La differenza tra bevitore e critico di vino? Ce la spiega Daniele Cernilli

di Giovanni Corazzol

Tra le cose che maggiormente qualificano il curriculum comunicazionista dei maître-à-penser nostrani (vinnici o no) c’è la capacità di definire e far assurgere a paradigma gesti di tipi umani metaforizzabili. Andrea Scanzi ad esempio ne ha fatto (e ne fa) una sua precisa cifra stilistica: “Si vive anche di rituali, se mangio male in Langa tendo a deprimermi. Quasi come quando guardo una volée agricola di Andreas Seppi” (pag. 85 il vino degli altri, Mondadori). Volée di Seppi uguale deprimente mollezza. Usiamola semmai quando ci servirà. Sono rimasto ragionevolmente colpito da un vivace scambio di battute (lo scambio è spesso vivace) avvenuto recentemente sul post dal titolo “I Best Italian Wine Award visti da vicino. Molto vicino”. In un commento piccato Daniele Cernilli – giurato del premio che ha stabilito il miglior vino italiano dell’anno – ha voluto marcare il territorio e segnare la distinzione formale tra “bevitore” e “critico di vino”:

“Sono bravissimo, lo so, come sono altrettanto bravi Gardini, Salama, Atkin, Gorgoni e tanti altri. Come lo sono Gianni Fabrizio, Eleonora Guerini, Ernesto Gentili, Fabio Rizzari, Marco Oreggia, Enzo Scivetti e tanti altri. Giudicare un vino è un fatto anche tecnico, non solo “rilassato”. Lei è un bevitore, e resti tale, non un critico di vino, che è un mestiere preciso, come quello di un enologo. Il vino lo considera in modo esclusivamente edonistico, io anche degustativo, è il mio mestiere. Così ho scoperto un sacco di vini, anche il Brunello di Soldera a suo tempo, anche il Fiano di Pietracupa o il Faro Palari. La frenesia dell’assaggio? E’ come dire che Jimi Hendrix suonava troppo velocemente. Ma che senso ha?”

Dunque, cercando di non farsi troppo condizionare dal tono del commento che non credo varrà all’autore il premio simpatia al Best Italian Funny Comment Award, (premio concepito per favorire l’esportazione della simpatia italiana nel mondo) ciò che sembra necessario chiarire prima di procedere a qualsivoglia giudizio sull’enunciato cernilliano è la definizione dei tipi umani “bevitore” e “critico”. Chi sono costoro? In cosa differiscono dagli altri? In che modo comunicano? Che diritti hanno di esprimere giudizi? Che peso attribuirvi? Chi è più credibile?

Dilemmi. Roba da evocare lo spirito del professor Angelo Lombardi e del fido Andalù.

Restando alla ratio del commento dunque il bevitore sarebbe un soggetto alla ricerca del piacere nel vino, terrebbe un approccio rilassato e pertanto non sarebbe nella condizione di esprimere un giudizio tecnico credibile. Il critico invece, nell’esercizio delle sue funzioni, non considera il vino quale strumento di piacere, ma come bene sopra cui svolgere un’analisi tecnica e professionale. Approccio che permette altresì di partecipare a degustazioni massive in batterie anche da 80-100 vini in un giorno e di offrire conseguentemente un giudizio comunque corretto, equo, misurabile. Approccio dionisiaco il bevitore, apollineo il critico. Attività dilettantistica quella del primo, professionale quella del secondo.

Tutto qui? Non c’è nessun altro? il bevitore e il critico e nient’altro? il bevitore che si limita a credere fideisticamente alla scienza del critico e basta? E chi si occupa di stabilire chi è l’uno e chi è l’altro? Chi stabilisce le regole? Dove sta la giuria?

Dilemmi. Roba da evocare lo spirito del giudice Santi-Licheri. Roba che quando leggo una critica tecnica ad un vino e assaggiandolo la trovo balzana mi deprimo quasi come quando guardo critici affermati gioire per la cinquantesima posizione guadagnata da un vino in un premio balzano. Sorbole.

 

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Giovanni Corazzol

Membro del Partito del progresso moderato nei limiti della legge sostiene da tempo che il radicalismo è dannoso e che il sano progresso si può raggiungere solo nell'obbedienza.

156 Commenti

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Gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

Francamente mi sembra che Cernilli abbia detto una cosa ovvia. Lui e quelli come lui, molti dei quali citati, sono dei professionisti, dei critici e come tali hanno un approccio diverso dal bevitore per piacere. La differenza la fa che per uno e' un mestiere e per l'altro e' un diletto. Il che' poi non vuol dire che fare un lavoro che piace non possa anche essere, a volte divertente. O che un professionista, finito il lavoro, non possa approcciarsi al vino come un bevitore appassionato. Anche i produttori di vino, e gli enologi, quando assaggiano i vini per lavoro non li giudicano e non li esaminano allo stesso modo di un critico e di un bevitore. Troppe volte mi sono entusiasmato per un vino in fasce, addirittura a fine fermentazione, che quando fatto assaggiare ad altri che pur essendo esperti non sono abituati a bere vini in questa fase, mi sono visto fare delle facce non proprio in linea con quello che pensavo.

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luigi fracchia

circa 11 anni fa - Link

Gianpaolo, mi pare che sia dia troppa importanza in questo mondo allo sbaraglio alle figure professionali. Le quali sono sempre viste come tecnici super partes (!?), esperte oltre ogni umana possibilità (ma chi le definisce esperte se non loro stessi e per rendersi credibili si rinchiudono in elitè blindate e difese con l'arroganza e il sarcasmo). Essere esperti e professionisti non mira altro che a ad autocelebrarsi e a consolidare rendite di posizione. A mio avviso questo modo impermeabile e escludente di vedere le professionalità fa molto male al vino e non solo. Creare barriere fra Savant e non savant è sempre un gioco simbolico e mai reale. Anche perchè da tempo mi chiedo che se i Maitre a penser scelgono i vini buoni estrapolandoli da quelli cattivi ma le loro scelte non collimano con i gusti della base meramente edonista e amatoriale a chi servono i loro giudizi? Ma dalla tua risposta ho capito a chi servono! Anche se non ne avresti bisogno.

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Gianpaolo Paglia

circa 11 anni fa - Link

Luigi, credo che il discorso sia molto piu' semplice e scarno. Non si sta parlando di chi e' meglio, ma dell'ovvia diversita' di chi fa una certa professione e di chi no. Posso farmi una casa da solo, senza architetto, ed essere perfettamente felice cosi', ma non posso dire di avere le stesse conoscenze tecniche. Poi per me, figurati, io lavoro senza enologo e quello che dicono i vari critici del vino lo prendo sempre per come viene, nel bene e nel male, e cerco di non farmi condizionare, ne cerco di compiacere nessuno.

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gian piero staffa

circa 11 anni fa - Link

Daniele Cernilli sara' sen'altro bravissimo come certamente lo sono gli altri 'Critici' da lui citati. Quindi, il Critico percepisce il vino con gli occhi, pardon, il naso e la bocca dell'esperto e sforna commenti di conseguenza. Il bevitore, non ha ne esperienza ne bagaglio tecnico e fa quello che puo' con il suo naso e bocca di serie B ed il suo giudizio non vale un fico secco. Due commenti: 1. Il bevitore si fidera' sempre di piu' di un altro bevitore visto che nella loro incodizionata ignoranza degustano in modo uguale e non sarebbero in grado di comprendere i consigli dei 'critici' che hanno un olfatto e papille gustative molto piu' avanzate. Diciamo che i 'critici' sono troppo avanti sui tempi... 2. Le Guide le comprano solo gli Operatori del Settore, i bevitori se ne fregano. Non lo dico io ma autorevoli ricerche di mercato come quella recente realizzata dall'Universita' Politecnica di Ancona su un campione di quasi 3000 bevitori abituali. Chi compra vino basa le sue decisioni sui propri gusti, si fida degli amici e solo il 9% si fida dei giornalisti. Inoltre, i Consumatori seguono sempre con maggior interesse i Blog. Speriamo che i Blogger resistano alla tentazione di sostituirsi alle Guide nei giudizi a suon di bicchieri, bottiglie e grappoli.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

I loro giudizi servono esattamente come quelli dei critici cinematografici, che magari premiano con molte stelline film che poi il pubblico non va a vedere, o dei critici musicali o artistici, che fanno cose simili. E giù per li rami, i critici e i commentarori sportivi. Non capisco perché solo nel mondo enogastronomico italiano tutto questo venga da qualcuno considerato come deleterio. Mentre non sarebbe deleterio scrivere, ad esempio, "la capacità di definire e far assurgere a paradigma gesti di tipi umani metaforizzabili". Ma chi è che si prende sul serio?

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cicciottinho

circa 11 anni fa - Link

Ho conosciuto questo fantastico maitre à penser anni fà ad una manifestazione vinicola vicino a Firenze e fui subito folgorato dalla prosopopea di questo signore che all'epoca nemmeno sapevo chi fosse. La cosa che mi stupisce di più è che questi soloni famosi o presunti tali si ostinano anche a fare le classifiche dei vini come fossimo al giro d'Italia, XXXXXXXXXXXXX Cerchiamo di rimanere in topic senza sbracare. Grazie

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Mimmo

circa 11 anni fa - Link

L'uscita di Cernilli pare quella del Marchese del Grillo: "io so' io, e voi nun sete un ....."

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Simone

circa 11 anni fa - Link

Cernilli ha ragione, sia pure nell'ovvietà. Leggo la sua risposta ma non conosco cosa l'abbia provocata. Mi piace tuttavia pensare che ciò che in molti riteniamo ovvio, in realtà, così ovvio non è. La cosa buona del degustatore professionale è che talvolta può avere un atteggiamento dionisiaco. Il contrario (parafrasando non ricordo chi) è del tutto impossibile. Cmq la cosa più bella resta pur sempre "Ok, li ho degustati tutti: mò me bevo quella!" :D L'unico appunto che posso fare a Cernilli è che Hendrix non è esattamente un esempio di velocità! Hendrix è uno di quei tre grappoli che però arrivano al cuore ! :D

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Concordo totalmente.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

E quindi, verrebbe da dire, per lo stesso principio che usa lei, lasci perdere le metafore musicali.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Hendrix poteva essere velocissimo, come dimostrò nella sua versione di Come on, in Axis Bold as Love, il suo secondo album, e nella scatenata interpretazione di Johnnie B. Goode, il grande pezzo di Chuck Berry nel concerto di Berkeley, in Hendrix in the West. Non era Alvin Lee, vero, ma neanche "slow hand".

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Dica quello che vuole, il suo rimane un parere da semplice appassionato ;-)

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

no, da giornalista professionista, se permette.

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Antonio Tomacelli

circa 11 anni fa - Link

Odio essere d'accordo con lei, Cernilli, ma su Hendrix devo darle ragione.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Per ributtare la palla nel suo orticello le potrei dire che citare Hendrix esclusivamente per la velocità ha la stessa profondità di citare l'amarone di Dal Forno solo per il suo prezzo. Comunque se dovessi aver bisogno di lezioni sulla storia del rock le farò sapere, grazie. In cambio potrei offrirle un corso su come degustare 100 vini in un giorno senza cognizione di causa, senza sputacchiera e soprattutto senza specchio. P.S. tralatro cita slowhand completamente a sproposito. Si informi meglio, prima di fare commenti da giornalista professionista.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Slow Hand, alias Eric Clapton, non era chiamato così per la sua lentezza, ma per il suo modo molto poco appariscente di suonare. In ogni caso non era davvero un campione di velocità. I grandi "velocisti" sono stati Alvin Lee dei Ten Years After, John Mc Laughlin, Yngwie J.Malmsteen, Ritchie Blackmore. Detto questo credo di avere tutta la discografia di Hendrix, che vidi dal vivo al Brancaccio di Roma nell'autunno del 1968, potendone apprezzare di persona le doti di straordinario musicista, uno che faceva anche la parte del basso, mettendo in grave difficoltà il povero Noel Redding, suo bassista nella Jimi Hendrix Experience, tanto che dopo un po' decise di abbandonare il gruppo, sostituito da Billy Cox. Va bene così?

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Decisamente meglio, tuttavia l'origine dell'appellativo Slowhand (a detta dello stesso Clapton) pare derivi dalla sua presunta lentezza nel cambiare le corde rotte durante i concerti con gli Yardbirds, operazione che eseguiva tranquillamente durante lo show col sottofondo del pubblico "slowly clapping hands".

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

In ogni modo queste divagazioni sui dettagli mi fanno perdere di vista il senso generale che avrei voluto imprimere alle mie parole : molto banalmente nella musica come più in generale nell'arte e mi permetto di dire (da semplice appassionato) anche nel vino, velocità o celolunghismo c'entrano poco. Questo approccio è più adatto al circo, lo sport e il guinness dei primati.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Ah dimenticavo : "Come on" non si trova su "Axis" bensì sul successivo "Electric ladyland".

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

A nessuno è vietato esprimere pareri, ovviamente. Questo è il suo. Il celolunghismo non fa parte della mia cultura, ma credo che a qualunque professionista vada riconosciuta competenza e capacità, quando dimiostra di averne. Qualcuno qui ha voluto "buttarla in caciara" e a me questo non va bene. Non tanto per la mia persona, ma perché il tiro al bersaglio nei confronti dell'esperto mi sa tanto di populismo. Poi se alcuni di quelli che mi attaccano più o meno anonimamente si scopre che sono dei commercianti di vino sotto mentite spoglie, allora forse si comincia a capire meglio l"orizzonte degli eventi".

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Non è il mio parere. Abbia pazienza ma quando il giornalista professionista esperto di Hendrix (come da lei piuttosto virilmente sottolineato) si confonde tra due album (su tre totali della discografia ufficiale in studio) non pensa che la sua credibilità sull'argomento ne possa risentire? Un po' come se il critico di vino sbagliasse tra due annate di sassicaia (se per assurdo di annate prodotte ne esistessero solanto tre). Per il resto non faccio parte nè della caciara nè dei tiratori al bersaglio, non sono un venditore di vino e nemmeno un fan di Hendrix o di Clapton, possiedo parecchie vecchie pubblicazioni del gambero che ogni tanto torno a consultare con piacere così come "memorie di un assaggiatore", ma forse questo non avrei dovuto dirlo perchè lei sai già quant'è bravo ;-)

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Se avessi dovuto scrivere un pezzo su Hendrix stia certo che mi sarei documentato. Qui ho citato a memoria e capita di sbagliare, come sarebbe potuto capitare, e mi è capitato, anche sul Sassicaia. Però le assicuro che non avrei mai scritto che Hendrix suonava una Telecaster...Un giornalista non è necessariamente un esperto, è solo uno che sa orientarsi, che sa fare un'intervista più o meno a chiunque e che sa, o dovrebbe sapere, "passare" un pezzo in redazione. Quindi se scrivo di musica rock o di sport lo faccio da giornalista. Nel monso del vino sono un giornalista ed anche un esperto, tanto che mi chiamano a fare il giudice ai concorsi internazionali, sono sommelier (avendo fatto gli esami, anche per istruttore), l'Assoenologi mi ha dato la Targa d'Oro e poi credo di essere l'individuo vivente che ha scritto di più sul vino italiano, soprattutto coordinando gruppi di lavoro che hanno prodotto almeno 15.000 pagine di testi in oltre vent'anni. Magari per lei non conterà nulla, però le cose stanno così e penso di avere tutto il diritto di rivendicarlo.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

E le faccio anche notare che anche lei si è accorto del mio errore solo dopo avere letto almeno due volte il mio intervento, e magari si è anche andato a documentare per vedere se avevo davvero sbagliato.

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lorenzo.eat

circa 11 anni fa - Link

Lo spunto è molto interessante, provo a dire la mia. Sinceramente, non sono sicuro di capire i dubbi amletici. Cernilli e tutti coloro che hanno una posizione professionale in un istituzione - più o meno - riconosciuta ufficialmente e sono - più o meno - pagati per degustare/raccontare il vino, sono professionisti che mettono in gioco la propria reputazione in quel campo. Io, giusto per fare un esempio eh, non sono - giustamente - nè pagato, nè sostenuto da un'istituzione, nè metto in gioco la mia reputazione se dico che preferisco un lumassina brut a uno champagne (ops..). Poi, per carità, come in altri campi, le figure sono differenziatissime, un conto è se l'istituzione è l'AIS, l'Onav, il Gambero, Slow Food, Enogea, Porthos, Intravino, Vino al Vino, DrWine etc. Ma la differenza tra chi in un modo o nell'altro lo fa di mestiere - con un ritorno economico e una reputazione personale in gioco - e chi no, rimane molto chiara. Insomma, la parte interessante mi sembra più quanta differenza c'è tra avere una posizione in un luogo professionale piuttosto che in un'altro - che mi pare una differenza di potere, più che di metafore o di figure. La differenza tra (un bevitore come) me e (un professionista come) Cernilli, invece, mi pare argomento poco appassionante. O no? ;)

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lorenzo.eat

circa 11 anni fa - Link

va bè, un altro senza apostrofo, magari.. a proposito di reputazione..

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Gianpaolo Giacobbo

circa 11 anni fa - Link

Visto che sono parte in causa per la cronaca Dr. Cernilli io con le degustazioni di vino ci campo e mantengo pure tre figli. Quindi prima di dare giudizi si informi almeno. Tutto qui.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

"Lei non sa chi sono io", quindi. Complimenti!

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Gianpaolo Giacobbo

circa 11 anni fa - Link

Cernilli mi spiega il motivo di questo suo atteggiamento? Me lo spiega? Ma io non ho parole davvero. Guardi non è nel mio stile il battibecco da zitella quindi si tenga le convinzioni che vuole e se le goda che le devo dire.... non ho bisogno di attetati di stima da nessuno. Le consiglio di prendere la vita con più serenità le negatività fanno male molto male... sorrida un po' valà

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

E lei si prenda meno maledettamente sul serio. Ma chi si crede di essere? Non mi risulta che abbia inventato la penicillina, sa?

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Gianpaolo Giacobbo

circa 11 anni fa - Link

Non mi credo di essere nessuno so ben quel che sono certo non deve essere lei a stabilirlo che sia un bevitore o un professionista del settore. In ogni caso non le permetto di sputare sentenze sulla mia persona in maniera diffamante. Attenzione Cernilli.

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Alessandro Morichetti

circa 11 anni fa - Link

Mi pare si stia andando oltre il seminato e di schermaglie personali ci interessa nulla. Abbiamo già commentato fin troppo, grazie a tutti.

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Bante

circa 11 anni fa - Link

Il degustatore sputa il vino in un vaso. Il bevitore, specie a pranzo dai suoi, se ci si prova, suo padre lo maltisce dai nocchini.

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Fabio Mazzuoli

circa 11 anni fa - Link

ma i critici chi sono?????? quelli che 10 anni fa gli unici vini che contavano erano quelli legnosi che sembravano spremute di portone????? oppure quelli che 5 anni fa se non si affettava col coltello non erano contenti spremute di marmellata a base di cabernet e merlot... Ora guarda caso la stragrande maggioranza nella valutazione è la territorialità, se il vitigno è autoctono e è imbottigliato a km0.. boia come so stronzi questi francesi che queste cose le INSEGNAVANO 50 anni fa... I critici, le guide, hanno rovinato il mondo del vino, perchè hanno sempre fatto come le bandierine, dove tirava il vento loro giu coi punteggi.. poi hanno trovato produttori stupidi che si sono fatti condizionare troppo da quello che scriveva la guida (che aimè contava conta e conterà nei mercati esteri) con la semplice differenza che per tirare una vigna su ci vogliono decine di anni non proprio come sputare nella sputacchiera.. 100 centesimi al Masseto... che fortuna ho avuto a vendere ma sopratutto a bere i vini di Gianfranco Soldera, l'uomo più odiato dalle guide, se fosse stato un leccaculo come il 98% dei produttori sarebbe il vino numero 1 al mondo e costerebbe 1000 euro a bottiglia, ma per fortuna non è cosi (per la critica) almeno ogni tanto ce lo possiamo permettere di bere....

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Carlo Tabarrini

circa 11 anni fa - Link

misà che hai un sacco di ragione...

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jovica todorovic (teo)

circa 11 anni fa - Link

Caro fabio, il tuo punto di vista è interessante e credo rispecchi fedelmente l'approccio di una certe e forse consistente parte degli appassionati di vino. Prima di bazzicare il bicchiere bazzicavo i libri, gli opinion maker, i critici letterari le attendibili graduaturie degli andamenti delle vendite della neilsen e tante altre diavolerie di cui il mondo del vino, aihme ignora del tutto l'esitenza esistono e spratutto hanno un valore, un'attendibilità. Le guide turistiche ad esempio la Lonly Planet vende con grossa probabilità più copie di una guida di Beijing, prendendo una meta non facilissima, di quante ne vendano tutte le guide dei vini italiane messe insieme. Nessuno si sogna di dire che i curatori, gli editor e gli editori di quella guida siano poco credibili o venduti. Eppure vendono informazioni, vendono consigli offrono la loro credibile, parola chiave, competenza. Essere credibili e attendibili non significa essere infallibili. Io ritengo che le guide siano uno strumento importante, utile e spesso ricco di spunti interessanti. Da lettore, appassionato e operatore spesso rimango deluso, sorpreso, a volte anche perlpesso ma non per questo mi scandalizzo o inveisco contro i giudizi. Le guide hanno il diritto di scegliere la propria linea editoriale le ristampe e la tiratura totale determinano il loro successo e l'indice di credibilità agli occhi dei lettori. Prima di tirare in ballo il rapporto di soldera con le guide andatevi a leggere le guide di qualche anno fa. idee, giudizi, convinzioni, confronti si santi no..... anche perchè su questi canali le vergini son scomparse parecchi anni fa.. :-)

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Carmelo Limpio

circa 11 anni fa - Link

Certo, certo. E poi non ci sono più le mezze stagioni, è tutto un magna magna, quando lavi la macchina piove. :-D :-D :-D

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Roberto Dal Ponte

circa 11 anni fa - Link

Totalmente d'accordo. Tra l'altro, Soldera/Pietracupa/Palari scoperti da chi?????????? Io ricordo solo un Serpico 2003 che sembrava Rayas.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Ricorda poco e male.

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Adriano Aiello

circa 11 anni fa - Link

Se i critici - di ogni ambito e riferimento- fossero del tutto svincolati dal loro tempo non sarebbero dei critici ma degli intellettuali, capace di astrarsi dal contesto e da ogni condizionamento. Raramente le due cose si incontrano e troppo spesso a separarle è il grado di onestà intellettuale. E' sempre e solo quella che va cercata nel pensiero, mai la verità. Crocifiggere un critico per cosa pensava di qualcosa 10 anni fa, se lo pensava onestamente (ribadisco) è un pensiero ozioso e financo populista. E soprattutto è un pensiero contraddittorio, perché veicola maggior peso e importanza alla critica di quanto se ne voglia attribuire attraverso la contestazione delle posizioni.

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Primo Oratore

circa 11 anni fa - Link

Ho trovato uno studio serio, anche se minore, da cui sembrerebbe (sembrerebbe ripeto) che gli esperti -cioè i critici- apprezzano nel vino delle cose che i consumatori -cioè i bevitori- non apprezzano. Per cui, paradossalmente, i bevitori comuni avrebbero le loro buone ragioni per mandare a quel paese i critici e prendere i vini secondo un altro criterio. Lo studio serio l'ho trovato qui: http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/09/16/vino-in-cieco/ Qui le mie opinioni personali, e chiedo scusa di citare il mio blog ma è una coincidenza se mi sono fermato su questo argomento solo pochi giorni fa, http://osservatoriodelvino.wordpress.com/2012/10/06/aspettando-skywine/

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cicciottinho

circa 11 anni fa - Link

concordo pienamente, il bevitore/degustatore non ha MAI un conflitto di interessi quando parla del vino,può essere più o meno preparato, può non sempre bere vini da centinaia/migliaia di euro (anche perchè LI PAGA DI TASCA PROPRIA)e non è detto che siano sempre i migliori......il critico professionista può essere sempre limpido nelle proprie valutazioni??? Purtroppo quello che è accaduto/accade nel Paese dove abitiamo non ci conforta in merito

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suslov

circa 11 anni fa - Link

puo' anche darsi che cernilli abbia ragione ... ... ma luca maroni e' piu' simpatico.

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andrea

circa 11 anni fa - Link

tra u' marsu e 'a muffa......

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Giovanni Corazzol

circa 11 anni fa - Link

Non capisco esattamente, ma non mi garba. Invito a non scadere, grazie

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andrea

circa 11 anni fa - Link

significa che scegliere quando le alternative si somigliano è indirrerente... :-) E' un'espressione dialettale del Ponente Ligure che ha perso negli anni ogni connotazione spregiativa, è più disillusa che altro.

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andrea

circa 11 anni fa - Link

indifferente, ovviamente :-(

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Giovanni Corazzol

circa 11 anni fa - Link

Grazie, ripongo volentieri il censorismo

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Gianni Ruggiero

circa 11 anni fa - Link

Giovanni non conosci il genovese,Andrea intendeva nel senso Nobile del termine,l'e' vea Dria che te parlavi d'a' Botridis?

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suslov

circa 11 anni fa - Link

un momento prego una cosa e' il genovese una cosa e' il ligure di ponente non confondiamo le cose PLEASE

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

Si può non essere d'accordo con Cernilli, e su Montalcino a me capita spesso, ma è oggettivo che lui tuttora lui ha tantissimi disposti a comprare quello che scrive; la differenza tra il suo modo di degustare e quello del normale appassionato sta qui. Simpatico o meno, i fatti sono fatti.

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Durthu

circa 11 anni fa - Link

Anche Jamie Oliver ha tantissimi disposti a comprare i suoi libri. Questo non ne fa necessariamente uno chef da ristorante stellato. Questo non per polemizzare su Cernilli in particolare, ma solo per dire che non sempre la popolarita' e' una misura di qualita'. Di cosa sia misura, credo sia poi un discorso estremamente complicato.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

Beh dai, negare che il Gambero abbia segnato un'epoca è assurdo, e anche negare che Cernilli sia stato un grande. Questo non toglie che mi sono battuto (e lo rifarò) contro tante delle sue idee.

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Durthu

circa 11 anni fa - Link

Infatti, come ho scritto sopra, non sto negando niente, sarebbe un discorso da fare a parte. Il mio punto e' che popolarita' (o copie vendute, o altro) e qualita' non sono necessariamente sinonimi. Se dobbiamo discutere delle qualita' professionali di Cernilli (dobbiamo?), citarne la popolarita' non aggiunge molto, secondo me. La domanda potrebbe essere allora: c'e' effettivamente qualche altro modo (oggettivo) per farlo?

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Vignadelmar

circa 11 anni fa - Link

Sarò anche in conflitto di interessi, però Cernilli non è di sicuro popolare per le sue doti da gigolò, tantomeno da atleta o per essere un personaggio noto al grande pubblico, magari televisivo. Cernilli è ritenuto affidabile perchè ha diretto per 26 anni la Guida del Gambero Rosso, guida che ha rivoluzionato il rapporto degli italiani con la produzione vitivinicola, diffondendo come nessuno il concetto di qualità, anche visualizzandolo nel concetto visivo di numero di bicchieri. E' una guida che ha venduto e continua a vendere tantissimo, mica saranno tutti stronzi quelli che la comprano, vero? Forse la consideravano attendibile e non la compravano per accenderci il fuoco o in caso di improvvisa mancanza di carta igenica. Quindi credo che l'indice di misurazione del Cernilli degustatore di vino sia giustificatamente altissimo. Lasciatelo dire da chi ultimamente ci ha bevuto spesso assieme, la sua conoscenza in materia è smisurata, forse pari a nessuno o a pochissimi altri. Ad alcuni non sembrerà un campione di simpatia, ma forse quegli stessi se per anni venissero attaccati da dx come da sx si spazientirebbero come forse ha fatto lui. In ogni caso, visto che non ci devo vivere assieme, a me basta che condivida con me le sue conoscenze, di persona o come lettore. E' già molto. . A Stefano Cinelli Colombini vorrei chiedere perchè parli di lui usando il tempo passato. . Ciao

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

Semplice, perché parlo di quello che ha fatto al Gambero. Quello che fa oggi é un'altra storia, e se sarà grande si vedrà.

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Vignadelmar

circa 11 anni fa - Link

Beh, i numeri che Doctor Wine ha iniziato a fare non sono malaccio, anzi. Poi non essendo un contenitore "generalista" vanno ancor meglio. . Ciao

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gian piero staffa

circa 11 anni fa - Link

30.000 imbottigliattori, piu' di 50.000 produttori, grossisti, rappresentanti, enotecari, ristoratori, wine bar. La Guida del Gambero dovrebbe vendere 250.000 copie, giusto? Scommetto che tra gli appassionati di vino non arriva a vendere 3000 copie. D'altra parte, gli Appassionati sanno come funziona il rapporto tra Produttore e certe Guide. Perche' mai dovrebbe fidarsi dei giudizi?

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Durthu

circa 11 anni fa - Link

Quanta acidita', accidenti. Mi vuoi convincere che Cernilli e' bravo? Non ce n'e' bisogno. Che lo e' a dispetto della sua simpatia non proprio da cabarettista (e di una serie di entrate a gamba tesa su questo blog degne del miglior Montero)? Idem. Il mio era un discorso diverso, tutto qua.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Il mio idolo era Poletti, terzino destro del Torino negli anni Sessanta, al quale mi ispiravo quando giocavo, male, a pallone. Il suo soprannome era "scarpetta insanguinata"...

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fabrizio pagliardi

circa 11 anni fa - Link

C'è però una terza categoria che siamo noi che il vino lo assaggiamo per decidere se è un prodotto vendibile oppure no. Noi abbiamo come punti di riferimento, il nostro gusto personale, il gusto medio della nostra clientela per come lo conosciamo ed interpretiamo, il prezzo del vino, tutto deve essere mediato e calmierato in base alla propensione alla spesa delle persone a cui dobbiamo proporli. Se un vino mi piace e so che farebbe impazzire alcuni miei clienti ma costa troppo...... non lo posso scegliere. Quello che posso dire è che il consumatore medio non particolarmente appassionato al vino, è generalmente molto vicino alle scelte di critici. Oggi se propongo le Jerman o Terpin, Jerman è una certezza Terpin un grosso punto interrogativo. il problema è che io non vendo jerman. :-)) Il che significa che mi faccio guidare troppo dai miei gusti, errore che posso permettermi io, si può permettere un bevitore, ma non si può permettere un critico. Sono stato confuso ma la conclusione significa che sono sicuro che Cernilli "bevitore" non sceglierebbe di stappare per se tutti i vini che ha giudicato positivamente.

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Adriano Aiello

circa 11 anni fa - Link

Se i critici -- di ogni ambito e riferimento- fossero del tutto svincolati dal loro tempo non sarebbero dei critici ma degli intellettuali, capace di astrarsi dal contesto e da ogni condizionamento. Raramente le due cose si incontrano e troppo spesso a separarle è il grado di onestà intellettuale. E’ sempre e solo quella che va cercata nel pensiero, mai la verità. Crocifiggere un critico per cosa pensava di qualcosa 10 anni fa, se lo pensava onestamente (ribadisco) è un pensiero ozioso e financo populista. E soprattutto è un pensiero contraddittorio, perché veicola maggior peso e importanza alla critica di quanto se ne voglia attribuire attraverso la contestazione delle posizioni.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Io non la pensavo diversamente dieci anni fa. Dovevo solo operare in un contesto diverso, con scelte tecniche diverse. Mi spiego. Se oggi si guarda una partita degli anni Settanta, sembra di veder giocare al rallentatore. Gianni Rivera, Alfredo di Stefano, lo stesso Pelè erano grandissimi in quei contesti. Oggi non dico che non toccherebbero palla, ma dovrebbero sottoporsi ad allenamenti molto più intensi per poter giocare allo stesso livello. Anche solo quindici anni fa i vini da giudicare erano meno della metà di oggi per una guida. Si potevano visitare più aziende, si poteva parlare di più, poi la tecnica enologica "neobordolese" era la nuova frontiera per evitare problemi con botti talvolta troppo vecchie e tenute male. E' solo un esempio, ovviamente. L'impegno era nel fare vini più corretti enologicamente parlando, perché molti non lo erano ancora e quel fatto faceva la differenza. Ora la concorrenza è più severa. Non basta più fare buoni vini, bisogna fare vini originali, territoriali, caratterizzati. Dalla grammatica siamo passati alla letteratura, insomma. C'è chi considera letterario anche ciò che è paradossale, in una frammentazione stilistica e di gusti che è molto più articolata che in passato. La difficoltà del critico sta nella capacità di operare un salto logico mentre assaggia, non applicando semplicemente delle regole "grammaticali", tecniche, ma cercando d'interpretare quello che un produttore ha cercato di fare. Sono amico di Josko Gravner e di Riccardo Cotarella, insomma, perché nell'enorme diversità dei loro intenti, riconosco loro uno spirito di ricerca "umanistico" nel loro lavoro, che li porta a risultati distanti, ma non in contraddizione fra loro. Realizzano entrambi esattamente la loro idea di vino. E' in questa autenticità che si colloca l'interpretazione critica dalla quale poi scaturisce una valutazione. Troppo complesso? Mi dispiace.

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simone e zeta

circa 11 anni fa - Link

L'acqua calda è sdoganata, attendo con grande ansia l'invenzione del bidè.

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Nelle Nuvole

circa 11 anni fa - Link

"Un degustatore esperto non segue le mode, ma l’evoluzione del vino. Sia che si tratti di una singola azienda, sia che scriva di una zona, o denominazione, o vitigno. Questo secondo me segna la differenza fra chi degusta e scrive in modo superficiale e dilettantistico e chi invece si adopra in modo professionale. Certamente il nostro stesso gusto negli ultimi dieci, venti, trenta anni è mutato. Siamo più vecchi, più scafati, più (dis)informati. Sta a chi fa del proprio palato un strumento di analisi e sintesi, riuscire a distaccarsi seppure parzialmente dal proprio gusto personale per fornire una descrizione equilibrata. Al di là dell’ondata modaiola che oggi è in un modo e domani in un altro." (cit. me medesima su l'Accademia degli Alterati) Se si mette da parte la schermaglia "adiposa" (:) ) Tomacell-Cernilliana, si leggono spunti interessanti fra i commenti su questo post. Come al solito mi sento di sottoscrivere quanto scrive Gianpaolo Paglia, produttore ed enologo fai da te, lui può. Anche quanto scrive Fabrizio Pagliardi è da quotare. Quindi: il produttore degusta a modo suo idem l'enologo, l'enotecaro, il sommelier il critico (che brutta parola però) degusta non solo per scannerizzare un vino, il suo passato e il suo futuro. Lo fa per poterne raccontare e se una delle due cose non la fa bene è solo un tecnico-professionista come tanti. Ci deve mettere il cuore e il sangue sopra l'esperienza e la preparazione, ma senza farsi coinvolgere troppo. Personalmente non mi impressionano più di tanto coloro dotati di super poteri che riconoscono alla cieca la cantina, la particella, l'annata e la botte da cui proviene un vino. Sono virtuosismi acrobatici che soddisfano soprattutto l'ego di chi li produce. Così come è perfettamente plausibile che un degustattore allenato in grado di concentrarsi possa assaggiare 100 e più vini in una sessione degustativa seria, non in una bolgia fieristica. Quello che per me, tutt'ora seguace di racconti degustativi fatti da chi veramente lo sa fare, è importante è che lo scritto sia attendibile, comprensibile, veritiero. ps Signor Cernilli, Lei fa di tutto per rendersi antipatico, e a volte ci riesce pure bene. Non con me, a me Lei sta diventando più simpatico. Oltre a condividere quanto scritto sopra da Stefano Cinelli Colombini Le riconosco il merito di riempire le pagine virtuali di questo blog. Senza di Lei, Frankie Emme Curls, detto FM Ricci, e Luka In The Sky With Diamonds Maroni, questi giovanotti intravinisti così presuntuosetti non avrebbero punti di riferimento contro cui scagliarsi.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Io mi renderò anche antipatico, forse perché difendo le mie idee e detesto l'ipocrisia. Però mi diverto come un matto a provocare chi vorrebbe provocarmi e non ci riesce. Possono dire o scrivere quello che vogliono. Alla prova dei fatti io ho avuto dei riconoscimenti sulla mia professionalità che ben pochi hanno avuto in Italia nel mio stesso settore. Da Decanter, dall'Assoenologi, dall'Ais, tanto per essere chiari. Oggi scrivo su Sette del Corriere della Sera, una delle rubriche sul vino più lette nell'ambito della stampa italiana, visto che quell'inserto diffonde più di 300 mila copie alla settimana, altro che guide....Chi mi conosce personalmente, o chi si rapporta a me con onestà intellettuale e modi urbani, non mi trova poi così male. Qualcuno dice che sono persino gentile e simpatico. Forse la vita è bella perché è varia. Di certo non credo di salvare le sorti dell'Umanità valutando dei vini, mentre qualche volta ho il dubbio che a qualcuno qui questa semplice cosa non sia così chiara. Ma va bene lo stesso. Mi piace fare il Male Assoluto ogni tanto, e poi qui mi diverto. Dovreste farmi pagare per lo spettacolo....

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Simone e Zeta

circa 11 anni fa - Link

Io l'inserto del Corriere lo leggo e anche questa volta non mi convince la scelta dell'azienda marchigiana ( un rosso) proposta, la stessa che se non sbaglio deteneva sentori di "frutto della passione" tra i descrittori da lei evidenziati nell'assaggio di un vino bianco (passerina se ben ricordo) La domanda è semplice e diretta: il Corriere le richiede di segnalare aziende solo aziende "commerciali" ? Ps: il termine commerciale è da me nobilmente usato per non infierire sui vini.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Caro Simone Moresi, vedrà che Angela Velenosi, della quale lei critica così ferocemente i vini, qualcosa avrà da dire. Contemporaneamente, ma lei non lo dice, ho segnalato altri due vini, uno del Baglio del Cristo di Campobello, l'altro di Mastroberardino. Con punteggi più alti peraltro. No, non segnalo solo aziende "commerciali", come dice lei, ma solo quelle che possono essere reperite in tutta Italia con una certa facilità. Sa, scrivo per 300.000 lettori almeno, non posso far fare cacce al tesoro nè segnalare, se non saltuariamente, vini troppo costosi. Il vino che non le piace vinse sull'Almanacco del berebene del Gambero il premio come miglior rosso d'Italia per rapporto qualità/prezzo. I curatori erano Paolo Zaccaria e Dario Cappelloni, non io. Mi sembrava giusto segnalare un vino così conveniente, prodotto in quasi mezzo milione di bottiglie e adatto alle tasche di tutti.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

I profumi di frutto della passione, esomercaptani, erano nell'Offida Pecorino 2010, uno dei migliori tre o quattro Pecorino del mondo.

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Simone e Zeta

circa 11 anni fa - Link

Per quanto me ne frega puó avere da ridire anche il Papa, a differenza sua non vendo spazi pubblicitari e posso permettermi qualsiasi opinione.

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Simone e Zeta

circa 11 anni fa - Link

Capisco che Simone e Zeta non le piace, ma continua a sbagliare da tempo il mio cognome. La facevo più giovane!

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Anch'io posso permettermi qualsiasi opinione, soprattutto su di lei, Moresi (sbaglio il nome? Peccato. Si vede che non è importante visto che risponde lo stesso).

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Angela Velenosi

circa 11 anni fa - Link

Gentile Signor Simone Mi presento: sono Angela Velenosi e produco vini nel sud delle Marche. Mi piacerebbe avere il piacere di conoscerLa, per sapere meglio e di cosa si occupa. Il suo commento ovviamente mi ha colpita. Mi trovo però in difficoltà attorno ad un termine chiave: non so cosa per Lei significhi la parola commerciale. Commerciale e' un vino che vende? Commerciale e' quel vino che piace al consumatore, che lo compra e lo ricompra ancora? Il Brecciarolo ha una tiratura di 500000 mila pezzi e cresce del 15% ogni anno. Deduco che per Lei il termine commerciale ha un senso denigratorio. Io ho il piacere di fare i vini per venderli e non per tenerli in cantina ad invecchiare.  Io ed i miei vini non abbiamo avuto la fortuna di avere alla spalle una ricca famiglia blasonata, e tanto meno un territorio famoso che supportasse le vendite. Eppure siamo in crescita e siamo senza alcuni vini bianchi già da qualche mese. Vede, per me e' vitale che i vini vendano. Questo non è solo il mio lavoro, ma anche quello di altre 30 persone ed è necessario a pagare tutti gli investimenti fatti in 27 anni. Le vendite supportano il mio impegno e la mia affidabilità sia con i miei dipendenti che con gli istituti di credito. Non ho mai concepito la mia azienda come un campo vitato senza sbocchi sul mercato.  Il Corriere della Sera e' il quotidiano più venduto in Italia. Vista la tiratura, penso che sia interessato ad informare un vasto pubblico, peraltro generico, su vini di buona reputazione e facilmente reperibili. Riguardo la reperibilità, consideri che in Italia siamo rappresentati dalla Valle d'Aosta fino alla Sicilia, e siamo presenti attraverso 35 agenzie. Quanto alla reputazione, ho avuto la fortuna che il consenso sulle mie etichette è da sempre stato trasversale alle guide e alle pubblicazioni.  La recensione del dott. Cernilli trova accordo in tanti altri giornalisti e opinion leader di settore, sia italiano che estero, come Slow food, Wine Spectator e Rober Parker, tante per citarne alcune. Quanto alla qualità, essa dipende dalle necessità del consumatore. Non ho la presunzione di produrre vini di qualità assoluta. Posso però vantare di produrre in modo veritiero e trasparente, al meglio del mio territorio e delle mie capacità. La mia risposta, caro signor Simone, era solo un atto dovuto per chiarire le ragioni del mio vino e della mia azienda, che conduco con orgoglio. Non intendo polemizzare con Lei, quanto motivare onestamente i valori del mio lavoro. Sono assolutamente disponibile ad ascoltare la Sua opinione ed eventualmente ad inviarLe campioni di prova per poter testimoniare quanto fin ora dichiarato. Grazie per la sua attenzione. 

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Simone e Zeta

circa 11 anni fa - Link

Mi spiace che si sia dilungata così tanto in una risposta non dovuta, non ho neppure nominato la sua azienda. Cmq non si preoccupi se a me i suoi vini non piacciono, come lei dice piacciono a molti e pure a Dottoruaine. Da lettore dell'inserto del Corriere della Sera, ho espresso la mia opinione che la selezione dei vini è sempre alquanto noiosa. Spero inoltre che lei sia capitata per caso su questa discussione, troverei ridicolo che il bambino più forte sia andato a correre dalla mamma. Con cordialità

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Rolando

circa 11 anni fa - Link

Vista la generosa proposta della Velenosi, mi sa che conviene approfittarne. Scriviamo tutti che i suoi vini sono commerciali, così ci manda anche a noi i campioni da assaggiare aggratis. Però non fate i furbi a scrivere che sono anzi di più, commercialissimi, sperando in qualche bottiglia in più, sennò non vale.

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C.Moon Cats

circa 11 anni fa - Link

vorrei dire la mia ma evito, solo solo una semplice vignaiola- enologa- degustatrice... verrei cazziata. Vi dico solo una cosa: mettetevi sempre una mano sulla coscienza quando degustate e descrivete, perchè c'è gente che con il lavoro di vigna e la bottiglia campa e fa quadrare piccoli bilanci. con questo non voglio dire chi è il più bravo, ma voglio che sia guardato anche l'aspetto umano di chi vi fa assaggiare il vino e ve lo racconta. le critiche servono a crescere solo se sono supportate da spiegazione, sennò sono solo fatte "ad cazzium" e ci fanno anche un pò star male (cit. girare le palle)

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Signora, io l'ho sempre fatto e quando ho avuto responsabilità direzionali l'ho addirittura imposto. Giudicare il lavoro degli altri è una cosa delicata, che va fatta con garbo ed attenzione. Però se lei critica questo atteggiamento in modo generico senza fare esempi, la sua critica perde di incisività e il rischio è quello di sparare nel mucchio, o solo addosso a me perché sono l'unico che ha il coraggio di confrontarsi, e facendo questo di sbagliare, perché in teoria dovrei infischiarmene, come fanno tutti gli altri fra i miei colleghi.

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C.Moon Cats

circa 11 anni fa - Link

Signor Cernilli, non intendevo rivolgermi a lei quando scrivevo di mettersi le mani nella coscienza, come non reputo che il suo lavoro sia frutto di modi sgarbati o indelicati. Non ho nemmeno sparato nel mucchio e menchemeno addosso a lei, anzi, mi piacerebbe incontrarla un giorno e farle assaggiare i miei vini raccontandole il mio modesto lavoro. Non sempre si sta simpatici alla gente- per i motivi più bizzarri- ne so qualcosa. Mi dispiace se l'ho offesa. Detto questo il cazziatone l'ho preso comunque.

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Simone e Zeta

circa 11 anni fa - Link

Per forza prendi i cazziatoni, sei loffia :-))))

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C.Moon Cats

circa 11 anni fa - Link

si sono loffia, loffissima, ma è meglio così. dopo le ultime notizie "ambito vinose" che ho avuto proprio nel giorno del mio commento la sopra, avrei avuto il diritto di scrivere un commento al vetriolo di quelli cattivissimi. Ma siccome l'avreste preso come attacco al Sig. Cernilli - persona che non conosco - mi son fatta allegramente le svinature mie, evitando cattiverie gratuite e consapevole che mi avrebbero cazziata. :) colpa si corazzol che tira fuori argomenti spinosi in periodo poco facile.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Quando vuole, signora. Scriva al mio sito e prendiamo immediatamente contatti. Il mio lavoro è anche quello di scoprire chi lavora bene, per questo non mi rivolgo a Moresi o Morosi (ma chi è costui?).

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Simone e Zeta

circa 11 anni fa - Link

Uno che ha scoperto i vini di Carolina 3 anni fa, quando lei stava al Gambero ed era poco interessato ai piccoli produttori. Un' altra delle sue poche educate figure.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Guardi, io provo persino a dialogare con lei, ed ho anche ricevuto in passato delle scuse piagnucolose dopo che aveva affermato emerite e patenti falsità sul mio conto. Però guardi che questo suo tentativo di insultarmi ogni volta che interviene non le fa bene. Non so chi sia Carolina, non so che vini faccia e di che azienda si occupa, se non si firma col suo nome. D'altra parte, io che di piccole aziende ne ho scoperte a centinaia, da Gravner nel 1981 in poi, e ne ho fatte premiare a centinaia, da quando lei probabilmente faceva ancora la pipì a letto, proprio su questo non credo di dover ricevere lezioni o insulti, men che meno da lei, che di piccole aziende se ne occupa da pochissimo tempo, dopo avere lavorato per il gruppo Moretti per anni. E' fantastica la faccia tosta di certuni. Ma non ha orrore di sé qualche volta?

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Simone e Zeta

circa 11 anni fa - Link

Appena rilegge con quanta maleducazione ha espresso quello che pensa capirà che ho molto più orrore di lei che di me stesso.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Per sapere chi è "C.Moon Cats" basta un semplice click sul suo nome in uno dei commenti. Ciao Carolina e scusa per l'indebita intromissione :-)

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C.Moon Cats

circa 11 anni fa - Link

Mea culpa che mi firmo con mio nuovo nome, che comunque riporta al blog-sito aziendale deve ci metto la faccia. Sono stata villana lo so a non cliccarmi con nome e cognome, il Sig. Cernilli non può sapere che produttrice io sia... mi da della signora sicuramente per galanteria, ma sappia che sono giovane :). Riguardo al contattarla, credo non avverrà. Preferisco sia il destino a farci incontrare in uno dei miei tanti giri per l'italia, e non perchè a detta di tutti lei è antipatico (non giudico senza conoscere), ma perchè non mi sono mai proposta coi miei vini a nessun degustatore a parte Gianni Fabrizio che ho avuto il piacere di conoscere ad una cena tra amici in piemonte sapendo chi era ben dopo che sen'era andato (sa, io non so niente dei degustatori delle guide, nemmeno che faccia hanno). Con simpatia, vera.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Signora (dopo i 18 anni avete diritto al "titolo"), però lei è curiosa, mi consenta (berlusconismo voluto ndr). Prima si lamenta, poi si nasconde. Io non faccio guide, se è questo che la disturba. Mi dica almeno dove posso trovare, ed acquistare (i vini in genere li compro) i suoi vini a Roma. Poi magari mi farò vivo io, sempre che non le procuri l'itterizia parlarmi.

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C.Moon Cats

circa 11 anni fa - Link

Signor Cernilli, so bene che dopo i 18 siamo tutte signore, sdrammatizzavo la pesantezza che aleggia in questo post. Sono curiosa, si, ma non è vero che mia lamento per poi nascondermi perchè sono qui che le rispondo. Come ho risposto in mail ad una persona stimata probabilmente ho scritto un commento -male- in seguito ad una critica che mi è stata fatta "ad cazzium", ovvero senza una spiegazione seria. Questa critica non me l'ha fatta lei, sia ben' inteso, noi non ci conosciamo, ma è arrivata da un pool di critici di guide. E sa, non è la critica di per se stessa a "fare male" perchè alla fine le critiche sono costruttive, ma il fatto che non sia stata supportata da una spiegazione concreta. A me non disturba se lei fa guide o non le fa, ho letto qualcosa che scrive quando vengo nel suo sito, o quando prendo il corriere, per il resto l'unica cosa che so è che è spesso preso di mira e mi chiedo che razza di "palle quadre" abbia per non mandare tutti a quel paese perchè se è vero che i gusti son gusti, il rispetto per le persone è la prima cosa qualunque idea abbiano. Riguardo ai vini, credo che li abbia Antonio Marino a Les Vignerons, sennò cerchi i vini che in etichetta hanno 2 gatti speculari neri, sono un Prosecco rifermentato in bottiglia col fondo ed un Raboso d'annata, Azienda Gatti, piccola realtà non famosa ai più e va benissimo così. Poi però non so se saranno di suo gusto, quindi l'avverto prima, e mi auguro che non ne scriva in qualche giornale perchè le bottiglie prodotte son poche. Riguardo all'itterizia, lei non me la provoca perchè sono abbastanza intelligente per farmi un idea mia delle persone da sola e parlandoci assieme. Le auguro buona giornata perchè non ho nessun pregiudizio verso la sua persona. Carolina Gatti.

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Simone e Zeta

circa 11 anni fa - Link

Giusto per far notare che stiamo parlando di una tecnica di degustazione e giudizio spiegati fin dalla prima lezione di qualsiasi corso sul vino, Ais, Fisar, Slow Food, ARCI, Donne&Cavalli, i corsi del quartiere etc. Tutti abbiamo imparato quei fondamentali poi certamente alcuni tra i degustatori professionisti non si scosta mai da quei canoni, altri hanno introdotto l'elemento emozionale per raccontare il vino da un'altra prospettiva, formulando un giudizio più caldo. Ma è tutto qui, niente di nuovo o difficile.

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Vignadelmar

circa 11 anni fa - Link

Niente di nuovo forse è vero. Niente di difficile non sono d'accordo. Secondo me spiegare un vino, un' azienda, un produttore, coinvolgendo il lettore, senza fermarsi ai soliti descrittori di colore, bocca e profumi, non è per niente facile. . Ciao

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Paolo Cianferoni

circa 11 anni fa - Link

Oh! Ma quante chiacchiere però riesce a far fare un buon bicchiere di vino! Qui però mi pare si cominci a perdere la semplicità che il vino in se stesso offre. In nome di che? presunzione o tentativi di affermazioni per presunte superiorità che davvero sono strumento di marketing. Nulla di male, naturalmente... c'è spazio per tutti.

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Roberto Dal Ponte

circa 11 anni fa - Link

Si vede proprio che la maggior parte della gente che sta scrivendo su questo thread non ha mai comprato una guida dei favolosi novanta, primi duemila. Se volete vi faccio qualche fotocopia e qualche nome.... Il grande Langhe Rosso iperpremiato, qualche grande Chianti poi scopertosi IGT, qualche grandissimo vino campano di derivazione santa......altro che Pietracupa, Soldera e Palari.....all'epoca non si premiava manco il Monfortino 96....

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Vignadelmar

circa 11 anni fa - Link

Questo è un tema dibattuto e stradibattuto, però forse merita di essere approfondito. Prima però permettimi di rispondere un attimo a Gian Piero Staffa: dire che la Guida del Gambero venda solo fra gli addetti ai lavori e poco fra gli appassionati mi sembra una forzatura. Anche perchè chi dice che i produttori non siano anche appassionati? Forse, dico, forse, vende meno di prima, la rete, il web permette di informarsi comunque e questo spero sia un problema che tutte le guide stiano affrontando. E' vero, la guida del Gambero anni addietro premiava vini diversi da quelli che premia ora, almeno in parte. I loro gusti, i loro orientamenti, son cambiati, i tuoi no ?? E' una guida fatta da persone, molti li conosco, come li conosci tu. Son cambiati anche loro. Non credo ci sia stata una spectre che ne abbia indirizzato le cose da dire. Tantissimi produttori minori, tantissimi vini minori, son diventati famosi grazie alla guida, non solo quelli di baroni, marchesi, duchi, principi o grandi imprenditori. Non hanno premiato vini che lo meritavano, probabile sia vero ma tu, io, noi, non ci siamo mai sbagliati nel giudicare un vino? Ricordo i "Tre Bicchieri non dati", per me fu quasi come un'ammissione di "colpa", un chiedere scusa. Esempio unico e non imitato da alcuno. I Tre Bicchieri son troppi, forse. Ma la qualità del vino italiano in questi due/tre decenni è aumentata in maniera vertiginosa. Perchè scrivo tutto ciò? Perchè devo anche all'averla divorata, consumandoci sopra la vista nel leggerla, il mio essere Oste ed amante appassionato delle cose enoiche. Ha contribuito a cambiarmi in meglio la vita. Ha contribuito alla nascita di Vignadelmar. Per me non è poco, anzi. . Ciao

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Tu l'hai comprata ma anche letta, mica tutti lo hanno fatto.....

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gian piero staffa

circa 11 anni fa - Link

Anche io l'ho divorata, vent'anni fa, poi ho imparato a degustare, non l'ho piu' comprata e la mia cantina si e' arricchita di vini non recensiti ma forse meglio di quelli premiati. Conosco molti produttori che da anni non mandano piu' i campioni a certe Guide perche' .... Gentile Gian Piero, certe affermazioni vanno provate oppure sono chiacchiere. La invito a moderarsi (At)

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Vignadelmar

circa 11 anni fa - Link

Però che bel giro di affari !!!! Facciamo un po' di conti. Sarebbero 83000 euro per un trebicchieri, che annualmente quanti sono? Diciamo 400 per ogni anno. Facciamo la moltiplicazione e vediamo cosa vien fuori: 400 X 38.000 = 15.200.000 euro ! C'è poco da dire, davvero un bel budget. . Poi 500 guide per andare in finale. Se i tre bicchieri son 400 i finalisti diciamo che saranno mille. Facciamo la moltiplicazione e vediamo cosa vien fuori: 500 X 1000 = 500.000 copie stampate vendute a chi voglia far accedere i propri vini in finale. Che se vendute diciamo non a prezzo pieno ma a prezzo di favore di 20 euro sarebbero 500.000 X 20 = 10.000.000 Anche qui poco da dire davvero un bel budget. . Se sommassimo le due cifre si arriverebbe che il giro d'affari generato dall'attribuzione dei soli tre bicchieri e dei finalisti dei tre bicchieri sarebbe di circa 25.000.000 di euro che in lire sarebbero circa 50.000.000.000 ossia 50 miliardi di lire. . Ora, fatti i conti, spero si renda conto che le cifre che lei riferisce i suoi amici produttori le abbiano detto, sono tali da ripianare annualmente qualsiasi buco di bilancio ed onestamente le trovo non credibili. . Sulla proprietà. Ammesso e non concesso che il vero proprietatario del Gambero sia un produttore e che come tale non valga niente, ma proprio niente. Lei pensa che un tre bicchieri cambierebbe la vita economica dell'azienda vinicola di quel produttore? Se, come dice lei, la guida non interessa più a nessuno e nessuno la legge, perchè mai un produttore dovrebbe comprarsi l'azienda che la edita per poi farsi assegnare un tre bicchieri? Tre bicchieri che secondo quello che le hanno detto i produttori amici suoi comunque otterrebbe pagando la modica cifra di 38.000 euro che mi punge vaghezza sia una cifra inferiore di quella sborsata eventualmente per comprarsi il Gambero Rosso. . A mio modo di vedere il suo ragionamento non fila per niente. Anche perchè deve sapere che sono un ristoratore da sempre ben recensito dalla Guida ai ristoranti del Gambero Rosso. In 10 edizioni della guida mi hanno dato 8 volte l'ambito premio di "Oscar qualità/prezzo" e da un po' di anni mi hanno dato i due gamberi (l'equivalente dei due bicchieri). Recensioni e premi che le garantisco aver generato un buon giro di clientela. Bene, dal Gambero non mi è MAI arrivata una minima richiesta di denaro, mai. . Ciao

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Vignadelmar

circa 11 anni fa - Link

Adesso vengono anche per le recensioni reperibili nel web e su trip ma fino a poco tempo addietro, come ancora oggi, le recensioni sul cartaceo sono molto importanti, prima lo erano maggiormente. Sul mio eventuale conflitto di interessi arrivi tardi. Da anni sono persona ed oste presente sul web e sempre ho pubblicamente ringraziato ed affermato che il Gambero fosse stato molto importante. Come ho fatto nuovamente stasera. Ho sempre scritto in prima persona senza celare in alcun modo la mia identità. . Ciao

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Signor Gian Piero Staffa, lei sta calunniando, l'avverto, ed avverto anche i gestori del sito, che in questo caso si prendono la responsabilità di diffondere la calunnia. Segnalo la cosa perché quanto dice non è vero e non è possibile perciò provarlo. Attenzione, le hanno riferito una fesseria e lei ci è caduto in modo ingenuo. Ce lo vede lei Roberto Conterno, Elio Altare o lo stesso Gaja che pagano per un tre bicchieri? Autentiche fesserie.

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Alessandro Morichetti

circa 11 anni fa - Link

Abbiamo provveduto e teniamo alta la guardia su chi scrive minchiate. Grazie.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Paolo Cuccia non mi risulta che produca vino. Perché il padrone del Gambero è lui, lo ha sempre dichiarato pubblicamente e questo risulta alle banche che concedono i fidi, cosa decisiva per un'azienda. A Bonilli ho anche risposto. Come mai non cita la mia risposta?

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suslov

circa 11 anni fa - Link

sono assolutamente d'accordo in fondo questi espertoni sono solo funzionari dello zeitgest con la stessa prosopopea con cui ci ammannivano marmellatoni barricarti di cabernet-sauvignon negli anni 90, ci propinano adesso lezioncine sul vitigno autoctono riscoperto dall'eroico vignaiuolo che vaporizza achilleia sotto la costellazione dell'acquario niente di cui scandalizzarsi: continuiamo a bere quello che ci piace ...

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Armando Castagno

circa 11 anni fa - Link

Occhioch ela"i"scappa tadallozeitg eistèfinit apocosottoi nmezzo all'A chilleam aiolavedo. (cit.)

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Soldera si è premiato fino alla versione del 1985 e se ci avesse mandato il vino probabilmente anche dopo. Palari fin dal primo anno di uscita, e quasi sempre. Parliamo proprio della fine degli anni Novanta. Pietracupa idem. Tutti, peraltro, con i primissimi articoli in qualche caso addirittura prima del Gambero, firmati da me. Ma di cosa sta parlando? Non le piace il Serpico 2003? Peccato, è ancora buonissimo, deriva da aglianico e non da cabernet? Poi, quali erano i marmellatosi Cabernet degli anni Novanta? Sassicaia? Solaia? Collezione De Marchi? D'Alceo? Ornellaia? Questi erano i più premiati, mi pare. Non proprio i peggiori vini d'Italia e non premiati solo dal Gambero, peraltro. Lei poi ritorna sul Monfortino '96, che io feci premiare due anni dopo, recuperandolo, e dimostrando agli amici di Slow Food, che non vollero loro premiarlo in prima battuta, che si era fatta una sciocchezza. E di nuovo, ma di che parla? Far diventare tutto una barzelletta è una pratica da persone poco avvezze al ragionamento. E mi fermo qui.

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Roberto Dal Ponte

circa 11 anni fa - Link

Cernilli, guardi che sta facendo un po' di confusione nei vari post: non si capisce a chi sta rispondendo. Io le guide le compro e le ho sempre comprate. Non so quali fossero le dinamiche nella scelta dei vini da premiare nella guida del Gambero Rosso/Slowfood, non so chi decidesse chi premiare e quanto. E' però innegabile che dieci/quindici anni orsono non fossero certo Soldera/Pietracupa/Palari le aziende sui cui erano concentrati premi ed attenzioni. Non mi pare di metterla sulle barzellette. Dico solo che dieci/quindici anni fa Poderi Einaudi/Feudi San Gregorio/Fattoria La Massa (per fare tre esempi a caso) catturavano l'attenzione dei media specializzati ben più di quanto facessero Soldera/Pietracupa/Palari.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Ripeto perché lei fa evidentemente finta di non capire, o forse non le fa comodo capire. Soldera si è premiato fino alla versione del 1985 e se ci avesse mandato il vino probabilmente anche dopo. Palari fin dal primo anno di uscita, e quasi sempre. Parliamo proprio della fine degli anni Novanta. Pietracupa idem. Tutti, peraltro, con i primissimi articoli in qualche caso addirittura prima del Gambero, firmati da me. Ma di cosa sta parlando? Non le piace il Serpico 2003? Peccato, è ancora buonissimo, deriva da aglianico e non da cabernet? Poi, quali erano i marmellatosi Cabernet degli anni Novanta? Sassicaia? Solaia? Collezione De Marchi? D’Alceo? Ornellaia? Questi erano i più premiati, mi pare. Non proprio i peggiori vini d’Italia e non premiati solo dal Gambero, peraltro. Lei poi ritorna sul Monfortino ’96, che io feci premiare due anni dopo, recuperandolo, e dimostrando agli amici di Slow Food, che non vollero loro premiarlo in prima battuta, che si era fatta una sciocchezza. E di nuovo, ma di che parla? Far diventare tutto una barzelletta è una pratica da persone poco avvezze al ragionamento. E mi fermo qui.

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Roberto Dal Ponte

circa 11 anni fa - Link

Continua a fare confusione fra i post, non sono io che ho parlato di cabernet marmellatosi. Non so quanta voglia abbia di ascoltare. Continuo brevemente: la guida era Gambero Rosso/Slowfood, ignoro quale fosse il peso di uno e dell'altro nella scelta dei vini da premiare. Di fatto i premi a certi vini, in quegli anni, sono stati dati. Se vuole faccio la somma dei tre bicchieri dati alle aziende che le ho citato. E' indubbio che oggi sia molto bello e à la page elogiare altri produttori.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Il peso era molto semplice. Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Valle d'Aosta, Friuli, Emilia Romagna e Marche erano di competanza di Slow Food. Le altre del Gambero. Ci si riuniva solo per l'assegnazione dei tre bicchieri in due o tre commissioni finali. Tutta la parte di scrematura era effettuata indipendentemente dalle due organizzazioni.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Lei le ha comprate sicuramente, poi però ha letto solo quello che le è parso e piaciuto leggere, o forse non ricorda, o forse non ha capito cosa c'era scritto. Scelga lei.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

C'è anche da dire che almeno Palari e Pietracupa quindici anni fa non esistevano. Esistevano però Falkenstein e Castel Juval, eisistevano Franco Toros, Dario Raccaro, i Massolino, i Sottimano, Valentini, Masciarelli, La Monacesca, Colle Picchioni, Borgo del Tiglio, Miani, Erik Banti, Vadiaperti, Salvatore Murana, Walter De Battè, tutte piccole aziende che la guida Gambero - Slow Food ha letteralmente scoperto. Ne cito solo alcune, ma sono a centinaia. E qui mi ricordano solo Feudi di San Gregorio, che ha fatto anche ottimi vini quando la Campania era il deserto dei tartari, La Massa, e non capisco che male abbia fatto il povero Giampaolo Motta oltre a produrre ottimi vini, e Poderi Einaudi, una delle cantine storiche delle Langhe. Queste sarebbero le sopercherie? Ma mi faccia il piacere.

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nico speranza

circa 11 anni fa - Link

ricordate Gianni Brera! classe, come diceva Lui, intramontabile!!! forse altri tempi...

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Brera prese a cazzotti Palumbo, direttore della Gazzetta dello Sport, nella tribuna stampa di San Siro, dopo un furioso alterco. Era pugile dilettante e ne ebbe ragione in quattro battute. Altri tempi sul serio, e che classe...con il gancio destro!

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

Ragazzi di Intravino, visto l'interesse ed il numero di interventi quando andate a sfrucugliare Cernilli direi che gli dovete una rojalty. In vino, ovviamente. PS pregasi evitare "marmellatosi Cabernet degli anni Novanta".

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Meglio il Vigna del Fiore dell'86, il migliore che hai mai fatto.

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Peven

circa 11 anni fa - Link

Io so riconoscere con precisione i diversi tipi di acqua, dicendo per esempio "bicchiere A = levissima, bicchiere B = rubinetto, bicchiere C = rocchetta etc etc chiedete a mia moglie, ci ha perso 100 euro su questo mio talento, non lo credeva possibile. Ordunque, sono io un bevitore o un critico? e le mie papille sono di serie A o di serie B (domanda seria)

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Lei più che altro è un fenomeno.

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peven

circa 11 anni fa - Link

Non capisco se ci sia dell'ironia o meno nella sua risposta, comunque la ringrazio anticipatamente.

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Giovanni Solaroli

circa 11 anni fa - Link

La differenza tra un critico di professione ed un bevitore? La stessa tra un critico ed un mangiatore. Provate ad andare per un mese nei ristoranti suggeriti dalla community di Trip Advisor e il mese dopo scegliete quelli "descritti" da una guida di professionisti. Poi ne riparliamo eh!

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Da Trip Advisor ho preso un sacco di fregature.

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suslov

circa 11 anni fa - Link

anch'io dalle guide ...

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Quali? e da quali guide? Così, per parlare di cose concrete...

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suslov

circa 11 anni fa - Link

ok, parliamo di cose concrete: questo forum c'e' un notevole astio nei suoi confronti. devo dire che, sebbene lei non mi stia tanto simpatico, e' chiaro che in questo contesto lei funga da punta dell'iceberg, da capro espiatorio. e questo non mi piace. tra l'altro le faccio tutti i miei (sinceri) complimenti per come si sta giustamente difendendo. pero' e' un fatto che quello che andava bene 20 anni fa non va piu' bene adesso. se 20 anni fa andavano vini marmellata - barrique - internazionali adesso il pendolo va da tutta altra parte: eleganza - legni grandi e acciaio - autoctoni. puo' farmi 20,000 controesempi sia per prima che per adesso ma la tendenza globale - la retorica attuale - e' quella. lei ha evidenziato come la critica dipenda dal momento storico. giustissimo. infatti lei ha una storia e fa bene a rivendicarla. ha competenze e capacita' professionali e fa bene a sottolinearle e a pretendere rispetto. ci mancherebbe. pero' la sua public figure (forse anche malgrado lei) e' legata a un momento storico e quindi a un gusto che e' adesso non c'e' piu'. tornera' ma adesso il pendolo gira da un'altra parte. tough luck, it happens.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Questo lo dice lei. Posso tranquillamente controbattere che per quanto mi riguarda rilevo che il gusto che lei ritiene vincente oggi, in realtà appartiene solo ad un'elite di consumatori, prevalentemente italiani e francesi, ma molto meno ai nuovi consumatori che si stanno avvicinando al vino. In molti paesi, ma anche in Italia. Ho insegnato per diversi mesi ai corsi che l'Ais di Roma ha organizzato, corsi di base, ma anche master. Non ho rilevato tutto questo astio nei confronti di vini che qui sono considerati il male assoluto. Mi sà che qualcuno si sta autoconvincendo perché vive troppo di realtà virtuale e poco di realtà effettuale. L'astio nei miei confronti? Problemi vostri. Io mi diverto molto e questo mi basta. Mi diverto anche a dire cose che non sono "di moda", cosa che ho sempre fatto. Ma anche a precisare se quanto mi si attribuisce è falso.

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Giovanni Solaroli

circa 11 anni fa - Link

Io ho riscontrato poca attendibilità, molto pressapochismo e una buona dose di livore e esaltazioni sparse in eguale misura. Per questo ritengo le opinioni espresse su Trip Advisor troppo generaliste. Una guida ai ristoranti, tipo Gambero Rosso, Michelin, Espresso ecc.ecc. ti racconta esattamente quello che troverai. In più puoi avere un piccolo commento tecnico. Poi i piatti possono anche non piacerti, ma le descrizioni che trovi te li fanno immaginare con molta precisione. Secondo me è questa la differenza tra professionisti e amatori.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Sono assolutamente d'accordo.

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utente certificato

circa 11 anni fa - Link

discussione spassosa e godibile. il suo sito, dott. Wine, è un poco bruttarello però.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

A me piace moltissimo, poi sta andando bene, e questo mi basta.

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utente certificato

circa 11 anni fa - Link

de gustibus. cmq il mio è un commento a livello grafico, non di contenuti. davvero, da utente ho faticato a orientarmi.

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

Vedo commenti pesanti ai limiti della maleducazione che non dovrebbe fare parte di un contraddittorio civile. Una cosa e' avercela con i Critici ( ed io sono uno di quelli) ed una cosa sono i giudizi sulle persone. A me non piace Daniele Cernilli come critico ( ma non mi piacciono nemmeno tutti gli altri) ma lo rispetto come persona. Lo trovo simpatico, disponibile ed e' uno di quelli che fa bene il suo lavoro. Va bene, e' stato Direttore di una Rivista controversa nei suoi giudizi ma si puo' criticare la funzione rispettando la persona. Inoltre bisogna darlgi atto di mettersi in discussione visto che in questo post ha subito piu' attacchi che complimenti ricevuti. Cernilli e' stato giudicato 'Il Robert Parker del Tufello' da un Blogger. Sono solo offese personali che dovrebbero essere bannate dalla rete. Adesso vorrei parlre dei Critici e di come funziona il Mondo dei Giornalisti e delle Testate per cui lavorano. Leggevo ieri un passo di un libro di Andrea Scanzi dove il Direttore Generale dell'Ornellaia ricordava come Ludovico Antinori riceveva i Giornalisti. 'Gli diceva cosa dovevano scrivere e gli faceva trovare a case due casse di vino' In altri settori nei quali ho lavorato la musica e' la stessa. Io ho vinto una decina di Oscar della Tecnologia in USA. Tutto preparato prima sulla base degli investimenti fatti con le Testate per cui lavoravano i Giudici. Ho speso centinaia di milioni (di lire) in pubbicita' in cambio di prove tecniche e redazionali 'pilotati'. Alla firma del Contratto si decideva quanti articoli redazionali sarebbereo stati pubblicati come ritorno. Potevo scrivere io le prove tecniche? Cetamente no, ma vi assicuro che ci andavo molto vicino. Quelli che vi dicono che non e' vero mentono oppure lavorano per Porthos. Si dice ch le Guide andranno a morire ma non solo perche' il Consumatore non si fida di loro ma perche' il web ha fatto la differenza. Una volta c'era il Gambero e quello che diceva Cernilli era la bibbia. Anche perche' non c'erano molte alternative. Oggi basta aprire Google e trovare una miriade di recensioni private e Blogs che esprimono giudizi su una bottiglia anche se non ai livelli della Roulette russa sulle quali le Guide di Settore hanno speculato. E veniamo al discorso della Competenza. Senza togliere nulla a nesuno lasciatemi continuare a dire che la stragrande maggioranza dei Consumatori se ne frega dei Giudizi delle Guide perche' non vi identifica competenza ma interessi commerciali. Vale anche per i Blog? A giudicare dalla pubblicita' diretta dei Produttori direi di no. Ma poi e' piu'competente che scrive o scriveva su una rivista cartacea o quel polemico di Franco Ziliani. E gli appassionati che mantengono blogs piuttosto frequentati che competenza hanno? Come la mettiamo con Porthos? competenza estrema? Lasciatemi dire che, alla fine, di queste cose parliamo solo noi Operatori, il Consumatore e quindi il mercato e' altrove. Doctor Wine ha 500 Follower su Facebook. Io, che competenza non ne ho sono arrivato a 23.000. Se gli Operatori individueranno il miglior modo di comunicare meglio a questa miriade di consumatori che oggi sono interessati al vino ma non alle polemiche che gli stanno intorno, faranno del bene al mercato. Vedremo chi lo capira' prima.

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suslov

circa 11 anni fa - Link

500 followers su FB sono proprio pochini ...

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Abbiamo iniziato da poco su Facebook. 500 in due mesi non è poco.

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

anche noi abbiamo iniziato da due mesi. Con questo non voglio dire che i nostri 23.000 iscritti sono naturali come quelli di Doctor Wine. Abbiamo verificato che gli italiani iscritti a Facebook sopra i 24 anni che hanno indicato la parola 'vino' tra le proprie preferenze sono qualsi 600.000. Quindi abbiamo fatto un Contratto con Facebook che pubblica la nostra inserzione sulle Bacheche di quanti hanno scelto di ricevere notizie sponsorizzate. Vengono a vedere la nostra pagina e, s gli piace, cliccano 'like'. Entro la fine dell'anno paragoneremo questo elenco al nostro database di italiani che nel 2011 hanno acquisato vino online almeno una volta. Questi sono circa 30.000 ( e non e' deto che il nostro database contenga tutti gli italiani che acquistano vino online) In questo modo avremo una visione definitiva del mercato del vino online che per la cronaca ( ed i dati rilasciati da NetComm) e' cresciuto del 40% negli ultimi quattro mesi ( sullo stesso periodo del 2011). Ero arrivato su questo sito per provocare (anche procovando) un dibattito e confrontarmi sulle potenzialita' dela comunicazione e della vendita online in un paease che in questo segmento e' ai livelli ella Grecia. Ho trovato da parte di molti, che neanche si firmano con il proprio nome, arroganza e superficialita', quindi sono contento di fornire dati a Doctor Wine che spero possano essergli utili e mi scuso se Cernilli si e' entito attaccatto personalmente perche' non erano questi gli intenti.

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Giovanni Solaroli

circa 11 anni fa - Link

Beh,caro Gian Piero, non la invidio proprio. Non le resta nulla, o quasi, da scoprire. E il malaffare la circonda.

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

spiegati meglio Giovanni sul malaffare, per il gusto della conversazione, io non minaccio querele a nessuno. voglio solo stimolare un dibattito che possa coinvolgere piu' Consumatori e non i soliti quattro gatti come noi

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Arduino Merini

circa 11 anni fa - Link

Perchè cavolo continui a chiamarli "Consumatori" con la C maiuscola rimane un mistero

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

perche' sono quelli che tengono insieme il mercato del vino e non le quattro chiacchere che lo circondano. Ma ti sei accorto di quante persone ci sono intorno a questo post? Io ripondo per cortesia ma domani ho altro da fare. Mi meraviglio di Cernilli, che ha molto piu' da fare di me, che si prende la briga di rispondre a tutti.

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Giovanni Solaroli

circa 11 anni fa - Link

Se ti rileggi lo capisci: ornellaia che paga, Oscar della tecnologia in cambio di pubblicità,contratti in cambio di redazionali, ecc. Insomma dipingi un mondo a tinte fosche, dove regna il sospetto e la corruzione è dietro l'angolo senza contare le competenze di critici, competenze acquisiti in anni e anni, considerate meno di zero, a tuo dire,dal pubblico.

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

Giovanni, vieni a trovarmi a Bologna perche' questo blog mi ha stufato. DAvanti ad una bottiglia di sangiovese, sfuso, quello che piace a tuo fratello ti faccio vedere le indagini di mercato che dimostrano quanto contano le Guide in Italia. Evidentemente il Pubblico ha visto lungo.

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Giovanni Solaroli

circa 11 anni fa - Link

Bisognerebbe prima che sapessi almeno chi sei, ti pare? Va bene che secondo Dalla a Bologna non si perde neanche un bambino,ma non esageriamo.

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

gpstaffa@centovigneitalia.it

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Personalmente ho conosciuto Ludovico Antinori solo allo scorso Vinitaly. Non ho mai ricevuto due casse di Ornellaia e respingo al mittente spedizioni di più di sei bottiglie per principio. Esiste una regola etica del Sole 24 Ore che dovrebbe valere per tutti i giornalisti, ed è quella di non accettare regali per un valore superiore ai 150 euro. Cerco di rispettarla, e per questo non vado a cene in ristoranti troppo costosi se sono il solo invitato, non richiedo campioni di vini costosi personalmente, cerco di assaggiare nei consorzi, compro almeno 25.000 euro di vino l'anno, come possono testimoniare Trimani, Roscioli ed Il Goccetto. Aspetto che qualcuno provi a smentire quanto dico con dei fatti precisi.

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

Scusi Cernilli ma quando uno pubblica un post per suscitare un dibattito non e' che attacca Lei personalmente e quindi Lei non deve smentire nulla. Io ho citato un passo di un libro di Andrea Scanzi che riporta una intervista con il Direttore Generale di un Azienda Produttrice. Non sara' mica lesa maesta'!

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Giovanni Corazzol

circa 11 anni fa - Link

Avviso #2: Gian Piero le chiederei la cortesia di chiudere il set di questa partita a ping pong oramai un po' noiosetta. sì? grazie

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

La differenza tra bevitore, appassionato e critico? Se tutti produttori di vino dovessero improvvisamente sparire dalla faccia della terra, il bevitore morirebbe di sete, l'appassionato morirebbe di crepacuore e il critico morirebbe di fame.

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Giovanni Solaroli

circa 11 anni fa - Link

Se tutti i criti,gli appassionati e i bevitori sparissero dalla terra, i produttori di vino morirebbero alcolizzati..

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

se i criti ( credo volessi dire i critici) sparissero dalla terra non se ne sentirebbe la mancanza. Se sparissero gli appassionati il Merano Wine Festival fallirebbe e chi se ne frega. I bevitori come i produttori esisteranno sempre. Chi sta in mezzo deve capire come starci se e' li per farci quattro soldi

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

Adesso capisco. Centovigneitalia è un sito di vendita on line. Quindi lei è un negoziante virtuale, sbaglio? Uno che cerca di prendere il posto dei critici con la sua comunicazione che è sostanzialmente un tentativo di vendita. I vini buoni sono solo quelli che trovate qui, insomma. Così banale? Maddaii!

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

La comunicazione all'interno di un sito commerciale e' orientata alla vendita, certo. Tutti i siti, nessuno escluso promuove i vini che vende. Alcuni siti forniscono anche la propria interna valuatzione in centesimi. Perche' poi dovrebbero parlare male dei vini che vendono? Noi non esprimiamo giudizi in centesimi dei vini presenti sul sito. Forniamo invece fotografie in alta definizione, schede quanto mai complete e dalla prossima settimana i Produttori presenteranno un vero e proprio sito nel sito, con le note sull'Azienda, sui lavori in vigna, in cantina, sui loro progetti. C'e' anche una pagina dove vengono riportati i giudizi delle Guide, non i nostri. Non le sembra una forma di comunicazione corretta? MI spieghi perche'. Se poi si fa un giro sulla nostra pagina Facebook potra' verificare che riportiamo notizie su diversi vini che non sono disponibili per la vendita. Li abbiamo assaggiati, ci sono piaciuti e siamo stati contenti di parlarne. Noi non vogliamo prendere il posto dei critici perche' crediamo che il 90% di chi beve non segue i loro giudizi. Se vuole la ricerca dell'Universita' di Ancona che lo comprova gliela invio. Noi abbiamo avviato un nuovo modello di vendita che fa anche informazioni ma senza sparare sentenze. E Le assicuro che abbiamo ottimi riscontri.

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Giovanni Corazzol

circa 11 anni fa - Link

Gian Piero, auguri molti per la vostra iniziativa, la quale, avendo voi ottimi riscontri, non necessità in questa sede del dettaglio che sto leggendo da un po'. Grazie.

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

La ricerca dell'Università di Ancona, come dire... Princeton..Con che criteri, quale era il profilo di riferimento per la scelta, il campione di intervistati come è stato predefiniito, dove e da chi? Poi, quanto incidevano prima e quanto ora. Parliamo di sociologia e di statistica o di fesserie? Poi, lei vende vino, fa comunicazione finalizzata alla vendita, e viene qui a far la morale come fosse un appassionato? Chuiedo, eh? E chiedo anche ai responsabili del sito, è da questa gente che mi fate insultare? Ma avete davvero bisogno di questo?

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Giovanni Corazzol

circa 11 anni fa - Link

Gentile Cernilli, si chiama acqua per le papere e lei continua ad alimentare lo stagno. Al signor Gian Piero sono stati rivolti due gentili avvisi, non ce ne sarà un terzo. Più per la noia abissale del match che per netiquette.

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jovica todorovic - teo

circa 11 anni fa - Link

gian piero, scusami se tento di stemperare i bollori di questa appassionante e appassionate discussione, mi sono permesso di visitare il suo sito e le segnalo che HOT DEALS tradotto AFFARI CALDI o BOLLENTI si addice ad un sito hard, meno ad un sito web di un commerciante di vino. Con simpatia :-) :-)

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

Ciao Teo finalmente un commento che ga allegria. SI so cosa vuol dire HOT DEALS e lo spirito e' proprio quello, di occasioni bollenti ma per ottime bottiglie di vino anche se magari non sono sulle Guide. Un mio amico in altro settore (non porno) che ha un sito multipaese e multilingua ( ecco ti offro il fianco per un altra battuta :-)) fa circa 500 milioni di fatturato l'anno di cui una quindicina in Italia. Il 60% delle sue vendite vengono generate dalla categoria delle offerte speciali che si chiama appunto HOT DEALS, quindi spero che porti fortuna anche a me.

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Il bicchiere della Staffa

circa 11 anni fa - Link

Perché Bracchetto (di questi tempi farebbe comodo per la selvaggina) D'Aqui (Staffa forse è toscano, applica ovunque la c fonetica)è meglio? Uno che vuol vendere e non sa neanche il nome dei vini che vende. E si atteggia pure a Savonarola... che delusione.

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

puoi vedere chi sono cliccando sul mio nome quindi fino a che' tu invece ti nascondi nell'anonimato non commento quanto scrivi

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cernilli

circa 11 anni fa - Link

C'è chi si nasconde dietro l'anonimato e chi fa il pesce in barile, caro mercante.

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Gianni Ruggiero

circa 11 anni fa - Link

Tanto ha fatto che l'ha messo nel sacco,campioni si nasce non c'è niente da fare!

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walter pater

circa 11 anni fa - Link

Che sia simpatico o antipatico il Sig. Cernilli analogamente al settore del cinema o della musica si pone come critico, in questo caso degustatore, che analizza e fornisce un valore senza alcuna empatia (approccio professionale) all'oggetto dell'analisi; ovvio che il suddetto valore può essere condiviso o meno.

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