano in formato magnum –


2018 
L’annata è iniziata con un inverno moderatamente freddo e con alcune gelate a fine stagione, in primavera temperature e piogge nella norma, mentre l’estate pur senza ondate di calore esagerate è stata relativamente calda, ma con escursioni termiche costanti. Raccolta iniziata il 17 settembre con l’uva arrivata in cantina che presentava un eccellente livello di maturazione.

Giallo paglierino freddo e consistente, naso quasi vinoso, vivace, di fiori, pesca bianca e roccia bagnata, agile e tagliente in bocca, chiusura salina e succulenta. Giovanissimo, ma già apprezzabile.

2017 Ad un inverno non eccessivamente freddo ma con alcune importanti nevicate ha fatto seguito una primavera con temperature medie superiori alla media e con scarse piogge, mentre l’estate è stata caratterizzata da temperature elevate. Le poche precipitazioni e la gelata del 21 aprile hanno condizionato la produzione aziendale con il 30% in meno rispetto alla media delle annate precedenti. La vendemmia è stata anticipata di almeno tre settimane ed ha avuto inizio ai primi di settembre.

Giallo paglierino dal tono freddo, naso fragrante e particolarmente fruttato ma non troppo complesso, bocca larga, sapida, con più muscoli ma anche meno acidità e persistenza del precedente vino. Più o meno quello che mi aspettavo da un’annata calda e un po’ disgraziata.

2016 L’inverno è stato mite e con poca pioggia, questo ha portato a un germogliamento anticipato. Piogge che poi sono arrivate a fine primavera, permanendo settimanalmente per tutta l’estate, accompagnata da forti abbassamenti di temperatura che hanno favorito la maturazione aromatica. La vendemmia è iniziata nei primi di settembre e terminata poi il 20 ottobre con il Fogliano, che normalmente però si è sempre raccolto qualche giorno prima.

Paglierino intenso quasi oro che richiama attenzioni e ricercatezza, frutta a polpa gialla, note di camomilla e miele, leggere affumicature, sorso denso, ma che gira in bocca con dinamicità, sfumata acidità su un finale che rilascia una patina salata sulla lingua. Un vinone che può crescere ancora.

2015 Ad un inverno mite con un livello medio di piogge è seguita una primavera secca. Diverse precipitazioni a maggio e giugno in concomitanza con la prima fase vegetativa delle viti. Tempo ottimo e piogge scarse nei mesi di luglio e agosto. Poi da metà settembre ad inizio ottobre ancora piogge. La raccolta è iniziata il 25/26 settembre, terminando poi il 15 ottobre: ottimo livello di maturazione per tutte le uve arrivate in cantina, che ha permesso una produzione quantitativamente superiore rispetto al normale.

Paglierino intenso e dal tono freddo, gomma da cancellare, note gessose e di pesca, assaggio corposo, molto sapido, ancora frutta e gesso in retro-olfattiva, abbastanza lungo e succulento in chiusura.

2013 Nel complesso un’annata fresca eccetto 15-20 giorni in agosto, ma con importanti escursioni termiche tra giorno e notte. L’azienda è al primo anno di conversione per la certificazione organica. La gestione dei vigneti è stata molto accurata poiché, grazie alle piogge c’era un’abbondante apparato fogliare ed è stato necessario un fitto diradamento per diminuire la produttività. La vendemmia è iniziata il 30 settembre ed è terminata il 15 ottobre. C’era il dubbio se produrre il Fogliano oppure utilizzarlo per rendere più importante il Verdicchio di Matelica generico.

Incredibilmente paglierino, naso inizialmente timido, con sole erbe aromatiche e frutta gialla, ma eleganza e bevibilità non gli mancano, salino e decisamente fresco sul lungo finale. Secondo me può stare qui altri dieci anni tranquillamente.

2011 Il clima è stato ottimale fino a tutto luglio. Agosto è stato molto caldo e ventoso mentre a settembre e durante la vendemmia è stato buono. Nonostante non ci siano state importanti escursioni termiche le uve erano piuttosto sane grazie al clima asciutto. La fermentazione alcolica è durata il doppio del tempo medio delle precedenti annate, ma è stata regolare e corretta, mentre la produttività è stata molto bassa soprattutto per quel che riguarda il rapporto grappoli/mosto.

Paglierino intenso con riflessi ocra, naso abbastanza maturo e più o meno in linea con i suoi anni, lievissima punta di ossidazione, uva spina, caramella mou, note affumicate e di liquirizia, il sorso è molto più fine, snello e misurato dei precedenti, bilanciato e tirato a lucido, finale medio-lungo e citrino che lascia la bocca fresca e ansiosa di un’altra sorsata. Verticale, attraente, e a dieci anni dalla vendemmia mostra ancora margini di miglioramento; da qui in poi inizia il mio invaghimento per le 2011 di Matelica.


Il secondo vino in verticale è il Verdicchio di Matelica Docg Riserva “Cambrugiano” della storica cantina cooperativa Belisario. Fu il primo verdicchio a fregiarsi della tipologia riserva. Prodotto dal 1988 e proveniente da un vigneto in contrada Balzani da suolo sciolto. Vinificato con parziale crio-macerazione a 0°C per 18 ore, fermenta attraverso l’uso di lieviti selezionati (saccharomyces bayanus), per poi maturare la maggior parte della massa in acciaio e una piccola parte in botti di rovere per almeno un anno. Chiude con affinamento di un altro anno in bottiglia.

IMG_20211004_204206

Tutte le annate erano in formato 0,75 tranne la 1994 e la 95 in jéroboam. La 2011 non era di Cambrugiano ma del Meridia.

 

2017 Dopo un marzo tiepido nella notte tra il 16 e il 17 aprile c’è stata una gelata a -8 per oltre 12 ore, che ha costretto l’azienda a un taglio della produzione del 50%; poi siccità estiva, ma alla fine la poca uva era bella.

Giallo paglierino intenso, salvia e frutta gialla, fiori e zenzero, caldo e corposo all’assaggio, ancora un po’ imballato, chiude abbastanza lungo su sapidità e freschezza.

2016 Fu l’anno de El Niño*, caldo e poca pioggia ma una vendemmia sostanzialmente equilibrata.

Giallo oro lucente, pesca gialla matura, gesso e camomilla, morbido, materioso, sale e punte di freschezza, sbuffi aromatici e rocciosi, bilanciato e dalla lunga chiusura succulenta.

2015 Annata dall’andamento regolare con vendemmia bagnata ma scorrevole.

Giallo paglierino con riflessi oro, punge il naso con note di coriandolo, poi frutta gialla e ancora erbe aromatiche, corpo formoso, dal sorso più incisivo e dinamico dei precedenti, chiude profondo e sull’acidità. Buono, chissà poi con un ulteriore attesa.

2014 Annata piovosa in quasi tutt’Italia, ma qui invece straordinariamente normale e a tendenza calda.

Giallo oro intenso, naso evoluto con note di pesca sciroppata, caramella d’orzo, miele e affumicature, assaggio solido, salato e profondo, lungo finale fruttato. Maturo e da bere ora.

2012 Precipitazioni sopra la media con 915 mm di pioggia/anno, è stato l’anno più piovoso e caldo dal 1961 ad oggi.

Giallo oro dal naso più complesso e ricercato dei precedenti, note di lieviti e pesca, camomilla e miele, sinuoso e scattante in bocca, con retrolfattiva dai toni glicerici, sapidità e punte di freschezza, persistente in chiusura. Bello e particolarmente in forma oggi, ma forse ancora meglio domani.

2011  Meridia – Annata altalenante, con tante piogge a marzo, caldo ad aprile, poi luglio piovoso ed agosto siccitoso e caldo; pioggia a fine settembre.

Giallo oro dalla tonalità fredda, punge le narici con zenzero e coriandolo, erbe aromatiche, filtrofiore Bonomelli® e gomma bruciata, l’assaggio è carnoso e profondo, conserva ancora una buona acidità, sapido sul lungo finale. Vino diverso ma che in generale dimostra ancora una volta le grandi capacità di evoluzione del verdicchio; altra buona 2011.

2008 Freddo d’inverno e caldo d’estate, il clima mediterraneo e continentale dell’alta Vallesina.

Giallo oro, naso con sentori caramellati e di zafferano, lievi affumicature e camomilla in tazza, assaggio fine, pungente sulla lingua, vibrante sapidità sul finale lungo e ridondante. Colore e naso sono in linea con l’età, ma la bocca ancora piuttosto pimpante dimostra quasi la metà degli anni.

1995 Poche testimonianze documentate sull’andamento di questa annata, considerata da molti eccellente.

Ambrato, naso evoluto di dattero e pasta frolla, miele e genziana, salino e con ancora una discreta acidità in bocca, chiude fruttato e lievemente acidulo. Piuttosto evoluto, ma non finito.

1994 Inverno freddo caratterizzato da alcune nevicate bibliche ma non influenti nella fisiologia della vite, disponibilità idrica estiva e temperature mediterranee; qualche eccesso di umidità nel periodo vendemmiale caduto oltre la prima decade di ottobre.

Giallo ocra vivido e tendente all’ambrato, particolare sentore di lievito di birra, albicocca disidratata, cenere e grafite, sorso morbido, integro e con ancora una buona bevibilità, chiude profondo in un turbine fresco/sapido. Un mix di personalità, fascino ed eleganza a quasi 27 anni dalla vendemmia: Sean Connery che interpreta No time to die.

 

Qui la seconda parte…

 

Immagine di copertina da guida-vino.com

*El Niño è un fenomeno climatico che si verifica nell’Oceano Pacifico centrale nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni, e consiste in un anomalo riscaldamento delle acque oceaniche. Data la notevole estensione del fenomeno, esso è in grado di condizionare il clima dell’intero globo.

avatar

Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

1 Commento

avatar

Angelo Cantú

circa 2 anni fa - Link

Ho la fortuna di avere un carissimo amico di Matelica che mi fa regolarmente dono di qualche bottiglia del Meridia di Belisario. Ho avuto di recente occasione di stappare una bottiglia del 2007 che custodivo in cantina ed ho trovato un vino in splendida forma; a me ha ricordato un grande Riesling.

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.