La calda verticale dell’Apparita di Castello di Ama: tra 2007, 2013 e 2017

La calda verticale dell’Apparita di Castello di Ama: tra 2007, 2013 e 2017

di Andrea Gori

Abbiamo passato una tranquilla serata di semi-lockdown a festeggiare i 15 anni di Eataly, a discutere di merlot, territorio e Chianti Classico di ieri e di domani e non deve stupire se la molla scatenante erano delle bottiglie di merlot da stappare.

Quando il merlot in questione è l’Apparita, capostipite nel 1985 dei merlot toscani, la discussione si fa sempre più ampia ed è sempre bello sentir raccontare come nasce e come venne fuori l’intuizione di questo bordolese nell’alto dei 500 mt di Gaiole in Chianti su una zolla di argilla e sassi piantata a malvasia e canaiolo in  modo piuttosto bizzarro qualche anno prima.

Un vigneto particolare condotto a lira, un sistema di impianto scenografico , costoso da gestire ma eccezionale per aumentare potenza e intensità cui sono state dedicate attenzioni in Toscana negli anni ’80 per poi essere quasi del tutto abbandonato (oltre a quello dell’Apparita abbiamo dato conto di quello di Panizzi a San Gimignano tuttora in produzione).

Ecco come Marco Pallanti racconta e ricorda gli inizi del merlot a Castello di Ama e il successo dell’Apparita in tante degustazioni bendate contro illustri vini come Petrus.

 

Dopo l’assaggio della Gran Selezione Chianti Classico “San Lorenzo” 2017, forse oggi il vino più rappresentativo dell’azienda, spazio quindi al trittico di annate calde di merlot in questione, un caldo ormai definibile classico per la nostra epoca ma che il territorio e il microclima di Gaiole portano comunque a maturazione anche a fine settembre, quasi un mese più tardi rispetto ad altre zone a vocazione merlot come Bolgheri.

L’Apparita – Castello di Ama 2017 Igt Toscana
Ammaliante e ricco, soave e intenso, fitto e ricco. Note di grafite, ribes nero e rosso, alloro, liquirizia, pepe nero, salino roccioso, legno buono, cardamomo, spezia fine, arrembante ma misurato, croccantezza sublime e rilancio continuo di energia e balsamicità. Tannino giovanile ma di brillantezza e definizione intriganti e interessanti in prospettiva. Da oggi però mostra la sua grazia anche su piatti leggeri come una tartare di fassona. 96

La 2017 ha visto un inizio dell’anno freddo e piovoso. A Marzo c’è stato un innalzamento delle temperature fuori dalle medie stagionali, terminato il 21 Aprile una consistente gelata che ha bloccato la fase fenologica. Maggio e Giugno di nuovo molto caldi fino al 28 quando le temperature si sono abbassate grazie alla pioggia. Agosto è stato di un caldo feroce con punte max di 40° e min di 26 che si è protratto fino al 10 settembre, quando si sono verificate piogge abbondanti e le temperature si sono abbassate, facendo registrare il Settembre più freddo degli ultimi 15 anni. Dopo numerose campionature e analisi organolettiche in vigna e in laboratorio, la raccolta è avvenuta manualmente in cassette da 10/12 kg.

La vinificazione è stata indotta da lieviti indigeni in vasche di acciaio a temperatura controllata tra i 30/33°, con rimontaggi manuali con una permanenza complessiva (cuvaison) di 28 giorni. Dopo la svinatura, il vino è passato in barriques per effettuare la fermentazione malolattica.

Al termine della fermentazione malolattica il vino è ritornato in barriques di rovere a grana fine, 50% nuove e il restante in barriques di secondo passaggio. Affinamento per circa 14 mesi.

 

L’Apparita – Castello di Ama 2013 IGt Toscana
Un’annata di grazia finezza per questo merlot, mallo di noci, mirtillo, pepe nero, rose, lavanda, esile e fine ma con uno scheletro roccioso che lo fa amare e apprezzare, annata calda e di potenza che il vino traduce in energia sottile. Marasca, acqua di colonia inglese, musk, pepe nero, tannino di croccantezza e sontuosità ancora da finire di affinare, acidità tambureggiante e finale indefinito. 97
Acidità totale: 5.70 Zuccheri residui: ≤ 1 g/l Estratto: 32.4 g/l

L’estate è iniziata in ritardo e la prima invaiatura è avvenuta ad inizio Agosto. Belle giornate di sole e caldo estivo fino a metà settembre, quando la temperatura si è di nuovo abbassata, in particolare la notte, inducendo a ritardare la vendemmia che è avvenuta nei giorni 26, 27 e 28 settembre 2013.

La data di raccolta è stata stabilita dopo numerose campionature analizzate organoletticamente in vigna e in laboratorio. La raccolta è avvenuta in modo rigorosamente manuale, in cassette da 10/12 kg che sono poi passate su un tavolo di scelta per ulteriore selezione.

Vinificazione: fermentazione indotta da lieviti indigeni in vasche di acciaio a temperatura controllata tra i 30° e i 33°C, con rimontaggi manuali e una permanenza complessiva (cuvaison) pari a 25 giorni. Dopo la svinatura, il vino è passato in barriques per effettuare la fermentazione malolattica.

Al termine della malolatttica, il vino è ritornato in barriques di rovere a grana fine per il 50% nuove e per il resto di secondo passaggio per 18 mesi. Questo vino è stato imbottigliato il giorno 23 Settembre 2015, producendo 6342 bordolesi, 215 magnum, 42 Jéoroboam e 30 Salmanazar.

 

 

L’Apparita – Castello di Ama 2007 Igt Toscana
A distanza di 15 anni si possono tirare le fila su una delle annate più calde di sempre e in teoria molto svantaggiate per questo merlot in terra toscana. L’altitudine e il sasso misto ad argilla che si trova sotto le viti però aiuta sempre ad allungare la fase di maturazione ed evitare cotture di frutto. Il vino si apre elegantissimo nel bicchiere con note di frutta in confettura, caffè centro americano, liquirizia, corteccia e sottobosco, poi con il tempo un guizzo di frutta fresca tra mirtillo e prugna. Il comparto speziato è ben rappresentato da ginepro curcuma, legno di cedro d scatola di sigari. Il tutto è elegantissimo e speziato, condito di frutto sensuale, mela cotogna, zucchero filato, prugna, sandalo, caramello salato, pepe nero e bianco nel lungo finale. Tannino ancora ricco che dona struttura al tutto rinsaldando la compattezza e l’eleganza del tutto. 95

Le uve selezionate sono state raccolte il 17 settembre. La fermentazione si è sviluppata in maniera regolare ad una temperatura intorno ai 32°-33°C. I rimontaggi si sono succeduti delicatamente per tutta la fermentazione. La macerazione è stata allungata fino a 26 giorni.

Dopo la svinatura si è proceduto ad effettuare la fermentazione malolattica interamente in barriques di rovere di Allier, il 40% delle quali nuove. Durante il mese di Gennaio ‘09 a malolattica ultimata, il vino è stato travasato ed assemblato, dopodichè è ritornato nelle barriques. Il 10 giugno 2009 il vino è passato in bottiglia ottenendone 7.200 bordolesi, 600 magnum e 130 doppie magnum.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

8 Commenti

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Gaetano

circa 2 anni fa - Link

"....zolla di argilla e sassi piantata a malvasia e canaiolo in modo piuttosto bizzarro qualche anno prima". Non è che al contrario sia piuttosto bizzarro il fatto che a Gaiole in Chianti si sia espiantato malvasia e cannaiolo per mettere a dimora merlot? Polemiche a parte, come sta reagendo nel chianti e nella costa Toscana il Merlot, ma anche il Cabernet, ai sempre più estremi cambiamenti climatici? Il caldo torrido i particolare.

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Il "bizzarro" cui si riferisce Marco nel video (non so se sei riuscito a vederlo tutto) stava nel fatto che fosse un vigneto promiscuo con uva bianche e rosse insieme e con vitigni non particolarmente adatti a quel suolo. Quanto al clima, il merlot si sta adattando in maniera sorprendente sulla costa con manifestazioni molto diverse da Bordeaux. Nell'entroterra chiantigiano è molto meno merlot e lo si trova ormai quasi solo tra i 400 e i 700 mt slm che ne permettono una maturazione molto prolungata. Certo che in prospettiva se il riscaldamento prosegue andrà spostato ancora più in alto o abbandonato...Ma è un orizzonte temporale non così vicino a giudicare dai lusinghieri risulati degli ultimi anni

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AG

circa 2 anni fa - Link

Sentire parlare di impianto troppo costoso e quindi abbandonato quando luna singola bottiglia esce di cantina a oltre 100 € fa un po' riflettere, no? Magari alla DRC passeranno al guyot ...

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Si parlava di impianto a lira in generale, Ama (e anche Panizzi) su vini particolari lo mantengono ma appunto sono vini con prezzo elevato su cui non incide troppo in percentuale.

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AG

circa 2 anni fa - Link

Tra un cosiddetto top wine di Panizzi e uno di Ama ci sono 100 € di differenza, non sono paragonabili come pricing e marginalità

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Il Fòlgore di Panizzi costa sui 30 euro, in effetti non paragonabile ai 300 di Apparita ma in ogni caso il costo della lavorazione della lira in vigneto ci rientra!

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AG

circa 2 anni fa - Link

Ci rientra abbondantemente, direi... ed è quindi paradossale lamentarsi della marginalità su l' Apparita, no?

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Ermes

circa 2 anni fa - Link

Grandissimo Merlot "atipico' ma io non lo riconosco nelle annate in questione dall'84 (prima annata) al 1992 ha dato dimostrazione di non avere limiti e concorrenti. E tutti i Cru dell'88 di Ama sono a mio parere ai vertici per finezza ed eleganza. Pochi come loro.

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